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05/05/22

Quella volta che Bruce Chatwin fece ridere Jorge Luis Borges

 


E' la foto che documenta un incontro raro, tra due delle personalità più notevoli del Novecento letterario Bruce Chatwin e il grande Jorge Luis Borges. 

Nell'ottobre 1983 infatti, Chatwin fu intervistato per un talk show televisivo della BBC da Frank Delaney, e insieme a Bruce, c'erano anche Borges e Mario Vargas Llosa. 

Di quella storica registrazione, resta anche il ricordo di un curioso aneddoto.

Nello studio, nel momento in cui arrivò Borges, Chatwin disse di lui all'intervistatore:  'È un genio. non puoi andare da nessuna parte senza portarti dietro Borges. È come prendere lo spazzolino da denti"

Borges, sentendo questo, rispose divertito: "Che poco igienico!" -

C'era del resto un sicuro, grande timore reverenziale. Borges aveva 84 anni, mentre Chatwin, ancora giovanissimo, soltanto trentatré. 

07/01/22

Quando Salinger cercava l'illuminazione mistica e intanto la moglie meditava di uccidere la figlia e suicidarsi

 


Ci sono molti aspetti poco conosciuti della vita di J.D. Salinger, considerato uno degli scrittori più importanti del Novecento americano, anche a causa della vita completamente appartata che lo scrittore condusse per diversi decenni, lontano da qualsiasi forma di pubblicità, fino a diventare un vero e proprio fantasma

Ciò nonostante, molti studi sono stati compiuti negli ultimi anni per mettere in luce gli aspetti più segreti della vita di Salinger, e le influenze sui temi e sulla forma della sua scrittura. 

Così, in particolare, gli anni del rapporto con la sua seconda moglie (furono tre in tutto, compresa Colleen O' Neill, sposata nel 1988, a 78 anni)

Nel febbraio 1955, all'età di 36 anni, Salinger sposò Claire Douglas (nata nel 1933), una studentessa di Radcliffe che era la figlia del critico d'arte Robert Langton Douglas. I due ebbero 2 figli, Margaret (nota anche come Peggy - nata il 10 dicembre 1955) e Matthew (nato il 13 febbraio 1960). 

Margaret Salinger ha scritto nel suo libro di memorie Dream Catcher che crede che i suoi genitori non si sarebbero sposati, né sarebbe nata, se suo padre non avesse letto gli insegnamenti di Lahiri Mahasaya, un guru seguace di Paramahansa Yogananda, che pronosticò la possibilità dell'illuminazione per coloro che avrebbero seguito il percorso del "capofamiglia" (cioè una persona sposata con figli). 

Dopo il loro matrimonio, Salinger e Claire furono iniziati al sentiero del Kriya yoga in un piccolo tempio indù di fronte a un negozio a Washington, DC , durante l'estate del 1955.

Ricevettero un mantra e un esercizio di respirazione da praticare per dieci minuti due volte. un giorno.  Salinger in questo periodo fece pressioni su Claire perché abbandonasse l'università e vivesse con lui, a soli quattro mesi dalla laurea, cosa che lei fece. 

A causa della loro posizione isolata nella Cornovaglia - dove andarono a vivere - e delle inclinazioni di Salinger, condussero una vita molto isolata, assai pesante per la giovane madre.

Claire era anche frustrata dalle credenze religiose in continua evoluzione di Salinger

Sebbene si fosse impegnata nel Kriya yoga, Claire assisteva ai repentini cambiamenti di Salinger che lasciò l'insegnamento per lavorare su una storia "per diverse settimane, che poi avrebbe distrutto per seguire il nuovo 'ismo' che dovevamo seguire", scrive nelle sue memorie. 

Dopo aver abbandonato il Kriya yoga, Salinger tentò anche con Dianetics (il precursore di Scientology), incontrando persino il suo fondatore L. Ron Hubbard, ma secondo il racconto di Claire ne fu subito disincantato. 

A questo seguì l'adesione a una serie di sistemi di credenze spirituali, medici e nutrizionali, tra cui la Scienza Cristiana , Edgar Cayce , l' omeopatia , l' agopuntura e la macrobiotica . 

La vita familiare di Salinger peggiorò dopo la nascita del suo primo figlio; secondo il libro di Margaret, Claire sentiva che sua figlia l'aveva sostituita negli affetti di Salinger. La neonata Margaret era ammalata per la maggior parte del tempo, ma Salinger, avendo abbracciato la Christian Science, si rifiutò di portarla da un medico. 

