Il celebre aforisma: "Quando sento qualcuno parlare di cultura, metto mano alla pistola" (terribilmente attuale anche nel mondo analfabetizzato di oggi dove ormai nessuno legge più niente) è da sempre erroneamente attribuito a Goebbels, politico e gerarca nazista, braccio destro di Adolf Hitler (il quale Goebbels, era fin troppo sofisticato per pensare e pronunciare una cosa simile). La frase fu invece pronunciata da Hermann Goering, altro gerarca, anche lui vicinissimo al Fuhrer (ma molto più rozzo e "concreto"), e originariamente recitava: "Quando sento qualcuno parlare di cultura, la mano mi corre al revolver."
27/07/24
Chi ha pronunciato il celebre aforisma: "Quando sento qualcuno parlare di cultura, metto mano alla pistola"? (No non è stato Sangiuliano)
Il celebre aforisma: "Quando sento qualcuno parlare di cultura, metto mano alla pistola" (terribilmente attuale anche nel mondo analfabetizzato di oggi dove ormai nessuno legge più niente) è da sempre erroneamente attribuito a Goebbels, politico e gerarca nazista, braccio destro di Adolf Hitler (il quale Goebbels, era fin troppo sofisticato per pensare e pronunciare una cosa simile). La frase fu invece pronunciata da Hermann Goering, altro gerarca, anche lui vicinissimo al Fuhrer (ma molto più rozzo e "concreto"), e originariamente recitava: "Quando sento qualcuno parlare di cultura, la mano mi corre al revolver."
13/06/22
VLADIMIR SOROKIN: "Perché la Russia è così violenta? Perché qui il Cristianesimo non ha messo radici."*
09/05/22
Krishnamurti e la Guerra. Che fare?
In questi tempi così complessi, è utile rileggere le parole di Krishnamurti (1895-1986) sulla guerra, le cause e ciò che l'uomo, ogni singolo uomo può fare. In particolare, queste furono pronunciate a Ojai, California, il 27 maggio 1945, nella imminenza della fine della Seconda Guerra Mondiale.
Domanda: Sicuramente la maggior parte di noi ha visto al cinema o sui giornali le immagini degli orrori e delle barbarie dei campi di concentramento. Che cosa bisognerebbe fare, secondo lei, a coloro che hanno perpetrato tali mostruose atrocità? Non dovrebbero venire puniti?
Krishnamurti: Chi li punirà? Il giudice non è spesso colpevole come l’accusato? Ciascuno di noi ha creato questa civiltà, ha contribuito alla sua infelicità, è responsabile delle sue azioni. Noi siamo il risultato delle azioni e reazioni reciproche, questa civiltà è un prodotto collettivo. Nessun paese e nessun popolo è separato da un altro, siamo tutti interrelati, siamo tutti uno.
Che lo riconosciamo o no, partecipiamo alla sfortuna di un popolo come partecipiamo alla sua fortuna. Non potete prendere le distanze per condannare o elogiare.
Il potere che opprime è male, e qualunque gruppo abbastanza grande e organizzato diventa una fonte potenziale del male. Strillando sulle crudeltà di un altro paese, pensate di poter trascurare quelle del vostro. Non solo la nazione vinta, ma tutte le nazioni sono responsabili degli orrori della guerra.
La guerra è una delle massime catastrofi; il male più grande è uccidere un’altra persona. Se lasciate entrare questo male nel vostro cuore, spianerete la strada a un numero infinito di atrocità più piccole. Non condannerete la guerra in se stessa, ma colui che in guerra commette atrocità.
Voi siete i responsabili della guerra, voi l’avete provocata con le vostre azioni quotidiane segnate dall’avidità, dalla cattiveria, dalla passione.
Ognuno di noi ha costruito questa civiltà spietata e competitiva in cui l’uomo è contro l’uomo. Volete sradicare le cause della guerra e della barbarie negli altri, mentre dentro di voi continuate ad alimentarle. Ciò conduce all’ipocrisia e ad altre guerre.
