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11/10/13

Bauman su Lampedusa: "la modernità produce persone superflue. Viviamo in un'epoca in cui il vecchio muore e il nuovo non può nascere."




“Qualsiasi cosa tenti di fare il premier Enrico Letta, o l’Europa, gli arrivi dall’Africa non finiranno”. Per Zygmunt Bauman, a Milano per la rassegna Meet The Media Guru, niente riuscirà a fermare chi è “in cerca di pane e acqua potabile”: né i governi, né tragedie del mare come quella di Lampedusa.

Durante la conferenza stampa di presentazione dell’incontro pubblico, il sociologo e filosofo polacco, 91 anni, ha spiegato che gli sbarchi non si fermeranno, perché “le migrazioni sono inseparabili dalla modernità. Infatti una caratteristica della modernità è la produzione di “persone superflue”: individui tagliati fuori dal processo produttivo che perdono la propria fonte di sussistenza. Il progresso economico consiste nel produrre la stessa quantità di cose che producevamo ieri con una minore quantità di lavoro e a un costo più basso. Chi rimane tagliato fuori diventa una persona superflua. E alle persone superflue, non resta che andarsene, cercando un altrove dove ricostruirsi una vita”.

Per Bauman poi “le economie europee hanno bisogno d’immigrati, perché senza di loro non potremmo vivere. Se nel Regno Unito gli irregolari venissero identificati e deportati, la maggior parte degli ospedali e degli alberghi collasserebbe, e credo che si possa dire lo stesso per l’economia italiana”.

Il sociologo ha ricordato che “per alcuni demografi la popolazione dell’Unione Europea diminuirà da 400 milioni di persone a 240 nei prossimi cinquant’anni: un numero troppo basso per mantenere i nostri standard di vita, il nostro benessere”. “In base ad alcuni calcoli - ha detto Bauman - nei prossimi 20 o 30 anni sarà necessario accogliere in Europa circa 30 milioni di migranti”.

Un fenomeno che gli stati nazionali, inadeguati di fronte alle sfide della contemporaneità, hanno pochi strumenti per arginare o regolare. Per il teorico della società liquida “i popoli non credono più che i partiti e i parlamenti nazionali siano ancora in grado di assolvere le funzioni per cui sono nati, e non solo perché in alcuni casi i politici sono corrotti o incapaci, ma perché per queste istituzioni è strutturalmente impossibile realizzare quello che promettono agli elettori”.

E per spiegare cita Antonio Gramsci: “Viviamo in un interregno, un’epoca in cui il vecchio muore e il nuovo non può nascere: le regole e le leggi del passato sono scomparse, ma le nuove leggi non sono ancora state inventate. La sovranità degli stati nazionali è ormai in buona misura una finzione. Il potere è la capacità di fare, la politica è decidere che cosa fare. La globalizzazione ha fatto evaporare il potere degli stati nazionali verso poteri sovranazionali liberi dal controllo della politica. Se un governo provasse a realizzare ciò che davvero vogliono i suoi elettori, invece di ciò che esige la finanza, i mercati lo punirebbero con durezza”.


20/11/12

Intervista a Zygmunt Bauman, oggi: "L'amore, la routine, il tradimento, la fedeltà."



Amarsi e rimanere insieme tutta la vita. Un tempo, qualche generazione fa, non solo era possibile, ma era la norma. Oggi, invece, è diventato una rarità, una scelta invidiabile o folle, a seconda dei punti di vista. Zygmunt Bauman sull`argomento è tornato più volte (lo fa anche nel suo ultimo libro: Cose che abbiamo in comune, pubblicato da Laterza). I suoi lavori sono ricchi di considerazioni sul modo di vivere le relazioni: oggi siamo esposti a mille tentazioni e rimanere fedeli certo non è più scontato, ma diventa una maniera per sottrarre almeno i sentimenti al dissipamento rapido del consumo. Amore liquido, uscito nel 2003, partiva proprio da qui, dalla nostra lacerazione tra la voglia di provare nuove emozioni e il bisogno di un amore autentico.

Cos'è che ci spinge a cercare sempre nuove storie?

«Il bisogno di amare ed essere amati, in una continua ricerca di appagamento, senza essere mai sicuri di essere stati soddisfatti abbastanza. L`amore liquido è proprio questo: un amore diviso tra il desiderio di emozioni e la paura del legame».

