22/05/15

Cosa serve per essere maturi - Krishnamurti.






Per essere maturi, è assolutamente necessario che vi siano:

1. completa semplicità che si accompagni a umiltà, non nelle cose o per quel che riguarda il possesso, ma nella qualità dell'essere;

2. passione, con una intensità che non è puramente fisica;

3. bellezza; non solo sensibilità alla realtà esteriore, ma l'esser sensibili a quella bellezza che è al di là e al di sopra di pensiero e sentimento;

4. amore; la sua totalità, non quell'amore che conosce gelosia, attaccamento, dipendenza; non l'amore che viene diviso in carnale e divino. L'intera immensità dell'amore;

5. la mente capace di cercare, di penetrare senza motivo, senza scopo, nelle sue stesse sconfinate profondità; la mente che non ha barriere, ed è libera di vagare fuori del tempo-spazio.


21/05/15

Apre il 28 maggio l'incredibile Labirinto di Franco Maria Ricci a Parma (e torna anche la sua casa editrice).



La rivista d'arte e cultura FMR, creata dall'editore di Parma Franco Maria Ricci, tornera' a essere pubblicata nel gennaio 2016, dopo anni di assenza. 

L'annuncio e' stato dato dallo stesso Ricci, durante una conferenza stampa a Milano sul nuovo accordo raggiunto con il gruppo editoriale FMR-UTET Grandi opere, controllato dalla societa' Cose belle d'Italia, specialista nel made in Italy in diversi settori. 

La rivista apparterrà a una società la cui maggioranza sarà di Ricci, il quale ha annunciato anche la pubblicazione di due o tre libri all'anno editi a suo nome. 

Quanto al gruppo FMR-UTET Grandi opere, che in passato ha acquisito FMR dall'editore parmense, continuerà il proprio percorso con i due marchi. 

"Il libro non e' morto ma ha un futuro", ha ribadito il presidente di FMR-UTET Fabio Lazzari, durante l'incontro con la stampa al quale hanno partecipato Ricci e la moglie Laura Casalis. 

Questi ultimi hanno confermato che il 28 di questo mese aprira' al pubblico il Labirinto della Masone, un complesso vicino Parma, per realizzare il quale l'editore d'arte decise di vendere la casa editrice.



19/05/15

'Un impiego remunerativo' di Jamie Mc Kendrick




Un impiego remunerativo

Come se non avessi niente di meglio da fare,
e chi dice che ce l'ho, che mettere in ordine
la casa che non ho, siedo alla scrivania di quercia
che ho, anche se è più un tavolo che una scrivania
ma è mia e l'ho carteggiata con le mie mani
e l'ho passata con la cera d'api e con la spugna di ferro.

- per dire quanto era importante per me:
questa superficie sulla quale così tanto sarebbe
stato portato a termine. La cosa migliore, poi, è
che posso toglierle le gambe e rimpiazzarle
con quattro angelici dadi ad alette sui supporti agli angoli
e così è sia qualcosa di stabile che una bestia mobile.

Mi chiedo perché mai ho conservato questa molla di penna
che sto tormentando adesso tra l'indice
e il pollice - non per cucire le palpebre
come le anime degli invidiosi in purgatorio.
Troppo ben fatta per essere gettata via,
immagine dell'infinito o dell'informazione...

Sono ancora qui, dove c'è una gioia inconsolabile
che deve essere goduta, sedendo pronto alla mia postazione
e in attesa del corno o della tromba finale.
Nessuno può dire che sia sprecare il tempo, il mio tempo, tempo che ho,
entrare nel filo più vero della spirale,
vivere sempre attendendo il non udito.



Jamie Mc Kendrick - Un impiego remunerativo, da 'Chiodi nel cielo', ediz. Donzelli, 2000.




18/05/15

Diventare geni dopo una caduta da cavallo. Un caso unico al mondo.



Era una ranchera che si occupava di mandrie e bestiame in Colorado e l'unico suo amore erano auto da corsa e sport, ma dopo una rovinosa caduta si e' risvegliata genio dell'arte, della geometria e della poesia: Leigh Erceg, ha 47 anni, non ricorda nulla del suo passato e secondo i suoi medici curanti il suo è un caso unico al mondo. 

I danni cerebrali subiti hanno causato alla donna la cosiddetta 'sindrome di savant', la 'sindrome del sapiente': la malattia resa famosa nella magistrale interpretazione di Dustin Hoffman in 'Rain Man', che rende le sue vittime - solitamente dalla nascita - prodigiosamente capaci in una specifica area cognitiva.

