Visualizzazione post con etichetta santa maria in cosmedin. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta santa maria in cosmedin. Mostra tutti i post

06/06/19

Domenica 16 Giugno la Passeggiata Letteraria per conoscere i Tesori del Foro Boario di Roma




La prossima Passeggiata Letteraria a Roma, "I Tesori del Foro Boario" - in compagnia di Fabrizio Falconi, sarà Domenica 16 giugno alle ore 16 (puntuali). 

L'appuntamento è davanti all'ingresso principale dell'Anagrafe (Via Petroselli, 50). 

Toccheremo e vedremo, raccontando storie e storia, curiosità, aneddoti, la Casa dei Crescenzi, il Tempio di Portuno, il Tempio di Ercole Vincitore, l'Arco di Giano, l'Arco degli Argentieri, San Giorgio al Velabro, il Lupercale, La Bocca della Verità e Santa Maria in Cosmedin e infine concluderemo la visita, salendo per il Clivo di Rocca Savella fino all'Aventino, dove vedremo la magnifica Basilica di Santa Sabina. 

I mezzi per confermare la vostra presenza sono sempre gli stessi: nei commenti qui sotto, oppure via Messenger o What's app. 

Fabrizio

15/07/14

La "donna scaltra" e l'origine della leggenda della Bocca della Verità.


Santa Maria in Cosmedin

La Bocca della Verità e la mirabile leggenda della scaltra donna.

Fa certamente impressione vedere in qualsiasi stagione, con qualsiasi tipo di condizione meteorologica,  l’incredibile fila di turisti che ogni giorno si dispongono in ordinata fila fuori dalla chiesa di Santa Maria in Cosmedin, in quello che una volta si chiamava Foro Boario, sin dalle prime luci del mattino, per sottoporsi al rito della Bocca della Verità,  l’antica usanza di fotografarsi mentre si infila la mano nella bocca del grande medaglione di marmo pavonazzetto che da tempo immemore si trova in questo luogo.  E certamente stride il contrasto tra l’entusiasmo esagerato per ammirare quella che è in fondo solo un’antica pietra e l’indifferenza di queste schiere di turisti (che compiuto il rito, se ne vanno via frettolosi) per la chiesa che la ospita, un vero gioiello dell’architettura medievale italiana. 

Ma tant’è: la fama della Bocca della Verità è aumentata con il tempo, sempre di più, in particolare dopo che anche Hollywood ha pensato bene di celebrarne il mito in quel famoso film che William Wyler diresse nel 1953, Vacanze Romane, nella scena con Gregory Peck e Audrey Hepburn entrata nella storia del cinema.
Il bello è però che a cospetto di tanta fama, il mistero intorno alla celebre pietra, non è ancora dissolto. Creduto per molto tempo di epoca etrusca, il grande tondo (5,80 metri di circonferenza per 1,75 metri di diametro) raffigurante la testa di fauno è stato invece, secondo nuovi studi, ritenuto più recente, sicuramente originale, ma di epoca romana imperiale e riconosciuto come uno dei tombini o chiusini di cloaca che adornavano la città di Roma nel suo massimo splendore, a complemento di una rete idraulica e fognaria unica al mondo.


Le fattezze del fauno erano sicuramente ispirate dunque ad una divinità fluviale, forse allo stesso Portuno, dio dei porti e del fiume, al quale peraltro i romani avevano edificato un grande tempio proprio lì nel Foro Boario, a pochi metri di distanza dalla chiesa di Santa Maria in Cosmedin.
Non si sa come e quando prese piede la leggenda di attribuire alla pietra un potere di stabilire la verità. Quel che è certo è che l’oggetto viene già ricordato nei Mirabilia Urbis Romae la guida per i pellegrini che visitavano Roma nell’anno Mille.  Fu in epoca medievale che la leggenda cominciò a svilupparsi, con la proprietà riconosciuta a questa pietra di scoprire – richiudendo le sue fauci intorno alla mano della colpevole – quando una donna avessi fatto fallo a suo marito.

A questo proposito cominciarono a circolare numerosi aneddoti riguardanti la pietra, che si diffusero – attraverso i pellegrini una volta che tornavano nei loro paesi – in tutta Europa.  Il più arguto dei quali arrivava a spiegare anche il motivo per cui, da un certo punto in poi, la Bocca della Verità avesse deciso di smettere il suo lavoro, di segnalare cioè le infedeltà che gli veniva chiesto di esaminare.  


Secondo questo racconto popolare, che fiorì a Roma probabilmente nel Settecento, la giovane moglie di un patrizio romano era stata sorpresa dai vicini di casa a ricevere assidue visite da un amante mentre il marito, molto indaffarato per ambasciate fuori città, si assentava.  Senza lasciarsi commuovere dalle lacrime, il marito tradito decise di richiedere la prova della Bocca della Verità in pubblico.

E nell’ora convenuta, una gran folla si radunò davanti alla chiesa di Santa Maria in Cosmedin (anticamente la pietra non si trovava nell’atrio come ora, ma appoggiata sulla parete esterna dell’edificio).  Accadde però che prima della prova, un giovane si fece largo tra la folla e tra lo sconcerto generale si avvicinò alla donna ritenuta colpevole e cominciò a stringerla e a baciarla sulla bocca davanti a tutti.  Immediatamente lo sconsiderato fu portato via a forza di braccia dalla folla.

Tornata la calma, la supposta adultera si avvicinò fieramente alla pietra e infilando la sua mano nel grande foro della bocca pronunciò questa frase: “Giuro che nessun uomo mi ha mai abbracciato e baciato, all’infuori di mio marito e di quel giovane demente!”  

La mano rimase intatta, la bocca non si chiuse, il marito perdonò e la folla esplose nel giubilo.

Ma.. la donna era – come è fin troppo facile arguire – molto scaltra e aveva semplicemente trovato, insieme al suo amante, un espediente infallibile per trarre in inganno tutti, compresa la stessa Bocca.  La quale, dice la leggenda, offesa da tanto ardire, e consapevole di essere stata raggirata, decise da quel momento di non esercitare più il suo ruolo e di non chiudere mai più .. la bocca.