"Saltburn" è quello che una volta si definiva un film "disturbante".
02/01/24
"SALTBURN" IL FILM DI EMERALD FENNELL, GENIALE E DISTURBANTE
"Saltburn" è quello che una volta si definiva un film "disturbante".
29/12/23
IL NASO SOMIGLIANTE, MA RIGIDO DI BRADLEY COOPER E' COME IL SUO FILM
Non mi ha coinvolto "Maestro" di Bradley Cooper, 2023, uscito in première mondiale sotto Natale (presumo per poter gareggiare per gli Oscar di quest'anno, e probabilmente farne man bassa).
01/02/23
Il Film del Giorno (su Amazon Prime Video): "Viaggio in Inghilterra" di Richard Attenborough, sulla vicenda umana del grande C. S. Lewis
29/01/23
Un film di puro godimento per le vostre serate: "Amsterdam" di David O. Russell
19/01/23
"The Pale Blue Eyes" non vincerà l'Oscar, ma è un bellissimo film
The Pale Blue Eyes è un gran bel film, che purtroppo non vincerà gli Oscar di cui farà razzia The Fabelmans, già solo per il fatto di essere uscito il 23 dicembre, quindi troppo alla fine dell'anno - e troppo tardi per suscitare le attenzioni dei membri Academy.
05/10/21
Matthew McConaughey, un attore strepitoso e il suo incredibile dimagrimento in Dallas Buyers Club
C'è un grande e doloroso film che non ci si stanca di rivedere: Dallas Buyers Club diretto da Jean-Marc Vallée nel 2013, con protagonisti Matthew McConaughey e Jared Leto. La pellicola ricevette sei candidature ai premi Oscar 2014, vincendo in tre categorie, tra cui miglior attore protagonista e miglior attore non protagonista, assegnati rispettivamente a Matthew McConaughey e Jared Leto.
Come si ricorda, il film racconta la storia di Ron Woodroof, un malato di AIDS diagnosticato a metà degli anni '80 quando i trattamenti per l'HIV/AIDS erano poco studiati, mentre la malattia non era compresa e altamente stigmatizzata. In quel periodo, parte del movimento sperimentale per il trattamento dell'AIDS, contrabbandava farmaci farmaceutici non approvati in Texas per curare i suoi sintomi e li distribuiva a persone con AIDS istituendo il "Dallas Buyers Club" mentre affrontava l'opposizione della Food and Drug Administration (FDA).
E' stupefacente il cambiamento fisico che McConaughey affrontò per girare questo film, e che lui stesso ha raccontato in una intervista di quell'anno:
Fonte Silvia Bizio, Matthew McConaughey, la trasformazione: "Questa volta ho messo in gioco il mio corpo", La Repubblica, 13 settembre 2013
26/05/21
Bong John-ho: "Il cinema italiano è sorprendente" - L'amore per De Sica, Fellini e Visconti
23/12/20
Libro del Giorno: "La commedia umana" di William Saroyan
27/04/20
100 film da salvare alla fine del mondo: 63. "Roma" di Alfonso Cuaròn, 2018
Era da tantissimo tempo, più o meno da 35 anni, che non mi capitava, al cinema, di veder girare, di veder muovere la macchina da presa, di veder fotografare un film, come faceva Andrej Tarkovskij.
E' l'unico paragone - e direi quello definitivo - che mi è venuto, guardando il film del messicano Alfonso Cuaròn, che ha fatto incetta di premi in tutto il mondo (compreso l'Oscar 2018 per il miglior film straniero e 10 candidature complessive), affascinando pubblico e critica con una pellicola che - essendo stata prodotta interamente da Netflix - è stata distribuita solo per qualche giorno nei cinema (purtroppo) ed è stata poi universalmente vista mediante streaming.
Cuaròn ha scritto e girato una storia molto semplice, di chiarezza esemplare, e universale. Girandola con una fotografia stupefacente, in un bianco e nero scintillante e argenteo, con lenti o lentissimi movimenti di camera, pochissimi (quasi nessuno) primi piani, continue carrellate, con un senso dell'inquadratura incredibile, in cui ogni taglio diventa perfetto, incornicia un pezzo di realtà significante nella vita - apparentemente insignificante - di un gruppo di persone, che compongono una famiglia.