Secondo Margaret, sua madre le ammise anni dopo che era andata "oltre il limite" nell'inverno del 1957 e aveva fatto piani per ucciderla e poi suicidarsi.

Claire aveva presumibilmente intenzione di farlo durante un viaggio a New York City con Salinger, ma invece si limitò a prendere con sé Margaret dall'hotel e scappare. Dopo alcuni mesi, Salinger la convinse a tornare in Cornovaglia. 

I Salinger divorziarono nel 1967, con Claire che ottenne la custodia dei bambini. Salinger rimase vicino alla sua famiglia, costruendo una nuova casa per sé dall'altra parte della strada, in cui si recò frequentemente per vedere i figli. 

05/03/21

Libro del Giorno: "La pasqua rossa" di Alberto Bevilacqua

 


Alberto Bevilacqua scrisse questo romanzo, arrivato finalista al Campiello (che lo scrittore aveva già vinto nel 1966 con Questa specie d'amore), nel 2003.

Con La Pasqua Rossa Bevilacqua tornò ai temi e ai conflitti sociali del dopoguerra italiano, già esplorati in La Califfa e in altri romanzi. 

Il libro ripercorre così i fatti dell'aprile 1946, quando nel carcere di San Vittore sono stipati piú di tremila detenuti, tra delinquenti senza bandiera, ex repubblichini ed ex partigiani condannati per reati comuni: un microcosmo impossibile, che rispecchia con paradossale fedeltà un'Italia che stenta a scrollarsi di dosso «il sentimento delle macerie»

È in questa polveriera che scoppia una delle rivolte più imponenti del sistema carcerario mondiale, architettata da Ezio Barbieri, eroe maledetto capace di amicizie e di amori intensi, dipinto dalle dicerie come un diavolo con fattezze angeliche, dal sorriso ambiguo, dall'intelligenza spiazzante

Ma chi era davvero Ezio Barbieri? 

Un uomo in grado di capire come nessun altro «i drammi in gabbia» e i destini futuri dell'Italia? Un profeta moderno? Un sognatore? È intorno alla personalità complessa, contraddittoria e carismatica di questo pifferaio magico che il libro di Bevilacqua si avvita a spirale: nella convinzione, profonda e contagiosa, che il destino di un uomo possa illuminare, a tratti, quello del mondo.

In questo racconto ravvicinato corale, dai toni onirici, Bevilacqua ritrae un ribelle, Ezio Barbieri, costretto da sempre a recitare se stesso, alla ricerca dell'impossibile rivalsa contro un destino fallimentare.

Un possibile punto di svolta, un momento cruciale per il futuro dell'Italia osservato dall'alto delle celle degli sconfitti, attraverso il risentimento di un uomo solo accerchiato dall'esercito e dal suo passato.

Per la cronaca Ezio Barbieri, che fu condannato all'ergastolo, e uscito dal carcere nel 1971, è morto quasi centenario, soltanto tre anni fa, nel 2018 a Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia. 

Un romanzo che conferma la qualità letteraria e l'estro di uno dei migliori scrittori italiani del Novecento. 

Alberto Bevilacqua

La Pasqua Rossa

Einaudi, 2003 

pp. 238, Euro 17 




27/04/13

La vita di Jack London, come un romanzo.




La vita di uno scrittore mitico come Jack London (1876 - 1916) non e' meno avvincente, interessante e vera di quella da lui narrata nel romanzo 'Martin Eden', sulla formazione, la fatica, la fortuna, l'insoddisfazione e gli amori si un giovane scrittore self made man nell'America di fine Ottocento, quasi un ritratto del sogno americano, tra illusioni e tradimenti. 

Cosi' questa biografia, approvata dalla Jack London Foundation, si legge come un vero e proprio romanzo di formazione, col passaggio dai lavori piu' umili alla partecipazione alla guerra di Crimea, dalla passione per viaggi e lavori avventurosi sino al grande successo letterario nel vivere la propria arte come una professione.

Daniel Dyer, professore e divulgatore, ci racconta gli sforzi di questo esploratore senza paura lungo la pista che porta a diventare scrittore: dai primi fallimenti all'imposizione di un'autodisciplina, con la quale regolamentarsi: scrivere e leggere ogni giorno, anche in mare, anche quando l'ispirazione sembra mancare. 

