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01/01/22
Il modo migliore per cominciare l'Anno: la meravigliosa lettera del Professore morto a Ravanusa, citata ieri sera da Mattarella nel suo discorso di fine anno
E' davvero bellissima la lettera di addio scritta da Pietro Carmina agli studenti nel suo ultimo giorno di scuola, che è stata quasi integralmente citata dal Capo dello Stato nel suo ultimo (?) messaggio di fine anno dal Quirinale.
Dopo la sua tragica morte nell'esplosione di Ravanusa dell'11 dicembre scorso, le parole del professore siciliano colpiscono il cuore.
Ecco le parole lasciate ai suoi alunni nell'ultimo giorno prima di lasciare il lavoro:
“Ai miei ragazzi, di ieri e di oggi. Ho appena chiuso il registro di classe. Per l'ultima volta. In attesa che la campanella liberatoria li faccia sciamare verso le vacanze, mi ritrovo a guardare i ragazzi che ho davanti.
E, come in un fantasioso caleidoscopio, dietro i loro volti ne scorgo altri, tantissimi, centinaia, tutti quelli che ho incrociato in questi ultimi miei 43 anni.
Vorrei che sapeste che una delle mie felicità consiste nel sentirmi ricordato. Ma una delle mie gioie è sapervi affermati nella vita; una delle mie soddisfazioni la coscienza e la consapevolezza di avere tentato di insegnarvi che la vita non è un gratta e vinci: la vita si abbranca, si azzanna, si conquista.
Ho imparato qualcosa da ciascuno di voi, e da tutti la gioia di vivere, la vitalità, il dinamismo, l'entusiasmo, la voglia di lottare.
Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha.
Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi: infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non "adattatevi", impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa: voi non siete il futuro, siete il presente.
Il pullman è arrivato. Io mi fermo qui. A voi, buon viaggio”.
E buon viaggio lo diciamo anche noi, caro professore !
Fabrizio Falconi - 2022
30/12/21
Torna in libreria, in una nuova edizione, "I Fantasmi di Roma" di Fabrizio Falconi
Nato a Roma, ha scritto i saggi Osama bin Laden. Il terrore dell'Occidente (con Antonello Sette), Dieci luoghi dell'anima, In Hoc vinces (con Bruno Carboniero) e i romanzi Il giorno più bello per incontrarti, Cieli come questo, Per dirmi che sei fuoco, Porpora e Nero. Saggi e articoli di argomento storico e archeologico sono apparsi su varie riviste italiane. Con la Newton Compton ha pubblicato I fantasmi di Roma, I monumenti esoterici d'Italia, Misteri e segreti dei rioni e dei quartieri di Roma, Roma esoterica e misteriosa, 501 domande e risposte sulla storia di Roma.
29/12/21
Libro del Giorno: "E' inutile che io parli" di Ezra Pound
La Rapallo cosmopolita e letteraria tra le due guerre, i rapporti con il fascismo, l’instancabile lavoro ai Cantos, gli amici scrittori e filosofi, il pensiero economico, la sua amatissima Italia, la vecchiaia, la Poesia…
Questo volume, da poco pubblicato dall'editore De Piante è prezioso perché raccoglie le principali interviste rilasciate da Pound e apparse sulla stampa italiana dagli anni Venti agli anni Settanta del Novecento.
Raccolte per la prima volta in volume, offrono al lettore un ritratto del tutto inedito del poeta americano, non offuscato dalle polemiche, spesso pretestuose, del Dopoguerra.
Si scoprono così giudizi, ricordi e riflessioni fulminanti di uno dei grandi e controversi protagonisti del secolo scorso: lucido, determinato, consapevole della realtà e soprattutto intenzionato ingenuamente a migliorarla con il suo impegno dalla parte sbagliata della storia.
Pound, come è noto, pagò la sua adesione ideologica al fascismo, i suoi strambi proclami lanciati dalla radio italiana, mentre i suoi connazionali americani combattevano sui fronti europei. E pagò duramente, alla fine della guerra, con la cattura, il trasferimento negli Stati Uniti, il processo durante il quale la possibile condanna a morte per tradimento fu tramutata - considerando il soggetto un malato di mente - in reclusione coatta al manicomio di Sant'Elizabeth, dove Pound rimase per 12 anni.
