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14/02/12

La visione di Costantino e l'Arco di Malborghetto - 6. Croce nel cielo.


6. Croce nel Cielo.


Procediamo con ordine.  Accettando la premessa di cui al paragrafo precedente, e cioè che l’Arco di Malborghetto sia stato edificato sotto il regno di Costantino sul luogo esatto dove sorgeva l’accampamento delle truppe dell’Imperatore, prima della Battaglia, luogo nel quale era avvenuta la Visione, si è  deciso di ricostruire – attraverso l’ausilio di un normale programma astronomico-matematico -  il cielo di quella notte, la notte del 27 ottobre del 312 d.C. (7).

Puntando il programma astronomico sulle coordinate del Casale di Malborghetto  - 42°03'08" log N e 12°29'16" lat E -  alle ore 22,00 (orario puramente indicativo) del 27 ottobre del 312 d.C. è risultata brillantissima, verso ovest la  costellazione del Cigno. (azm 277°51' alt +40°40'), che così viene descritta dal Dizionario Astronomico:
Ricca costellazione della via lattea settentrionale, in forma di croce allungata vista come un cigno in volo. Era tra le 48 elencate da Tolomeo (ca 140 dC) ed è a volte chiamata Croce del Nord (8).

Contiene 11 stelle più luminose della 4° grandezza tra cui Deneb (I grandezza) ed Abireo (stella doppia)".    

   

In effetti  questa costellazione - la costellazione del Cigno - era già famosa dai tempi di Eratostene, che fu il primo a chiamarla così.

Fu poi denominata da Ipparco Uccello, e in epoca cristiana Croce, e ancora oggi si chiama Croce del Nord per distinguerla dalla Croce del Sud, visibile solo dall'emisfero sud.
Gli arabi, grandi astronomi, le conferirono il nome poco aulico di Gallina.   Poi, nel 1627 l’astronomo gesuita Julius Schiller (1580-1627) nel suo monumentale trattato Coelum Stellatum Christianum, pubblicato ad Augusta, tentò di ristabilire il nome cristiano.
Schiller scelse anzi questo nome: Croce sostenuta da sant’Elena.

Questa che appare come semplice coincidenza, può implicitamente fornire una suggestiva ipotesi di lavoro, come vedremo, se rapportata alla rappresentazione pittorica di Arezzo.


 QUI le precedenti puntate

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21/01/12

La visione di Costantino e l'Arco di Malborghetto - 1.



La visione di Costantino e L’Arco di Malborghetto sulla Via Flaminia.

 1. Le vie consolari e l’età di Costantino.

Nella loro lunghissima storia le vie consolari di Roma sono state  teatro di misteriosi  eventi, celebri  visioni, alcune di esse fondamentali per la Storia del Cristianesimo.

Vale la pena ricordarne soltanto alcune:  la visione di San Pietro sulla Via Appia (64 d.C.)- del Domine Quo Vadis,  riferita da molte fonti, pagane e cristiane (a seguito della quale la quale l’apostolo Pietro avrebbe deciso di tornare per accettare il martirio a Roma); la visione dell’Imperatore Costantino sulla Via Flaminia (312 d.C.) prima della Battaglia di Ponte Milvio; la visione di Sant’Ignazio di Loyola sulla Via Cassia, in zona La storta, nel 1537, prima di entrare a Roma e fondare la Compagnia di Gesù.

Della prima e della terza esistono memorie in luoghi venerati a lungo e poi caduti nell’oblio. Riscoperti soltanto negli ultimi tempi da un certo turismo, non solo religioso.  Per quanto riguarda la seconda, invece, sembrerebbe quasi che l’episodio storico, tramandatoci dalla tradizione e dalle varie fonti che vedremo, sia stato completamente dimenticato.  Eppure, chi abita a Roma e si trova a passare nel popoloso quartiere denominato “Labaro” dovrebbe sapere che l’etimologia di quel nome è legata strettamente ad uno dei più celebri episodi della vita dell’Imperatore Costantino il Grande, e al misterioso segno che egli dichiarò di aver visto nel cielo prima della definitiva battaglia contro Massenzio.

Ma prima di addentrarci nella Visione della Via Flaminia, descriviamo più succintamente che si può la complicatissima situazione che vigeva nell'Impero prima dell'avvento di Costantino.

Il potere, all''inizio del 300 d.C., era incredibilmente frazionato.  Il declino di Diocleziano lasciò l'impero in mano alla tetrarchia , cioè in mano a quattro persone:  due Augusti (Diocleziano e Massimiano, i quali avevano scelto come sedi del potere rispettivamente Nicomedia, in Asia Minore, e Milano), che a loro volta avevano scelto due Cesari (il primo Galerio, il quale  pose la sua capitale a Mitrovizza, nell'attuale Croazia; il secondo Costanzo Cloro, padre di Costantino, che scelse Treviri, in Germania).

Roma, perciò, era apparentemente fuori dai giochi, sempre più periferica.

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09/04/11

IN HOC VINCES - Nuovo libro in uscita.


Sono molto contento di presentarvi l'uscita di questo nuovo libro, che ho scritto a quattro mani, insieme a Bruno Carboniero che è - materialmente - colui che ha compiuto una piccola grande scoperta, riferita ad una delle pagine più note della storia romana e della storia dell'Occidente tutta.

Tutto è cominciato quasi per caso proprio attraverso lo studio e il confronto tra appassionati che per lunghi mesi è andato in scena su un prolifico blog.

Dopo anni interi di lavoro, alla fine questi studi hanno preso forma in un libro che tra pochi giorni sarà in vendita nelle librerie. Questo è in sintesi, l'argomento.

La storia dell’Europa, e di tutto l’Occidente, è cambiata radicalmente con un un sogno premonitore: la notte del 27 ottobre dell’anno 312 d.C. l’imperatore romano Costantino è accampato con le sue truppe a poca distanza da Roma.

Il giorno seguente si scontra in battaglia col nemico Massenzio, schierato a difesa di Roma.

Durante il sonno, Costantino riceve la visione di Cristo che gli suggerisce di iscrivere sugli scudi il monogramma greco del Salvatore “XP” con la leggendaria promessa in hoc vinces (con questo vincerai).

Questo evento ha due fonti storiche principali, riferite da Eusebio di Cesarea (265 – 340) e Lattanzio (250 – 327).

I due resoconti hanno in comune un sogno che vide protagonista l’imperatore Costantino ed una croce, che gli sarebbe apparsa, presagio di vittoria.

La notte ed il cielo ci sono sembrati campi su cui indagare.

“In hoc vinces” è un avvincente viaggio nel tempo, alla ricerca di indizi archeologici, esoterici e astronomici nascosti dalla polvere dei secoli che, insieme al racconto della vita del leggendario imperatore romano e dei molti misteri legati alla vicenda storica che lo riguarda, offrono al lettore di oggi una nuova lettura e una inedita interpretazione di quel “segno”.

L’affermazione del Cristianesimo come religione dell’impero romano, la visione mistica prima della battaglia di Ponte Milvio, il lungo sodalizio con papa Silvestro I, la rivoluzione dell’architettura religiosa con la realizzazione delle prime grandi basiliche cristiane di San Giovanni in Laterano e San Pietro, il fondamentale contributo alla costruzione di una ortodossia teologica ed iconografica, le grandi vittorie ed il prezzo di sangue che tutto ciò comportò si arricchiscono, in questo studio, di nuovi e inaspettati contenuti.

a presto, dunque.

Intanto, altre notizie QUI.