Visualizzazione post con etichetta santa maria sopra minerva. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta santa maria sopra minerva. Mostra tutti i post

23/11/18

Passeggiata Letteraria da Sant'Ivo al Pantheon alla Chiesa di Santa Maria Sopra Minerva, Sabato 1 Dicembre. Qui tutte le Info.




Sabato 1 dicembre condurrò una passeggiata letteraria gratuita e guidata a Roma che toccherà le seguenti tappe:   Cortile di Sant'Ivo alla Sapienza -  Piazza e Chiesa di Sant'Eustachio - Pantheon di Roma - Chiesa di Santa Maria Sopra Minerva. 

L'appuntamento, per partecipare, è per Sabato 1 dicembre alle ore 15 davanti al Caffé Sant'Eustachio, in Piazza Sant'Eustachio. 

Svolgendosi la visita quasi interamente al chiuso, si terrà comunque, anche in caso di pioggia.

Fornite la vostra adesione per telefono oppure sui socials.

Fabrizio Falconi

13/09/16

Ci passiamo davanti ogni giorno ma nessuno conosce la sua storia: La statua parlante di Madama Lucrezia in Piazza Venezia.




La statua parlante di Madama Lucrezia in Piazza Venezia. 

Nell’elenco delle sei cosiddette statue parlanti di Roma, quelle che tutte insieme formavano la cosiddetta Congrega degli Arguti e alle quali la tradizione popolare assegnava la proprietà di commentare, fustigare i costumi cittadini con motti arguti e sferzanti (ricordiamo soltanto le più note, Pasquino, il Marforio oggi al Campidoglio, il Babuino) ve n’è una che oggi è meno nota e che ha conosciuto un certo oblio forse a causa anche della sua non proprio felice collocazione, incassata in un angolo tra il Palazzetto Venezia e la Basilica di San Marco. 

Eppure si tratta di una statua dalle grandi dimensioni: un busto colossale alto tre metri, la cui provenienza di età imperiale è del tutto incerta e che gli archeologi identificano probabilmente come una vestale. 

La fantasia popolare ci mise poco a ribattezzare questa statua Madama Lucrezia per via di un motivo molto semplice: sembra infatti che il pezzo monumentale fosse stato donato dal Cardinale Barbo alla splendida favorita del Re Alfonso d’Aragona, Lucrezia d’Alagno, intorno al 1460 che aveva fatto il suo ingresso trionfale a Roma l’11 ottobre del 1457 accompagnata da uno sfarzoso corteo di madamigelle e gentiluomini e un incredibile corteo di più di cinquecento cavalli, e che dopo la morte di Alfonso (essendo osteggiata dal successore Ferrante) s’era stabilita proprio in questo sontuoso palazzo romano. 

Lucrezia finì i suoi giorni a Roma il 19 febbraio del 1479 e fu sepolta nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva, dove però non esiste alcuna lapide o iscrizione che la ricordi. 

La memoria di questa Madama così amata dal popolo, però si protrasse incarnandosi proprio in quel maestoso busto che restava a far mostra di sé fuori della sua residenza. 

Una coloratissima festa si svolse per molti e molti anni, ogni primo giorno di maggio, di fronte al gigantesco busto marmoreo. Si trattava del cosiddetto Ballo dei Guitti, quello durante il quale gli uomini del popolo si divertivano ad infiocchettare il busto di Madama Lucrezia con nastri di ogni colore e collane di ortaggi e frutta e trecce di aglio e cipolle. 

In una sorta di rituale dionisiaco, di fronte alla grande statua prendevano ad esibirsi i guitti, ovvero gli sbandati, gli artisti di strada, i mendicanti: una folla di ogni tipo di eccentrici, compresi storpi e avventurieri che invitavano al ballo le donne del popolo più belle di Roma

Una festa pagana che si protraeva fino a notte fonda e che si concludeva davanti agli otri di vino messi a disposizione delle due taverne storiche che si affacciavano a pochi passi dal Campidoglio.



