In questi tempi così complessi, è utile rileggere le parole di Krishnamurti (1895-1986) sulla guerra, le cause e ciò che l'uomo, ogni singolo uomo può fare. In particolare, queste furono pronunciate a Ojai, California, il 27 maggio 1945, nella imminenza della fine della Seconda Guerra Mondiale.
Domanda: Sicuramente la maggior parte di noi ha visto al cinema o
sui giornali le immagini degli orrori e delle barbarie dei campi di
concentramento. Che cosa bisognerebbe fare, secondo lei, a coloro che
hanno perpetrato tali mostruose atrocità? Non dovrebbero venire puniti?
Krishnamurti: Chi li punirà? Il giudice non è spesso colpevole come
l’accusato? Ciascuno di noi ha creato questa civiltà, ha contribuito alla sua
infelicità, è responsabile delle sue azioni. Noi siamo il risultato delle azioni e
reazioni reciproche, questa civiltà è un prodotto collettivo. Nessun paese e
nessun popolo è separato da un altro, siamo tutti interrelati, siamo tutti uno.
Che lo riconosciamo o no, partecipiamo alla sfortuna di un popolo come
partecipiamo alla sua fortuna. Non potete prendere le distanze per
condannare o elogiare.
Il potere che opprime è male, e qualunque gruppo abbastanza grande
e organizzato diventa una fonte potenziale del male. Strillando sulle crudeltà
di un altro paese, pensate di poter trascurare quelle del vostro. Non solo la
nazione vinta, ma tutte le nazioni sono responsabili degli orrori della guerra.
La guerra è una delle massime catastrofi; il male più grande è uccidere
un’altra persona. Se lasciate entrare questo male nel vostro cuore,
spianerete la strada a un numero infinito di atrocità più piccole. Non
condannerete la guerra in se stessa, ma colui che in guerra commette
atrocità.
Voi siete i responsabili della guerra, voi l’avete provocata con le vostre
azioni quotidiane segnate dall’avidità, dalla cattiveria, dalla passione.
Ognuno di noi ha costruito questa civiltà spietata e competitiva in cui l’uomo
è contro l’uomo. Volete sradicare le cause della guerra e della barbarie negli
altri, mentre dentro di voi continuate ad alimentarle. Ciò conduce all’ipocrisia
e ad altre guerre.
Dovete sradicare le cause della guerra, della violenza,
dentro di voi, il che richiede pazienza e gentilezza, non questa maledetta
condanna degli altri.
L’umanità non ha bisogno di altra sofferenza per poter capire, ma ciò
che occorre è che voi siate consapevoli delle vostre azioni, che vi risvegliate
alla vostra ignoranza e al vostro dolore, per far nascere in voi stessi la
compassione e la tolleranza. Non dovete preoccuparvi di punizioni e
ricompense, ma di sradicare in voi stessi quelle cause che si manifestano
nella violenza e nell’odio, nella rivalità e nell’ostilità. Uccidendo l’uccisore
diventate come lui, diventate voi i criminali. Ciò che è sbagliato non viene
raddrizzato con mezzi sbagliati, solo con giusti mezzi si può raggiungere un
giusto fine.
Se volete la pace, dovete usare mezzi pacifici; mentre lo
sterminio di massa e la guerra conducono solo a ulteriore sterminio, ulteriore
sofferenza. Non si raggiunge l’amore con lo spargimento di sangue, un
esercito non è uno strumento di pace. Solo la benevolenza e la compassione
possono portare pace nel mondo, non la forza, l’inganno, e neppure le leggi.
Voi siete i responsabili per l’infelicità e i disastri, voi che nella vostra
vita quotidiana siete crudeli, avidi, ambiziosi, oppressori. La sofferenza
continuerà finché non avrete sradicato dentro di voi le cause che generano la
passione, l’avidità, la crudeltà.
Abbia pace e compassione nel cuore, e troverà la giusta risposta alla
sua domanda.
Ojai, 27 maggio 1945
A qualcuno o a tanti, potrà sembrare del tutto utopistico. Ma, a ben guardare è così: ogni possibile cambiamento dell'umanità dipende solo ed esclusivamente dal cambiamento dei singoli.