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18/11/18

Poesia della Domenica: "Amore, quante strade per giungere a un bacio" di Pablo Neruda.






Amore, quante strade per giungere a un bacio,
che solitudine errante fino alla tua compagnia! 
I treni continuano a rotolare soli con la pioggia.
A Taltal ancora non alloggia la primavera.

Ma tu ed io, amor mio, siamo uniti
uniti dai vestiti alle radici,
uniti d'autunno, d'acqua, di fianchi,
fino ad essere solo tu, sol io uniti.

Pensare che costò tante pietre che trascina il fiume, 
la foce dell'acqua del Boroa.
Pensare che separati da treni e da nazioni
tu ed io dovevamo semplicemente amarci, 
confusi con tutti, con uomini e con donne,
con la terra che pianta ed educa i garofani.

Pablo Neruda

02/06/15

Elogio dell'Ombra - di Jorge Luis Borges.






Elogio dell’ombra

La vecchiaia (è questo il nome che gli altri le danno)
può essere il tempo della nostra felicità.
l’animale è morto o è quasi morto.
nimangono l’uomo e la sua anima.
Vivo tra forme luminose e vaghe
che non sono ancora le tenebre.
Buenos Aires,
che prima si lacerava in suburbi
verso la pianura incessante,
è diventata di nuovo la Recoleta, il Retiro,
le sfocate case dell’Once
e le precarie e vecchie case
che chiamiamo ancora il Sur.
Nella mia vita sono sempre state troppe le cose;
Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;
il tempo è stato il mio Democrito.
Questa penombra è lenta e non fa male;
scorre per un mite pendio
e assomiglia all’eternità.
I miei amici non hanno volto,
le donne sono quel che erano molti anni fa,
gli incroci delle strade potrebbero essere altri,
non ci sono lettere sulle pagine dei libri.
Tutto questo dovrebbe intimorirmi,
ma è una dolcezza, un ritomo.
Delle generazioni di testi che ci sono sulla terra
ne avrò letti solo alcuni,
quelli che continuo a leggere nella memoria,
a leggere e a trasformare.
Dal Sud, dall’Est, dall’Ovest, dal Nord,
convergono i cammini che mi hanno portato
nel mio segreto centro.
Quei cammini furono echi e passi,
donne, uomini, agonie, resurrezioni,
giorni e notti,
dormiveglia e sogni,
ogni infimo istante dello ieri
e di tutti gli ieri del mondo,
la ferma spada del danese e la luna del persiano,
gli atti dei morti, il condiviso amore, le parole,
Emerson e la neve e tante cose.
Adesso posso dimenticarle. Arrivo al mio centro,
alla mia algebra, alla mia chiave,
al mio specchio.
Presto saprò chi sono.

Tratto da: Jorge Luis Borges, Poesie (1923-1976), traduzione di Livio Bacchi Wilcock, Bur.

01/06/14

La poesia della domenica - "Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura" di Pablo Neruda.



Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
che desti la furia del pallido e del freddo,
da sud a sud leva i tuoi occhi indelebili,
da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.
Non voglio che vacillino il tuo riso o i tuoi passi,
non voglio che muoia la mia eredità d'allegria,
non bussare al mio petto, sono assente.
Vivi in mia assenza come in una casa.
È una casa tanto grande l'assenza
che v'entrerai traverso i muri
e appenderai i quadri all'aria.
È una casa tanto trasparente l'assenza
 che senza vita ti vedrò vivere
e se soffri, amor mio, morirò un'altra volta.

Pablo Neruda, da Cento sonetti d'amore

Si muero sobreviveme con tanta fuerza pura 
que despiertes la furia del pàlido y del frìo, 
de sur a sur levanta tus ojos indelebles, 
de sol a sol que suene tu boca de guitarra. 
No quiero que vacilen tu risa ni tus pasos, 
no quiero que se muera mi herencia de alegrìa, 
no llames a mi pecho, estoy ausente. 
Vive en mi ausencia como en una casa. 
Es una casa tan grande la ausencia 
que pasaràs en ella a través de los muros 
y colgaràs los cuadros en el aire. 
Es una casa tan transparente la ausencia 
que yo sin vida te veré vivir 
y si sufres, mi amor, me moriré otra vez.