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05/04/14

Dieci grandi anime. 7. Raimon Panikkar. (3./)




Dieci grandi anime. 7. Raimon Panikkar. (3./)

Si potrà obiettare che anche con queste parole, una definizione chiara non è ancora arrivata.  Ma Panikkar ha preferito semplicemente rispondere a questa domanda - cosa sono io allora? che in definitiva corrisponde a: in cosa credo, quale è la mia percezione di Dio ?  -  con tutta la sua vita.  Una vita che, come si è visto finora, è stata vissuta in rivolta a quella ossessione moderna che è la certezza, la dichiarazione di appartenenza. Per Panikkar essere cristiani vuol dire senza mezzi equivoci scoprire in e attraverso Gesù, figlio di Maria, il mistero di Cristo,  ma al contempo la creazione si produce ogni giorno, ogni giorno è qualcosa di assolutamente nuovo e imprevedibile.  
      Per questo vale la pena vivere: per dare inizio a qualcosa di nuovo, scrive Panikkar, Non è questione di ripetere il passato né soltanto di criticarlo. La religione non è archeologia, non è come prima; è nuova ogni giorno: lo Spirito fa nuove tutte le cose, costantemente. La novità però,  se è il risultato di una creazione non ha modello, non ha paradigma: ci dà la libertà, e pertanto la responsabilità di partecipare attivamente nel dinamismo della storia e della realtà.  (6)
     
La testimonianza di un pensiero – e di uno spirito – libero, emana anche dalla stessa figura di Panikkar, che ogni qual volta viene avvicinato per una intervista colpisce l’interlocutore per la luce del suo sguardo, per la eleganza sobria del suo vestire, per il modo con cui riesce ad esprimere, anche di fronte a numerose ed eterogenee platee, il suo pensiero, in forma semplice e diretta.
     
Anche in questo,  il segreto è forse nel coniugare la pazienza, la calma e la meditazione nel parlare degli orientali, con la capacità analitica degli occidentali, anche se ormai queste categorie di distinzione cominciano davvero ad apparire superflue in un mondo sempre più ‘accorciato’.
     Ho avuto la fortuna di avere una madre spagnola e cattolica e un padre indiano e induista, ha detto in una intervista del 2004,  per me è stato un meraviglioso arricchimento. Mi ha insegnato a guardare ogni realtà con l'occhio dell'apertura e dell'amore. Io sono un sacerdote cattolico, ma che cosa sarebbe il mio sacerdozio, se pensassi di appartenere esclusivamente a una setta religiosa nata solo duemila anni fa? Ogni uomo è il punto in cui si incontrano il divino e il creato. Ma oggi molti giovani respingono o ignorano il messaggio cristiano perché in realtà non sanno che cos'è. "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra... Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio...": queste sono le parole dette da Gesù nel Sermone della montagna. Basta ripeterle ai giovani ed ecco che loro scoprono le radici e il significato eternamente valido del messaggio cristiano. (7)
      
Il completamento del ciclo vitale di Panikkar – e al contempo del suo lungo e proficuo cammino di ricerca spirituale – si è manifestato nel 1987 quando dopo più di venti anni trascorsi a cavallo tra due continenti e due realtà del mondo contrapposte,  il filosofo ha fatto ritorno a casa, nella sua catalogna.   Tracciando un bilancio di quel ventennio così movimentato, Panikkar così lo ha sintetizzato: Trascorsi un quarto di secolo tra una delle città più ricche, dello stato più ricco, della nazione più potente, e l’esatto contrario (a dodici ore di fuso orario): una delle città più caotiche, in uno degli stati più ‘sottosviluppati’, di uno dei paesi più poveri del mondo: tra Santa Barbara, in California, negli Stati Uniti, e Varanasi, nell’Uttar Pradesh, in India. La mia vita interiore era, letteralmente, l’unico punto di unione tra due sfere della mia vita.

      

Il ritorno a casa ha coinciso con l’elezione a luogo dell’anima, di Tavertet, un paesino dei pre-Pirenei catalani, dov’era già stato una prima volta qualche anno prima.   Qui, oggi Panikkar vive da monaco, dedicandosi completamente alla preghiera, allo studio, e alla cura del suo centro studi -  chiamato Vivarium - diventato con il tempo punto di incontro e scambi interculturali. 

 (3./segue) 

Fabrizio Falconi © - proprietà riservata/riproduzione vietata. 

      
5.     Il testo al quale si fa riferimento è pubblicato ne La stella del Mattino –  Laboratorio per il dialogo religioso, nuova serie – trimestrale n. 3 - luglio/settembre  2002.
6.     Raimon Panikkar, Esame di Coscienza in tre punti, pubblicato in www.dimensionesperanza.it
7.      Un guru moderno: Raimon Panikkar, intervista di Elena Missori, PerMe, n. 6 Agosto 2004.