Tornato in Italia, nel 1958, Pound vi rimase fino alla morte avvenuta a Venezia nel 1972 all'età di 87 anni.
Il libro è interessante perché permette di ricostruire l'intero rapporto di Pound con il nostro paese. Il poeta vi arrivò con spirito esule, disgustato dal potere americano, dopo un periodo londinese e uno parigino. In Italia trovò quella vivacità, quel fervore, quello spirito di cambiamento che cercava e finì per stabilirsi nel golfo del Tigullio, dove soggiornavano molti e grandi intellettuali stranieri, e dove presero a fargli visita giornalisti, poeti, scrittori, giornalisti italiani, attratti dal suo spirito visionario e soprattutto dalla grandezza della sua poesia, da quell'opera - I Cantos - che scrisse in gran parte in Italia e che restano un monumento della poesia di tutti i tempi.
Tra i diversi contributi anche il resoconto fedele, originale, della intervista televisiva che realizzò Pier Paolo Pasolini a casa del poeta, a Venezia.
L'edizione è curata e ottima, a parte la scelta piuttosto incomprensibile dell'autoritratto di Van Gogh in copertina (forse motivata da una certa somiglianza tra Pound e il pittore fiammingo).
23/12/21
Covid-19 e No-Vax - Bellissima lettera di Donatella di Cesare ad Agamben: "Ora dobbiamo salvare te e la filosofia dal tuo complottismo"
22/12/21
Quali sono le cose per cui vale la pena vivere? Risponde Woody Allen
E' una scena cult, di un film cult.
Considerato uno dei capolavori di Woody Allen, Manhattan uscì nel 1979 e presentato fuori concorso al 32º Festival di Cannes, ottenne un enorme successo in tutto il mondo.
Oggi è considerato un classico, al punto che nel 2001 il film è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Come si ricorderà, il film racconta le vicende di Isaac Davis (lo stesso Allen), autore televisivo di 42 anni che abita a Manhattan e che ha appena divorziato dalla sua seconda moglie, Jill, che l'ha lasciato per un'altra donna, Connie, e che sta scrivendo un libro su quel matrimonio fallimentare.
A sua volta, Isaac frequenta una ragazza di 17 anni, Tracy, in una relazione che egli immagina breve, a causa della differenza di età e a causa dell'attrazione che prova per Mary, una giornalista divorziata e sofisticata.
Nella scena in questione, Allen è alle prese, da solo in casa sua, con le sue questioni esistenziali, nuove idee da scrivere e soprattutto un bilancio sulla sua vita.
Ed è così che, utilizzando un registratore, ad un certo punto prende a elencare i motivi, o meglio le cose per cui vale la pena vivere.
Un gioco che forse ciascuno di noi ha fatto almeno una volta nella vita.
Ed è interessante riflettere sulle cose scelte da Allen.
Riportiamo per intero il brano del suo monologo sul divano:
Idea per un racconto sulla gente a Manhattan, che si crea costantemente dei problemi veramente inutili e nevrotici perché questo le impedisce di occuparsi dei più insolubili e terrificanti problemi universali. Ah, ehm… Deve essere ottimistico. Perché vale la pena di vivere? È un’ottima domanda. Be’, ci sono certe cose per cui valga la pena di vivere. Ehm… Per esempio… Ehm… Per me… boh, io direi… il vecchio Groucho Marx per dirne una e… Joe DiMaggio e… secondo movimento della sinfonia Jupiter e… Louis Armstrong, l’incisione di Potato Head Blues e… i film svedesi naturalmente… L’educazione sentimentale di Flaubert… Marlon Brando, Frank Sinatra… quelle incredibili… mele e pere dipinte da Cézanne… i granchi da Sam Wo… il viso di Tracy…
Dunque ricapitolando. Ecco i must alleniani:
1. Groucho Marx, uno dei più grandi attori e autori comici di sempre e vero feticcio per Allen.
2. Joe Di Maggio (ma qui potrebbe essere un qualsiasi campione sportivo a cui si è legati)
3. Il secondo movimento della Sinfonia Jupiter di Mozart. (lo puoi ascoltare qui).
4. Louis Armstrong (e la sua Potato Head Blues, che puoi ascoltare qui).
5. I film svedesi (si intende ovviamente soprattutto Ingmar Bergman, vero mito per Allen).
6. L'educazione sentimentale, un grandioso, bellissimo romanzo di Flaubert (che puoi acquistare qui).
7. Marlon Brando.
8. Frank Sinatra.
9. Le mele e pere dipinte da Cézanne (che puoi vedere qui).
10. I granchi di Sam Wo (immaginiamo sia il suo piatto preferito, e qui ciascuno potrebbe scegliere il suo piatto e il suo ristorante).
