30/11/20
Scompare, come era apparso, il Monolite nello Utah. Chi c'è dietro?
29/11/20
Poesia della Domenica: "Incontro al fiume" di Askol Neves
Incontro al fiume
Scese al ponte vestita di fiori
e ad ogni passo la sua ombra
disegnava animali immaginari
Incontrò un vagabondo sul fiume
che non voleva essere aiutato,
incontrò un pesce contro corrente
che non si fermò a rincorrere la luna.
Incontrò l'uomo che aspettava
seduto e fumava, perché voleva vederla
scendere dal ponte, voleva toccare i suoi
fiori, voleva baciarla.
Askol Neves
28/11/20
Il Libraio: Esce oggi "La Storia di Roma - in 501 domande e risposte" di Fabrizio Falconi
Illibraio.it annuncia oggi l'uscita de "La storia di Roma - in 501 domande e risposte" di Fabrizio Falconi, nelle librerie e in vendita nei siti online (qui tutte le info)
Sinossi
- ISBN: 8822746317
- Casa Editrice: Newton Compton
- Pagine: 352
24/11/20
Domani 50 anni dalla morte eclatante di Yukio Mishima
23/11/20
Pompei: Cosa sappiamo dei due corpi ritrovati miracolosamente intatti
20/11/20
Spunta fuori un Lucio Battisti inedito: "Non faccio interviste, le manipolano"
19/11/20
La Bellezza incredibile dell'Italia: In tempo di Covid-19 Nasce un Museo Virtuale con le immagini più belle
Uno spazio virtuale che racconta e promuove la bellezza del Belpaese attraverso 20 gallerie fotografiche, una per ogni regione: e' 'Dua Foto Italia', un progetto pensato dal giovane programmatore Juljan Kaci nel suo laboratorio senese durante i giorni di isolamento imposti dal primo lockdown nazionale.
Si chiama Duafoto-Italia questo nuovo spazio espositivo virtuale, interamente dedicato alla fotografia contemporanea, che nasce per raccontare il Bel Paese (clicare sul sito https://www.duafotoitalia.it/).
Un viaggio nella bellezza che attraverso 20 gallerie, di regione in regione, propone luoghi, persone, tradizioni, stili di vita che hanno reso il “made in Italy” grande nel mondo.
Juljan ha iniziato con una galleria dedicata alla citta' di Siena e pubblicata sul suo sito web: non solo monumenti, ma anche paesaggi e frammenti di vita. Poi la decisione di coinvolgere l'intero territorio nazionale.
Il prodotto finale e' un museo virtuale in continuo allestimento, dove i fotografi, in maniera gratuita, possono pubblicare i loro scatti, aggiornando ogni volta un racconto contemporaneo del rapporto tra uomo e paesaggio. Cliccando su ogni singola fotografia e' possibile avere accesso alla scheda dell'autore e al suo profilo personale.
18/11/20
Dal 26 novembre in libreria il nuovo libro di Fabrizio Falconi: "La Storia di Roma in 501 domande e risposte"
Qualunque libro decida oggi di
affrontare l’argomento complessivo della storia di Roma andrebbe incontro a un
probabile fallimento. Non è soltanto una questione della quantità di tempo che
è passata dai tempi della sua fondazione, ché esistono luoghi al mondo che
possono vantare una storia millenaria ancora più lunga di quella di Roma. La particolarità della città eterna è piuttosto quella di una storia enormemente
complessa, di una città che ha saputo e potuto “cambiare faccia e pelle” molte
e molte volte in questa lunghissima storia, rinascendo ogni volta dalle sue
ceneri e restando comunque centrale nella storia dell’Occidente anche nei momenti
più bui.
La via che si è scelta per questo volume è
quella di un manuale di rapida consultazione e di agile lettura che, nel
dipanarsi di cinquecentouno domande, ripercorre il nastro degli eventi più
importanti della storia della città, degli eventi, delle glorie guerresche,
delle invasioni subite, delle miserie e delle incoronazioni, dei potenti e del
volgo, i quali compongono un insieme unico, una lunga storia che ogni volta può
essere raccontata in modo diverso, senza tradire la realtà degli eventi.
Si è scelto di suddividere il libro in dieci parti, la prima delle quali
prende le mosse dalla fondazione stessa della città, più di settecento anni
prima della nascita di Cristo e l’ultima delle quali giunge fino ai giorni
nostri.
La quantità e la qualità degli eventi storici che hanno visto Roma
protagonista sono dunque qui ripercorsi senza
dimenticare che qualunque tentativo di riassumere la storia della città –
specie in un numero tutto sommato esiguo di pagine – resta sempre parziale e
opinabile.
