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17/08/21

A Pompei la scoperta di una tomba mummificata è un vero giallo !

 


Una tomba particolarissima, a recinto, con una facciata decorata da piante verdi su fondo blu e una camera per l'inumazione in un periodo in cui nella citta' i corpi degli adulti venivano sempre incenerati. 

Ma anche un'iscrizione marmorea dalla quale arriva la prima conferma che nei teatri della colonia romana, almeno negli ultimi decenni prima dell'eruzione del 79 d.C, si recitava pure in lingua greca.

E' ancora una volta una storia affascinante e piena di mistero quella che arriva dall'ultima straordinaria scoperta del Parco Archeologico di Pompei, riportata alla luce grazie ad una campagna di scavi condotta insieme con l'Universita' Europea di Valencia.

Un ritrovamento sul quale e' al lavoro un team interdisciplinare di esperti e da cui ci si aspetta tantissimo - sottolineano unanimi il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel e Llorenç Alapont dell'Universita' di Valencia - anche per le condizioni di conservazione del defunto, che appare in parte mummificato, la testa ricoperta di capelli bianchi, un orecchio parzialmente conservato, cosi' come piccole porzioni del tessuto che lo avvolgeva

"Uno degli scheletri meglio conservati della citta' antica", anticipa all'ANSA Zuchtriegel. Di fatto, insomma, una miniera d'oro di dati scientifici. 

"Pompei non smette di stupire, si conferma una storia di riscatto e un modello internazionale", applaude il ministro della cultura Franceschini ringraziando "le tante professionalita' dei beni culturali che con il loro lavoro non smettono di regalare al mondo risultati straordinari che sono motivo di orgoglio per l'Italia".

Costruita subito all'esterno di Porta Sarno, uno degli importanti varchi di accesso alla citta', la tomba, che risale agli ultimi decenni di vita di Pompei appartiene a Marcus Venerius Secundio, un liberto che nella vita era stato prima il custode del Tempio di Venere, un tempio molto importante perche' proprio a Venere i romani avevano intitolato la citta', nonche' minister degli augustali e infine, sicuramente solo dopo la liberazione, anche Augustale, ovvero membro di un collegio di sacerdoti del culto imperiale. 

Un ex schiavo, quindi, che dopo il riscatto aveva raggiunto un certo agio economico, abbastanza da potersi permettere una tomba di livello in un luogo assolutamente di prestigio. 

E tanto da potersi vantare , proprio nell'iscrizione del suo sepolcro, di aver dato "ludi greci e latini per la durata di quattro giorni", cosa che poteva assimilarlo alla classe sociale piu' elevata e piu' colta della cittadina, perche' in quel periodo, spiega Zuchtriegel, nell'area del Mediterraneo "la lingua greca era un po' come oggi per noi l'inglese" , molto diffusa, quindi, ma non alla portata di tutti a Pompei dove comunque le famiglie piu' agiate impazzivano per Omero, Eschilo, Euripide.

Tant'e', i primi esami sul corpo ci dicono che la morte ha colto il nostro uomo gia' anziano, " Doveva avere piu' di 60 anni e non aveva mai svolto lavori particolarmente pesanti", anticipa il direttore. Dati compatibili con le caratteristiche del suo nome, che lo indica come un ex schiavo 'pubblico', uno dei tanti che a Roma o nelle citta' di provincia svolgevano lavori di custodia o amministrativi. 

Ma perche' farsi inumare, scegliendo per se' un rito che veniva usato in epoca molto piu' antica piuttosto che nel mondo greco ma non a Pompei dove, con la sola eccezione dei bambini, i cadaveri venivano cremati? 

Tra le ipotesi possibili, ragiona il direttore generale dei musei statali Massimo Osanna, quella che Marcus Venerius Secundio si sentisse o fosse estraneo al corpo sociale della citta', uno straniero insomma, forse arrivato proprio da qualche altro luogo dell'impero romano o da Roma "dove in quel periodo alcune famiglie continuavano a praticare l'inumazione, cosa che diventera' poi usuale dal secolo successivo"

I misteri non si esauriscono qui: nel recinto della tomba, alle spalle della cella sigillata nella quale era adagiato il corpo di Secundio, sono state trovate due urne, una delle quali in vetro appartiene ad una donna chiamata Novia Amabilis, forse la moglie del defunto, ipotizzano gli archeologi, per la quale si sarebbe usato un rito piu' propriamente pompeiano.

