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31/03/22

La grande amicizia e stima tra Kundera e Fellini: due geni che (però) non si incontrarono mai

 

      

Un lungo viaggio alla scoperta di Milan Kundera, il geniale, timido e riservatissimo scrittore, poeta e drammaturgo ceco. A regalarci un ritratto inedito dell'autore de 'L'insostenibile leggerezza dell'essere' attraverso un'amicizia nata sotto il segno di Federico Fellini e' Stefano Godano in 'Kundera e Fellini. L'arte di non incontrarsi' che è in libreria per Rizzoli, con la prefazione di Vincenzo Mollica. 

Kundera considerava Fellini la vetta dell'arte della seconda meta' del Novecento e Fellini ricambiava definendolo il piu' grande scrittore contemporaneo: si scrivevano e si stimavano ma non si sono mai incontrati, racconta nel libro Godano, giornalista, per molti anni confidente e amico fedele di Fellini, studioso appassionato dei rapporti tra letteratura e cinema. 

Qualche anno dopo la morte di Fellini nel 1993, Godano e la moglie Daniela Barbiani, nipote e assistente del regista, incontrano Milan e Vera Kundera. E' il 2001 e nasce una straordinaria amicizia, fatta di incontri, lettere e lunghe telefonate, di ore e ore a chiacchierare a casa Kundera e nei ristoranti di Saint-Germain, a Parigi. 

Lo scrittore piu' inaccessibile e irraggiungibile si confida con l'autore sull'onda di una forte amicizia esaltata dalla passione per Federico Fellini e dalla ricerca dei punti di contatto creativi e immaginifici con il lavoro del grande regista. 

I romanzi di Kundera, la fuga dalla Cecoslovacchia, l'amore per la Francia e l'insofferenza per la gauche caviar, la passione per Venezia, Capri e Roma e i giudizi su alcuni grandi scrittori contemporanei vengono ripercorsi in un ritratto fedele dello scrittore, arricchito dai suoi disegni e da quelli di Fellini. 

Godano ha lavorato con Daniela Barbiani anche alla realizzazione del 'Dizionario intimo di Federico Fellini' (Piemme 2019), per il quale ha raccolto il testo inedito di Milan Kundera posto all'inizio del libro. 


04/10/17

Libro del Giorno: "Il cuore di tutte le cose" di Elizabeth Gilbert.



Mi sono accostato a questo libro con perplessità e qualche pregiudizio dovuto al successo planetario che ha arriso a Elizabeth Gilbert per la versione cinematografica tratta dal precedente romanzo della scrittrice, Mangia, prega, ama

Per questo la sorpresa procuratami dalla lettura de Il cuore di tutte le cose, scritto nel 2013 e pubblicato in Italia da Rizzoli, è stata ancor più grande. 

C'è da dire subito che il titolo italiano rende un pessimo servizio al libro. Il titolo originale del romanzo è infatti The signature of all things, un preciso riferimento alle teorie del filosofo mistico  Jakob Böhme sulla analogia morfologica, che riprendono un concetto (La Signatura Rerum, la Firma delle Cose) caro a Egiziani, Cinesi, Indiani, alchimisti Medioevali, fino a Paracelso: la credenza cioè che tutti i tipi di vegetali (e più in generale delle cose viventi) seguono un modello che rispecchia gli organi del corpo umano. 

La trama allestita dalla Gilbert intorno a questo tema così impegnativo, è però di leggibilità e piacevolezza assoluta:  Nella Filadelfia di inizio Ottocento, una grande serra di piante e di idee,  infatti, seguiamo le vicende di Alma che nasce in seno a una delle famiglie più scandalosamente ricche del Nuovo Mondo. 

Il padre Henry è un botanico autodidatta e uno spregiudicato uomo d'affari che ha costruito la sua fortuna commerciando in chinino e altre piante medicinali. Sua madre Beatrix, un'austera studiosa olandese, alleva la figlia senza concessioni al sentimentalismo e alla frivolezza. Alma impara a leggere le ore osservando l'aprirsi e chiudersi delle corolle dei fiori, studia da vicino l'operosa natura che la circonda, cresce respirando scienza e cultura.

Brillante e curiosa, ben presto si mette in luce nell'ambiente internazionale della botanica. E mentre si addentra sempre più nei misteri dell'evoluzione, l'uomo di cui, nella piena maturità,  si innamora la trascina nella direzione opposta: verso il regno della spiritualità, del divino, della magia

Se Alma è una scienziata razionale e concreta, Ambrose è un giovane idealista votato all'arte e alla purezza. Ma li unisce il desiderio appassionato e struggente di comprendere i meccanismi segreti che regolano il mondo e danno origine e senso alla vita.