Per Leigh è l'arte e la matematica: ora - ha dichiarato in una intervista alla Abc - lei 'vede' i suoni e 'ascolta' colori quando sente musica. E' divenuta poetessa, pittrice e le pareti del suo ranch sono ora tappezzate non solo dei suoi quadri, ma di formule matematiche e disegni geometrici. Rappresentazione di come la donna vede il mondo. 

Unici disturbi: Leigh è estremamente sensibile alla luce e deve indossare quasi sempre occhiali da sole, e non riconosce nulla e nessuno della sua vita precedente, neppure la madre. 

"Leigh - ha spiegato Berit Broogard, il neuroscienziato che la segue alla universita' di Miami - è l'unica donna al mondo che ha acquisito da adulta la sindrome di savant e sinestesia in seguito ad un danno cerebrale". 

La sinestesia e' una sorta di 'confusione' dei sensi per cui appunto si 'vedono' i suoni. La sindrome e' talmente rara che per diagnosticarla ci sono voluti test ed analisi a ripetizione. 

17/05/15

Poesia della Domenica - 'La madre' di Giuseppe Ungaretti.




La madre 


E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.


G. Ungaretti, Vita d’un uomo. Tutte le poesie, a cura di L. Piccioni, Milano, Mondadori, 1970, p. 539.

16/05/15

L'importanza di guardare il cielo - Pavel Florenskij.



E' da tanto che voglio scrivere: osservate più spesso le stelle. Quando avrete un peso nell'animo, guardate le stelle o l'azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi offenderanno, quando qualcosa non vi riuscirà, quando la tempesta si scatenerà nel vostro animo, uscite all'aria aperta e intrattenetevi da soli col cielo. Allora la vostra anima troverà la quiete. 

 Pavel A. Florenskij, Testamento, notte tra sabato 19 e domenica 20 marzo 1921, Mosca. 


nella foto: l'ultima 'cartolina spaziale' trasmessa dal telescopio Hubble: mostra una 'nursery' di centinaia di stelle vecchie 'solo' pochi milioni di anni nella Nube di Magellano, distante 550 milioni di anni luce dalla Terra.

15/05/15

Il Museo delle anime del purgatorio a Roma. Un luogo misterioso.


          



 C’è un luogo a Roma davvero particolare,  e quasi del tutto ignoto agli stessi romani, che ha una storia meritevole di essere raccontare, in special modo per gli appassionati di misteri.  Sorge in luogo di grande passaggio, sul Lungotevere Prati, esattamente in quel punto, prima del Palazzaccio – il Palazzo di Giustizia – dove fa bella mostra di sé uno dei pochissimi edifici in stile neogotico della Capitale: la Chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, quell’edificio che i Romani chiamano ‘il Duomo di Milano in miniatura.’   Si tratta di una piccola chiesa  costruita in cemento armato  alla fine del secolo scorso dall’architetto Giuseppe Gualandi, commissionata dal missionario francese Victor Jouet per ospitare l’Associazione del Sacro Cuore di Gesù per le Anime del Purgatorio, da lui fondata.  

Questa associazione religiosa era nata proprio con l’intento di pregare per quelle anime che si erano manifestate in modo eclatante  – a giudizio del missionario stesso e di molti altri testimoni – nelle circostanze drammatiche che avevano riguardato un edificio che sorgeva proprio sullo stesso luogo dove poi fu realizzata la Chiesa attuale: si trattava di una piccola cappella dedicata alla Vergine del Rosario che un giorno – il 15 settembre del 1897 -  andò distrutta completamente per via di un incendio.  Sembra che in quel periodo la chiesetta fosse stata sottoposta a restauri.  Improvvise si levarono le fiamme, e quando, spento l’incendio, i soccorritori valutarono i danni, si resero conto che su uno dei pilastri rimasto in piedi era rimasta impressa una strana ombra assai rassomigliante alla testa di un uomo.   Ma anche altre strane figure emersero sui muri delle macerie, compresa una immagine di un volto ghignante – subito identificato con quello di Satana – esattamente al di sopra dell’Altar Maggiore, dal punto dove si erano levate le prime fiamme.

Jouet, il missionario, notevolmente impressionato dall’accaduto, non tardò a spiegare la presenza di quelle ‘ombre’,  come nient’altro che tracce lasciate dalle anime del purgatorio.   Secondo una antica tradizione, infatti, le anime in transito dall’inferno al paradiso, possono manifestare la loro presenza su questa terra lasciando impronte infuocate su  vestiti, stoffe, libri, ecc..