Ma perche' alla signora sarebbe stato riservato un trattamento diverso? Senza contare il giallo della parziale mummificazione del cadavere di Secundio che potrebbe essere dovuta alla perfetta chiusura della camera sepolcrale, certo, ma anche ad una pratica di imbalsamazione: "Potremo capirne di piu' dall'analisi dei tessuti - ci dice Alapont - dalle fonti sappiamo che determinate stoffe come l'asbesto venivano usate per l'imbalsamazione"

Il professore allarga le braccia: "Anche per chi come me si occupa di archeologia funeraria da tempo, la straordinaria ricchezza di dati offerta da questa tomba, dall'iscrizione alle sepolture , ai resti osteologici e alla facciata dipinta, e' un fatto eccezionale, che conferma l'importanza di adottare un approccio interdisciplinare, come l'Universita' di Valencia e il Parco archeologico di Pompei hanno fatto in questo progetto". 

Studi, analisi e nuove ricerche potranno insomma far luce su questo mistero e nello stesso tempo aggiungere tanti altri preziosi tasselli alla storia della citta'. Intanto si studia come includere anche la necropoli di Porta Sarno e la tomba di Secundio nell'itinerario delle visite. "Al momento purtroppo non e' possibile perche' il terreno su cui si trova e' al di la' della ferrovia Circumvesuviana, ma e' solo una questione di tempo - assicura Zuchtriegel- siamo al lavoro su uno studio di fattibilita'"

03/02/21

Scoperte in Egitto Mummie dalla lingua d'oro !




"Foglie d'oro a forma di lingua" piazzate nella bocca di mummie di epoca greco-romana "in un uno speciale rituale per assicurare" ai defunti "la capacita' di parlare nell'Aldila' davanti al tribunale d Osiride", dio egizio della morte e dell'Oltretomba, sono state rinvenute in scavi condotti a ovest di Alessandria. 

Lo riferisce un post su Facebook pubblicato dal ministero delle Antichita' egiziano.

La scoperta e' stata fatta da "una missione egitto-dominicana dell'Universita' di Santo Domingo guidata da Kathleen Martinez", premette il post precisando che gli scavi sono stati condotti presso il "tempio di Taposiris Magna". 

Sono state rinvenute 16 tombe scavate nella roccia, "popolari in era greco-romana", con all'interno "un certo numero di mummie in cattivo stato di conservazione". 

 Taposiris Magna, come noto, e' una citta' fondata dal faraone Tolomeo II Filadelfo tra il 280 e il 270 a.C e il cui nome significa "grande tomba di Osiride", che Plutarco identifica con un tempio egizio della citta'. 


23/11/20

Pompei: Cosa sappiamo dei due corpi ritrovati miracolosamente intatti



I corpi di due fuggiaschi, travolti dalla furia dell'eruzione del 79 d.C. Quello di un uomo abbiente, il padrone, e, molto probabilmente, quello del suo schiavo. 

Quelli che sono riemersi dalle ceneri, a Pompei, restituiti grazie alla tecnica dei calchi in gesso, ideata nell'Ottocento da Giuseppe Fiorelli. 

La colata di gesso liquido nelle cavita' lasciate dai corpi degli abitanti dell'antica citta' romana fa emergere dettagli impressionanti. 

La prima vittima e', quasi certamente, un ragazzo tra i 18 e i 23 anni, alto 1,56 metri. Ha il capo reclinato, con i denti e le ossa del cranio ancora parzialmente visibili; indossa una tunica corta, di lunghezza non superiore al ginocchio, di cui e' ben visibile l'impronta del panneggio sulla parte bassa del ventre, con ricche e spesse pieghe. 

Le tracce di tessuto suggeriscono che si tratti di una stoffa pesante, probabilmente fibre di lana. Il braccio sinistro e' leggermente piegato con la mano, ben delineata, appoggiata sull'addome, mentre il destro poggia sul petto. Le gambe sono nude. 

La presenza di una serie di schiacciamenti vertebrali, inusuali per la giovane eta' del ragazzo, fa pensare che potesse svolgere lavori pesanti: ecco perche' si pensa che fosse uno schiavo. 

Durante la realizzazione di questo primo calco e' avvenuta la scoperta delle ossa di un piede, che ha rivelato la presenza di una seconda vittima

È in una posizione completamente diversa rispetto alla prima, ma attestata in altri calchi a Pompei. Il volto e' riverso a terra, a un livello piu' basso del corpo, e il gesso ha delineato con precisione il mento, le labbra e il naso, mentre si conservano parzialmente a vista le ossa del cranio.

Le braccia sono ripiegate con le mani sul petto, mentre le gambe sono divaricate e con le ginocchia piegate.

 L'abbigliamento e' piu' articolato rispetto all'altro uomo. Sotto il collo della vittima, vicino allo sterno dove la stoffa crea evidenti e pesanti pieghe, si conservano infatti impronte di tessuto ben visibili riconducibili a un mantello in lana che era fermato sulla spalla sinistra.

In corrispondenza della parte superiore del braccio sinistro vi e' anche l'impronta di un tessuto diverso, quello di una tunica, che sembrerebbe essere lunga fino alla zona pelvica. 

La robustezza del corpo, soprattutto a livello del torace, suggerisce che anche in questo caso sia un uomo, piu' anziano pero' rispetto al primo, con un'eta' compresa tra i 30 e i 40 anni e alto circa 1,62 metri. 

