"Non si puo' essere felici da soli":
cosi' ragionava
Aristotele, anche se il suo insegnamento e'
stato presto rimosso dall'uomo globalizzato.
Piu' soli, piu'
fragili, piu' lontani: ecco il buio del tunnel dove siamo
finiti. Ma l'egoismo,
per quanto radicato nei cromosomi, non
può funzionare come bussola di civiltà, tanto piu' in tempi
di crisi.
Un libro sull'amore, innanzitutto, come
precisa lo stesso Galdo, "su quella parte di noi, di ciascuno
di noi, che ha bisogno dell'altro, di una relazione che unisce
laddove la solitudine separa". Ma anche un testo - interessante
e originale - alla scoperta di nuovi modelli gia' in atto.
"La
Grande Crisi marca la fine di un paradigma, di un pensiero
unico, e ci spinge alla ricerca di nuovi fondamentali, non solo
economici", annota l'autore, che parte dai ricordi della sua
infanzia per riannodare un discorso sul se' e gli altri.
A
partire da "mia madre", "sempre lei" a "trasmettere nel
silenzio delle sue scelte di vita
la componente genetica della
natura umana che contrasta, in una misteriosa e oscura lotta,
l'egoismo: l'altruismo".
Del resto, osserva Galdo, persino la scienza sta sfatando
il mito: egoisti non si nasce, hanno scoperto alcuni
scienziati, individuando un
gene dell'altruismo (si chiama
AVPR1A) che regola un ormone del nostro cervello. Ad ogni gesto
di altruismo, hanno verificato gli esperti,
corrisponde una
vera e propria sensazione di benessere fisico, e persino di
gioia.
Ma il 'viaggio' di Galdo non finisce
qui perche' il cambio di paradigma e' non solo un'aspettativa
del futuro; e' gia' in atto. Lo dimostrano le molte storie
contenute nel volume e che insegnano la 'declinazione del noi',
piccoli grandi pilastri della civilta' dello stare insieme.
Storie di citta' pensate per condividere i luoghi, i trasporti
e gli spazi, come lo 'shared space' della pioniera Zurigo.
Concezioni nuove dell'abitare, attraverso le nuove frontiere
del co-housing o dell'housing sociale.
O, ancora, la riscoperta
degli orti urbani e il lancio di quelli verticali, gli
avveniristici 'grattaverdi' di New York. Per non parlare del
fascino del baratto, tornato alla ribalta grazie a internet e
ai moltissimi siti su e' possibile scambiare di tutto, dagli
elettrodomestici ai vestiti, dalla musica agli appartamenti.
"Il benessere costruito attorno al moltiplicarsi di
pulsioni individuali non garantisce stabilita'", avverte
l'autore, che pero' confida in una nuova svolta epocale: dopo
la 'febbre dell'abbondanza', "la necessita' del ritorno a stili
di vita piu' sostenibili che la natura umana ci impone se non
vogliamo arrenderci a un autodistruttivo delirio di
onnipotenza".
"Sono nato in una Paese, l'Italia, che ha
compiuto il suo salto nella modernita' attraverso un'idea forte
di comunita', in grado di comporre l'innato individualismo di
un popolo - scrive Galdo - La famiglia, la fabbrica, la
parrocchia, il partito, il sindacato, ma anche la piazza, il
bar, il villaggio: tutti luoghi dello stare insieme. Entrati in
cortocircuito sotto i colpi della civilta' dell'egoismo, e
adesso riscoperti nella tempesta della Grande Crisi e nella
consapevolezza che da soli e' tutto piu' difficile, forse
impossibile".