Il missionario cominciò così una paziente opera di catalogazione di tessuti, breviari, tavolette di tela e di legno sulla superficie delle quali erano apparse queste impronte misteriose appartenenti a spiriti di defunti, fino a costituire nell’anno 1900 un Museo delle Anime del Purgatorio, che ancora oggi è conservato e che risulta particolarmente suggestivo o impressionante per chi varca la soglia della Chiesa sul Lungotevere.

Il piccolo Museo, dal quale si accede attraverso una porticina della sacrestia, è contenuto in alcune teche  e armadi, il cui numero con il passare del tempo è notevolmente diminuito, a seguito della eliminazione di alcuni pezzi ritenuti spurii, e alla stessa volontà di non concedere troppo spazio alla propagazione di credenze nei confronti delle quali le gerarchie ecclesiastiche preferiscono mantenere una certa distanza.

14/05/15

750 anni dalla nascita di Dante Alighieri : iniziano i festeggiamenti a Firenze.

Ritratto di Dante Alighieri dipinto da Sandro Botticelli, 1495


Nella incertezza sulla esatta data di nascita dell'Alighieri, che nacque in una data compresa tra il 22 maggio e il 13 giugno del 1265,  cominciano oggi a Firenze le celebrazioni ufficiali per il 750/o anniversario della nascita di Dante Alighieri. 

La citta' ricorderà il nobile concittadino con la decima edizione dei Cento Canti, lettura 'a staffetta' della Divina Commedia alla quale parteciperà anche il sindaco Dario Nardella recitando il primo canto dell'Inferno, con una sfilata di gonfaloni e un concerto nella Basilica di Santa Croce. 

Tra le tante iniziative in programma per le celebrazioni, il progetto dell'Accademia della Crusca in collaborazione con l'Opera del Vocabolario italiano di raccogliere tutto il patrimonio lessicale contenuto nei lavori del Sommo Poeta, un calendario di appuntamenti letterari e musicali a cura della Societa' dantesca italiana ed anche uno spettacolo di Virgilio Sieni, direttore della Biennale di Venezia per la Danza, che dirigera' una produzione inedita dal titolo "Ballo 1265", 33 canti in forma di danza. 

La prima dello show sara' in Palazzo Vecchio, nel Salone dei Cinquecento, il 28 dicembre.

Ai festeggiamenti partecipera' anche l'astrofisico Sperello di Serego Alighieri, discendente del Poeta. 

Nell'occasione il presidente della Societa' Dantesca Italiana, Eugenio Giani, durante la cerimonia nella Basilica di Santa Croce, consegnera' a Sperello di Serego Alighieri la medaglia commemorativa del centenario dantesco col conio della Societa' Dantesca. 

12/05/15

Montaigne appena pubblicato da Fazi: l'amore e l'eros.


Dopo il successo della prima raccolta Coltiva l'imperfezione, prosegue la pubblicazione di tutti i Saggi in sette agili volumi.  Divisi su base tematica e corredati di apparati critici, questi nuovi volumi ricostruiscono il disegno unitario dell’opera complessiva di Montaigne e legano l’autore agli aspetti più significativi dell’esistenza quotidiana. Questa volta, al centro delle inarrivabili riflessioni del grande filosofo c'è l'amore, l'eros, quell'«alleanza tra immaginazione e corpo» che – se applicata ai sentimenti degli uomini – li rende intensi quanto volubili.

Il libro Leggere Montaigne è come ritrovare un amico. Un amico saggio e stravagante, con una vasta esperienza del mondo e una curiosità intellettuale sempre viva, che ogni volta ascoltiamo con piacere. 
La distanza che sembra separarci da lui scompare quando ci lasciamo conquistare dall'atmosfera di intimità che si respira fin dalle prime pagine dei suoi Saggi.

