31/10/20
Libro del Giorno: "Pazza d'amore" di Adèle Hugo
30/10/20
In regalo oggi con Il Corriere della Sera il testamento di Liliana Segre "Ho scelto la vita"
Juliette Récamier - La Donna più bella di Francia (10)
Juliette Récamier - La Donna più bella di Francia (10)
A 47 anni dunque, nel 1824, Juliette faceva ritorno a Roma, dove aveva molti amici.
28/10/20
Thom Yorke a Roma: " Sono ossessionato dalla musica"
Un legame tra musica, in forme sempre nuove e immagine e' da sempre al centro del lavoro di Thom Yorke, il leader dei Radiohead, che ha da poco debuttato anche come compositore di colonne sonore firmando le musiche di Suspiria di Luca Guadagnino.
27/10/20
Cosa fare quando tutto va male? La lezione di Keith Jarrett raccontata da Riccardo Luna
Juliette de Récamier, la Donna più bella di Francia (9)
Juliette de Récamier, la Donna più bella di Francia - 9
26/10/20
Il "Bacchino Malato" del Caravaggio alla Galleria Borghese di Roma, un capolavoro e la sua storia
Il cosiddetto "Bacchino Malato" è un autoritratto del grande pittore ed è anche il primo quadro che conosciamo di lui e il primo che dipinse a Roma, dove arrivò "senza recapito e senza provvedimento", anche se studi più recenti dicono che si appoggiò a conoscenti della famiglia della madre.
E' un quadro piccolo, di quelli fatti per vendere.
Caravaggio ebbe una vita turbolenta, con risse e ferimenti: il nome "Bacchino Malato" fu dato da Roberto Longhi (grande storico e critico d'arte, 1890-1970), e le labbra violacee, il colorito grigiastro, l'aria emaciata, fanno pensare che l'autore si sia ritratto, convalescente, dopo uno di questi episodi.
Fonte: "Entrate nei musei, vi farà sempre bene!" - Intervista a Francesca Cappelletti, nuovo direttore della Galleria Borghese di Roma, di Ambra Radaelli, D- Repubbblica, 17 ottobre 2020, p. 75
Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (8)
Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (8)
23/10/20
Il "Leone della berlina" al Campidoglio: una statua romana dalla storia molto particolare
Il Leone che azzanna un cavallo è una scultura marmorea di età romana restaurata nel ’500 e che, dopo essere stata adottata come ornamento nel giardino del Museo Nuovo Capitolino, è oggi una delle opere più ammirate della esposizione permanente, al suo interno.
E ha una storia veramente
particolare. In epoca medievale, infatti, e per lunghi secoli si trovava semiinterrata
ai piedi del Palazzo Senatorio, posizione da cui fu spostata in seguito alla risistemazione
del Campidoglio di Michelangelo.
La statua, meravigliosa
opera di rappresentazione ferina che coglie in pieno dinamismo la scena di
caccia di un leone, era adibita a compiti veramente umilianti che ne accrebbero
la fama macabra.
Di fianco al leone, eretto, venivano lette infatti le sentenze di morte, e su di esso venivano esposti al pubblico ludibrio malfattori di ogni sorta: ladri, briganti, assassini, mercanti disonesti, debitori insolventi, truffatori, sedicenti maghi e alchimisti.
L’usanza
risaliva agli statuti romani del 1363 e generò il proverbiale detto, di “dar il culo al lione”, che si
applicava inesorabilmente a chi si metteva nei guai.
La statua è citata anche in
diversi passi della Vita anonima di
Cola di Rienzo, come quello relativo alla morte, avvenuta l’8 ottobre 1354,
quando, ormai abbandonato da tutti, il tribuno cercò per l’ultima volta di
arringare la folla, in Campidoglio. Ricevendone, in cambio il linciaggio.
Oggi nei giardinetti a sinistra della rampa capitolina si eleva una statua raffigurante Cola di Rienzo, eretta nel 1887 (opera dell’artista fiorentino Girolamo Masini) e che si pretendeva fosse stata apposta proprio nel punto esatto dove il tribuno cadde morto.
Si tratta però di un errore: Cola morì esattamente ai piedi del Palazzo Senatorio, proprio nel cosiddetto “loco del lione”, dove cioè si trovava il gruppo scultoreo del Leone che azzanna un cavallo, il luogo prescelto per dare pubblica lettura delle sentenze.