La scoperta e' avvenuta durante l'attivita' di scavo in localita' Civita Giuliana, a 700 metri a nord ovest di Pompei, nell'area della grande villa suburbana dove gia' nel 2017 furono rinveneuti i resti di tre cavalli bardati. 

"Questa scoperta straordinaria dimostra che Pompei e' importante nel mondo non soltanto per il grandissimo numero di turisti - dichiara il ministro per i beni e le attivita' culturali e per il turismo Dario Franceschini - ma perche' e' un luogo incredibile di ricerca, di studio, di formazione. Sono ancora piu' di venti gli ettari da scavare, un grande lavoro per gli archeologici di oggi e del futuro". 

"Uno scavo molto importante quello di Civita Giuliana - gli fa eco il Direttore del Parco Archeologico di Pompei Massimo Osanna - perche' condotto insieme alla Procura di Torre Annunziata per scongiurare gli scavi clandestini e che restituisce scoperte toccanti. Queste due vittime cercavano forse rifugio nel criptoportico, dove invece vengono travolte dalla corrente piroclastica alle 9 di mattina. Una morte per shock termico, come dimostrano anche gli arti, i piedi, le mani contratti. Una morte che per noi oggi e' una fonte di conoscenza incredibile".

12/08/19

Pompei: Dagli Eterni Scavi spunta fuori il Tesoro della Fattucchiera !


Morbide ambre, lucidi cristalli, ametiste. Ma anche bottoni in osso, delicate fayence , scarabei dell'oriente

A Pompei, nella Regio V, la Casa del Giardino restituisce un nuovo strabiliante tesoro: i resti di uno scrigno in legno e metallo colmo di gemme e di amuleti, dalle bamboline alle campanelle, e poi falli, pugni chiusi, persino un piccolo teschio

"Decine di portafortuna accanto ad altri oggetti ai quali si attribuiva il potere di scacciare la malasorte", anticipa all'ANSA il direttore del Parco Massimo Osanna. Si tratta di meraviglie che certo potrebbero essere appartenute alla padrona di casa. Ma non e' detto. Perche' la cassetta si trovava in un ambiente di servizio, lontano dalla stanza da letto della matrona e anche dall'atrio della domus dove gli archeologi hanno ritrovato gli scheletri di dieci persone, praticamente l'intera famiglia, sterminata dalla violenza dell'eruzione mentre tentava di mettersi in salvo. 

Non solo: mancano gli ori che a Pompei tutte le donne amavano esibire e che certamente non potevano mancare nel portagioie di una giovane signora, seppure di media ricchezza.

Le collane contenute nel piccolo forziere sembrano quindi raccontare un'altra storia: "Si potrebbe trattare di monili da indossare per occasioni rituali, piu' che per mostrarsi elegante", ragiona Osanna. Oggetti preziosi, ma in un senso diverso dai gioielli. 

Una raccolta di piccole cose in qualche modo legate alla magia che potrebbero essere state l'armamentario di una persona, forse anche una schiava, dotata di particolari capacita' taumaturgiche e di un rapporto privilegiato con gli aspetti piu' magici del vivere quotidiano. 

Si potrebbe spiegare cosi' questa collezione di strani oggetti che nel mondo romano avevano a che fare con la fertilità, la seduzione, il buon esito di un parto o di un matrimonio, dai falli alle pigne, dalla spiga di grano alle ambre. 

Per il momento si tratta di ipotesi. 

Gli studi sulla Casa del Giardino (la stessa nella quale e' stata ritrovata l'iscrizione che ha cambiato la data dell'eruzione del Vesuvio posticipandola dal 24 agosto al 24 ottobre del 79 d.C) sono di fatto ancora agli inizi. 

Gli oggetti che compongono il tesoretto sono appena stati ripuliti e restaurati e soltanto ora si potra' cominciare ad esaminarli e studiarli uno ad uno. Il team di specialisti del Grande Progetto Pompei sta lavorando per fare luce sulla composizione della famiglia, il primo passo per cercare di ricostruirne la storia.

20/04/19

Straordinario ritrovamento a Roma: così si lavorava la ceramica a Trastevere




Il più antico laboratorio produttivo nel cuore della città: e' questo il risultato dello scavo condotto dalla Soprintendenza Speciale di Roma all`interno del giardino di Palazzo Corsini in Via della Lungara a Trastevere. 

La fornace portata alla luce è un ritrovamento finora unico a Roma, testimonianza della sua vita lavorativa, della sua economia basata sull`alto artigianato e la trasformazione di materie prime provenienti dai quattro angoli dell`impero. 

L`indagine, iniziata con un sondaggio di archeologia preventiva nell`aprile del 2018 e proseguita da febbraio scorso con uno scavo stratigrafico, ha messo in luce diversi contesti. 