La fame di Venere raccoglie alcuni tra i testi che il pensatore francese scrisse per ultimi, già in là con gli anni. Disinvolto e disincantato, Montaigne riguarda alla propria vita senza amarezza né sentimentalismi, e come sempre il tema di partenza va presto in frantumi, lasciando il posto a un caleidoscopio di riflessioni, aneddoti e digressioni: spregiudicato e moderno, Montaigne scarta da un pensiero all'altro, arrivando a toccare con straordinaria vicinanza gli aspetti più quotidiani della nostra vita, ed è proprio a partire da uno di questi – la fame di Venere, l'appetito sessuale – che qui ci regala una delle più interessanti testimonianze sul modo in cui la sessualità e il rapporto tra uomo e donna erano intesi nel Cinquecento. Parla dell'amore, del sesso e del matrimonio, ma non solo: si occupa di comportamenti assimilabili alla ninfomania e al priapismo, fornisce un piccolo manuale su come gestire i rapporti con le prostitute – il prezzo, dove incontrarsi, come trattarle e così via –, enuclea gli elementi indispensabili per un corteggiamento di successo e ci offre una pungente analisi della gelosia, che considera la peggior malattia del nostro spirito dopo l'invidia.

Tutto questo con la sincerità di chi non desidera altro che essere fedele a se stesso, senza nascondere nulla del proprio pensiero, perché la sua paura più grande è «essere scambiato per qualcun altro».

L'autore Michel Eyquem nacque nel 1533 a Bordeaux, da una ricca famiglia da poco insignita del titolo nobiliare di "signori di Montaigne". Educato, secondo l'uso dell'umanesimo, nel culto della classicità - e per indole incline allo stoicismo -, dopo gli studi, a ventiquattro anni, esercitò per i successivi tredici come consigliere presso il Parlamento di Bordeaux, città della quale più tardi venne eletto sindaco. Apprezzato e conosciuto diplomatico, spesso in missione per conto del re, visse nel sanguinoso periodo delle guerre di religione, uno dei più bui dell'intera storia francese, tanto che a trentasette anni, amareggiato, decise di abbandonare la vita mondana per ritirarsi nel suo castello - in particolare nella sua tour de librairie, la 'torre della biblioteca'-, dove rimase a meditare, studiare e scrivere. Morì nel 1592. I suoi Saggi, pubblicati per la prima volta nel 1580, sono unanimemente considerati una pietra miliare della letteratura occidentale e - avendo inspirato, tra le altre, personalità come Nietzsche ed Emerson, Rousseau e Proust - hanno avuto una profondissima influenza nella storia del pensiero europeo.

11/05/15

Paul Celan e Gisèle, un amore tormentato.




A prima vista le lettere che si scambiarono Paul Celan e la moglie, la pittrice francese Gisèle Lestrange, durante quasi vent' anni, dal 1951 al 1970, riflettono la storia di una unione solida, apparentemente senza incrinature, cementata da un' intesa sentimentale e artistica che sembra indistruttibile. 

Lui è uno dei maggiori poeti in lingua tedesca del Novecento che elegge la Francia sua patria adottiva e che attinge forza e ispirazione dalla compagna della sua vita; lei è una parigina di famiglia aristocratica, rigidamente cattolica, e un' artista dotata e sensibile che con le sue opere grafiche influenza non poco la produzione poetica del marito - la raccolta Fiato di cristallo non sarebbe pensabile senza le incisioni astratte che Gisèle crea negli anni Sessanta e da cui Paul trae ispirazione. 

Straordinario è il sentimento intenso e profondo che li lega fino alla morte. 

Poesie e incisioni vanno a braccetto in mostre dedicate alla produzione dei coniugi Celan, in volumi di versi illustrati dalle creazioni astratte di Gisèle. In effetti la parola poetica di Paul Celan, che negli anni diventa sempre più essenziale, magnetica, indelebile, dà l' impressione di essere incisa su una lastra di rame. 

Da noi Einaudi ha pubblicato l' intera raccolta delle poesie di Celan, che vanno dal 1948 al 1969, con il titolo Sotto il tiro di presagi (pagg. 500, euro 18,59). 

Ma mano a mano che si va avanti nella lettura di questo prezioso carteggio pubblicato in Germania dalla Suhrkamp e contemporaneamente in Francia da Seuil (Paul Celan - Gisèle Celan Lestrange: Briefwechsel, in 2 volumi a cura di B. Badiou), cresce l' apprensione per i protagonisti di questa storia d' amore solo apparentemente felice. 

Non solo perché conosciamo in precedenza la tragica fine del poeta, morto suicida nell' aprile del 1970 ad appena 50 anni, ma perché l' accuratissima cronologia che accompagna le lettere e documenta giorno per giorno la vita di Celan, rivela puntualmente i drammatici retroscena di un legame tormentato e tormentoso che solo la forza morale di Gisèle riesce in parte a salvare. 

