11/10/22
L'incredibile, esponenziale, aumento di suicidi nell'esercito americano (soprattutto in Alaska)
16/06/22
*Quando Goffredo Parise fu inviato nella "sporca guerra" in Vietnam - La dura polemica con Noam Chomsky*
07/02/22
Sam Shepard e Wim Wenders, i dialoghi dettati al telefono: come nacque il capolavoro di "Paris, Texas"
18/10/21
Quando Pollock fece la prima mostra in Europa e non vendette nemmeno 1 quadro. Oggi quegli stessi valgono 40 milioni di dollari l'uno.
Incredibile parabola, quella di Jackson Pollock, e dell'arte moderna. La fortuna di questo meraviglioso, grandissimo artista, seguì infatti strade del tutto particolari e imprevedibili.
Nato nel 1912 a Cody, nel Wyoming, Jackson era il più giovane di cinque fratelli. Suo padre faceva l'agricoltore ed in seguito diventò un agrimensore alle dipendenze dello stato, con il giovane Jackson che trascorse la sua gioventù tra l'Arizona e la California, mostrando subito un carattere difficile, schivo e introverso, refrattario alla regole scolastiche della High School di Reverside e della Manual Arts High School di Los Angeles, dalle quali venne espulso per indisciplina.
La svolta per Jackson si creò quando ebbe l'occasione di entrare a contatto con i nativi americani mentre accompagnava il padre ad effettuare i rilevamenti agricoli. Anni dopo, Pollock realizzò i suoi quadri più famosi, inaugurando il metodo del "dripping" (cioè lo sgocciolamento della vernice direttamente sulla superficie delle tele poste orizzontalmente sul pavimento) tra il 1947 e il 1950.
Pollock diventò molto noto negli Stati Uniti in seguito alla pubblicazione di un servizio di quattro pagine della rivista Life dell'8 agosto 1949 che si chiedeva: «È il più grande pittore vivente degli Stati Uniti?».
Eppure, nella vecchia Europa, nessuno lo conosceva, ed è incredibile pensare oggi che dei quindici grandi quadri che Pollock espose per la prima volta nel vecchio continente, nella famosa mostra alla galleria Facchetti di Parigi, nel marzo 1952 (quattro anni prima della sua morte), nessuno, neanche uno fu venduto.
Tutti e 15 i quadri, pur in presenza di qualche manifestazione di interesse, tornarono alla fine in America, invenduti, nonostante i più piccoli costassero 2.000 franchi e i più grandi 8.000 o 9.000 franchi.
Anche Malraux, all'epoca ministro della cultura francese, che si era innamorato dei quadri e voleva comprarli per lo Stato Francese, non riuscì a trovare il credito necessario.
Per il pubblico la mostra fu uno scandalo, i vecchi dicevano che era la fine dell'arte, che quei quadri erano dipinti con la coda dell'asino.
Ebbene, nel marzo scorso Numero 32, opera di Pollock del 1949, è stato venduto a 40 milioni di dollari.
E oggi il solo catalogo di quella storica e sfortunata mostra si vende per 350 euro come si vede qui.
20/05/21
Obama: "Gli Ufo sono un problema che va preso sul serio"
15/05/21
Pentagono: "Autentico il video dell'Ufo sull'Oceano"
Dopo che la Cia ha rilasciato un report su tutti gli avvistamenti Ufo, e dopo l'annuncio arrivato a gennaio di un nuovo rapporto non segreto sugli Ufo, il Pentagono rilascia un'altra patente di autenticità a un video girato nel luglio 2019 a bordo di una nave della Marina Usa, la USS Omaha, al largo della costa di San Diego: mostra un misterioso oggetto sferico che vola nell'aria prima di inabissarsi nell'oceano. I filmati sono stati registrati dal personale della Marina degli Stati Uniti.
“Posso confermare che le foto e i video a cui si fa riferimento sono stati realizzati dal personale della Marina", ha detto a The Black Vault Susan Gough, portavoce del Pentagono.
"Come abbiamo detto prima, per mantenere la sicurezza delle operazioni ed evitare di divulgare informazioni che potrebbero essere utili a potenziali avversari, non si discute pubblicamente di dettagli delle osservazioni o degli esami delle incursioni segnalate nei nostri campi di addestramento".
Proprio l'anno scorso, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha riconosciuto e pubblicato tre video di "fenomeni aerei non identificati", incluso il famoso video "Tic Tac" girato da un pilota di jet della Marina degli Stati Uniti.