11. Il viso di Tracy, che nel film ha le fattezze di Mariel Hemingway (e che puoi vedere qui).
Questa dunque la Lista di Woody.
Naturalmente, ciascuno di voi può fare la sua.
Qua sotto la sequenza del film.
Fabrizio Falconi - 2021
21/12/21
Qual è il libro più incomprensibile mai scritto? Il mistero del Codice Voynich
20/12/21
Chi rubò il cadavere di Charlie Chaplin, morto nel giorno di Natale del 1977 ?
19/12/21
E' vero che i cani non possono ammalarsi di Covid? Quel che ne sa la scienza
Sento ripetere spesso in giro, dall'inizio della pandemia, che "i cani non possono contrarre il Covid-19". Il riferimento è chiaramente ai cani che vivono in compagnia, nelle case degli uomini, ormai in misura massiccia.
Secondo gli ultimi dati, i cani in Italia sono 11 milioni e 600 mila, ma il numero si riferisce a quelli registrati alle anagrafi regionali. Secondo le rilevazioni delle Asl locali, i cani nel nostro paese sono invece molti di più: oltre 27 milioni. Cioè circa 1 cane ogni 2 abitanti.
Ciò fa capire quanto sia rilevante - e assai poco dibattuta sui mezzi di comunicazione - la questione.
La realtà è che - contrariamente a quanto si crede - anche i nostri amici animali possono prendere il Covid.
"I cani possono contrarre l’infezione da Covid-19. Per la loro sicurezza facciamo attenzione ai comportamenti in casa e fuori, adottando semplici regole di igiene, soprattutto in presenza di casi di positività". E’ la raccomandazione dell’Istituto Superiore di Sanità che rilancia le regole per una corretta gestione di animali domestici in presenza del virus.
Innanzi tutto l’Iss ricorda che gli animali non contagiano l’uomo: "Allo stato attuale - specifica l’Istituto Superiore di Sanità - non esistono evidenze che gli animali da compagnia svolgano un ruolo epidemiologico nella diffusione all’uomo di Sars-CoV-2. Semmai è vero il contrario. I nostri animali possono contrarre l’infezione attraverso il contatto con persone infette e sviluppare occasionalmente la malattia. Pertanto, occorre adottare misure precauzionali in casa anche per gli animali".
Ecco alcuni consigli dell’Istituto Superiore di Sanità per un accudimento sicuro: lavarsi sempre le mani prima e dopo il contatto con gli animali e dopo aver pulito la cuccia; pulire loro le zampe dopo la passeggiata e prima di rientrare in casa.
Se si sospetta di avere l’infezione da Covid-19 limitare il contatto col proprio animale e affidarne le cure a un altro membro della famiglia o a un esterno; se non è possibile, usare sempre mascherina e guanti; assicurarsi che il proprio animale stia bene e, in caso contrario, curarlo solo con farmaci prescritti dal veterinario.
Fonte ISS - La Nazione
18/12/21
Cosa scriveva (e pensava) Pasolini del Natale?
E' noto come per Pasolini l'elemento spirituale del Natale cristiano fosse sostanzialmente e brutalmente tradito nei fondamenti, dalla furia consumistica di cui egli è stato uno dei massimi fustigatori (ante litteram). E' utile rileggere queste poche, fulminanti righe, in cui formula i suoi - molto particolari - auguri di Natale.
«Tanti auguri ai fabbricanti di regali pagani! Tanti auguri ai carismatici industriali che producono strenne tutte uguali!
Tanti auguri a chi morirà di rabbia negli ingorghi del traffico e magari cristianamente insulterà o accoltellerà chi abbia osato sorpassarlo o abbia osato dare una botta sul didietro della sua santa Seicento!
