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16/02/15

Per la prima volta riuniti gli arazzi di Bronzino, Pontormo e Salviati: Una imperdibile mostra al Quirinale.


Gli splendidi venti arazzi raffiguranti le storie di Giuseppe Ebreo, esposti per più di un secolo nel Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio, nel 1882 furono divisi, per volere dei Savoia, tra Firenze e il Palazzo del Quirinale.

Ed ecco che ora tornano eccezionalmente ad essere esposti insieme in una esposizione unica a Roma, nella prestigiosa sede del Salone dei Corazzieri del Palazzo del Quirinale.

Prossime tappe: Milano, Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale e Firenze, Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio. 

Questa serie di tele monumentali rappresenta una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale. 

Tessuti per incarico di Cosimo I de’ Medici nella manifattura granducale alla metà del XVI secolo su cartoni forniti da Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati, i venti arazzi tornano ad essere esposti insieme per la prima volta dall’Unità d’Italia. 

La straordinaria raffinatezza della loro manifattura, l’unicità della composizione dei soggetti raffigurati, la singolare vicenda storica che li ha interessati, profondamente intrecciata alla storia d’Italia, fa di questo progetto espositivo un evento di portata internazionale e di eccezionale rilevanza simbolica, culturale e storico artistica. 

Gli arazzi con le storie di Giuseppe vennero commissionati da Cosimo I de’ Medici tra il 1545 e il 1553 per la Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio a Firenze. 

I disegni preparatori furono affidati ai maggiori artisti del tempo, primo fra tutti Pontormo. Ma le prove realizzate da quest’ultimo non piacquero a Cosimo I, che decise di rivolgersi ad Agnolo Bronzino, allievo di Pontormo e già pittore di corte, e a cui si deve parte dell’impianto narrativo della serie. 

Gli arazzi vennero realizzati nella manifattura granducale dagli arazzieri fiamminghi Nicholas Karcher e Jan Rost. 

 Le venti tele raccontano la storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, odiato dai fratelli perché prediletto dal padre. Cosimo de’ Medici nutriva una particolare predilezione per la figura di Giuseppe, nelle cui fortune vedeva rispecchiate le alterne vicende dinastiche medicee: Giuseppe, tradito e venduto come schiavo dai fratelli, fatto prigioniero in Egitto, riesce comunque, grazie alle sue rare doti intellettuali, a sfuggire alle avversità, a perseguire una brillante carriera politica e a raggiungere posizioni di potere. 

Abile parlatore, consigliere e interprete dei sogni del Faraone, mette in salvo un’intera popolazione dalla carestia e, infine, dà prova di clemenza e magnanimità, perdonando i fratelli che lo avevano tradito. 

La mostra è patrocinata dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali, dal Turismo Comune di Firenze e dal Comune di MilanoEXPO Milano 2015