Molti anni fa, quando nacqui, mio padre e mia madre mi battezzarono. Come avevano fatto i propri genitori con loro e risalendo indietro nel tempo, centinaia di generazioni prima di loro.
20/08/23
Perché c'è il male nel mondo? La domanda senza risposta. O forse no.
Molti anni fa, quando nacqui, mio padre e mia madre mi battezzarono. Come avevano fatto i propri genitori con loro e risalendo indietro nel tempo, centinaia di generazioni prima di loro.
15/12/21
Chi era il "guru" che sedusse Carlos Santana e John Mc Laughlin e che fruttò uno degli album più rivoluzionari della musica?
I cultori della musica hanno una vera adorazione per Love Devotion Surrender, uno degli album più innovativi della musica contemporanea, pubblicato nel 1973 da due dei più grandi chitarristi di sempre: Carlos Santana e John McLaughlin, con il sostegno delle rispettive band, Santana e The Mahavishnu Orchestra.
Come si sa, l'album si ispirò direttamente agli insegnamenti di Sri Chinmoy o più esattamente, Chinmoy Kumar Ghose, filosofo, poeta e artista indiano, nato a Boalkhali nel 1931 e morto a New York nel 2007. Maestro spirituale Sri Chinmoy, rifacendosi ad alcune tradizioni hindu, già dagli anni '70 praticò e diffuse in Occidente la meditazione, la recitazione di mantra, la preghiera e la pratica sportiva anche estrema quali vie personali per aspirare all'illuminazione, intesa come realizzazione in Dio.
L'album fu inoltre, un tributo al grande John Coltrane: contiene infatti due composizioni di Coltrane, due canzoni di McLaughlin e una canzone gospel tradizionale arrangiata da Santana e McLaughlin.
Santana e McLaughlin, all'epoca alla ricerca di nuove vie musicali sperimentali, erano stati discepoli di Sri Chinmoy, e il titolo stesso dell'album riecheggia i concetti di base della filosofia di Chinmoy, che si concentrava su "amore, devozione e resa".
Chinmoy così parlò dell'album e del concetto di resa : Sfortunatamente, in Occidente la resa è fraintesa. Sentiamo che se ci arrendiamo a qualcuno, allora lui lo dominerà su di noi... Ma dal punto di vista spirituale... quando il finito entra nell'Infinito, diventa l'Infinito tutto in una volta. Quando una piccola goccia entra nell'oceano, non possiamo rintracciare la goccia. Diventa il potente oceano.
Per entrambi i musicisti, l'album arrivò in un momento di transizione spirituale e delle loro carriere, iniziate assai precocemente (Santana si esibì praticamente ventenne sul palco di Woodstock): Love Devotion & Surrender era una "ricerca molto pubblica del loro sé spirituale".
Carlos Santana stava passando dal rock al jazz e alla fusion, vivendo un "risveglio spirituale", mentre McLaughlin stava per sperimentare lo scioglimento della Mahavishnu Orchestra dopo essere stato criticato da altri membri della band.
Santana considerava McLaughlin un maestro musicale e fu proprio McLaughlin a presentare Santana a Sri Chinmoy nel 1971, con il guru che gli conferì il nome "Devadip".
I due iniziarono a suonare e registrare insieme nel 1972.
Secondo il suo biografo Marc Shapiro, Santana aveva molto imparare da McLaughlin: "Si sedeva per ore, affascinato dai nuovi modi di suonare che McLaughlin gli stava insegnando", e la sua nuova spiritualità ebbe il suo effetto sulla musica: "la sensazione era che la ritrovata fede di Carlos fosse presente in ogni groove ."
Fu la nascita di un album per molti versi leggendario.
12/05/20
Oggi 125 anni dalla nascita di Jiddu Krishnamurti, uno dei più importanti pensatori del Novecento.
11/06/19
Libro del Giorno: "Il lavoro su di sé" di René Daumal
Una conoscenza che esige un lavoro, un’opera di trasformazione incessante secondo modalità che solo un vero maestro spirituale può trasmettere.
E tale, indubitabilmente, Daumal era. Ispirato dall’insegnamento di Gurdjieff e della sua scuola, dotato di una straordinaria perizia nella comprensione della spiritualità indiana, Daumal sa offrire a tutti i lettori – con un’abilità e una determinazione che è possibile ritrovare solo nelle lettere di Pascal a Mademoiselle de Roannez – una bussola capace di guidarli sulla strada, lunga e difficile, che porta all’«acquisizione della coscienza».
Queste lettere sono dunque un invito al viaggio – al viaggio in se stessi per non scoprirsi automi.
René Daumal nacque a Boulzicourt, nelle Ardenne nel 1908 e morì a Parigi nel 1944.
Animatore del gruppo Le grand jeu e dell'omonima rivista (1928-30), fu per qualche tempo vicino ai surrealisti.