L'arte come doloroso ma ineludibile impegno di vita, per sfondare nella vita e cercare di capirne qualcosa. Daniel Dyer ha una moglie scrittrice e ha insegnato a tutti i livelli dalla scuola media, ai corsi universitari, e pubblicato saggi su numerose riviste, tra cui la National Review, oltre alle biografie di Mary Shelley e di Edgar Allan Poe.

DANIEL DYER, 'JACK LONDON' (MATTIOLI 1885, pp. 280 - 17,90 euro).

11/12/12

Kafka: dopo 95 anni riappare una lettera sul terrore per i Topi.





Una lettera autografa di FranzKafka (1883-1925), in cui rivelava all'amico Max Brod il suo terrore per i topi, e' stata acquistata dal Deutsches Literaturarchiv, l'Archivo tedesco di letteratura che ha sede a Marbach am Neckar, per 96 mila euro ad un'asta della casa Kaupp. 


La lettera fu scritta nel dicembre 1917, mentre l'autore praghese si trovava nella fattoria della sorella Ottla per curarsi dalla tubercolosi, in Boemia. 

Il contenuto della missiva era gia' noto agli studiosi ma non si sapeva dove si trovasse l'originale, che ora e' saltato fuori con l'asta dopo 95 anni. 

Sembra che la lettera abbia cambiato almeno tre proprietari negli ultimi trent'anni. Il Deutsches Literaturarchiv mettera' in mostra l'autografo appena acquistato con altre carte di Kakfa nella prossima primavera.

Nella lettera Kafka racconta di vivere nel terrore a causa dei topi presenti nella sua stanza, di essere paralizzato da questa idea, tanto da pensare a trappole ma anche ad un gatto. 

Ma alla fine pensa che forse sarebbe meglio ricorrere alle cure di uno psicanalista per guarire da quella fobia.

La lettera di Kafa fa quasi certamente parte di quelle carte originali dello scrittore boemo che Max Brod porto' con se' in Palestina prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, nonostante l'amico gli avesse chiesto di bruciarle. 

Da allora la proprietà di quei documenti, tra cui inediti di Kakfa, è al centro di una complessa vicenda legale tra Israele, la Germania e gli eredi dell'ex segretaria di Brod. 

Una recentissima sentenza del tribunale di Tel Aviv ha stabilito che tutte le carte di Kafka affidate a Brod sono di proprieta' dello Stato di Israele. Non e' escluso che l'acquisto di questa lettera da parte della Germania apra un nuovo caso legale. 

14/08/12

Elsa Morante - 100 anni dalla nascita.



Tra quattro giorni, il prossimo 18, si celebra il centenario della nascita di uno dei massimi scrittori italiani del novecento, Elsa Morante.  

Il suo ricordo e' legato a grandi romanzi come 'Menzogna e sortilegio','L'isola di Arturo' e 'La Storia'. Ma anche alla sua lunga e complessa vicenda sentimentale con un altro scrittore, Alberto Moravia. 

Elsa Morante, la scrittrice che ha messo in scena tra l'altro i duri tempi del dopoguerra, e' nata il 18 agosto del 1912. Amica di Pierpaolo Pasolini e dei maggiori intellettuali del suo tempo, ha cominciato a scrivere fin da giovanissima. 

Romana di Testaccio, ha pubblicato i suoi racconti giovanili nel 1941 nel volume 'Il gioco segreto', edito da Garzanti. Un anno importante, per la scrittrice, il 1941: in aprile sposa Alberto Moravia che aveva conosciuto nel 1936.

La loro e' una vicenda sentimentale travagliata, durata per 20 anni. Ed e' proprio attraverso l'autore de 'Gli indifferenti', che Morante iniziò a frequentare Sandro Penna ed Enzo Siciliano. Senza dimenticare altri 'giganti' come Umberto Saba, Attilio Bertolucci e Giorgio Bassani. 

Intanto continua a dedicarsi alla scrittura. Il romanzo che l'ha imposta come scrittrice e' 'Menzogna e sortilegio', uscito da Einaudi grazie a Natalia Ginzburg, che vince il Premio Viareggio. 

Viene anche tradotto negli Usa, con il titolo 'House of Liars', nel 1951. Inizia cosi', con un vasto successo, la carriera letteraria di Morante. 

Le sue doti di affabulatrice si affinano e da un premio passa ad un altro: dopo il Viareggio e' la volta dello Strega. 

Nel 1957, infatti, vince il massimo riconoscimento letterario con 'L'isola di Arturo'. 