Da una parte l`eccezionale ritrovamento della fornace, dall`altra un deposito di anfore per il trasporto dell`olio, probabilmente riutilizzate per il drenaggio dell`acqua, nonche' di varie murature.

Il ritrovamento appare ancora piu' straordinario considerando la suggestione del luogo: Palazzo Corsini, sede dell`Accademia dei Lincei, con cui la Soprintendenza ha collaborato e con cui sta progettando la valorizzazione dei reperti.


I ritrovamentiri verranno coperti con materiale protettivo e presto nuovamente interrati, metodo che li protegge dagli agenti atmosferici

Tuttavia e' gia' in programmazione una nuova serie di indagini, intorno all`area gia' scavata, per ampliare il quadro dei ritrovamenti e contestualizzarli nel modo migliore. 

I reperti trovati saranno presto esposti nella sede stessa dei Lincei, in uno spazio aperto al pubblico, e saranno spunto e oggetto di una serie di incontri e di conferenze dedicati a tutti coloro che vorranno conoscere meglio la storia della citta' e di un quartiere storico come Trastevere

Lo scavo archeologico nell'angolo Sud-Est del giardino di Palazzo Corsini ha rivelato un contesto di importanza eccezionale. È venuta alla luce una struttura di eta' romana riferibile a una fornace per la produzione di ceramica, di ceramica invetriata e forse di vetro. Si tratta del primo impianto di questo tipo chiaramente riconoscibile trovato all'interno della citta' antica

Curata dalla Soprintendenza Speciale di Roma, l`indagine iniziata nel mese di aprile del 2018, e' proseguita con lo scavo stratigrafico dallo scorso mese di febbraio, ha interessato un`area di circa 15 metri di larghezza per 18 di lunghezza. 

Nell`angolo Sud dello scavo e' emersa una ampia porzione di piano in concotto, con tracce evidenti di esposizione a forte calore, contrassegnate da una colorazione che dal giallo intenso arriva al rossastro, caratterizzata da resti di superfici utilizzate per lavorazioni artigianali. 


Il piano, o probabilmente una serie di piani rialzati, si appoggiano a un muro in opera laterizia, rasato alla loro stessa quota. 

La presenza di un grande numero di materiali di scarto e di scorie di lavorazione di ceramica e di blocchi di concotto con strato di rivestimento vetroso testimonia l'esistenza di una fornace usata per la produzione di materiale ceramico e probabilmente anche per l'invetriatura della ceramica stessa.

11/04/19

Riapre il Parco del Tuscolo, la Pompei di Roma. Due giorni di eventi sabato 13 e domenica 14 aprile.


"Dalle rivelazioni aree si intuiva un lungo allineamento sotto al terreno. Abbiamo aperto e ci siamo trovati davanti un muro lungo 29 metri: una Chiesa medioevale, con tanto di ossari e gallerie sepolcrali in facciata, impostata sulle colonne delle antiche terme romane. Dai bolli, sicuramente adrianee". 

A parlare è Valeria Beolchini, l'archeologa che oggi meglio conosce l'antica Tusculum, citta' latina che leggenda vuole fondata da Telegono, figlio di Ulisse e della Maga Circe, conquistata da Roma nel 496 a.C per diventare residenza estiva d'elite, tra senatori e imperatori, da Cicerone a Tiberio, Plinio e Lucullo, poi distrutta e abbandonata definitivamente nel 1191. 

Per tutto l'800 depredata e saccheggiata (molti dei reperti si trovano in Piemonte, ad Aglie', "collezione" dei Savoia), oggi l'antica citta' riprende forma con la riapertura, dopo un anno, del Parco Archeologico e culturale di Tuscolo, al centro del progetto Tuscolo. 

Il luogo primitivo dell'anima, che la Comunita' Montana Castelli Romani e Prenestini (che ha acquistato il sito nel 1984 dai principi Aldobrandini) ha finanziato per un milione e 200 mila euro. 

Gia' realizzati, messe in sicurezza, scavi, restauri, riqualificazione dell'area e, oggi, il rinnovo dell'accordo di collaborazione con la Escuela Espanola de Historia y Arquelogia en Roma-CSIC che dal 1994 ha realizzato qui oltre 20 campagne di scavo. 

"La chiamavano la Pompei alle porte di Roma", racconta la Beolchini, che qui da anni studia e scava, responsabile del progetto Tusculum. Per festeggiare la riapertura, il Parco ha organizzato due giorni di eventi, il 13 e 14 aprile, con laboratori didattici, visite guidate e trekking. Ma basta guardarsi intorno venendo su per il nuovo percorso di visita che dall'antica Via dei Sepolcri arriva fin sul basolato del Decumano (proseguendo con il "falso storico" allestito accogliere Papa Gregorio XVI) per vivere un vero viaggio all'indietro nel tempo, tra il Foro, le botteghe, i resti del Tempio di Mercurio, l'area dei tempietti, la Fontana arcaica e il Teatro del 75 a.C. che un tempo, dice la Beolchini, poteva arrivare a contenere forse anche duemila persone. 