Tanti auguri a chi crederà sul serio che l’orgasmo che l’agiterà – l’ansia di essere presente, di non mancare al rito, di non essere pari al suo dovere di consumatore – sia segno di festa e di gioia!
Gli auguri veri voglio farli a quelli che sono in carcere, qualunque cosa abbiano fatto (eccettuati i soliti fascisti, quei pochi che ci sono); è vero che ci sono in libertà tanti disgraziati cioè tanti che hanno bisogno di auguri veri tutto l’anno (tutti noi, in fondo, perché siamo proprio delle povere creature brancolanti, con tutta la nostra sicurezza e il nostro sorriso presuntuoso).
Ma scelgo i carcerati per ragioni polemiche, oltre che per una certa simpatia naturale dovuta al fatto che, sapendolo o non sapendolo, volendolo o non volendolo, essi restano gli unici veri contestatori della società. Sono tutti appartenenti alla classe dominata, e i loro giudici sono tutti appartenenti alla classe dominante».
15/12/21
Chi era il "guru" che sedusse Carlos Santana e John Mc Laughlin e che fruttò uno degli album più rivoluzionari della musica?
I cultori della musica hanno una vera adorazione per Love Devotion Surrender, uno degli album più innovativi della musica contemporanea, pubblicato nel 1973 da due dei più grandi chitarristi di sempre: Carlos Santana e John McLaughlin, con il sostegno delle rispettive band, Santana e The Mahavishnu Orchestra.
Come si sa, l'album si ispirò direttamente agli insegnamenti di Sri Chinmoy o più esattamente, Chinmoy Kumar Ghose, filosofo, poeta e artista indiano, nato a Boalkhali nel 1931 e morto a New York nel 2007. Maestro spirituale Sri Chinmoy, rifacendosi ad alcune tradizioni hindu, già dagli anni '70 praticò e diffuse in Occidente la meditazione, la recitazione di mantra, la preghiera e la pratica sportiva anche estrema quali vie personali per aspirare all'illuminazione, intesa come realizzazione in Dio.
L'album fu inoltre, un tributo al grande John Coltrane: contiene infatti due composizioni di Coltrane, due canzoni di McLaughlin e una canzone gospel tradizionale arrangiata da Santana e McLaughlin.
Santana e McLaughlin, all'epoca alla ricerca di nuove vie musicali sperimentali, erano stati discepoli di Sri Chinmoy, e il titolo stesso dell'album riecheggia i concetti di base della filosofia di Chinmoy, che si concentrava su "amore, devozione e resa".
Chinmoy così parlò dell'album e del concetto di resa : Sfortunatamente, in Occidente la resa è fraintesa. Sentiamo che se ci arrendiamo a qualcuno, allora lui lo dominerà su di noi... Ma dal punto di vista spirituale... quando il finito entra nell'Infinito, diventa l'Infinito tutto in una volta. Quando una piccola goccia entra nell'oceano, non possiamo rintracciare la goccia. Diventa il potente oceano.
Per entrambi i musicisti, l'album arrivò in un momento di transizione spirituale e delle loro carriere, iniziate assai precocemente (Santana si esibì praticamente ventenne sul palco di Woodstock): Love Devotion & Surrender era una "ricerca molto pubblica del loro sé spirituale".
Carlos Santana stava passando dal rock al jazz e alla fusion, vivendo un "risveglio spirituale", mentre McLaughlin stava per sperimentare lo scioglimento della Mahavishnu Orchestra dopo essere stato criticato da altri membri della band.
Santana considerava McLaughlin un maestro musicale e fu proprio McLaughlin a presentare Santana a Sri Chinmoy nel 1971, con il guru che gli conferì il nome "Devadip".
I due iniziarono a suonare e registrare insieme nel 1972.
Secondo il suo biografo Marc Shapiro, Santana aveva molto imparare da McLaughlin: "Si sedeva per ore, affascinato dai nuovi modi di suonare che McLaughlin gli stava insegnando", e la sua nuova spiritualità ebbe il suo effetto sulla musica: "la sensazione era che la ritrovata fede di Carlos fosse presente in ogni groove ."
Fu la nascita di un album per molti versi leggendario.