Dietro a queste scene da un matrimonio c' è sempre la tragedia dei genitori di Paul deportati e morti a Auschwitz che il poeta non può e non vuole dimenticare, c' è la tragedia di un ebreo sopravvissuto che vuole combattere, armato solo della sua parola poetica, l' oblio e l' indifferenza dei suoi connazionali

C' è la fragilità di un' anima di artista che l' amore della moglie e del figlio Eric non può sanare. 

Amare una donna bella e coraggiosa, scrivere poesie che fanno sognare e meditare è una terapia che nei primi tempi funziona, che al poeta ebreo originario di Cernowitz e approdato a Parigi nel 1948 dopo Bucarest e Vienna, dà l' illusione di una vita «normale», appiana il suo eterno contrasto con la realtà. 

Nel dicembre 1952 Paul sposa la bella Gisèle; nello stesso mese esce Papavero e memoria, la prima raccolta di poesie di Celan: poesie d' amore, poesie dolenti in ricordo della madre uccisa da un colpo di pistola alla nuca, poesie che diventeranno celebri come Todesfuge (Fuga di morte). 

Segue, nel ' 55, l' uscita del volume Di soglia in soglia con una bellissima dedica del poeta alla moglie, alla sua «anima vivente». 

Ma la malattia nervosa che porterà Celan alla depressione e in seguito ad una serie di crisi gravissime e ad un tentato suicidio (nel gennaio 1967 tenta di suicidarsi ficcandosi un coltello nel petto ed è salvato solo all' ultimo momento dalla moglie), è latente sin dai primi tempi della sua relazione con Gisèle, sin da quando le scrive lettere appassionate. 

«Ti scrivo per dirTi che mi accompagni ovunque io vada, che tu sei questo mondo, Tu sola, e che il mondo è diventato più grande attraverso di Te, che ha trovato attraverso di Te una nuova dimensione», le scrive il 28 gennaio 1952. 

Ma in quello stesso anno il viaggio in Germania dove tiene una serie di letture dei suoi versi nelle principali città tedesche, gli causa un' angoscia indicibile

Per lui, che in Francia è assolutamente sconosciuto come poeta e che deve tenere i contatti con gli editori e il pubblico tedesco, questi viaggi sono una necessità professionale, ma ogni volta gli procurano un disagio, un malessere che gli è impossibile superare: in realtà la Germania del dopoguerra, protesa nello sforzo della ricostruzione materiale e morale Paul la sente irrimediabilmente estranea, addirittura ostile, nonostante i numerosi riconoscimenti che gli verranno conferiti

Le sue tappe nelle città tedesche sono un calvario, come testimoniano le lettere a Gisèle, sua unica confidente.

Il 31 maggio del 1952 Paul le racconta la sua lettura tenuta a Niendorf di fronte ai membri dell' autorevole Gruppo 47 dove era stato invitato su consiglio di Ingeborg Bachmann. 

La serata si rivela disastrosa per il poeta il cui modo di leggere viene deriso, viene definito «patetico».

Decisamente un feeling con la sua patria linguistica, con la terra degli assassini dei suoi genitori, Paul non lo proverà mai; si sente a casa solo a Parigi, a fianco della sua adorata Gisèle. 

Ma una tempesta rompe anche il precario equilibrio della sua vita parigina, lo fa sentire uno straniero in Francia, perseguitato da un' accusa insensata di plagio dietro alla quale egli vede un antisemitismo che inesorabilmente riaffiora, che lo vuole distruggere.

 E' «l' affare Goll» che lo tormenterà fino agli ultimi giorni. La vedova del poeta Yvan Goll inizia una campagna diffamatoria senza precedenti contro Celan che ha tradotto le opere del marito e che, secondo le sue accuse, ha copiato da lui metafore e immagini poetiche.

 E' una prova terribile per il poeta che dal '65 comincia a dare segni di squilibrio, che deve sottoporsi a massicce cure psichiatriche e che, due anni dopo, deve separarsi dalla moglie, su desiderio della stessa Gisèle: la convivenza diventa impossibile nonostante l' affetto che ancora la lega a Paul. 

Nella sua ultima lettera del 20 marzo 1970, Gisèle, questa donna straordinariamente forte e dolce al tempo stesso, ringrazia Paul per i tulipani rossi e la poesia Ci sarà qualcosa, più tardi, accompagnata dalla traduzione francese, che lui le ha mandato per il suo compleanno. 

Lei ha appena compiuto 43 anni. Lui, appena un mese più tardi, dopo un ultimo viaggio in Germania, mette fine alla sua vita buttandosi nella Senna. 