"I prossimi scavi - raccontano il presidente della Comunita' montana Damiano Pucci e il direttore della Escuela Espanola, Jose' Ramon Urquijo Goitia, alla presenza anche dell'Ambasciatore di Spagna Alfonso Dastis Quecedo - si concentreranno all'esterno dell'area". Ovvero proprio intorno a quella basilica di epoca medioevale, con annessa necropoli, che gia' si scorge, ma che la nuova campagna di scavi del 2020, la piu' grande mai realizzata a Tuscolo dai tempi di Luciano Bonaparte e Luigi Canina, dovrebbe svelare completamente. "Sotto - racconta la Beolchini - abbiamo trovato pavimenti in mosaico bianchi e neri, affreschi coloratissimi, latrine e le vasche per il tiepidarium e frigidarium. 

È la citta' che sta riprendendo forma. Grazie alle rilevazioni aeree e geofische possiamo ricostruire tutto in 3d. Abbiamo le planimetrie degli edifici e delle strade. Incrociando competenze e collaborazioni, poi - prosegue - stiamo scoprendo molto sulla vita che si conduceva qui. Le ceramiche, piu' piccole di quelle di Roma, e gli studi sulle ossa, ad esempio, ci raccontano che in tavola si privilegiavano gli stufati alle carni alla brace. 

Da un cranio colpito da un proiettile stiamo ricostruendo le tecniche belliche (i reperti vengono esposti al Museo di Frascati ndr). Quanto all'eta' romana, per ora abbiamo sondato l'area monumentale, dove sono numerose le epigrafi, marmi e decori. Ma appena fuori le mura, abbiamo le domus piu' ricche. Personalmente non penso si debba sempre scavare tutto. Ma qualche primo saggio ci ha svelato pareti preziosissime, dipinte di rosso". Proprio come a Pompei. 

04/02/19

Grazie al Mecenatismo della Danimarca si torna a scavare nel Foro di Cesare !




Con l'allestimento del cantiere si avviano le attivita' preparatorie alla realizzazione del progetto di scavo del Foro di Cesare a Roma.

Le indagini preliminari prevedono la pulizia dell'area recintata, delimitata da via dei Fori Imperiali, dall'ex via Bonella, dall'ex via Cremona e dall'attuale belvedere sul Foro di Cesare, con la messa in luce degli strati di interro moderno.

Le attivita', finanziate con un milione e 500mila euro donati dall'Accademia di Danimarca grazie alla Fondazione Carlsberg di Copenhagen (senza alcun onere di spesa a carico del Campidoglio) - il gesto di mecenatismo fu presentato il 26 ottobre 2017, in occasione della visita a Roma di Sua Maesta' la Regina di Danimarca Margrethe II -, rientrano negli accordi stipulati in quello stesso anno tra la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e l'istituzione danese.

La convenzione, che ha una durata di tre anni, eventualmente rinnovabile, ha avviato nella fase preliminare la realizzazione di un programma di ricerche, finalizzato alla conoscenza delle varie fasi del complesso e alla loro fruizione.

Il programma prosegue ora con le attivita' propedeutiche all'ampliamento dell'area di scavo sul lato orientale, lungo Via dei Fori Imperiali.

Seguira' la fase operativa con la realizzazione dello scavo archeologico, durante il quale saranno effettuate le indagini stratigrafiche, la numerazione e schedatura dei reperti, il rilevamento e la documentazione grafica e fotografica dei ritrovamenti e gli interventi di primo restauro su murature e materiali.

 Grazie al significativo apporto danese, al termine dello scavo sara' possibile apprezzare nella sua interezza il primo dei cinque Fori di eta' imperiale.

Le parti gia' visibili, i lati occidentale e meridionale, occupati dai portici, e un ampio tratto di quello corto settentrionale, al cui centro rimangono i resti del Tempio di Venere Genitrice con le tre colonne della peristasi rimontate nel 1933, saranno integrate dal fianco oggi invisibile del tempio e dall'intero portico orientale della piazza, attualmente sepolto sotto la sede stradale di via dei Fori Imperiali e sotto i marciapiedi e le aiole che la fiancheggiano, nascondendo le connessioni e i passaggi verso gli altri due Fori contigui, quelli di Augusto e di Traiano.

Lo scavo si innesta in un percorso di risistemazione dell'area promosso dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in accordo con il Parco Archeologico del Colosseo, come prima tappa di un piu' articolato e complessivo disegno che mira alla creazione di un rapporto armonico tra l'antico e la citta' moderna, restituendo leggibilita' e continuita' al racconto storico di cui la Roma contemporanea e' il risultato.

