Ho letto di recente una intervista ad André Glucksmann e a suo figlio Raphael. Insieme, il filosofo (ex nouveau philosophe) e il figlio giornalista, hanno scritto un libro: Sessantotto, dialogo tra un padre e un figlio su una stagione mai finita, edito ora anche in Italia da Piemme.
Vi si trovano, in questa intervista, considerazioni ad ampio raggio sullo stato del mondo, della crisi delle religioni, e sull’etica. Alcune vale la pena di riportarle.
Domanda: Se non esiste più una fede politica e Dio – l’ha scritto lei – l’abbiamo ucciso in questa epoca per la terza volta, dove si va ?
E’ la domanda posta a Glucksmann padre, che risponde:
“Siamo in pieno relativismo, e non è detto che sia un disastro. Infatti io farei una distinzione tra relativismo e nichilismo, cosa che non fa per esempio Benedetto XVI. Il relativismo è rinunciare a imporre a tutti un’idea di bene comune, e questo è il laicismo che ha posto fine alle guerre. Il nichilismo è la negazione dell’esistenza del male, e porta alle stragi.”
Dal canto suo, Raphael, aggiunge:
“ Siamo in una situazione simile a quella del Rinascimento: non c’è più niente dietro e niente davanti, ma questo rende il mondo molto dinamico. Internet, i blog, You Tube e My Space, tutto orizzontale, non esistono più gerarchie. Ci possono ancora essere credenti, ma non chiese. Io non ho nostalgia dei padri.”
Tutto bene, tutto chiaro. Ma qualche domanda sorge spontanea.
1. Se il relativismo è cosa buona e giusta. E quindi bisogna rinunciare a imporre un’idea di bene comune, come faremo a non negare l’esistenza del male ? Cioè come potremo definire il male, se non esiste più un’idea di bene comune ? Cos’è il male, allora: una sensazione individuale ? Anche il male è relativo ?
2. Non c’è dubbio come dice Raphael che siamo in un mondo molto dinamico. Ma tutto questo dinamismo dove sta portando ? Sta portando a una rinascita delle arti e delle culture come avvenne nel Rinascimento ? O sta invece portando a una deriva ?
3. Siamo proprio sicuri che non esistano più gerarchie ? Il fatto che nel mondo il web abbia aperto nuove frontiere e milioni di persone ne facciano uso vuol dire che non ci siano più pochi potenti – sempre di meno – o potentati che governano le cose e i gusti del mondo e determinano le gerarchie ?