«L' ondeggiante parola / la possiede / il buio», aveva scritto in una delle poesie della raccolta Luce coatta.

10/05/15

Poesia della domenica - 'Quartina n.233' di Omar Khayyam.





Felice colui che in questo mondo libero visse,
Libero e sempre contento di quel che Dio donava, visse.
Da questo soffio di vita seppe trar lieto profitto,
In libertà gioiosa, semplice amore, vino puro, visse.



Omar Khayyam, Quartine (Robaiyyat) - A cura di Alessandro Bausani, Giulio Einaudi Editore, Torino, 1956, quartina n. 233, pag. 83.

08/05/15

James Hillman: "La depressione è positiva."





Questi brani di intervista furono rilasciati da James Hillman a Mantova, un anno dopo la tragedia delle Twin Towers di New York, durante il Festival delle Letterature. 

Non siamo arrivati a Ground Zero, a livello zero. Il concetto dello zero non esiste nel mondo romano, ci viene dagli arabi. 

Da questo Zero scaturirebbe qualcosa che ora non siamo in grado di prevedere. Per avvicinarci allo zero, non dobbiamo fare niente. Succede quando non abbiamo risposte. Ma in Occidente andiamo a scuola per imparare ad avere una risposta per tutto: bisogna arrivare allo zero, dicendo "Non ho risposte." 

E' un processo psicologico, interiore. Già l'idea stessa è un problema.  La testa, diceva Platone, è come una gabbia piena di uccelli: allora sediamoci a guardiamo queste idee che passano, come un buddhista guarda la mente. 

La depressione è positiva perché pone dei limiti, rallenta tutto.  Il potere dell'anima compare nella depressione o nella passione, come quella amorosa. 

Senza ossessione non si potrebbe fare nulla. 

Se sentirsi bene è il fine, prendete le pillole. Nella depressione si prova un sentimento di malessere: è creato da uno squilibrio tra voi e il mondo. Il mondo è maniaco.

L'anima del potere è nel realizzare i diversi tipi di potere, piuttosto che nella proiezione del potere come controllo. Identificare il potere come controllo fa perdere le altre qualità del potere, come l'autorevolezza, il carisma, l'ambizione. 

Nella situazione attuale, la cosa più importante che si possa fare è percepire che c'è depressione: se avvertissimo un senso di limite, di tristezza, di tragedia, questo ci darebbe modo di sentire veramente l'anima. La situazione del mondo invece, viene percepita come un problema da risolvere, non come una tragedia che dobbiamo soffrire.

fonte ANSA, 7.9.2002. 


07/05/15

Lascia che io viva.





Non ci sono appigli, in questo liquido nel quale mi muovo.

Lascia i tuoi sogni camminare ovunque. Sono liberi, non meritano questo.  Lentamente mi lascio trasportare. Scendo a patti con la mia voglia di abbandono. Lascia che io viva. 

Le bolle sono d'aria, i polmoni la trasmettono all'acqua, e non possono mescolarsi per nessuna ragione. Alla superficie risalgono, al vento agli spruzzi all'onda. Lascia che io viva. 

Sono così pesante, mio amante perduto, sono così piena di sassi. Sono leggera come i miei capelli che si muovono nella corrente. Lascia che io viva. 

La luce della luna traspare qui sotto, nelle profondità recluse dalle terre sommerse, piene di vita pulsante.  Diventa scia o ombra. Lascia che io viva.

Solo con te, astro magnifico, posso navigare avvolta dal bianco vestito fino alla riva lontana come un miraggio. Verde, acqua, suono, vita.  Lascia che io viva.

Si rinnova la parola detta. Si disintegra il flutto, si spegne la musica delle onde..  Trasportato dolcemente il viso di Ofelia emerge dal sogno della vita come un frutto d'ombra, come un miracolo inverato, come l'attesa viva che non muore e non scolora. 


Fabrizio Falconi (C) riproduzione riservata 2015

05/05/15

Ego sum qui te non quaero (Sono io che non ti cerco).




Ego sum qui te non quaero
vel tu quae non appares,
ego sum qui falso loco fodio
vel tu quae occultaris
in infinita humida terra.
Ego sum qui te non rogo
vel tu quae non respondes,
sum ego qui deerro
vel tu quae fugis.
Simpliciter ego sum
continenter
vel tu quae frustra moveris
in claustro sicut fera.



