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03/10/18

Torpignattara e le Spoglie di Elena. Una storia millenaria.




Torpignattara e le spoglie di Elena.

I romani di oggi, perfino quelli che abitano in quel popoloso quartiere, ignorano che il nome Tor Pignattara deriva da quella torre cilindrica, oggi in stato di semi-abbandono, e quasi invisibile passando su quel tratto della Via Casilina (al terzo miglio di quella che una volta si chiamava via Labicana e il cui tracciato è ai tempi odierni limitato alla zona di San Giovanni), nell'interno della quale, per lungo tempo, hanno riposato le ossa di Elena, la madre dell’imperatore Costantino, artefice, insieme al figlio e al Papa Silvestro della cristianizzazione dell’impero e dunque anche di Roma.

Sul luogo dove fu edificato il Mausoleo dedicato ad Elena, sorgeva un tempo il sepolcreto dei cosiddetti equites singulares, il corpo dei potenti cavalieri che tra le altre funzioni militari svolgevano anche il ruolo di proteggere la persona dell’imperatore. 

Una teoria, piuttosto ben accreditata, vuole che sia stato proprio Costantino a decidere la distruzione di quel sepolcreto, come vendetta per l’appoggio che gli equites avevano concesso all’imperatore Massenzio, schierandosi al suo fianco nella Battaglia di Ponte Milvio.

Alla morte della madre di Costantino, nel 328 d.C., l’imperatore scelse dunque questo luogo, nella località chiamata Ad duas lauros, per l’edificazione del Mausoleo a lei dedicato.

Elena, infatti aveva avuto un ruolo importantissimo nella vita dell’Impero e in particolare nello sdoganamento della religione cristiana.

In mancanza di fonti precise, si presume che Elena sia nata in una cittadina della Bitinia, chiamata Drepanum (più tardi ribattezzata da Costantino Heliopolis, ovvero città del Sole, in sua memoria)  nel 248 o 249 d.C.

Elena partorì Costantino quando aveva ventiquattro o venticinque anni. I genitori di Elena gestivano un albergo, titolo che le valse, soprattutto da parte dei detrattori di Costantino, il titolo di stabularia (addetta alle stalle), qualcosa che non era molto lontano dal termine di prostituta.

Sant'Elena 

Gli storici non sanno con esattezza, ma suppongono che Elena abbia incontrato Costanzo Cloro (padre di Costantino) in questo albergo, e che lo abbia seguito come concubina, come si usava all'epoca,  fino a Naisso, dove nacque il futuro imperatore.

Di come questa donna si sia potuta trasformare da stabularia alla magna femina di cui parla il vescovo Ambrogio non molti anni dopo (395), si è molto scritto nei secoli, nella ristrettezza di fonti storiche certe: le notizie su Elena, comunque già esigue, diventano infatti nulle dal 289 (anno in cui viene allontanata dal marito, Costanzo, il quale sposerà per ragioni di rango Teodora, figlia di Massimiano), fino al 306, quando Costantino viene proclamato imperatore a York, e colma la madre, sua madre, fino a quel punto dimenticata, di onori, ma sembra certo che la Elena abbia accompagnato il figlio in tutti i suoi spostamenti.

Anche nelle cronache seguenti il 306, comunque, in tutti i racconti su Costantino imperatore, le sue conquiste, le sue difficoltà, i suoi grandiosi progetti, le sue realizzazioni, le notizie su  Elena restano poche e frammentarie, a parte il suo essere proclamata Augusta nel 324.

E ben poche sono le notizie riguardanti il famoso viaggio di Elena in Terra Santa, durante il quale, secondo il racconto della tradizione, guidata dallo Spirito Santo, Elena rinvenne addirittura la Sacra reliquia della Croce, e il luogo esatto della morte di Cristo, ovvero la collinetta del Golgota, presso Gerusalemme, dove fu edificato, per ordine del figlio Costantino, la Basilica del Santo Sepolcro, che ancora oggi è su quel luogo.


Quel che si sa è che questo viaggio ebbe luogo sicuramente dopo il Concilio di Nicea (325 d.C.) e che Elena morì poco dopo il suo ritorno.   

Qualche storico ha messo in relazione, in modo suggestivo, questo viaggio di Elena con il suo desiderio di espiazione di un rimorso collegato ad una vicenda molto oscura: un vero thrilling, un dramma familiare di corte esploso nel 326, quando Costantino fece uccidere il figlio di primo letto Crispo, per poi uccidere con le sue mani la moglie Fausta, con la quale l'imperatore era sposato da 19 anni, annegandola nell’acqua bollente. 

Sembra dunque che Elena, in questo dramma possa aver recitato una figura importante (forse riferendo al figlio ciò che accadeva in sua assenza, ovvero l'esistenza di una relazione tra Fausta e il suo figliastro Crispo ?).  Motivo che avrebbe dunque generato quel desiderio di espiazione, all'origine del viaggio.

Tre anni dopo Elena morì a Treviri, in Germania, verso la fine del 328.   

Il suo corpo per volere del figlio imperatore, fu inumato in un magnifico sarcofago di porfido rosso (oggi nei Musei Vaticani),  e poi sepolto nel Mausoleo fatto costruire sulla Via Labicana, che Costantino aveva originariamente immaginato per sé.


L’edificio a pianta circolare, è costituito da due cilindri sovrapporti, con diametri giganteschi, quello interno di venti metri e quello esterno di ventotto, per un altezza che in origine era di quasi ventisei metri.

All’interno, il cilindro assume poi una forma ottagonale con nicchie e finestre ad arco, che ricordano vagamente la struttura di Castel del Monte, in Puglia.

Il nome dato alla costruzione deriva, oltre che dalla forma dell’edificio, dalle anfore vuote (dette in modo popolare pignatte)  che furono inserite per alleggerire il peso della cupola e che a causa del crollo della cupola sono oggi ben visibili.

In una di queste nicchie, probabilmente quella di fronte all'ingresso, era ospitato il sarcofago in porfido rosso di Elena. 

Il sarcofago di Elena ai Musei Vaticani

Le spoglie della madre dell’imperatore rimasero comunque in questo luogo soltanto per ottocento anni. Attualmente i resti di Elena sono conservate in un'urna di porfido nella Cappella di Elena o Cappella Santa,  in Santa Maria in Aracoeli, dove furono traslati nel 1140.

Sacello di Sant'Elena nella Basilica dell'Ara Coeli


Fabrizio Falconi