07/10/20
Storia di Una Foto - "Migrant Mother" di Dorothea Lange
28/09/20
Quando Steinbeck andò in Vietnam (e tornò disilluso)
02/08/18
50 anni fa: Quando Charles M. Schulz, il creatore dei Peanuts, disse "No" e fece entrare un bambino nero tra gli amici di Linus e Charlie Brown.
15/04/18
Assalto alla Democrazia, guerre & soldi - un profetico articolo di Remo Bodei
ripropongo, in questo blog e in queste ore così delicate per gli equilibri internzionali, un illuminante e profetico articolo di Remo Bodei scritto nel 2009 e pubblicato in quell'anno nel Domenicale del Sole 24 Ore. Da riflettere.
13/02/18
Cosa succede agli adolescenti risucchiati dagli Smartphone ? Il primo studio scientifico lo spiega.
Ecco qualche passaggio saliente.
09/11/15
"La fonte meravigliosa" di Ayn Rand, un romanzo totale. (Recensione)
In questo senso La fonte meravigliosa disegna un vero e potente affresco alla voglia di affermazione della libertà dell'animo umano: della sua indipendenza, anticonformismo, insofferenza alle costrizioni, capacità di rompere con le convenzioni e il quieto vivere o viceversa del bisogno di adeguarsi alla maggioranza.
15/10/15
Robert P. Harrison vince la prima edizione del premio The Bridge . La premiazione il 19 ottobre a Roma.
13/01/13
La perdita delle radici, l'abbandono della tradizione e il manicomio contemporaneo. - C.G.Jung.
Ed è quello, ahimè, che stiamo sperimentando, credo.
07/11/08
OBAMA PRESIDENTE - Il commento di Enzo Bianchi
La Stampa, 6 novembre 2008
Non stupisce allora che alla fine del discorso con cui Obama ha annunciato di aver vinto la corsa alla Casa Bianca, questa interazione tra il candidato e i suoi sostenitori abbia assunto tratti tali da richiamare la dialettica tra coro e protagonista propria della tragedia greca o la dimensione della litania alternata tipica di alcune celebrazioni liturgiche. Rievocare i passaggi salienti della storia della democrazia americana nell’ultimo secolo, ricordarne le lotte, le difficoltà, i sogni e le speranze e suscitare nell’uditorio l’adesione esplicita e ritmata - “Sì, possiamo farcela” - non attiene allora unicamente alla conoscenza e all’abilità nell’uso del “mezzo che è il messaggio”, ma riveste una dimensione più profonda, interiore.
Non basta infatti padroneggiare l’arte oratoria, non basta mutuare meccanismi e strumenti tipici dei concerti live o dei mega-raduni – come sovente avviene in quel paese anche in ambito di celebrazioni religiose ed ecclesiali – non basta far leva sull’emotività. Bisogna aver creato qualcosa prima, più in profondità, in quello spazio di interiorità dove ciascuno coltiva più o meno consapevolmente la propria dimensione spirituale. E per fare questo bisogna saper ispirare fiducia, attivare un dialogo, creare una dimensione che è comunitaria e non solo collettiva. Bisogna che ciascuno, indipendentemente dal colore della sua pelle, dalla sua storia, dalle sue sofferenze, senta di essere parte di una realtà più grande, dove i sogni e i bisogni di ciascuno sono presi in carico da tutti, superando individualismi e divisioni.
Certo, vedere e sentire migliaia di persone rispondere ai sogni rievocati come imprese del passato e impegni per il futuro con una formula analoga all’amen delle liturgie - “Sì, è così, lo possiamo!” - ha un forte impatto, soprattutto quando l’attesa si è caricata di ricordi e di speranze di altri tempi, di stagioni che avevano visto i narratori di un sogno come Martin Luther King e Robert Kennedy finire brutalmente assassinati. Eppure, in questa sorta di liturgia catartica si cela anche una pericolosa insidia: se quel flusso di dialogicità si interrompe, se la percezione di essere ascoltati e capiti si spezza, se la realtà quotidiana della convivenza nella polis contraddice il sogno comune intravisto come possibile, saranno proprio i tratti messianici a rivoltarsi in delusione cocente: troppe volte nella storia abbiamo visto gli osanna mutarsi repentinamente in “crucifige”. Sì, cantare insieme la speranza significa anche non delegare a una sola persona, per quanto carismatica, il faticoso lavoro di costruire insieme un futuro più giusto.
Enzo Bianchi