Un senso della visione orizzontale e verticale. Tutto in questa storia e in questo racconto è allo zenit. Tutto è come sotto una lente, che amplifica e scalda.
Al punto che chi osserva resta soggiogato, diventa parte della storia e della pellicola, perdendo la distanza che esiste tra osservatore e osservato. Si è immersi in una altra dimensione. I sensi restano vigili, allerta, l'emozione è palpitante, non si può che essere trasportati dentro (non con) quello che succede sullo schermo.
Regia di Alfonso Cuarón.
Mexico, Usa, 2018
con Yalitza Aparicio, Marina de Tavira, Marco Graf, Daniela Demesa, Diego Cortina Autrey.
durata 135 minuti
Qui sotto la trama, con avvertenza di spoiler, per chi deve vedere ancora il film:
Gli eventi del film si svolgono nel 1970 e nel 1971, prevalentemente a Città del Messico. Cleo è una domestica nella casa di Sofia, suo marito Antonio, i loro quattro bambini piccoli, la madre di Sofia, Teresa e un'altra cameriera, Adela.
06/04/20
100 film da salvare alla fine del mondo: 60. "Reds" di Warren Beatty (1981)
Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo". Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti.
Reds fu girato nel 1980 da Warren Beatty, con uno straordinario cast tra cui figurano come protagonisti lo stesso regista e Diane Keaton .
Il film gira intorno alla vita di John Reed, attivista comunista americano, giornalista e scrittore che ha raccontato la rivoluzione russa del 1917 e autore del celebre Dieci Giorni che Sconvolsero il Mondo, il libro che raccontò in Occidente la rivoluzione russa d'Ottobre.
Warren Beatty ha ricevuto l' Oscar (edizione 1981) come miglior regista per il film. E 'stato anche in lizza per il miglior film, battuto da Momenti di Gloria (Chariots of Fire) di Hugh Hudson, primo film non americano (inglese) ad aggiudicarsi nella storia la statuetta di miglior film.
Il film racconta la storia di John Reed e Louise Bryant dal loro incontro nel 1915 fino alla morte di Reed nel 1920. La vicenda ricostruita sullo schermo è intrecciata con testimonianze di persone che hanno realmente vissuto quel periodo.
Louise Bryant, scrittrice sposata con un dentista di Portland, si incontra in una conferenza con il giornalista John Reed che è appena tornato dall'aver raccontato con i suoi reportages la Rivoluzione messicana .
Lascia il marito e si unisce a Reed a New York, nel distretto di Greenwich Village, dove inizia a frequentare artisti e attivisti, in particolare l'anarchica Emma Goldman , il drammaturgo Eugene O'Neill (interpretato sullo schermo da Jack Nicholson) e lo scrittore Max Eastman .
Reed e Bryant decidono di andare a Pietrogrado (ora San Pietroburgo) nel settembre del 1917 e sono testimoni diretti e entusiasti della rivoluzione di ottobre da cui Reed trarrà la sua opera più famosa Dieci giorni che sconvolsero il mondo .
Questo è il secondo film diretto dall'attore Warren Beatty, che interpreta anche il ruolo principale.
Beatty aveva iniziato a preparare Reds negli anni '70, iniziando a realizzare interviste con autentici "testimoni " che hanno vissuto la rivoluzione bolscevica durante la loro vita.
Il film è stato per lungo tempo l'ultimo ad essere stato nominato contemporaneamente nelle quattro categorie di attori (miglior attore, migliore attrice, miglior attore in un ruolo secondario e migliore attrice in un ruolo secondario)
Il film ha vinto tre Oscar per: Miglior regista (Warren Beatty) Migliore attrice non protagonista (Maureen Stapleton nel ruolo di Emma Goldman ) Migliore fotografia, andato allo straordinario Vittorio Storaro, che in questo film realizzò uno dei suoi capolavori.
