Finalmente una buona notizia per Roma. Ha riaperto ieri, dopo 7 anni di lavoro, l'area archeologica del più grande edificio per lo spettacoli dell'antichità, il Circo Massimo, che finalmente apre i suoi tesori al pubblico.
"Finora era un parco pubblico ma la struttura architettonica originaria di fatto non si vedeva - sottolinea il sovrintendente capitolino ai Beni culturali Claudio Parisi Presicce - Ora l'area archeologica dell'emiciclo sud è percorribile con illuminazione specifica e pannelli che illustrano sia la storia del circo sia la vita di tutte quelle persone che vi si accostavano ogni giorno".
Lo stadio più grande dell'antichità apre in una nuova veste, e mostra la sua parte originaria.
Lungo il percorso è possibile scorgere non solo i resti dell'imponente architettura risalente a duemila anni fa, ma anche i segni di secoli di gare e feste, come i graffiti degli spettatori 'tifosi' ancora visibili in alcuni ambienti.
I visitatori accedono alle gallerie che un tempo conducevano alle gradinate della cavea (i senatori al piano terra e la plebe al piano superiore).
Nelle gallerie, che si possono percorrere per un tratto di circa 100 metri ciascuna, si osservano anche i resti delle latrine antiche.
Si prosegue sulla strada basolata esterna ritrovata durante gli scavi, in cui spicca una grande vasca-abbeveratoio in lastre di travertino.
Qui è possibile visitare anche alcune stanze che venivano utilizzate come botteghe (tabernae) per soddisfare le necessità del numeroso pubblico dei giochi: locande, negozi per la vendita di generi alimentari, magazzini, lupanari, lavanderie, ma anche uffici di cambiavalute necessari per assecondare il giro di scommesse sulle corse dei cavalli.
Nella zona centrale dell'emiciclo sono visibili le basi dell'Arco di Tito, uno dei più grandi archi trionfali di Roma, a lui dedicato in occasione della vittoria giudaica.
Le indagini hanno consentito di rimettere in luce le basi delle colonne frontali e alcuni importanti frammenti architettonici che hanno permesso agli archeologi di stabilire le sue dimensioni originarie (le colonne erano alte almeno 10 metri) grazie anche all'anastilosi virtuale del monumento realizzata in collaborazione con l'Università Roma Tre - Dipartimento di Architettura.
Nel corso degli scavi sono state rinvenute anche parti della grande iscrizione, rimarcata con lettere bronzee, su cui era incisa la dedica da parte del Senato e Popolo Romano all'imperatore.
L'intervento di riqualificazione dell'area ha interessato anche la medievale Torre della Moletta (realizzata nel XII secolo) su cui si è intervenuti con il restauro delle murature antiche ed un impegnativo progetto di consolidamento statico.
Una scala interna consente di arrivare fino al piano superiore, uno splendido punto panoramico sull'area archeologica, che permette di apprezzare in pieno le dimensioni del Circo.
I numerosi frammenti lapidei presenti nell'area sono stati in parte anche sistemati ad arredo dello spazio aperto.
In particolare ai piedi dell'emiciclo palatino sono stati collocati, da un lato, alcuni elementi provenienti dall'edificio antico (gradini, cornici, capitelli, le soglie delle botteghe, etc.), mentre sull'altro versante sono state collocate una serie di colonne in marmi colorati rinvenute negli scavi archeologici.
Infine, nello spazio antistante la torre sono stati posizionati i frammenti architettonici di marmo lunense provenienti dallo scavo dell'arco di Tito.
Situato nella valle che separa due dei sette colli di Roma, Aventino e Palatino, il Circo Massimo è stato sede di giochi e corse dei cavalli fin dall'inizio della storia della città. Era qui che gli antichi romani assistevano agli 'spettacoli' tipici dell'epoca.
L'ampio spazio pianeggiante della valle e la sua vicinanza con il fiume Tevere, fondamentale approdo commerciale, fecero del luogo, fin dalla fondazione della città, lo spazio ideale non solo per attività di mercato e di scambi con altre popolazioni, ma anche di socializzazione e svago.
Fin dall'età regia vi si sono svolte manifestazioni pubbliche di ogni genere: competizioni ippiche, cacce con animali esotici, rappresentazioni teatrali, esecuzioni pubbliche, ma anche processioni religiose e trionfali.
Le prime installazioni in legno, probabilmente in gran parte mobili, risalirebbero all'epoca di Tarquinio Prisco, nella prima metà del VI secolo a.C. e la costruzione di primi impianti stabili risalirebbe al 329 a.C.
Le prime strutture in muratura, soprattutto legate alle attrezzature per le gare, si ebbero probabilmente solo nel II secolo a.C. e fu Gaio Giulio Cesare a costruire i primi sedili in muratura e a dare la forma definitiva all'edificio, a partire dal 46 a.C.
Con i suoi 600 metri di lunghezza e 140 di larghezza, è considerato una delle più grandi strutture per spettacoli mai costruite dall'uomo.
Lo stadio poteva ospitare circa 250.000 spettatori sulle gradinate.
La facciata esterna aveva tre ordini: solo quello inferiore, di altezza doppia, era ad arcate.
La cavea poggiava su strutture in muratura, che ospitavano i passaggi e le scale per raggiungere i diversi settori dei sedili, ambienti di servizio interni e piccole botteghe aperte verso l'esterno (di alcune delle quali restano tracce ben visibili anche su via dei Cerchi).
Il circo fu utilizzato fino alle ultime gare organizzate nel Sesto secolo.
In seguito l'area è divenuta luogo di passaggio dell'acqua Mariana, ha ospitato coltivazioni agricole e mulini, è divenuta proprietà privata della famiglia Frangipane, cimitero degli Ebrei per poi ospitare, a partire dal XIX secolo, gli impianti del Gazometro, magazzini, manifatture, imprese artigianali e abitazioni.
In epoca contemporanea l'area è stata utilizzata per manifestazioni e concerti.
Di recente il Circo Massimo è stato lo scenario di concerti come quello di Bruce Springsteen, l'estate scorsa, e dei Rolling Stones, nel 2014.
L'accesso all'area archeologica è da piazza di Porta Capena, tutti i giorni dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 16, fino all'11 dicembre.
Dal 12 dicembre resta l'apertura nel weekend mentre sarà su prenotazione (allo 060608) quella nei giorni feriali. Il costo del biglietto va dai 3 ai 5 euro.