30/10/15

Lo "sguardo animato" del Salvatore del Perugino in Santa Maria sopra Minerva.




La Chiesa di Santa Maria sopra Minerva è una delle più straordinarie di Roma.  Fondata nel secolo VIII sui resti di un tempio di Minerva Calcidica e rifatta in forme gotiche nel 1280, deve il suo fascino anche a questo: il sorgere sullo stesso luogo esatto dell'antico Tempio di Iside al Campo Marzio  (o Iseo Campense o Iseum et Serapeum) che i Romani avevano dedicato al culto degli dei orientali e che nel corso dei secoli ha restituito preziosissimi reperti, provenienti dall'Egitto. 

La Chiesa è anche piena di tesori d'arte e una visita è densa di scoperte anche minime. 

Il dipinto che ho inserito in testa  decora, all'altare principale, la 3a cappella della navata di sinistra. 

Si tratta di un piccolo olio su tavola, che non può nemmeno essere ammirato da troppo vicino, per via di una inferriata sempre chiusa. 

Il dipinto è stato variamente attribuito.  E dopo una dubbia attribuzione al Pinturicchio, è oggi unanimemente considerato opera di Pietro di Cristoforo Vannucci, più famoso con il nome di Perugino (1448-1523), il maestro di Raffaello. 

Perugino (o allievi della sua stretta scuola) lo realizzò negli anni successivi al 1479, quando fu chiamato da Papa Sisto IV per decorare l'abside della Cappella della Concezione nel coro della Basilica Vaticana. 

E' un ritratto, quello del Salvatore del Perugino, estremamente affascinante. Per l'uso dei colori (il verde intenso del mantello sul rosso pompeiano della tunica), per l'effige del volto, in espressione dolcissima, con il capo debolmente reclinato sulla destra, il viso incorniciato dai capelli castani, le guance rosee, lo sguardo penetrante. 

Perugino usò la tecnica dello sguardo animato (comune ad altri celebri ritratti rinascimentali, tra cui La Gioconda): grazie ad un sapiente uso della prospettiva, lo sguardo del Cristo infatti, sembra seguire l'osservatore.  Lo si sperimenta davanti al dipinto, nella Chiesa, ma anche semplicemente davanti ad uno schermo del computer.  Spostandosi lentamente da destra verso sinistra e al contrario, lo sguardo del Cristo sembra continuare ad osservare direttamente negli occhi lo spettatore.

E' per questa sua particolarità che scelsi di inserire il fascino di questo piccolo quadro - e delle sue sorprendenti proprietà - nel romanzo Il giorno più bello per incontrarti.

Fabrizio Falconi (C) -2015 riproduzione riservata


10/05/12

Gli obelischi di Roma - 8.Obelisco Minerveo.



Nel nostro excursus attraverso gli Obelischi egizi romani (nell'ordine nel quale furono rieretti)- qui le precedenti puntate - tocca oggi a quello forse più caratteristico, detto anche popolarmente il pulcino, il più piccolo, quello che si trova oggi nella piazza antistante la splendida Basilica di Santa Maria Sopra Minerva.


8. Obelisco minerveo 

anno di rierezione: 1667 
– m. 3,47 - 12.68 (completo di basamento) 

Innalzato dal faraone Uahibre o Hopra (come è chiamato nella Bibbia) o Apries (nei testi greci) o Ouaphre, della XXIV dinastia, successo al fratello Psammetico II nel 588 a.C. nella città di Sais. 

Trasportato da ignoto a Roma per adornare il tempio di Iside e Osiride (pendant di quello trasferito a Urbino). 
Abbattuto in circostanze ignote. Ritrovato nella cosiddetta zona della Minerva Vecchia (nel convento della Minerva dalla parte dell’attuale Via del Seminario, sorto sulle ‘ruine’ di un tempio doppiamente dedicato alla Sapienza, prima l’egiziana Iside e poi la romana Minerva) intorno al 1650, sotto Alessandro VII

Lo stesso papa ne ordina l’erezione affidandone l’opera a due architetti: Gian Lorenzo Bernini come architetto, e il gesuita padre Paglia come direttore dei lavori. 

