C'è qualcosa di estremamente indicativo in questa gara di cinismo - tipicamente italiano - che si è scatenata sulle lacrime del ministro Fornero, ieri in conferenza stampa, durante la presentazione della manovra.
Il nostro cuore si è così indurito, in questo paese, che quando una persona piange in pubblico, il primo pensiero è quasi sempre: "perché piange ? Cosa avrà da nascondere ? Lo fa apposta ? Quale sarà la vera intenzione ? Che grande attore. Chi vuol convincere ?"
Siamo diventati specialisti, lo siamo da sempre, della malizia, del pensiero malevolo, del pre-giudizio, sempre.
Eppure, io credo che quando una persona piange, bisognerebbe sempre restare in silenzio.
Il pianto umano suscita rispetto. Perché il pianto è la qualità umana per eccellenza. Noi nasciamo piangendo. La madre che ci partorisce, piange. La nostra vita nasce in un pianto. Il pianto è ciò che ci differenza dal resto della creazione ed è quindi la qualità più umana che possediamo.
Se un politico piange - ed è sincero nel suo non riuscire a trattenere le lacrime - è un buon segno.
Vuol dire che forse si può ancora sperare.
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