Anche raccontandone la storia, Roma resta
per coloro che la visitano e per coloro che la abitano, un mistero, custodito
dalle sue stesse pietre millenarie. Questo tutto sommato è confortante anche
per chi cerca, oggi, di raccontarla.
Perché, come scriveva Ferdinand Gregorovius nel 1870, “Roma è silenziosa e pesante, come fuori dal
mondo, come intrecciata in se stessa e incantata. Lo scirocco persiste. I
momenti più drammatici del tempo cadono qui senza eco, come nell'eternità.”
16/11/20
Come Sergio Leone trovò Clint Eastwood, da attore sconosciuto a icona del cinema
15/11/20
Poesia della Domenica - "Gli amanti" di Arturo Corcuera
Gli amanti
Los Amantes
Mientras caminas
por bosques y parques
sólo por besar tus pies
el otoño desnuda sus árboles
sólo por besar tus pies.
El te ama como yo
con ojos infinitos
y como yo
también quisiera
desnudarte de otoño.
Nosotros los amantes
sobre nosotros
la lluvia y el amor
la lluvia sin cesar
sin cesar el amor
sobre nosotros
la lluvia que como el amor
humedece a los amantes.
- Los amantes, Arturo Corcuera -
14/11/20
La grafomania, ovvero l'ossessione di scrivere libri come epidemia di massa - Milan Kundera
Suona come una profezia questa pagina scritta da Milan Kundera nel lontano 1977, in uno dei suoi romanzi più belli. La profezia di un mondo dove si diffonde sempre più una nuova epidemia: la grafomania di massa. Eccolo:
Questa conversazione mi ha di colpo chiarito la natura dell'attività di scrittore.
Scriviamo libri perché i nostri figli non si interessano a noi. Ci rivolgiamo al mondo anonimo perché nostra moglie si tura le orecchie quando parliamo.
...
La donna che ogni giorno scrive all'amante quattro lettere non è una grafomane, è una donna innamorata. Ma il mio amico che fa le fotocopie delle lettere d'amore che spedisce per poterle un giorno pubblicare è un grafomane.
La grafomania non è il desiderio di scrivere lettere, diari, cronache di famiglia (cioè scrivere per sé o per le persone a noi più vicine), ma lo scrivere libri (cioè avere un pubblico di lettori sconosciuti).
In questo caso la passione dell'autista che scrive e quella di Goethe sono identiche. Quello che distingue Goethe dall'autista non è una passione differente, ma un differente risultato della passione.
La grafomania (l'ossessione di scrivere libri) prende fatalmente le dimensioni di una epidemia di massa quando il progresso di una società raggiunge tre condizioni fondamentali:
1) l'alto livello del benessere generale che permette alla gente di consacrarsi a un'attività inutile;
2) l'altro grado di atomizzazione della vita sociale e il conseguente, generale isolamento degli individui;
3) la radicale mancanza di grandi cambiamenti sociali nella vita sociale della nazione (da questo punto di vista, mi sembra sintomatico che in Francia, dove non succede assolutamente nulla, la percentuale degli scrittori sia ventun volte maggiore di quella di Israele. Del resto Bibi si è espressa benissimo quando ha detto che, "visto dal di fuori" non ha vissuto nulla. E' proprio questa assenza di contenuto vitale, è questo vuoto il motore che spinge a scrivere).
Ma l'effetto si ripercuote di ritorno sulla causa. L'isolamento generale crea la grafomania, ma la grafomania di massa generalizza e aggrava a sua volta quell'isolamento.
L'invenzione della stampa permise un tempo agli uomini di comprendersi a vicenda. Nell'epoca della grafomania universale, il fatto di scrivere libri assume un significato completamente opposto: ognuno si circonda dei propri segni come di un muro di specchi che non lascia filtrare alcuna voce all'esterno.
Tratto da: Milan Kundera, Il libro del riso e dell'oblio, Bompiani 1980, traduzione di Serena Vitale, pagg.101 e 102
13/11/20
I retroscena sulle morti di 50 rockstar in un nuovo libro - da John Lennon a Jim Morrison e tanti altri
11/11/20
La mania di scrivere libri (che nessuno leggerà) - Milan Kundera
Suona come una profezia questa pagina scritta da Milan Kundera nel lontano 1977, in uno dei suoi romanzi più belli. La profezia di un mondo sempre più sordo, dove tutti scrivono e nessuno legge. Eccolo:
Chi scrive libri è tutto (un universo unico per se stesso e per gli altri) o nulla. E siccome a nessuno sarà mai dato di essere tutto, tutti noi che scriviamo libri siamo nulla.