L’elefante come elemento del basamento viene imposto dallo stesso Alessandro VII, accettato dal Bernini e scolpito da Ettore Ferrata. 

Disputa tra Bernini e Paglia sul sostegno sotto la pancia dell’elefante, coperto dalla gualdrappa ideata dal Bernini, e voluta da Paglia di questa lunghezza. 

L’iscrizione voluta da Alessandro VI è una risposta ironica all’arroganza di Luigi XIV, che per vendicare un supposto complotto del papa contro l’ambasciatore francese a Roma, marchese di Crèqui, aveva umiliato Alessandro VI con la famosa ‘piramide’ nella quale il papa si inchinava al potere francese, vicino Palazzo Farnese, poi abbattuta nel 1668.


(Chi vuole può approfondire queste notizie. 

Quel che a noi interessa in questa sede, è sottolineare come in pieno '600, era questo lo Spirito della Roma Cristiana: collegare simboli dell'antica sapienza egizia ai 'nuovi' emblemi cristiani. 

Il fautore: Athanasius Kircher. In questa opera confluiscono: 

- Un simbolo animale esotico, il simbolo dell'Elefante. il 6 giugno 1655 a Roma era stato condotto un elefante, uno dei primi mai visti. Fu esposta, la povera bestia, a Monte Brianzo, dove le cronache riferiscono che si pagava 'un giulio' per l'ingresso. Era un elefante femmina. Che destò enorme impressione nella popolazione di Roma. Al momento di scegliere un simbolo di sapienza, Alessandro VII scelse l'elefante (sotto consiglio dello stesso Kircher), del quale esisteva finalmente un modello in carne ed ossa. - un reperto egiziano. L'obelisco. Per decifrare i misteriosi segni, subito dopo il ritrovamento, fu chiamato Kircher, l'unico esperto di letteratura arcana, come egli stesso si definiva. Anche in questo caso, Kircher interpretò i geroglifici a modo suo, senza azzeccarne una. Ma, come vedremo meglio Kircher aveva scoperto due cose fondamentali: la stretta relazione tra l'alfabeto copto e i geroglifici (intuizione che servì a Champollion), e il 'meccanismo logico' dei geroglifici, al punto tale che - come vedremo - egli era in grado di 'disegnare' con precisione le parti mancanti degli obelischi che venivano alla luce - azzeccandoci sempre. - i simboli cristiani.  
In questo caso la Croce sulla sommità dell'obelisco. 

Con le famose iscrizioni poste sulla base del monumento: 

VETEREM OBELISCUM | PALLADIS AEGYPTIAE | E TELLURE ERUCTUM | DIVINAE SAPIENTIAE | ALEXANDER VII DEDICAVIT | ANNO SAL: MDCLXVII 

Questo antico Obelisco, monumento della Pallade Egiziana, scavato dalla terra ed eretto nella piazza già di Minerva, e ora della madre di Dio, Alessandro VII dedicò alla divina Sapienza nell'anno della cristiana salvezza 1667. 

SAPIENTIS AEGYPTI | INSCULPTAS OBELISCO FIGURAS | AB ELEPHANTO | BELLURAM FORTISSIMA | GESTARI QUISQUIS HIC VIDES | DOCUMENTUM INTELLIGE | ROBUSTAE MENTIS ESSE | SOLIDAM SAPIENTIAM SUSTINERE 

Chiunque tu sia che vedi nell'obelisco le figure scolpite dal sapiente Egitto sostenute dall'elefante, il più forte degli animali, sappi che è proprio di una robusta mente alimentare una solida sapienza. 

Egitto, esoterismo (la zona della Minerva, da sempre 'pozzo' di significati esoterici, prima egizi, poi legati al culto di minerva), studio delle profondità, magico accordo unitario dei simboli. Kircher era tutto questo.)