Traduzione dall'italiano in latino di Filomena Bernocco.
foto in testa: Emile Gos, Tree, 1936

Sono io che non ti cerco
o tu a non mostrarti,
sono io che scavo nel punto sbagliato
o tu a nasconderti
nell'umida terra sconfinata.
Sono io a non chiederti
o tu a non rispondere,
sono io a perdermi
o tu a fuggire.
Sono semplicemente io
al punto di sempre
o tu a muoverti senza scopo
come una bestia in gabbia.






04/05/15

Due fiocchi rosa molto diversi. Mysterium Iniquitatis.


Nasce il nuovo rampollo reale. Gira il mondo la foto di una paffuta neonata. In giornata si apprende anche il nome, Charlotte Elizabeth Diana.

Il nome completo è Charlotte di Cambridge (Charlotte Elizabeth Diana). Le agenzia ci informano che è una principessa britannica, membro della famiglia reale britannica e quarta in linea di successione al trono dei sedici reami del Commonwealth. Seconda figlia di William, duca di Cambridge, e di sua moglie, la duchessa Catherine Middleton. È inoltre nipote di Carlo, principe di Galles, e pronipote della regina Elisabetta II. È inoltre la sorella del terzo in linea di successione al trono del Commonwealth, George di Cambridge.

Per ironia o scherzo della sorte, i principali siti di informazione affiancano poco sopra o poco sotto all'immagine del neonato reale, quella di un altro neonato, molto meno Reale, ma ugualmente reale.

Nella ecatombe dei mari che continua imperturbabile ogni giorno infatti, sono oltre 2.000 i migranti soccorsi dalle navi della Marina Militare nel lungo fine settimana del Primo Maggio nelle acque dello Stretto di Sicilia, tra Lampedusa e la Libia. 

E a bordo del pattugliatore Bettica, che sta portando a riva 654 migranti recuperati in 4 interventi di soccorso, nella notte nasce una bambina. La piccola e la madre, imbarcata a travaglio iniziato, stanno bene. 

A bordo di un rimorchiatore che aveva soccorso alcuni migranti alla deriva in varie imbarcazioni, sono invece decedute due persone. In totale, i morti sono soltanto 10. 

La piccola non ha ancora un nome. O forse sì. Di sicuro non è un nome così lungo come quello della sua coetanea, nata nelle stesse ore, in quel d'Inghilterra. Di sicuro non ha reami. Di sicuro nessun cappellino bianco di lana, proveniente da chissà quale nobile sartoria. Di sicuro, non tarderà a scoprire da sola la differenza. 

Mysterium Iniquitatis. 




03/05/15

Poesia della domenica - "Sono io che non ti cerco" di Fabrizio Falconi.








Sono io che non ti cerco
o tu a non mostrarti,
sono io che scavo nel punto sbagliato
o tu a nasconderti
nell'umida terra sconfinata.
Sono io a non chiederti
o tu a non rispondere,
sono io a perdermi
o tu a fuggire.
Sono semplicemente io
al punto di sempre
o tu a muoverti senza scopo
come una bestia in gabbia.






02/05/15

La Madonna di Tarkovskij. Il racconto di un piccolo miracolo. (Santa Maria di Portonovo).




E’ stato uno dei più grandi registi del Novecento: Andrej Tarkovskij.

Nato a Zavrazie, Russia, nel 1932. Morto a Parigi, Francia, dopo una lunga malattia e più di dieci anni di esilio, nel 1986, a 64 anni.

Nei suoi film, l’Infanzia di Ivan, lo Specchio, Solaris, Nostalghia, Sacrificio, ma soprattutto con la sua vita ha incarnato i drammi del ‘900.

Consiglio la lettura dei suoi diari, pubblicati con cura dopo la sua morte, dal figlio Andrej A. Tarkovsky. 

Se si affronta questo libro - Martirologio (edizioni della Meridiana,2002) - si scoprirà uno dei testi più spirituali più alti del secolo scorso. 

C’è un episodio poco noto della sua vita, raccontato proprio nei suoi Diari. Che avvenne nel maggio 1980. 

Tarkovskij è già esule da parecchio tempo. Vive in Italia, a Roma, e un po’ dove capita, dove lo portano i suoi film, e i pochi amici veri che si è fatto, nonostante la difficoltà della lingua, e di un carattere introverso e poetico

Uno di questi amici è Tonino Guerra. Con Guerra, Tarkovskij, gira in lungo e in largo per l’Italia alla ricerca di luoghi che lo ispirino, per il prossimo film, che sarà Nostalghia.

Ed ecco quello che scrive quel giorno. 3 maggio 1980.