Siamo sottovalutati, gelosi, feriti e ci auguriamo la morte dell'altro. In questo siamo tutti uguali: Banaka, Bibi, io, Goethe.
L'irresistibile aumento della grafomania tra uomini politici, autisti di taxi, partorienti, amanti, assassini, ladri, prostitute, prefetti, medici e malati mi dimostra che ogni uomo, senza eccezione, porta in sé lo scrittore come sua potenzialità. Tutta la specie umana potrebbe a buon diritto scendere in strada e gridare: siamo tutti scrittori!
Poiché tutti soffrono all'idea di scomparire senza essere stati visti, né uditi in un universo indifferente e vogliono, finché c'è ancora tempo, trasformare se stessi in un universo di parole.
E il giorno (vicino) in cui dentro ogni uomo si sveglierà lo scrittore, saranno tempi di sordità e incomprensione generali.
Tratto da: Milan Kundera, Il libro del riso e dell'oblio, Bompiani 1980, traduzione di Serena Vitale, pag.116
10/11/20
Juliette Récamier, la donna più bella di Francia - 14 (fine)
Juliette Récamier, la donna più bella di Francia - 14 (fine)
09/11/20
In atto la criminale deforestazione dell'Amazzonia, un dramma mondiale - i dati
06/11/20
La Regina degli Scacchi, una bella serie tv. Ma il romanzo è un'altra cosa.
Beth inizia a giocare quasi per caso, quando scopre nello scantinato della scuola, il vecchio e burbero custode giocare da solo davanti alla scacchiera al lume di una fioca lampada.
Come avviene per i colpi di fulmine della psiche descritti da James Hillman ne Il codice dell'anima, Beth si sente risucchiata da quello strano oggetto - la scacchiera - e dalla dinamica misteriosa del gioco. Impara in breve tempo, in breve tempo il suo cervello comincia a concentrarsi unicamente su quello. Riesce a battere in poco tempo il suo maestro, poi vola rapidamente sempre più alto, imparando da un manuale trafugato i rudimenti del millenario gioco.
Una volta adottata dalla stramba signora Withley e dal suo pessimo marito, Beth comincia a giocare ad alto livello: torneo dopo torneo, anche i media cominciano ad accorgersi di lei e negli anni '60-'70 in cui il libro è ambientato, Beth finisce addirittura per diventare - a soli sedici anni - l'orgoglio della nazione americana che ha finalmente un grande maestro da opporre agli invincibili dominatori sovietici.
Il pregio di questo meraviglioso libro è soprattutto nello stile e nella narrazione trasparente, sospesa ed essenziale che ricorda un altro capolavoro coevo, Stoner di John Williams, da poco riscoperto e diventato un caso editoriale mondiale.
Non ha cadute, non ha pause, e tutto procede come un treno senza fermate fino alla fine. Beth è un commovente, vivo personaggio, che resta nel cuore di ogni lettore. Tevis riesce a mantenersi così neutro da evitare ogni smaccata empatia, ogni partecipazione eccessiva con il suo personaggio, che vive di vita propria e non ha bisogno di nessuna sovrastruttura, di nessuna costruzione narrativa.
Così anche il lettore è costretto ad osservarla, senza "tifare": per molte e molte pagine il lettore non sa anzi se sperare che Beth vinca o perda. E' chiaro che vincere per lei, e vincere fino alla fine, trionfando nella partita finale contro il campione del mondo russo Borgov sarebbe l'apoteosi di un riscatto esistenziale. Ma dietro questo successo si nascondono anche molte ombre e gli scacchi - come l'insegnamento universitario per Stoner - sono anche un modo per Beth per eludere la vita, per non affrontarla veramente, per attenuarne le feroci sofferenze.
Il fatto però che la ragazza sopravviva così strenuamente alla autodistruzione è plausibile e catartico. E' una lezione anzi, che oggi sembra più che mai importante.
Anche i personaggi di contorno sono fenomenali: l'amica di orfanotrofio Jolene, la madre adottiva, così fragile e vera, la signora Withley, il Signor Schaibel, il custode, e lo stesso Benny, ragazzo prodigio come Beth e come lui autisticamente isolato dal mondo.
Un romanzo veramente perfetto dunque, praticamente impossibile da trasporre nella fiction senza tradirne il nucleo originario:
Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia - 13
05/11/20
Le strade del cuore di Gigi Proietti a Roma, la sua Roma.
Una città che e' tutto il mondo. Gigi Proietti, figlio della capitale e del teatro, a cui la città oggi ha tributato l'ultimo saluto, veva quel senso della romanità che mischia e rigenera, unisce e riassume tenendo insieme il verso piu' aulico e la battuta fulminante.