26/11/21
Ma davvero Mozart rideva in quel modo assurdo? La verità storica e le invenzioni di Forman per "Amadeus", il suo capolavoro immortale
27/01/21
Oggi, il 27 gennaio di 264 anni fa nasceva a Salisburgo il grande genio di Wolfang Amadeus Mozart
Oggi, 27 gennaio, la data di nascita - e l'anniversario - del grande Wolfgang Amadeus Mozart. Lo ricordiamo con questo articolo di di Antonino Gulisano di QDC
30/09/20
Herbert Von Karajan e l'ispirazione tra le nuvole
Herbert Von Karajan e l'ispirazione tra le nuvole
28/01/19
Depressione e creatività. Malinconia e Genio. Un saggio bellissimo.
Fonte: Luigi La Rosa
01/07/15
Beethoven, La Sonata a Kreutzer, il filo della Demonicità.
12/12/09
La Gioia che esiste, e che non vediamo.
Attraverso i mass media "il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci." Radio e televisioni sono 'colpevoli' di 'intossicare' i cuori, "perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula. Il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono". I mass media, - ha insistito papa Benedetto XVI - "tendono a farci sentire sempre 'spettatori', come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere. Invece siamo tutti "attori" e, nel male come nel bene, il nostro comportamento ha un influsso sugli altri". Un meccanismo che aggiunge all'inquinamento dell'aria nelle città, "che in certi luoghi è irrespirabile", e che richiede "l'impegno di tutti", un vero e proprio "inquinamento dello spirito".
Sono le durissime parole che Benedetto XVI ha pronunciato martedì scorso nel tradizionale omaggio alla Immacolata, in Piazza di Spagna a Roma. Parole sulle quali forse varrà la pena continuare a interrogarsi tutti.
Dov'è finita la gioia, nel nostro tempo ? Quella gioia che sappiamo esistere, che è un riflesso della creazione, che è bellezza, che è aprirsi all'altro. Quella gioia di cui nessuno - tantomeno chi detiene il bastone del comando - mai parla.
Quella gioia che Beethoven ha espresso invincibilmente nella sua musica. Quella gioia che così descrive Clive Staples Lewis:
Quanto a Dio, dobbiamo ricordare che l'anima è solo una cavità che egli riempie. Non è forse vero - domanda Lewis - che le vostre amicizie più durevoli sono nate nel momento in cui finalmente avete incontrato un altro essere umano che aveva almeno qualche sentore di quel qualcosa che desiderate fin dalla nascita e che cercate sempre di trovare, sotto il flusso di altri desideri e in tutti i temporanei silenzi tra le altre passioni più forti, notte e giorno, anno dopo anno, fino alla vecchiaia?... Se questa cosa dovesse finalmente manifestarsi - se mai dovesse sentirsi un'eco che non si spegnesse subito ma si espandesse nel suono stesso - voi lo sapreste. Al di là di ogni dubbio possibile direste: "Ecco finalmente quella cosa per cui sono stato creato". Non possiamo parlarne gli uni agli altri. E’ la firma segreta di ogni anima, l'incomunicabile e implacabile bisogno”. Quello che voi agognate vi invita a uscire da voi stessi. Questa è la legge suprema - il seme muore per vivere
18/04/08
Beethoven - Una esperienza mistica.
Ma non l'ho vissuta mentre visitavo in una chiesa, o mentre pregavo.
L'ho vissuta durante un concerto, meraviglioso, al quale ho assistito. Ero andato appositamente per quello: per ascoltare la Sonata per pianoforte n.32 opera 111 di Ludwig Van Beethoven, nella esecuzione di uno dei più grandi pianisti viventi: Krystian Zimerman, premio Chopin nel 1975.
Ascoltare la Sonata 111 - come quasi tutte le opere di Beethoven - è una esperienza mistica. Ma, secondo me, questa lo è ancor di più.
Non so spiegare razionalmente perchè questa Sonata - in particolare il 2.Movimento (Arietta - Adagio molto semplice e cantabile) - mi sconvolga letteralmente, toccando, facendo vibrare ogni corda della mia anima.
Forse perchè è l'ultima Sonata per pianoforte composta da Beethoven - quando era ormai praticamente sordo - o forse perchè come è stra-noto c'è un grande mistero intorno a questa Sonata, visto che è l'unica scritta dal Maestro a essere composta di due soli movimenti (e Thomas Mann ha dedicato addirittura un suo romanzo, il Doktor Faustus, a questo enigma e alle possibili motivazioni che indussero Beethoven a fermarsi qui).
Il Secondo Movimento dura in tutto una quindicina di minuti. Ha inizio con un tema semplicissimo, essenziale, che viene poi progressivamente modificato su variazioni sempre più complesse.
Ascoltando questi quindici minuti di musica, è come se io sentissi - o meglio, vedessi - il senso ultimo dell'esistenza.
Ovvero: la vita con tutte le sue componenti (bellezza, tremore, paura, estasi, poesia, purezza, malinconia, fato, desiderio di Dio, inquietudine, calma, pienezza). La vita come appare a un uomo che sta per lasciarla, ma che sa di averla vissuta in pieno, fino in fondo, con tutti i suoi nodi dolorosi, e con tutta la sua struggente bellezza.
Ogni volta, questa Sonata, parla all'Uomo, al suo cuore.
E anche l'altra sera il pubblico, alla fine, era quasi tramortito, felice e grato.
Purtroppo, per quanto si cerchi, non esistono versioni video della Sonata nella versione di Zimerman - che è molto geloso giustamente delle sue esecuzioni dal vivo e che pretende che la musica la si ascolti soprattutto dal vivo.
Ma a beneficio di tutti, qua sotto troverete il Secondo Movimento della Sonata n.32 op.111 nella esecuzione di uno dei più grandi pianisti di tutti i tempi Claudio Arrau.
Purtroppo il movimento è stato diviso in due diversi video quindi cliccate prima sul primo e poi sul secondo.
E buon ascolto !