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23/05/12
'Grazie' - Una poesia di Fabrizio Centofanti.
Grazie
In un punto del tempo e dello spazio nacqui,
non sapendo che cosa mi aspettava,
cosa fosse la vita con gli agguati,
i tradimenti, gli amori mai compiuti, le mille
incertezze che sboccarono
nello schiaffo, nel bacio, nel sorriso,
l’illusione assurda della parola data,
il vomito, la febbre, la solitudine appesa
all’attaccapanni dei ricordi, e tu mi chiedi
quanti anni hai,
senza sapere che gli anni non si hanno,
semmai sollevano o pesano: ecco – posso dirlo? -
Mi commuove questa notte, se penso a coloro
per i quali sono qui, che si sono prodigati
perché non soccombessi
al dolore o alla fatica, m’inseguirono
nei momenti peggiori, vincendo il timore di essere respinti,
e quelli che invece in mille modi
hanno tentato di ferirmi, perché qualcuno deve pur pagare
il vuoto, la mancanza, l’assenza di bene,
il mondo è una bilancia da pareggiare sempre,
e per ogni successo è normale che cadano tre lacrime
o dieci, a seconda della stella, di quello che chiamano destino,
che io ringrazio, perché in un punto del tempo
e dello spazio rinasco ogni giorno come allora,
aprendo, incosciente come allora, l’utero del mondo
che ancora non comprendo,
che – ci crederai? – mi illude
e mi delude ancora, mi fa male, nonostante
cerchi di schivare il colpo successivo, ma – ora
voglio dirlo – mi sento felice di non riuscire
a proteggermi abbastanza, di essere qui
a soffrire come allora, di piangere come un bambino
disperato, felice di sentirmi vivo, di nascere
di nuovo, in questa notte ancora, in questa stanza.
Fabrizio Centofanti da Nomen Omen
bella! antonella
RispondiEliminaGrazie Antonella
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