Si dedicò allo studio del sanscrito e delle filosofie orientali, seguendo l'insegnamento di A. de Salzmann, a sua volta allievo di G. I. Gurdjieff.
In vita pubblicò poesie (Le contre-ciel, 1936), saggi, traduzioni e un racconto (La grande beuverie, 1938; trad. it. 1970), che si ispira alla "patafisica" di A. Jarry.
Incompiuto rimase Le mont analogue (post., 1952; trad. it. 1968), sorta di libro iniziatico dell'alpinismo e metafora narrativa del difficile viaggio alla ricerca dell'autenticità dell'essere. Altre opere postume: Poésie noire. Poesie blanche (1954); Les pouvoirs de la parole (1972)
Il lavoro su di sé
Lettere a Geneviève e Louis Lief
Traduzione di Cosima Campagnolo
Piccola Biblioteca Adelphi
pp. 140
Euro € 12,00
05/06/19
Libro del Giorno: Roberts Avens: "Heidegger, Hillman e gli Angeli - Per una nuova gnosi" .
E' stato pubblicato nel 2003 negli Stati Uniti ed era finora inedito in Italia.
Roberts Avens (1923-2006) è stato uno dei più importanti filosofi e storico delle religioni. I suoi studi su Henry Corbin (il grande orientalista francese) in relazione al pensiero e alla teologia occidentali sono considerati seminali.
Di origini lettoni e per molti anni Professore Emerito di Studi Religiosi alla IONA di New York, Avens era anche poeta sotto lo pseudonimo di Roberts Mūks.
Credo che proprio questa sua propensione poetica spieghi la qualità del linguaggio filosofico di Avens, il suo essere sempre pienamente in bilico tra immagine e pensiero.
Studioso di Jung, Hillman, Barfield, Cassirer e tanti altri, Avens ha realizzato con "Heidegger, Hillman e gli angeli - per una nuova gnosi" un'opera di incredibile fascino, che propone un approccio completamente diverso, originale, alla conoscenza della realtà, con la sua concezione di mundus imaginalis, nel quale schiere di angeli (intesi qui non come messaggeri divini, né come spiriti eterei, ma come immagini, attraverso la quale la realtà nascosta e più autentica si manifesta) forniscono il fondamento cosmologico della realtà.
Tra “credo” e “ragione”, tra "fede" e "pensiero", Avens dunque sceglie una terza via, la gnosi.
Attraverso la geniale (e inedita) comparazione tra Heidegger e Hillman (e con il costante riferimento di sottofondo al pensiero di Corbin), Avens ci conduce in un regno misterioso infuso d’anima, di una conoscenza salvifica che passa per le immagini archetipiche.
Un mundus imaginalis che ha luogo non nel mondo esterno dei fatti storici, ma nel sotterraneo monde dell'anima. Il misticismo di Avens (che si riferisce a quello dell'ultimo Heidegger) è essenzialmente uno stile di coscienza politeistico (non nella accezione pagana, ovviamente), che vede l'anima in ogni cosa, o, come preferirebbe dire Heidegger, "che lascia le cose coseggiare e quindi le ri-lascia nel proprio essere".
Sono evidenti le correlazioni con il pensiero orientale, e a quello eckhartiano, dove una nozione dell'Essere quasi mistica si manifesta, nell'uomo, attraverso la policentricità della psiche, che come aveva scoperto Jung, e esplicitato il suo allievo James Hillman, si esplica in un campo di multiple particelle luminose, come barlumi o scintille, che corrispondono ai più piccoli fenomeni della coscienza.
E' soltanto l'Ego che crea un simulacro di unità, l'Ego: un mostro che ingoia ogni molteplicità e ogni differenza.
Questo libro è una avventura straordinaria attraverso la complessità misteriosa della nostra psiche, della coscienza, del suo collegamento con il mondo fertile e pullulante delle immagini, che come una rete neuronale ci collegano all'anima stessa del mondo, e in definitiva a quella divina, di cui questo nostro pulsare è immagine.
“Conosciamo il mondo perché la nostra anima personale è, fin dall’inizio, collegata all’anima del mondo” , scrive Avens.
Un libro difficile, ma enormemente gratificante, quindi imperdibile, nella bella e chiara traduzione di Matteo Trevisani.
Fabrizio Falconi
15/05/19
Tarocchi e I-Ching: Esce un nuovo libro, "I codici del cambiamento", con nuove tesi, presentato venerdì prossimo a Roma.
01/11/17
Ognissanti: La grandezza di San Francesco secondo Gilbert Keith Chesterton.
29/09/17
L'eremita che viveva nel Colosseo. Una storia particolare.
27/05/17
Wenders: "In ogni sguardo che incroci c'è Dio."
13/01/17
"Il libro del Tao - Tao Te Ching" di Lao Tzu, un libro per la vita.
26/10/16
Carlo Maria Martini, "l'uomo del dialogo". Un ricordo in questi tempi di barricate.
