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19/01/20

Poesia della Domenica: "Era di maggio. Il pomeriggio afoso" di Rabindranath Tagore



Era di maggio. Il pomeriggio afoso
sembrava interminabile. La terra riarsa
si spaccava nel gran caldo, assetata.
Dalla riva del fiume udii una voce
che gridava: "Vieni, tesoro mio".
Chiusi il mio libro e aprii la finestra
per guardare fuori.
Vidi preso il fiume un grande bufalo, coperto di fango,
che guardava in giro con occhi placidi e pazienti;
un ragazzo nell'acqua fino al ginocchio, lo chiamava
per farlo bagnare.
Sorrisi compiacente ed ebbi un senso di dolcezza,
che m'invase il cuore.



Rabindranath Tagore, da Il giardiniere, tratta da Il canto della vita, Guanda Poeti della Fenice, 1989, pag. 39

19/02/12

La poesia della Domenica - 'Non mi accorsi del momento' di Rabindranath Tagore.


XCV

Non mi accorsi del momento in cui varcai
Per la prima volta la soglia di questa vita.

Quale fu la potenza che mi schiuse in questo vasto mistero
Come sboccia un fiore in una foresta a mezzanotte?

Quando al mattino guardai la luce,
subito sentii che non ero uno straniero in questo mondo,
che l’inscrutabile senza nome e forma
mi aveva preso tra le sue braccia sotto l’aspetto di mia madre.

Così, nella morte, lo stesso sconosciuto m’apparirà come sempre a me noto.
E poiché amo questa vita so che amerò anche la morte.

Il bimbo piange quando la madre dal seno destro lo stacca,
ma subito dopo si consola succhiando da quello sinistro.

Rabindranath Tagore, Gitanjali