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09/10/20

In Sicilia l'albero più vecchio d'Italia e forse d'Europa (3.000 anni)



E' un meraviglioso Castagno, che ha anche un nome: "Castagno dei Cento Cavalli" e si trova a Sant'Alfio, in provincia di Catania, alle pendici dell'Etna.

Secondo il botanico Bruno Peyronel potrebbe essere l'albero più antico d'Italia e d'Europa.

La sua età è stimata intorno ai 3.000 anni.

Era già centenario quando in Sicilia imperversavano le guerre puniche tra romani e cartaginesi.

Deve il suo nome al fotto che Giovanna d'Aragona fece riparare sotto le ampie chiome i suoi cento cavalli durante un temporale.

Con questo meraviglioso esemplare, rivaleggia in antichità, "S'Ozzastru", un ulivo di Luras, in Sardegna, per il quale si stima egualmente una età vicina ai tremila anni.
 

Fabrizio Falconi - 2020

fonti: Carlo Mercuri, Alberi storici si fa la conta, Il Messaggero 4 agosto 2015 

04/10/17

Libro del Giorno: "Il cuore di tutte le cose" di Elizabeth Gilbert.



Mi sono accostato a questo libro con perplessità e qualche pregiudizio dovuto al successo planetario che ha arriso a Elizabeth Gilbert per la versione cinematografica tratta dal precedente romanzo della scrittrice, Mangia, prega, ama

Per questo la sorpresa procuratami dalla lettura de Il cuore di tutte le cose, scritto nel 2013 e pubblicato in Italia da Rizzoli, è stata ancor più grande. 

C'è da dire subito che il titolo italiano rende un pessimo servizio al libro. Il titolo originale del romanzo è infatti The signature of all things, un preciso riferimento alle teorie del filosofo mistico  Jakob Böhme sulla analogia morfologica, che riprendono un concetto (La Signatura Rerum, la Firma delle Cose) caro a Egiziani, Cinesi, Indiani, alchimisti Medioevali, fino a Paracelso: la credenza cioè che tutti i tipi di vegetali (e più in generale delle cose viventi) seguono un modello che rispecchia gli organi del corpo umano. 

La trama allestita dalla Gilbert intorno a questo tema così impegnativo, è però di leggibilità e piacevolezza assoluta:  Nella Filadelfia di inizio Ottocento, una grande serra di piante e di idee,  infatti, seguiamo le vicende di Alma che nasce in seno a una delle famiglie più scandalosamente ricche del Nuovo Mondo. 

Il padre Henry è un botanico autodidatta e uno spregiudicato uomo d'affari che ha costruito la sua fortuna commerciando in chinino e altre piante medicinali. Sua madre Beatrix, un'austera studiosa olandese, alleva la figlia senza concessioni al sentimentalismo e alla frivolezza. Alma impara a leggere le ore osservando l'aprirsi e chiudersi delle corolle dei fiori, studia da vicino l'operosa natura che la circonda, cresce respirando scienza e cultura.

Brillante e curiosa, ben presto si mette in luce nell'ambiente internazionale della botanica. E mentre si addentra sempre più nei misteri dell'evoluzione, l'uomo di cui, nella piena maturità,  si innamora la trascina nella direzione opposta: verso il regno della spiritualità, del divino, della magia

Se Alma è una scienziata razionale e concreta, Ambrose è un giovane idealista votato all'arte e alla purezza. Ma li unisce il desiderio appassionato e struggente di comprendere i meccanismi segreti che regolano il mondo e danno origine e senso alla vita.

La complessa trama, che abbraccia l'intera esistenza di Alma, si snoda attraverso lutti e privazioni, prove psicologiche e istinti repressi, navigazioni in mare e scoperte entusiasmanti, rilevazioni scientifiche, descrizione di mondi sconosciuti. 

Alma diviene una grandissima studiosa del muschio (qualcosa a cui nessuno sembra essersi dedicata con pazienza prima di lei); dopo il fallimento del suo matrimonio e la morte del padre si trasferisce senza più nulla, nella lontanissima Tahiti, per ritrovare se stessa e il senso della sua vita e della sua ricerca; torna infine in Olanda, di dove è originaria la famiglia di sua madre, in tempo per assistere al trionfo della teoria di Darwin. 

La perfetta coerenza razionale/analitica di Alma resta immutata fino alla fine. Semmai, stonano nel lungo dispiegarsi del racconto, i toni mitici che avvolgono l'entrata in scena di Tomorrow Morning, l'indigeno che conosce il destino finale del marito di Alma.  Ma l'improbabilità di questo personaggio e dell'incontro, non rovinano il piacere di questa lettura. 

Un romanzo che si mantiene sempre straordinariamente in equilibrio tra il gusto per il racconto e il rispetto per la conoscenza (è un romanzo documentatissimo, veramente una miniera per chi è interessato all'argomento botanico e alla vita delle piante). 

Qualcosa che è piuttosto difficile trovare oggi nel panorama letterario italiano.