All'inizio degli anni Sessanta recita una breve parte nel film 'Accatone' di Pasolini. Ma proprio il decennio del boom coincide con una crisi artistica senza precedenti. Una crisi che, pero', non affievolisce la sua vena creativa. 

Ai grandi libri della narratrice romana si aggiunge 'La Storia', considerato da molti critici il suo vero capolavoro. Un successo popolare ambientato nella Capitale. 

Nel 1976 comincia la stesura del suo ultimo romanzo, 'Aracoeli' che vede la luce nel 1982. 

Costretta, dal 1980, a letto dopo la frattura del femore, Morante intraprende la sua discesa verso la fine. Subisce un intervento chirurgico e perde l'uso delle gambe. Nel 1983 tenta il suicidio. Il 25 novembre del 1985 ha luogo l'ultimo atto della sua vita: dopo un nuovo intervento, muore di infarto a 73 anni. 

Postumi, vengono pubblicati 'Opere' e i 'Racconti dimenticati' che raccoglie alcuni brani de 'Il gioco segreto'.  

28/06/12

'Il ponte di San Luis Rey' di Thornton Wilder, un romanzo che parla a ciascuno di noi.



Ho appena finito di leggere un grande romanzo: Il Ponte di San Luis Rey, scritto da Thornton Wilder nel 1927, con il quale il famoso drammaturgo americano vinse il Premio Pulitzer.

E' un romanzo molto strano.  Che tocca i nostri temi.  Wilder imbastisce una storia ambientata in Perù, nel 1700.  Dopo molti secoli che se ne sta lì tranquillo al suo posto, crolla il vecchio ponte di San Luis Rey, costruito dai Maya.   Quel ponte, dice Wilder, è una istituzione per tutti gli abitanti di Lima.

Intere generazioni, per secoli e secoli sono transitate su quel ponte, unico mezzo di comunicazione per attraversare un profondo burrone. Fino al giorno fatidico, in cui il ponte crolla.

E in quel giorno fatidico muoiono 5 persone. 5 persone tra le migliaia, i milioni di persone che nei secoli hanno attraversato quel ponte.

Wilder immagina che un frate francescano, fratel Ginepro, non dandosi pace del perchè proprio a quelle 5 persone sia toccato in sorte di transitare sul ponte al momento del crollo, decide di ricostruire le loro vite, alla ricerca di un elemento comune, di una traccia che giustifichi il loro coinvolgimento nella sciagura.

L'intelligenza di questo romanzo sta proprio nell'aver toccato uno dei punti cruciali di fronte al quale, tutte le religioni del mondo, si trovano come impotenti.

Se infatti, quando c'è di mezzo una morte individuale, si può andare alla ricerca di una motivazione, di una logica che giustifichi l'intervento divino,  quasi impossibile è fare altrettanto quando in una tragedia collettiva - pensiamo a un aereo che cade, o alle Torri Gemelle, tanto per restare vicini a noi - perdono la vita contemporaneamente persone diversissime, il buono al fianco del cattivo, l'innocente, il bambino, il solitario, il ladro e l'assassino.

Questo tipo di eventi è stato per ogni religione, sempre, motivo di scandalo.

Ed è stato, da sempre, un motivo a favore di tutti coloro che interpretano la vita come una pura successione di eventi casuali, spinti dalla fortuna o dalla sfortuna (alla Woody Allen insomma).

Il Ponte di San Luis Rey è grande, in questo:  Il povero Fratel Ginepro, nella disperata ricerca di un senso, arriva a compilare una tabella per le persone coinvolte, assegnando un punteggio da 1 a 10 e da -1 a -10 per tre diverse categorie: bontà, devozione, utilità (alla società).   


A Ciascun morto Ginepro assegna un punteggio, in base alle testimonianze degli amici, dei conoscenti, dei famigliari, degli estranei.


Non voglio rivelare troppo del romanzo, fatto sta che Ginepro si trova ad un certo punto a gettare nel mare le sue carte statistiche, allorquando si rende conto che: sono proprio i più meritevoli, i più buoni, i più utili alla causa umana, quelli che sono morti.

Non è proprio questo quello che la saggezza popolare (cristiana) tramanda da tanti secoli: e cioè che - detto in soldoni - se ne vanno sempre i migliori ? E che invece le persone malvagie, quelle rancorose, quelle che odiano e fanno guai, godono di lunga e durevole salute, morendo spesso di morte naturale, in tardissima età ?

Come si spiega questo mysterium iniquitatis ?


Fabrizio Falconi