La complessa trama, che abbraccia l'intera esistenza di Alma, si snoda attraverso lutti e privazioni, prove psicologiche e istinti repressi, navigazioni in mare e scoperte entusiasmanti, rilevazioni scientifiche, descrizione di mondi sconosciuti. 

Alma diviene una grandissima studiosa del muschio (qualcosa a cui nessuno sembra essersi dedicata con pazienza prima di lei); dopo il fallimento del suo matrimonio e la morte del padre si trasferisce senza più nulla, nella lontanissima Tahiti, per ritrovare se stessa e il senso della sua vita e della sua ricerca; torna infine in Olanda, di dove è originaria la famiglia di sua madre, in tempo per assistere al trionfo della teoria di Darwin. 

La perfetta coerenza razionale/analitica di Alma resta immutata fino alla fine. Semmai, stonano nel lungo dispiegarsi del racconto, i toni mitici che avvolgono l'entrata in scena di Tomorrow Morning, l'indigeno che conosce il destino finale del marito di Alma.  Ma l'improbabilità di questo personaggio e dell'incontro, non rovinano il piacere di questa lettura. 

Un romanzo che si mantiene sempre straordinariamente in equilibrio tra il gusto per il racconto e il rispetto per la conoscenza (è un romanzo documentatissimo, veramente una miniera per chi è interessato all'argomento botanico e alla vita delle piante). 

Qualcosa che è piuttosto difficile trovare oggi nel panorama letterario italiano. 

23/03/17

"Storia del mondo in 500 camminate" di Sara Baxter: esce un libro per scoprire e sognare.


Valicare le Alpi come Annibale con gli elefanti o calpestare lo stesso basolato dei crociati armati fino a i denti alla conquista della Terra Santa. Sognare di merci e pietre preziose sulle Mura di Xi'An ripercorrendo l'antica via della Seta e poi su per il Monte Roraima, nella jungla piu' intricata del Venezuela, che gli indigeni Penom vogliono abitata dagli spiriti ancestrali mawari. 

Viaggiare nel tempo? Un modo c'e'. "Basta scegliere il giusto mezzo di trasporto: le proprie gambe. E, certo, usare un po' di immaginazione". 

Parola di Sara Baxter, gia' firma del Wanderlust, vera e propria bibbia del moderno viaggiatore evoluto, oltre che per il Guardian, The Telegraph e una decina di guide Lonely Planet, oggi autrice di un'inedita "Storia delmondo in 500 camminate" (ed. Rizzoli, pp. 400 - 29,00 euro). 

Una guida illustrata, attraverso paesi e tempi, con passeggiate in tutto il mondo (di lunghezza e difficolta' variabile), che spaziano dal Circolo polare artico alla Grande muraglia cinese, dalla via Francigena che dalla cattedrale di Canterbury in Gran Bretagna vien giu' fino alla Basilica di S. Pietro a Roma e il Grand Canyon americano, con i suoi rossi unici al mondo. 

Avventure da scegliere (o anche solo sognare) non solo per i paesaggi mozzafiato o le opere d'arte, ma per ricalcare passi ormai millenari ed entrare in contatto con il passato. Suddivise in sei capitoli in ordine cronologico, le camminate partono infatti dalla preistoria per arrivare al Novecento passando per il Mondo antico, Medioevo ed Eta' moderna. 

 Alcune sono rotte da sognare almeno una volta nella vita come il Cammino degli Inca: quattro giorni attraverso le Ande Peruviane lungo vie lastricate del XV secolo fino alla citta' perduta di Machu Picchu, miracolosamente scampata ai conquistadores spagnoli

Altre hanno il sapore della sfida eterna, come le nevi perenni dell'Himalaya o i misteriosi Moai scolpiti all'isola di Pasqua

Altre ancora vantano nomi evocativi come il sentiero dei Fuggiaschi in Sudafrica o del Filosofo in Giappone. 

"Ma ogni volta - scrive la Baxter - non importa dove, state certi che qualcuno o qualcosa vi ha preceduti su quello stesso percorso" Tra transumanze, sentieri di pellegrini, rotte commerciali, marce militari e coraggiose esplorazioni, ecco allora il giro dell'Uluru, il grandioso massiccio sacro al popolo degli aborigeni australiani, o il sentiero del Vallo costruito dall'imperatore Adriano duemila anni fa in Gran Bretagna per tenere lontani i barbari.

C'e' l'ascesa alla Boccia d'oro, in Birmania, con una gigantesca roccia pericolosamente in bilico che si dice sia retta appena da un capello di Buddha. O il sentiero del Muro di Berlino, dove rivivere, passo dopo passo, una delle pagine piu' atroci del Novecento lungo la barriera che fino all'89 divideva in due la citta', Checkpoint Charlie compreso. 