Dovete sradicare le cause della guerra, della violenza, dentro di voi, il che richiede pazienza e gentilezza, non questa maledetta condanna degli altri. L’umanità non ha bisogno di altra sofferenza per poter capire, ma ciò che occorre è che voi siate consapevoli delle vostre azioni, che vi risvegliate alla vostra ignoranza e al vostro dolore, per far nascere in voi stessi la compassione e la tolleranza. Non dovete preoccuparvi di punizioni e ricompense, ma di sradicare in voi stessi quelle cause che si manifestano nella violenza e nell’odio, nella rivalità e nell’ostilità. Uccidendo l’uccisore diventate come lui, diventate voi i criminali. Ciò che è sbagliato non viene raddrizzato con mezzi sbagliati, solo con giusti mezzi si può raggiungere un giusto fine.
Se volete la pace, dovete usare mezzi pacifici; mentre lo sterminio di massa e la guerra conducono solo a ulteriore sterminio, ulteriore sofferenza. Non si raggiunge l’amore con lo spargimento di sangue, un esercito non è uno strumento di pace. Solo la benevolenza e la compassione possono portare pace nel mondo, non la forza, l’inganno, e neppure le leggi. Voi siete i responsabili per l’infelicità e i disastri, voi che nella vostra vita quotidiana siete crudeli, avidi, ambiziosi, oppressori. La sofferenza continuerà finché non avrete sradicato dentro di voi le cause che generano la passione, l’avidità, la crudeltà. Abbia pace e compassione nel cuore, e troverà la giusta risposta alla sua domanda.
12/10/21
La violenza nelle strade, la tracotanza dei novax: Le parole profetiche di Dietrich Boenheffer su cosa è la stupidità e su come sia inutile combatterla
Il nemico del bene
In questo stato di cose sta anche
la ragione per cui in simili circostanze inutilmente ci sforziamo di capire che
cosa effettivamente pensi il "popolo", e per cui questo interrogativo
risulta contemporaneamente superfluo - sempre però solo in queste circostanze -
per chi pensa e agisce in modo responsabile. La Bibbia, affermando che il
timore di Dio è l’inizio della sapienza (Salmo 111, 10), dice che la
liberazione interiore dell’uomo alla vita responsabile davanti a Dio è l’unica
reale vittoria sulla stupidità.
Del resto, siffatte riflessioni
sulla stupidità comportano questo di consolante, che con esse viene
assolutamente esclusa la possibilità di considerare la maggioranza degli uomini
come stupida in ogni caso. Tutto dipenderà in realtà dall’atteggiamento di
coloro che detengono il potere: se essi ripongono le loro aspettative più nella
stupidità o più nell’autonomia interiore e nella intelligenza degli uomini.
05/11/19
"E' tempo di un'insurrezione delle coscienze" - Una intervista a Enzo Bianchi
"Sopra una quercia c’ era un vecchio gufo. Più sapeva e più taceva, più taceva e più sapeva". Scolpita sulla pietra, la frase accoglie chi arriva a Bose, la comunità di monaci e monache di chiese cristiane diverse in provincia di Biella diventata un centro di spiritualità di livello internazionale. «Parole di saggezza popolare che ho scoperto in Puglia -in una casa abbandonata in mezzo alla campagna - e ho fatto copiare: è nel silenzio che la parola diviene autorevole e intelligente, sennò è chiacchiera» spiega Enzo Bianchi, che ha fondato il monastero nel 1965. Però ai nostri tempi si addice di più una presa di posizione. «È l’ ora di un ’insurrezione delle coscienze. Dobbiamo assumerci responsabilità, impegnarci in una concreta resistenza alla cattiveria, al disprezzo, altrimenti la barbarie andrà al potere. La storia ci insegna che la violenza verbale può diventare violenza fisica» spiega lui, che aggiunge: «Qui mi chiamano Enzo, in giro c’ è chi mi chiama fratel Enzo o padre Enzo... Dipende da cosa sentono in me». E certo non si sottrae, come dimostrano i suoi impegni pubblici di settembre , dove parlerà di umanità, di luce e tenebre...