Fonte: LaPresse


24/10/18

Ultim'ora: Pompei - Trovati 5 nuovi scheletri nella Casa dell'Iscrizione !



+++ I resti di cinque persone, con tutta probabilita' due donne e tre bambini, che si erano rifugiati in una stanza da letto nel disperato tentativo di salvarsi dalla pioggia di lapilli che aveva invaso l'abitazione. 

E' la nuova agghiacciante scoperta arrivata dagli scavi in corso a Pompei. "Un ritrovamento scioccante, ma anche molto importante per la storia degli studi", commenta con l'ANSA il direttore Massimo Osanna. Gli scheletri sono stati trovati nella casa dell'iscrizione che cambierebbe la data dell'eruzione.


Fonte ANSA 

11/09/18

Il Tesoro di Monete Romane d'Oro scoperto a Como: "Un ritrovamento epocale!"


Un ritrovamento epocale, che potrebbe portare novità di rilievo sulla storia romana

E' stata presentata cosi' a Milano, la scoperta di un vaso contenente centinaia di monete d'oro perfettamente conservate  - la cui vista lascia senza fiato - nel corso dei lavori di scavo privati, a Como.

"Per me questo e' un caso epocale, uno di quelli che segna il percorso della storia. Non siamo ancora in grado di capirlo, ma e' un messaggio che ci arriva dai nostri antenati", ha detto il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, alla conferenza stampa di presentazione che si e' tenuta nella sede della Soprintendenza lombarda. 

Dopo il fragore suscitato dalle anticipazioni di stampa, e' stato annunciato oggi che nel contenitore, un vaso in pietra ollare raro per forma e fattura, non ci sarebbero solo monete d'oro romane, ma dalle prime ispezioni sarebbero stati individuati almeno altri tre oggetti

"Di certo abbiamo intravisto una barretta d'oro (una sorta di lingotto', ndr) - hanno spiegato Barbara Grassi, responsabile della direzione scientifica dello scavo comasco, e la collega Grazia Facchinetti, esperta di numismatica - e altri due oggetti.


Ma al momento, nel microscavo abbiamo rimosso solo il primo strato di 27 monete. Si tratta di 'solidi' romani da circa 4 grammi e mezzo d'oro, coniati nel periodo degli imperatori Onorio, Valentiniano III, Leone I e Livio Severo, quindi non collocabili oltre il 474 d.C

"L'insieme deporrebbe per il deposito di una cassa pubblica, poco probabilmente del tesoro di un privato": ed e' questa, al momento, l'ipotesi archeologica prevalente, suffragata anche dal fatto che le monete erano originariamente "impilate" grazie a qualche contenitore che si e' disintegrato col passare dei secoli. 

Una "disposizione ordinata" che, appunto, insieme alla presenza di resti romani, farebbe pensare "a una cassa pubblica nascosta con l'intenzione poi di riprenderla, in un luogo rintracciabile".


Il ritrovamento del 'ripostiglio' e' avvenuto durante i lavori di ristrutturazione di un teatro, abbandonato da una ventina d'anni e prima cinema, teatro a cavallo del 1900, e in antichita', dal 1300 al 1700, area religiosa con la presenza di un convento e di una chiesa. 

"La ricerca archeologica a Como non nasce ieri - ha detto ancora la professoressa Grassi - e' un lavoro decennale".

Ma cosa c'era in quel punto, in epoca romana? Cosa ha spinto qualche ignoto funzionario pubblico a nascondere il tesoro? "Como era sede della prefettura di una flotta - ricordano gli archeologi - e forze ingenti presidiavano i confini a nord per difendere le vie che passavano dalle Alpi". 

A vigilare sul cantiere oggi, invece, penseranno i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale. Il tesoro, alla fine, finite le analisi, potrebbe tornare a Como. "Secondo me - ha detto infatti il ministro - se i reperti sono stati trovati in un posto, appartengono a chi in questo posto ci vive. Non a caso i Bronzi di Riace si trovano al museo archeologico di Reggio Calabria". Como quindi a breve potrebbe avere i suoi 'Bronzi', che pero' sono piccoli e d'oro.

FONTE: ANSA


06/09/18

Pompei: riemergono gli scheletri di una coppia clandestina.




Padrone e schiava sepolti assieme a Pompei

E' quanto emerge da un eccezionale ritrovamento nella necropoli del fondo Pacifico presso la necropoli di Porta Nocera, mai esplorato prima. Gli archeologi di Lille, coordinati dal professor William Van Andringa durante lavori di scavo, hanno scoperto la tomba nella quale si trovavano Ciaus e Ciara, una coppia clandestina. 

Con loro era sepolto anche un figlio, tra i 12 ed i 14 anni. 

Lo riferisce Il Mattino. 

Secondo le norme dell'epoca, l'ancella non poteva andare a nozze con il suo padrone.