Dunque siamo condannati a vivere relazioni brevi o all`infedeltà... 

«Nessuno è "condannato". Di fronte a diverse possibilità sta anoi scegliere. Alcune scelte sono più facili e altre più rischiose. Quelle apparentemente meno impegnative sono più semplici rispetto a quelle che richiedono sforzo e sacrificio». 

Eppure lei ha vissuto un amore duraturo, quello con sua moglie Janina, scomparsa due anni fa.
«L`amore non è un oggetto preconfezionato e pronto per l`uso. È affidato alle nostre cure, ha bisogno di un impegno costante, di essere rigenerato, ricreato e resuscitato ogni giorno. Mi creda, l`amore ripaga quest`attenzione meravigliosamente. Per quanto mi riguarda (e spero sia stato così anche per Janina) posso dirle: come il vino, il sapore del nostro amore è migliorato negli anni».

Oggi viviamo più relazioni nell`arco di una vita. Siamo più liberi o solo più impauriti?

«Libertà e sicurezza sono valori entrambi necessari,ma sono in conflitto tra loro. Il prezzo da pagare per una maggiore sicurezza è una minore libertà il prezzo di una maggiore libertà è una minore sicurezza. La maggior parte delle persone cerca di trovare un equilibrio, quasi sempre invano».

Lei però è invecchiato insieme a sua moglie: come avete affrontato la noia della quotidianità? Invecchiare insieme è diventato fuori moda? 

«E' la prospettiva dell`invecchiare ad essere ormai fuori moda, identificata con una diminuzione delle possibilità di scelta e con l`assenza di"novità". Quella"novità" che in una società di consumatori è stata elevata al più alto grado della gerarchia dei valori e considerata la chiave della felicità. Tendiamo a non tollerare la routine, perché fin dall`infanzia siamo stati abituati a rincorrere oggetti "usa e getta", da rimpiazzare velocemente. Non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto dello sforzo e di un lavoro scrupoloso.

Abbiamo finito per trasformare i sentimenti in merci. Come possiamo ridare all`altro la sua unicità? 

«Il mercato ha fiutato nel nostro bisogno disperato di amore l`opportunità di enormi profitti. E ci alletta conia promessa di poter avere tutto senza fatica: soddisfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati senza sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento. L`amore richiede tempo ed energia. Ma oggi ascoltare chi amiamo, dedicare il nostro tempo ad aiutare l`altro nei momenti difficili, andare incontro ai suoi bisogni e desideri più che ai nostri, è diventato superfluo: comprare regali in un negozio è più che sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di compassione, amicizia e attenzione. Ma possiamo comprare tutto, non l`amore. Non troveremo l`amore in un negozio. L`amore è una fabbrica che lavora senza sosta, ventiquattro ore al giorno e sette giorni alla settimana».

Forse accumuliamo relazioni per evitare i rischi dell`amore, come se la "quantità" ci rendesse immuni dell`esclusività dolorosa dei rapporti. 

«É così. Quando ciò che ci circonda diventa incerto, l`illusione di avere tante "seconde scelte", che ci ricompensino dalla sofferenza della precarietà, è invitante. Muoversi da un luogo all`altro (più promettente perché non ancora sperimentato) sembra più facile e allettante che impegnarsi in un lungo sforzo di riparazione delle imperfezioni della dimora attuale, per trasformarla in una vera e propria casa e non solo in un posto in cui vivere. "L`amore esclusivo" non è quasi mai esente da dolori e problemi- ma la gioia è nello sforzo comune per superarli».

In un mondo pieno di tentazioni, possiamo resistere? E perché? 

«È richiesta una volontà molto forte per resistere. Emmanuel Lévinas ha parlato della "tentazione della tentazione". E' lo stato dell`"essere tentati" ciò che in realtà desideriamo, non l`oggetto che la tentazione promette di consegnarci. Desideriamo quello stato, perché è un`apertura nella routine. Nel momento in cui siamo tentati ci sembra di essere liberi: stiamo già guardando oltre la routine, ma non abbiamo ancora ceduto alla tentazione, non abbiamo ancora raggiunto il punto di non ritorno. Un attimo più tardi, se cediamo, la libertà svanisce e viene sostituita da una nuova routine. La tentazione è un`imboscata nella quale tendiamo a cadere gioiosamente e volontariamente».