Anche la morte tragica di
Cola di Rienzo, dunque, che alla fine per tentare di sottrarsi al linciaggio si
era anche travestito da popolano, contribuì nel tempo ad accrescere la fama
sinistra della statua, che del resto già nella scena rappresentata metteva in
scena la morte, nel suo aspetto più violento.
Tratto da: Fabrizio Falconi, Roma segreta e misteriosa, Newton Compton Editore, 2015
Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (7)
Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (7)
22/10/20
Riemerge da una soffitta di Palazzo Chigi il Ritratto di Romolo !
Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (6)
Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (6)
20/10/20
Roma: La chiesa di Santa Francesca Romana e l’impronta del ginocchio di San Pietro
La chiesa di Santa Francesca Romana e l’impronta del ginocchio di San Pietro
Per la sua posizione scenografica – sul magnifico
prospetto rialzato del Foro Romano, prospiciente il Colosseo e i due archi, di
Costantino e di Tito – la Chiesa di Santa Francesca Romana è una delle più
richieste da sempre, dai romani per matrimoni e cerimonie religiose. Non solo: ogni anno, il 9 marzo, si svolge la
benedizione degli automobilisti che, provenienti da ogni parte di Roma, vengono
qui con la loro vettura.
Le origini della Chiesa sono lontane nel tempo. Fondata nel IX secolo
ricevette il titolo di Santa Maria Nova per
distinguerla dall’altra chiesa dedicata a Maria esistente già nel Foro Romano
con il nome di Santa Maria Antiqua.
La dedica alla Santa romana avvenne molto più tardi alla morte di
Francesca Ponziani, la nobildonna vissuta nel Quattrocento, benefattrice e
fondatrice dell’Ordine religioso delle Oblate Olivetane di Tor de’ Specchi.
Nella chiesa di Santa Francesca Romana si conserva anche una suggestiva
memoria dell’apostolo Pietro, le cui tracce del resto sono abbondanti nella
zona del Foro Romano dove sorgeva il Carcere Mamertino nel quale la tradizione
vuole che Pietro, insieme ad altri cristiani fu rinchiuso dopo il disastroso
incendio del 64 d.C.
In questo luogo – cioè nel Foro – è collocato anche il racconto del duello
tra i due apostoli, Pietro e Paolo e Simon Mago, il misterioso personaggio
citato negli Atti degli Apostoli, il quale secondo alcuni testi apocrifi – gli Atti di Pietro in primis – avrebbe
vissuto a Roma proprio sotto gli imperatori Claudio e Nerone.
Simon Mago, racconta la leggenda, al cospetto dei due apostoli, i più
diretti discepoli di Cristo, li avrebbe pubblicamente sfidati, proprio nel Foro
Romano, levandosi prodigiosamente in volo davanti ai loro occhi sbalorditi.
Per fermare questa magia, prosegue il racconto, i due apostoli si
inginocchiarono invocando a gran voce Dio perché fermassero l’eretico e
l’intervento del Padre non si fece attendere, visto che la magia di Simone si
spense come d’incanto, facendolo precipitare al suolo.
A ricordo di questo episodio, proprio nella Chiesa di Francesca Romana, è
conservata una pietra antichissima sulla quale è possibile osservare le
impronte lasciate dal ginocchio dell’apostolo Pietro.
Per ammirarla bisogna salire le rampe di scale ai lati della cripta e
proprio sulla parete destra del transetto si notano le due pietre protette da
una vecchia inferriata sulle quali vi sono due cavità annerite dalla adorazione
di migliaia di mani che le hanno baciate e toccate nel corso dei secoli. Al di
sopra delle grate si legge una antica iscrizione: In queste pose le ginocchia S. Pietro quando i demonii port(arono)
Simon Mago per aria.
La sua popolarità comunque, specie a partire dal Medioevo, fu grandissima, al punto tale che anche Dante lo inserisce nel diciannovesimo canto della Divina Commedia intitolandogli addirittura l’intero ottavo cerchio dell’Inferno dove sono ospitati proprio i seguaci di Simon Mago, ovvero i simoniaci (coloro che pretendono di comprare con beni preziosi materiali le capacità spirituali), con i celebri versi: O Simon mago, o miseri seguaci/che le cose di Dio, che di bontate/ deon essere spose, e voi rapaci/ per oro e per argento avolterate,/ or convien che per voi suoni la tromba,/però che ne la terza bolgia state. (v.1-6, canto XIX, Inferno).
Tratto da: Fabrizio Falconi, Misteri dei Rioni e dei Quartieri di Roma, Newton Compton, 2013
Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (5)
Juliette Récamier, la Donna più bella di Francia (5)