Chinati, ti devo sussurrare all'orecchio qualcosa: per tutto io sono grato, per un osso di pollo come per lo stridio delle forbici che già un vuoto ritagliano per me, perché quel vuoto è Tuo. Non importa se è nero. E non importa se in esso non c'è mano, e non c'è viso, né il suo ovale. La cosa quanto più è invisibile, tanto più è certo
che sulla terra è esistita una volta, e quindi tanto più essa è dovunque. Sei stato il primo a cui è accaduto, vero? E può tenersi a un chiodo solamente
ciò che in due parti uguali non si può dividere. Io sono stato a Roma. Inondato di luce. Come può soltanto sognare un frammento! Una dracma d'oro è rimasta sopra la mia retina. Basta per tutta la lunghezza della tenebra.
Josif Brodskij (Leningrado, 24 maggio 1940 – New York, 28 gennaio 1996) da "Poesie Italiane/Elegie romane"