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02/02/09

Una civiltà decadente .



Probabilmente sull'argomento si sarà già riflettuto abbastanza, e ci saranno in giro chissà quanti trattati antropologici, ma è una cosa sulla quale - credo - non riflettiamo mai abbastanza. Un motivo della decadenza della nostra società - in particolar modo quella occidentale - è molto concretamente radicato nella nostra essenza biologica di esseri umani.
Mi spiego: fino a qualche generazione fa, l'infanzia e l'adolescenza avevano nella vita di un uomo una importanza temporanea straordinaria. Per molti secoli l'età media di vita di un uomo o di una donna non superava i quarant'anni o - quando andava bene - i cinquanta.

Di conseguenza, a causa della 'brevità' stessa della vita, l'infanzia e l'adolescenza occupavano la metà tonda o al massimo un terzo della vita di un individuo. E questo è quello che è accaduto anche a Gesù Cristo, che secondo il racconto evangelico, visse solo fino a 33 anni (anche se sappiamo che forse fu qualcuno di più, forse 36 o 37) e per il quale gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza - delle quali nulla o quasi sappiamo, se non brevissimi cenni in Luca - occuparono la metà della sua vita terrestre.

Con l'allungamento della vita, dovuto alle incredibili conoscenze scientifico mediche attuali, l'infanzia e l'adoloscenza sono diventate sempre più 'brevi' nell'economia di una vita. Se una persona vive oggi fino a 85 o 90 anni, l'infanzia e l'adolescenza non rappresenteranno che un 1/8 o 1/7 della sua lunga vita.
Questo aspetto comporta diverse conseguenze: la memoria dell'infanzia diventa sempre più 'lontana' nelle persone che vivono a lungo, inevitabilmente. E con lo smarrirsi di quei ricordi e di quelle emozioni, si smarrisce anche l'autenticità e la purezza di quello stato provvisorio del nostro corpo/psiche che, divenuto adulto, si è - per forza di cose - perduto.
Ecco perchè la nostra è una civiltà 'decadente': una civiltà nella quale i valori del nascente, di colui che nasce e che 'porta il nuovo' e che 'fa sembrare tutto diverso, tutto con occhi diversi' dura davvero troppo poco. Se fossimo capaci di trasportare anche nelle nostre lunghe - per fortuna - vite adulte, quella freschezza, quella innocenza, quella autenticità, non c'è dubbio che sarebbe davvero un mondo migliore per tutti.
Se fossimo capaci, come dice il Signore, di lasciare che quei bambini che eravamo venissero a Lui, e ritrovassero la forza di essere anche oggi quel che eravamo allora.

Fabrizio Falconi - 2009