Complessivamente il film ricevette DODICI nominations. Le altre, oltre alle tre categorie vinte, sono: Miglior film Miglior attore (Warren Beatty) Migliore attrice (Diane Keaton) Miglior attore non protagonista (Jack Nicholson) Migliore direzione artistica Miglior design del costume Miglior montaggio Il miglior suono Migliore sceneggiatura originale .
Reds
Regia di Warren Beatty.
Stati Uniti, 1981
con Diane Keaton, Jack Nicholson, Warren Beatty, Maureen Stapleton, Bessie Love, Gene Hackman. durata 200 minuti
13/03/20
100 film da salvare alla fine del mondo: 58: Kolya (Kolja) di Jan Sverak, Repubblica Ceca, (1996)
17/02/20
100 film da salvare alla fine del mondo: 56. Il coltello nell'acqua (Nóż w wodzie) di Roman Polański (1962)
100 film da salvare alla fine del mondo: 56. Il coltello nell'acqua (Nóż w wodzie) di Roman Polański (1962)
E' difficile scegliere nella filmografia di Roman Polanski, uno dei più geniali e prolifici autori/registi degli ultimi 50 anni.
Optiamo, obtorto collo, per il suo film d'esordio, realizzato dall'allora ventinovenne regista, quando era ancora nel suo paese di origini, in Polonia (in realtà Polanski nacque a Parigi da genitori ebrei polacchi, ma dall'età di 3 anni, fece ritorno nella madrepatria, mentre era nell'occhio del ciclone dell'occupazione nazista), anche perché si tratta di uno dei più fortunati debutti della storia cinematografica: il film fu presentato in concorso alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, dove ricevette il Premio FIPRESCI, ma soprattutto fu il primo film polacco ad ottenere una candidatura all'Oscar al miglior film straniero (battuto nientemeno che da 8½ di Federico Fellini).
L'esordiente Polanski si guadagnò dunque una immediata notorietà internazionale, ben rappresentata dalla copertina del settimanale statunitense TIME a lui dedicata.
Emigrato in Francia, poi in Gran Bretagna e quindi negli Stati Uniti, solo ben quarant'anni dopo il regista tornerà a girare un film in Polonia, Il pianista, in cui mise in scena molto del suo tragico passato e del tragico passato della sua famiglia, ebrea, sterminata dall'Olocausto nazista.
Due dei tre attori protagonisti del film (Jolanta Umecka, che interpreta Cristina, e Zygmunt Malanowicz, che interpreta il ragazzo) non avevano pressoché alcuna precedente esperienza professionale.
In tutto il film non viene impiegata nemmeno una comparsa (sono solo 3 gli attori coinvolti); in nessun momento della pellicola, infatti, appare qualcuno al di fuori dei tre protagonisti.
In due scene del film vengono mostrati quasi integralmente i seni della protagonista (mentre si asciuga a bordo della barca), la qual cosa fece scalpore, in quanto per niente d'uso nel cinema conservatore del tempo.
Il film è stato anche definito un "thriller", anche se in realtà mancano alcuni elementi per annoverarlo pienamente in quel genere cinematografico.
21/10/19
100 film da salvare alla fine del mondo: 42. Qualcuno volò sul nido del cuculo (One flew over the cockoo's nest) di Milos Forman, USA (1975)
La storia è com'è noto, incentrata su RP McMurphy (Jack Nicholson), internato in un ospedale psichiatrico per fuggire dalla prigione dopo essere stato accusato di stupro su un minore, il quale sarà gradualmente toccato dall'angoscia e dalla solitudine dei pazienti.
Con la sua forte personalità, si oppone rapidamente ai metodi repressivi dell'infermiera Ratched.
Nel titolo originale in inglese, il termine "cuculo", che ha come primo significato l'uccello del cuculo, indica anche in gergo una persona mentalmente disturbata, come i pazienti dell'ospedale psichiatrico in cui si svolge la trama.