Gli esperti sono da tempo a lavoro su dei nuovi monumenti funerari, databili tra il 20 avanti Cristo e il 79 dopo Cristo

Gli studi del professor Van Andringa, su alcune ossa bruciate, hanno permesso di individuare 14 defunti, tutti appartenenti alla stessa famiglia

Nella prima tomba è stato trovato il capo famiglia, Quintus Verauis, patrizio romano. Sulla tomba è stato trovato un altro monumento funerario, costruito per VeraniaQI Ciara, una ex schiava liberata dal padrone, Caius figlio di Quintus. 

Lo stupore per gli esperti, però, è sopraggiunto quando la tomba della donna è stata trovata vuota e le sue ceneri nella tomba di Caius. 

Una possibile spiegazione a questa scelta viene data dal professor Van Andringa: “Questo significa che nella vita erano una coppia“. La loro, quindi, sarebbe stata una relazione clandestina, visto che all’epoca una schiava non poteva sposare il padrone. 

Inoltre, si pensa che i due avessero anche concepito un figlio. 

Infatti, alle spalle delle tombe degli “amanti” è stata trovata una terza con delle ossa di un adolescente ed alcuni frammenti, delle stesse ossa, sono stati trovati anche nella libagione di Caius.


Fonte Ansa e Vesuviolive

16/06/18

Una Testa di Re di 3000 anni fa emersa dagli scavi stupisce gli studiosi .


Un frammento di ottima fattura di una scultura che in apparenza risale a tremila anni fa, recuperato l'anno scorso durante scavi archeologici condotti presso Metulla, al confine Israele e Libano, lascia interdetti gli studiosi che ancora non riescono a determinare quale popolo possa averlo prodotto.

Si tratta della testa alta circa 5 centimetri di una persona in apparenza di alto rango, possibilmente un monarca

Ha una folta capigliatura, una barba squadrata e pare indossare una corona. 

Ma nemmeno questi elementi - scrive Haaretz - sono bastati per indirizzare i ricercatori verso la soluzione del mistero

Il reperto proviene da uno strato di terreno risalente al nono secolo a.C. nel sito di Abil al-Qamh, che in tempi biblici era noto come Abel Beit Maacah. La ricecartrice Naama Yahalom-Mack ipotizza che esso raffiguri il re Ben Hadad o Hazael di Damasco (Aram), oppure Ahab o Yehu del regno di Israele, o forse Ithobaal di Tiro, o magari nessuno di essi"

"Abbiamo ricevuto un saluto dal passato remoto - ha detto - ma non sappiamo da chi".

Il frammento e' esposto al Museo Israel di Gerusalemme. 

Fonte: ANSAmed

06/06/18

Scavi a Ponte Milvio: spunta edificio imperiale !






Sprint negli scavi archeologici a Ponte Milvio che si sono ampliati negli ultimi venti giorni. 

Gli archeologi sono al lavoro sulle rovine di un edificio residenziale di eta' imperiale, forse una villa, ritrovati lungo l'argine del fiume grazie all'archeologia preventiva in un cantiere di sotto servizi Acea-Areti

La Soprintendenza Speciale di Roma aveva annunciato la scoperta lo scorso autunno, ma poi lo scavo e' stato temporaneamente richiuso per il rischio che l'innalzamento stagionale del livello Tevere danneggiasse i reperti. 

Dopo lo stop invernale, l'indagine e' ripartita con uno sprint ed in maniera estensiva in primavera. I risultati potrebbero essere presentati alla comunita' scientifica e ai media entro il mese di luglio. Al momento, a quanto si apprende, gli archeologi stanno facendo un accertamento su materiali dell'edificio. 

Gli scavi lasciano intravedere una vasta porzione di pavimento in "opus sectile", decorato con straordinari marmi policromi che disegnano motivi floreali. 

La bellezza del pavimento fa supporre che l'edificio fosse comunque ornato in maniera preziosa, ma l'ubicazione appare inconsueta vista la vicinanza al fiume. 

07/05/18

ULTIM'ORA ANSA: "Sotto Colle Oppio una Nuova Pompei"!



"Crediamo che sotto tutta l'area della Polveriera di Colle Oppio come in altri punti di Roma ci possa essere una nuova Pompei, ma al momento non mi sembra che ci siano le condizioni per procedere a uno scavo".

Lo ha detto Eleonora Ronchetti della Soprintendenza capitolina durante la commissione Cultura-Ambiente sui pareri per un playground nell'area della Polveriera di Colle Oppio.

"Ci vorrebbe qualche milione di euro per fare uno scavo archeologico e accertare l'entita' e l'estensione delle terme di Tito che probabilmente si trovano su tutta l'area", ha concluso.

fonte ANSA

13/11/17

Scoperta nel Lazio una meravigliosa Meridiana di 2.000 anni fa.