"Oggi mi è successa una cosa straordinaria. Eravamo a Loreto, dove Franco Terilli ha pregato davanti all’immagine del suo santo patrono, uno dei defunti papi. A Loreto c’è una chiesa famosa ( come a Lourdes ) nel centro della quale sorge la casa, portata da Nazareth, dove è vissuto Gesù. 
Quando mi sono trovato nella Chiesa ho sentito che era un peccato che io non potessi pregare in una chiesa cattolica, non è che non potessi, ma non lo desideravo (ricordiamo che essendo russo Tarkovskij era di religione ortodossa ndr). E’ in qualche modo un ambiente estraneo.
Dopodiché capitiamo per caso in un piccolo paesino in riva al mare, Portonovo, in un’antica chiesetta del X. secolo. Sull’altare vedo all’improvviso un’immagine della Madonna di Vladimir. Mi hanno raccontato che un tempo un pittore russo regalò alla chiesa questa copia della Madonna di Vladimir, probabilmente fatta da lui.
Incredibile ! Trovare improvvisamente nella chiesa di un paese cattolico un’icona ortodossa, proprio nel momento in cui mi rammaricavo di non aver potuto pregare a Loreto… Non è un miracolo, questo ? "

La Theotokos di Vladimir (greco: Θεοτόκος του Βλαντιμίρ), nota anche come Madre di Dio della tenerezza, Madonna di Vladimir o Vergine di Vladimir, una delle icone ortodosse più venerate e famose al mondo 


Per capire bene come questo episodio sia davvero insolito, e del perché abbia così impressionato Tarkovskij, allora, bisogna andare personalmente a Portonovo. 

Io ci sono stato diverse volte. E’ un paese senza case, senza nulla. Un ex porticciolo, oggi raffinata località turistica sotto il promontorio del Conero. 

L’antichissima Chiesa di Santa Maria di Portonovo è praticamente l’unica costruzione esistente, a parte gli stabilimenti balneari. La sua posizione è incredibile.

Questa chiesetta è da molto tempo, completamente spoglia. 

 L’unico arredo è rappresentato appunto dalla copia di quella antica icona russa, sopra l’altare, la Madonna di Vladimir. Che è davvero molto difficile trovare in una qualsiasi altra chiesa italiana.
Ecco perché questo dovette sembrare a Tarkovskij, un piccolo  miracolo…

La Chiesa di Santa Maria a Portonovo

Fabrizio Falconi.

01/05/15

Il ritratto del Doge Loredan, uno dei 5 dipinti più belli al mondo.

Giovanni Bellini, Ritratto del Doge Loredan, 1501-2 National Gallery, London


Sottoscrivendo il mantra secondo cui il gusto estetico è quanto mai soggettivo, il quadro di Giovanni Bellini, ammirabile alla National Gallery di Londra (61,6 x 45 cm.) rientra nella mia personale cinquina dei dipinti più belli del mondo, insieme alla Veduta di Delft di Vermeer, al Cristo crocefisso di Velazquez, L'incredulità di San Tommaso di Caravaggio e La notte stellata di Van Gogh.

Firmato sul cartiglio posto sul davanzale in primo piano - Ioannes Bellinus - il quadro raffigura Leonardo Loredan, eletto doge nel 1501 e rimasto in carica fino al 1521. 

Inusualmente e con genio, il doge non è presentato di profilo - come voleva la ritrattistica in voga in quegli anni - ma di fronte, con la testa leggermente rivolta verso destra e lo sguardo fisso su un punto indefinito, verso la sorgente luminosa.

L'abito meraviglioso è in prezioso broccato bianco ed oro, il corno ducale da cerimonia rivestito dello stesso tessuto,  una fitta serie di bottoni dorati, simili a noci, il volto dai lineamenti impassibili e fieri, il dipinto sembra ammantato in una atmosfera surreale, fuori dal tempo, scolpito con ogni minuzia sullo sfondo dell'azzurro sfumato (più denso in alto, più chiaro in basso) come davanti a un maestoso cielo veneziano. 

E' difficile dire perché questo quadro susciti un magnetismo così irresistibile. E' il segreto delle più alte opere d'arte.  Il soggetto conta, ma non conta.  E' la prospettiva atemporale - eterna ? - dell'arte che (ci) consegna un frammento di vita immortale. 

Un ritratto asettico, senza compiacimento, senza empatia, freddo come lo sguardo di un entomologo. Che racconta tutto quel che esiste davanti al nostro occhio (e oltre).

Fabrizio Falconi