Senza andare troppo lontano, tanti i percorsi anche in Italia. 

Come la salita al Vesuvio, "modestamente" indicato come "uno dei vulcani piu' pericolosi al mondo", o la Via Appia, viaggio nel tempo in una delle primissime strade romane, dove ancora oggi si puo' passeggiare tra resti gloriosi e le Mura Aureliane. 

E per chi ha un po' di ferie in vista di Pasqua, il percorso puo' diventare anche occasione spirituale. Ecco allora il cammino di Abramo: 970 km tra Turchia, Giordania, Palestina e Israele, dal monte Nemrut a Petra, sui passi del patriarca biblico. O i segni lasciati da Cristo, in Galilea, in cammino da Nazaret alle rive del lago di Tiberiade. Fino alla vetta del Monte Sinai, da conquistare in Egitto, arrampicandosi all'alba fin lassu', dove Mose' incontro' Dio. 

19/11/16

"L'universo senza parole" di Dana Mackenzie (Recensione).



Una riprova della propensione divulgativa degli studiosi anglosassoni è questa fornita da Dana Mackenzie che dopo la laurea in matematica alla Princeton University è stato a lungo professore, per poi dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. 

Collaborando con importanti riviste di divulgazione-scientifica come Science, Discover e New Scientist, Dana Mackenzie ha sviluppato questo talento fino al tentativo quasi disperato rappresentato da questo volume: quello di spiegare la fortuna e la storia della matematica in 24 fondamentali equazioni che hanno cambiato la nostra percezione del mondo e la storia dell'umanità. 

Edito per la prima volta negli Stati Uniti nel 2012, L’universo senza parole è stato tradotto in varie lingue ed è divenuto in Francia un vero e proprio caso editoriale. 

Una sfida quasi disperata perché se la maggior parte dei libri di divulgazione sulla scienza, persino sulla matematica, evita le equazioni come se fossero qualcosa da risparmiare ai delicati occhi dei lettori, Dana Mackenzie fa esattamente il contrario concentrandosi proprio sulla magia della matematica che si riassume nella sintesi elegante e geniale delle equazioni.

Si snodano dunque, nel rapido succedersi dei 24 capitoli, altrettanto celebri formule, dalla più elementare di tutte: 1+1=2, attraverso la scoperta del Pigreco,  delle equazioni di Archimede, Pitagora, Galileo, Poincaré e Dirac fino alla più sofisticata (la formula di Black-Scholes sui derivati finanziari); dalla più famosa (E = mc2) alla più arcana (l'equazione dei quaternioni di Hamilton).

In questo lungo passaggio millenario il libro di Dana Mackenzie mette in evidenza come la funzione della matematica si sia radicalmente trasformata: dalla funzione di spiegare la realtà cioè di interpretare e rendere ragione della esistenza dei fenomeni del mondo: dalle figure geometriche al movimento dei pianeti, alla funzione di immaginarla e prevederla: il mondo della matematica infatti oggi è in grado, con le sue presunte astrazioni, di immaginare quello che la fisica scoprirà solo in un secondo momento, con le prove empiriche, come è successo ad esempio di recente, con il Bosone di Higgs, previsto da studi matematici con venti anni d'anticipo prima che l'acceleratore di particelle del CERN di Ginevra ne dimostrasse l'effettiva esistenza. 

L'esperimento di Mackenzie però funziona soltanto a metà. Il libro non è per niente chiaro e originale nelle illustrazioni scelte e nella esposizione dei diversi capitoli e la parte strettamente matematica - con lo sviluppo delle singole equazioni -  è molto tecnico e arduo per chi non abbia una preparazione specifica.

Resta così oscuro molto di quanto viene raccontato nei capitoli - specie gli ultimi che descrivono una matematica sempre più sofisticata  complessa e astratta -  anche se è godibile il quadro d'insieme che spinge a riflettere sulla perfezione misteriosa e matematica del nostro universo.

Dana Mackenzie
L'universo senza parole
Rizzoli 2016 Pagine: 224


Fabrizio Falconi


27/07/15

E' morto Sebastiano Vassalli.


Con Sebastiano Vassalli, nato a Genova il 24 ottobre 1941 e morto oggi a Casale Monferrato dopo una malattia tenuta riservata, scompare uno dei nostri scrittori più interessanti che con la propria opera, in gran parte basata su indagini storiche, non ha fatto che indagare la natura e il carattere del nostro paese e degli italiani, cui ha dedicato nel 2007 anche 12 storie esemplari e molto critiche, raccolte col titolo 'L'italiano'. 