Lei però scrive: «Nessuno p uò sperimentare due volte lo stesso amore e la stessa morte». Ci si innamora una sola volta nella vita? 

«Non esiste una regola. Il punto è che ogni singolo amore, come ogni morte, è unico. Per questa ragione, nessuno può "imparare ad amare", come nessuno può "imparare a morire". Benché molti di noi sognino di farlo e non manca chi provi a insegnarlo a pagamento».

Nel `68 si diceva: «Vogliamo tutto e subito». Il nostro desiderio di appagamento immediato è anche figlio di quella stagione? 

«Il 1968 potrebbe essere stato un punto d`inizio, ma la nostra dedizione alla gratificazione istantanea e senza legami è il prodotto del mercato, che ha saputo capitalizzare la nostra attitudine a vivere il presente». 

I "legami umani" in un mondo che consuma tutto sono un intralcio? 

«Sono stati sostituiti dalle "connessioni". Mentre i legami richiedono impegno, "connettere" e "disconnettere" è un gioco da bambini. Su Facebook si possono avere centinaia di amici muovendo un dito. Farsi degli amici offline è più complicato. Ciò che si guadagna in quantità si perde in qualità. Ciò che si guadagna in facilità (scambiata per libertà) si perde in sicurezza».

Lei e Janina avete mai attraversato una crisi? 

«Come potrebbe essere diversamente? Ma fin dall`inizio abbiamo deciso che lo stare insieme, anche se difficile, è incomparabilmente meglio della sua alternativa. Una volta presa questa decisione, si guarda anche alla più terribile crisi coniugale come a una sfida da affrontare. L`esatto contrario della dichiarazione meno rischiosa: "Viviamo insieme e vediamo come va...". In questo caso, anche un`incomprensione prende la dimensione di una catastrofe seguita dalla tentazione di porre termine alla storia, abbandonare l`oggetto difettoso, cercare soddisfazione da un`altra parte».

Il vostro è stato un amore a prima vista? 

«Sì, le feci una proposta di matrimonio e, nove giorni dopo il nostro primo incontro, lei accetti). Ma c`è voluto molto di più per far durare il nostro amore, e farlo crescere, per 62 anni».

fonte Raffaella De Santis - Repubblica.it pubblicata il 20 novembre 2012. 

27/01/12

Giornata della Memoria - Bauman: "C'è predisposizione al male anche nella gente comune."


Esiste una ''predisposizione al male della gente comune''. 

Il sociologo e filosofo polacco di origine ebraiche Zygmunt Bauman, professore emerito dell'University of Leeds, e' intervenuto sul processo con il quale la Shoah e' diventata ''l'emblema stesso del male politico'' durante il convegno internazionale ''Shoah, modernita' e male politico'', promosso a Firenze dalla Regione Toscana e dal Forum per i problemi della pace e della guerra nell'ambito delle iniziative per la Giornata della Memoria 2012. 

Il filosofo che ha teorizzato la societa' liquida e che un quarto di secolo fa ha pubblicato il saggio Modernita' e Olocausto 'ha citato gli esperimenti di recente condotti su un gruppo di studenti, scelti per partecipare a ipotetiche azioni crudeli, con la stragrande maggioranza di essi che hanno deciso di andare avanti, cioe' non si sono opposti. 

Da qui Bauman ha fatto una trasposizione sociologica e filosofica, applicata alla Shoah, del principio matematico noto come ''campana di Gauss'': quella sorta di curva regolare che identifica i diversi atteggiamenti delle persone comuni davanti al male; da un lato pochissimi che ''si rifiutano'', dall'altro pochissimi che ''si divertono'' e nel mezzo la grande maggioranza dei ''servi volontari''. 

Tuttavia, ha chiuso Bauman citando un testo intitolato Dopo l'oscurita' c'e' sempre la luce, non vanno dimenticate le persone che seppero e sanno resistere al male. Da un punto di vista personale, cio' ha costi molto alti ed e' certo piu' facile restare nella condizione di ''servi volontari''.

Fonte adnkronos