Oltre duemila anni fa, un cittadino romano di nome Marcus Novius Tubula, fresco di vittoria politica, dedicò una meridiana solare di marmo alla sua piccola cittadina: Interamna Lirenas (l’attuale Pignataro Interamna, in provincia di Frosinone). 

Una sorta di monumento alla vittoria per la cui realizzazione pagò - secondo l’iscrizione incisa sul monumento - di tasca propria. 

Gli archeologi hanno scoperto questo antico “trofeo” elettorale negli scavi ancora in corso nel sito di Interamna Lirenas, situato a circa 80 chilometri a sud di Roma, nella Valle del Liri.
Sembra che Interamna Lirenas sia stata una piccola cittadina fondata nel IV secolo a. C. e abbandonata nel VI secolo d. C.

26/06/17

Spunta una Mini-Pompei da scavi della Metro di Roma in Via dell'Amba Aradam - c'è anche un cane !





I cantieri di scavo per la realizzazione della metro C svelano un nuovo scenario 'pompeiano' a Roma: due ambienti della media età imperiale che, a causa di un incendio contengono ancora conservate parti del solaio ligneo e del mobilio. 

Il materiale rinvenuto "si conserva solo in eccezionali condizioni ambientali e climatiche - spiegano dalla soprintendenza speciale di Roma - oppure a seguito di eventi speciali come ad esempio accaduto a Ercolano e Pompei. La scoperta del solaio ligneo carbonizzato rappresenta un unicum per la città".



Dallo scavo in via dell'Amba Aradam, e' emerso anche lo scheletro di un cane, accucciato davanti una porta e "verosimilmente rimasto intrappolato nell'edificio al momento dell'incendio".


Trovato anche un pregevole pavimento a mosaico bianco e nero. "Quello che avvicina questo ritrovamento a Pompei e' che abbiamo testimonianza di un momento della storia - ha spiegato il sovrintendente Francesco Prosperetti -. L'incendio che ha fermato la vita in questo ambiente ci permette di immaginare la vita in un momento preciso".

05/04/17

Durante i Lavori per la Metro C, spunta a Piazza Celimontana, proprio di fronte all'Ospedale del Celio, un Acquedotto romano di 2.300 anni fa.




Saranno presentati oggi, Mercoledì 5 aprile alla Sapienza diRoma  i dettagli riguardanti la scoperta del tratto di acquedotto romano rinvenuto sotto piazza Celimontana durante i lavori per la Metro C. 

A illustrarli - nel corso della giornata di apertura del convegno "Roma medio repubblicana: dalla conquista di Veio alla battaglia di Zama" (alle 14.30 presso la sala dell`Odeion - Facoltà di Lettere), sarà l`archeologa Simona Morretta, responsabile scientifico dell`area del Celio per la Soprintendenza, insieme a Paola Palazzo (Cooperativa Archeologia), che ha diretto lo scavo.

La scoperta dell`Acquedotto si presenta tra le più interessanti degli ultimi anni: tra le ipotesi più verosimili è possibile una identificazione con un tratto dell`Aqua Appia, l`acquedotto più antico di Roma (312 a.C.), che sicuramente attraversava questo quartiere a una notevolissima profondità.

L`opera, per ora, è stata smontata e in parte delocalizzata, in attesa di un rimontaggio futuro, in una sede ancora da individuare

Il convegno, organizzato dalla Soprintendenza speciale per il Colosseo e l`area archeologica centrale di Roma, l`UniversitàSapienza di Roma e la British School at Rome, proseguirà nelle giornate del 6 e 7 aprile presso la British School, con sezioni tematiche dedicate a gettare nuova luce sul periodo dell`età repubblicana. 

fonte: askanews.it

18/01/17

Colosseo: da uno scavo riemerge il cranio di un cavallo di età medievale !






I resti della testa di un cavallo di epoca medievale sono stati ritrovati al Colosseo

L'annuncio e' stato dato dal soprintendente ai Beni archeologici di Roma, Francesco Prosperetti, incontrando i giornalisti all'esterno dell'Anfiteatri Flavio. 

"Proprio oggi nel corso di un cantiere per la pulizia delle aree circostanti i gradini del basamento del Colosseo - ha detto -, da uno scavo in superficie e' stato scoperto il cranio di un cavallo di epoca medievale. Una testimonianza, se ce ne fosse bisogno, che la piazza del Colosseo e' un luogo tutto da indagare dal punto di vista archeologico".

Secondo quanto si apprende dai tecnici della Soprintendenza i resti risalirebbero all'epoca medievale, "tra il XII e il XIII secolo, come ha confermato l'archeozoologo ad una prima analisi visiva dei reperti". 

Ulteriori accertamenti saranno effettuati successivamente, contemporaneamente al proseguimento degli scavi sul basamento del Colosseo

Non e' comunque la prima volta che resti di animali vengono rinvenuti nell'area dell'Anfiteatro Flavio. Molti sono esposti in una mostra all'interno proprio del monumento.