Romanziere storico, ma alieno dal colore e dalla ricostruzione d'ambiente romanzesca fine a se stessa, il suo indagare, studiare e raccontare il passato, partendo dalle invasioni barbariche per arrivare a Medioevo e Controriforma e proseguendo sino ai nostri giorni con la Grande guerra, il fascismo e i caldi anni '70, era un soffermarsi su momenti simbolici e esplicativi del formarsi di un paese e dei suoi abitanti, cercando di spiegarne umanità, psicologia, cultura e risvolti storico-sociali, come uno scoprire radici che sono ancora quelle che ci fanno essere quel che siamo oggi. 

Due sono i titoli piu' fortunati, che esemplificano la sua ricerca, "La notte della cometa" del 1984, omaggio e ricostruzione della vita del suo "padre folle" il poeta puro Dino Campana, uomo di passioni e tormenti, libero e perseguitato da vicende sfortunate, e il romanzo "La chimera" che, vincendo nel 1990 lo Strega, ne fa uno scrittore popolare con l'avvincente storia e lo sfaccettato ritratto psicologico di una ragazza cresciuta nel Seicento sotto il Monte Rosa, che per la sua straordinaria bellezza attira gli interessi e, vista come strega ammaliatrice, la persecuzione del clero controriformista inquisitorio dell'epoca

Aveva appena terminato un nuovo romanzo, Io, Partenope, in uscita il 12 settembre. 

Candidato quest'anno al Nobel per la letteratura dall'Universita' di Goteborg e insignito del premio Campiello alla carriera, che avrebbe dovuto ritirare a settembre, Sebastiano Vassalli, nato a Genova 73 anni fa e che si diceva abbandonato dalla famiglia, crebbe presso delle zie a Novara e in quella zona e' rimasto poi a lavorare e vivere sino a oggi. 

Laureatosi a Milano con Cesare Musatti e su una tesi su arte e psicanalisi, aderi' giovane al Gruppo '63 e scrisse romanzi sperimentali e trasgressivi come "Narcisso" e "Tempo di massacro" fino a quando, nel 1983 pubblico' "Arkadia", spietata analisi critica dei gruppi d'avanguardia di cui aveva fatto parte. 

Era l'epoca in cui stava lavorando su Dino Campana ("La notte della cometa" uscirà l'anno dopo) e si avvicina a un altro modo di intendere l'artista e la letteratura che racconta con scrittura partecipe e facendone qualcosa di avventuroso e fascinoso. 

Nel 1987 pubblica "L'oro del mondo" racconto autobiografico tenero e sarcastico attraverso cui racconta il momento fondante della nostra democrazia, quello tragico dell'uscita dal fascismo e della Resistenza raccontata da chi non l'ha vissuta in prima persona e dominata, ieri come oggi, dal malcostume e dal trasformismo. 

E' in questo romanzo che il bimbo chiede a uno zio perché si viva: "Per la nostra memoria: e per che altro? - spiego' - Per quelle poche pagliuzze di felicita' che rimangono in fondo alla memoria, come l'oro sul fondo della ba'tea", che e' per Vassalli quasi una dichiarazione di poetica. 

Seguiranno cosi' i romanzi storici, storie sempre anche complesse e umanamente avvincenti, da "La chimera" a "Marco e Mattio" (un caso psichiatrico tra le Dolomiti a fine '700 e inzio '800), da "Il cigno" (sullo scandalo del Banco di Sicilia a fine '800) a "Stella avvelenata" (viaggio di un chierico da Casale Monferrato a Parigi nel Quattrocento), sino a "Le due chiese" del 2010 (ritratto di un paese di montagna nell'Italia tra la Grande guerra e i nostri giorni) e "Terre selvagge" del 2014 (sulle invasioni di Cimbri e Teutoni nella pianura padana). 

Einaudi, Interlinea e Rizzoli sono stati i suoi editori. 

 Grande narratore di storie appassionanti, Vassalli fu anche poeta e soprattutto saggista e pronto a intervenire (dalle pagine spesso del Corriere della sera di cui era collaboratore) sulla nostra realta' e le distorsioni del mondo culturale, visti da lontano, dal suo luogo di vita ritirata che gli permetteva uno sguardo non compromesso, lucido e libero, al di fuori di ogni mondanita' e esibizione letteraria (ultimamente aveva criticato la candidatura allo Strega della Ferrante).

Cosi' si potrebbero citare molti altri suoi titoli, anche non di narrativa, tra i quali vanno comunque ricordati "Sangue e suolo" frutto di un'inchiesta in Alto Adige nel 1984, i cui temi ha ripreso ora nell'ultimo libro pubblicato, "Il confine", in cui rivede anche positivamente l'evoluzione di quella situazione critica tra le due etnie italiana e austriaca.