Randall P. McMurphy sviluppa un comportamento ambiguo per sfuggire alla prigione, fin quando non viene valutato per la sua salute mentale, dopo essersi occupato delle "terapie" del capo infermiere, la autoritaria e cinica Miss Ratched, che cerca rapidamente di sfidare.
Il temperamento allo stesso tempo irruento e gioviale di McMurphy fa presto in modo che altri internati diventino consapevoli della libertà che gli viene negata. Allo stesso tempo McMurphy presto capisce che entrando volontariamente nell'ospedale potrebbe aver perso quella libertà per sempre.
Comincia a fare amicizia con alcuni degli internati, in particolare con il "Capo", un colosso amerindio nativo che tutti credono sordo e muto, che appare morbido e pacifico nonostante il suo aspetto colossale.
McMurphy conduce pian piano gli altri pensionanti alla ribellione e li conduce alla disobbedienza, organizzando addirittura un giro in autobus intorno all'area per andare a pescare su una barca. e corrompendo la guardia per riuscire a far entrare due amici nel reparto. Fino a una festa durante la quale l'alcool scorre liberamente.
Al mattino, Miss Ratched trova uno degli internati, il giovane Billy, in un letto con una delle giovani donne. Miss Ratched riesce a far sentire Billy così in colpa che si suicida proprio quando McMurphy sta per scappare.
Di fronte alla tragedia, quest'ultimo cambia idea e decide di vendicare Billy, cercando di strangolare Ratched, che ritiene responsabile per la morte del giovane.
La reazione dell'ospedale è durissima e viene deciso di lobotomizzare McMurphy.
Il "Capo" , dopo il trattamento, lo trova diventato del tutto insensibile; Non vedendo alcuna soluzione, la soffoca per evitare di farlo vivere in questo stato per il resto della sua vita. Quindi, in una finale e metaforica scena di "liberazione", strappa un'enorme fontana d'acqua e la lancia su una vetrata recintata, eseguendo il piano che McMurphy aveva proposto per evadere, all'inizio del film, senza avere abbastanza forza per realizzarlo.
"Capo", quindi fugge sulle montagne circostanti.
Il film era nato da una idea di Kirk Douglas che aveva acquistato i diritti del libro di Ken Kesey, pensando di adattarlo al cinema, ma l'argomento del film e il contenuto drammatico gli aveva impedito di trovare finanziamenti.
Nel 1966 durante un tour di beneficenza, Kirk Douglas aveva incontrato Miloš Forman a Praga dove aveva scoperto i film del giovane talentuoso regista ceco. Pensò quindi di affidargli l'adattamento cinematografico e prometté di inviargli il romanzo. Ma Miloš Forman non ricevette mai il libro che viene intercettato al confine e Kirk Douglas pensò che il regista non fosse interessato.
Ma dopo la primavera di Praga nel 1968, Miloš Forman andò in esilio negli Stati Uniti e diresse il suo primo film americano, Il decollo. Nel frattempo, Michael Douglas aveva ripreso il progetto di adattamento cinematografico che suo padre Kirk aveva avuto un decennio prima: Kirk Douglas si fa avanti per interpretare McMurphy.
Quando finalmente Miloš Forman riceve il romanzo, è entusiasta: "Per te, questo libro è letteratura, ma per me è vita! Ho vissuto questo libro. Il Partito Comunista era la mia infermiera Ratched 2 ! "
Il film resta uno dei più forti e dirompenti della cinematografia americana e internazionale. Vinse 5 premi Oscar e 6 Golden Globe più innumerevoli altri riconoscimenti in tutto il mondo.
E con il passare degli anni non ha perso la sua forza rivoluzionaria, e niente della sua perfezione stilistica, dovuta alla maestria e al talento puro di Milos Forman e a un cast fenomenale, azzeccato in ogni personaggio, in ogni singolo caratterista.
Qualcuno volò sul nido del cuculo
(One flew over the cockoo's nest)
di Milos Forman
con
Jack Nicholson, Louise Fletcher, William Redfield, Billy Bibbit, Will Sampson, "Chef" Bromden, Danny DeVito, Christopher Lloyd, Taber Sydney Lassick
Durata 134 minuti
USA, 1974