05/04/16
Il libro del giorno: "I racconti di Belzebù a suo nipote" di Georges I. Gurdjeff
Neri Pozza Editore
07/07/14
Esce la prima biografia di Tiziano Terzani.
29/03/14
La sapienza dell'Oriente e l'infelicità moderna.
Eppure, l'ammirazione per questa saggezza d'Oriente, capace di cogliere il senso profondo delle cose e la sostanza vera della realtà, suscita l'obiezione di cui dicevo all'inizio:
perché questi grandi sistemi filosofici e mistici e questa sapienza non hanno saputo tradursi nel concreto in una evoluzione umana (e di civiltà) più accettabile della nostra ?
Il prodotto di 3.000 anni di sapienza e di consapevolezza orientale sono i grandi paesi-continenti dell'oggi: la Cina, il Sud-est asiatico, l'India e da ultimo il Giappone.
Nessuno di questi paesi oggi mostra l'immagine di questa sapienza superiore, arcana, primordiale, maturata non soltanto nel chiuso di qualche antico monastero o nella mente di qualche filosofo, ma dispensata in norme religiose e di vita che sono state con-divise per secoli e secoli da intere popolazioni.
Il prodotto non è confortante: la Cina è oggi un paese terribilmente materialista, forse il paese meno spirituale al mondo, e non c'è democrazia, ma un regime autoritario e autocrate. L'India è un paese-continente colmo di spaventose disuguaglianze, ancora in gran parte edificato socialmente sul sistema delle caste. Sud-est asiatico e Giappone, pur avendo aderito (in forme parossistiche) al modello di vita occidentale, sono ancora pervasi da mentalità fondamentaliste, in alcuni casi medievali.
L'Occidente, pur con le sue distorsioni, le sue guerre spaventose, i suoi genocidi, ha creato - dalla grande tradizione dei padri romani e greci - i principi del diritto e della democrazia, oltreché dei principi fondamentali della persona umana (e quindi delle Costituzioni libere) che sono state adottate anche in molte parti d'Oriente.
Insomma: perché tanta sapienza, tanta profonda consapevolezza non si è tradotta, nel corso di così tanti secoli, in vita migliore, in principi migliori, in equità, in giustizia, tutto sommato, in felicità condivisa e diffusa ?
Resta per me un mistero.
Fabrizio Falconi © - proprietà riservata/riproduzione vietata
28/10/13
Il distacco (e il Senso).
Ieri sera ho sentito in televisione Eugenio Scalfari, che ormai da parecchio tempo, ama rivestire i panni del teologo (disquisisce di questioni cattoliche con la competenza di un vescovo), parlare della morte e del senso della vita. Senza molti problemi ha affermato che "il senso della vita è la vita". E che l'unica difficoltà, in fondo, è il distacco.
Anni fa ho letto uno straordinario libretto di Michel Serres, intitolato Distacco.
Cosa è esattamente il distacco ? E perché le diverse tradizioni mistiche fanno riferimento a questo ?
Il termine mistico deriva dal greco myo. Che significa letteralmente chiudere (le labbra, gli occhi, lo stesso chiudersi, ad esempio, delle ferite).
15/04/08
La Chiesa ha rinunciato alla sua anima mistica ?
Guardate questa immagine. Come faceva Bellini a dipingere in questo modo ? Cosa metteva nei suoi quadri per rendere le sue Madonne così sublimi ?
Da vero mistico, Giovanni Bellini sapeva - anche senza averlo studiato sui libri di Teologia - che Maria è l'Umanità e l'interprete della condizione umana.
Ogni volto di donna - in Bellini - si fa volto di Maria e nelle espressioni della nuova Eva ciascuno ritrova la madre, la propria origine umana dal concepimento, al destino finale.
Questo Bellini riusciva a rappresentare, forse anche perchè ai suoi tempi la Chiesa sapeva ancora farsi mistica, essere mistica.
Oggi è come se la Chiesa avesse rinunciato alla sua componente mistica - che è l'essenza.
E i Cristiani, quasi senza volerlo, sono diventati anche loro refrattari alla mistica, cioè alla vera anima del Cristianesimo.
Vanno in Chiesa, si genuflettono (in pochi), pregano stancamente, seguono stancamente la liturgia, ma nelle loro vite, una volta usciti da lì, cambia poco o niente.
Ed è chiaro che cambi poco o niente. Perchè se si partecipa ad un rito senza viverlo profondamente, intensamente, senza capirlo, senza esserne parte, nella propria vita cambia poco o niente.
E quand'è che sentiamo la nostra Chiesa parlare un linguaggio mistico ? Quand'è che sentiamo i nostri sacerdoti, i nostri vescovi, il nostro clero parlare un linguaggio veramente mistico ?
Eppure basterebbe guardare una immagine come questa, guardarla veramente, con attenzione, con emozione, con abbandono, per capire profondamente, che tutto potrebbe cambiare, veramente. E che tutto, ancora una volta e sempre, è solo nelle nostre mani.