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31/10/16

"The book of love", una canzone definitiva di Magnetic Fields, portata al successo da Peter Gabriel sull'amore.





E' una splendida canzone, definitiva sul senso dell'amore, quella scritta da Stephin Merrit e dai Magnetic Fields e poi portata al grande successo da Peter Gabriel qualche anno fa e contenuta nell'album Scratch my back (2010).

E' innanzitutto una canzone molto semplice e dal testo molto semplice.

Ma molto sottile.  Innanzitutto, dice, l'amore è un libro

Ciò vuole dire che l'amore preesiste agli stessi innamorati o amanti. E' qualcosa di già scritto, di già esistente, di già formato. Perché è stato scritto tanto tempo fa. (non si sa da chi).

E' dunque molto antico e tutto sommato lungo e noioso, probabilmente perché come tutti i libri antichi contiene una sua saggezza arcana, ma è pesante (non si riesce nemmeno a sollevare per il suo peso) ed è pieno di grafici e fatti e figure e istruzioni, quindi non proprio facile da leggere.

E però è anche un libro pieno di sorprese, perché ha della musica all'interno (la musica, anzi, viene proprio da lì). Anche se questa musica è in parte astrusa  (priva cioè di apparente significato e apparentemente riferita solo a se stessa) e in parte davvero stupida (come sa essere l'amore, specie quando questa musica è interpretata dagli innamorati (infatti è pieno di cose banali come i fiori e le scatole a forma di cuore). 

E ciò nonostante, dice l'innamorato, Io amo quando me lo leggi e tu puoi leggermi qualsiasi cosa, di questo libro.

L'incantamento dunque non è nemmeno nel contenuto del libro, in quello che c'è scritto, ma nel fatto che tu me lo legga.

E che, in qualche modo, me lo regali.

E', anzi, il regalo il vero senso di questo libro.
Il fatto che tu canti per me ogni cosa.

E' questa la vera fede nuziale, che fonda il legame d'amore. 

Un semplice testo dal quale si evincono due cose fondamentali che la saggezza ha imparato a riconoscere nell'amore: la prima, che l'amore pre-esiste agli innamorati. Come scriveva Nietzsche a Lou Salomé, l'amore è infatti più grande di chi ama.  E quindi pre-esiste, resiste e se ne frega delle bassezze, delle sciatterie e delle inadeguatezze di chi ama (o dice di amare).

La seconda è che l'amore passa attraverso un regalo.  Il regalo è di per sè qualcosa di gratuito. Che si fa per il piacere di farlo. E' l'amore che, come scriveva Paul Ricoeur, ad obbligare. Ad obbligare a regalare, a donare spontaneamente. Il regalo è anche una cura. E' avere cura, attenzione per chi si ama.  Ed è anche il discrimine, la mancanza di cura e di attenzione, per tutti quei rapporti che si camuffano da amore, ma amore non sono.

Fabrizio Falconi
il testo originale qui sotto:

Il libro dell'amore è lungo e noioso
Nessuno riesce a sollevare quella dannata cosa
E' pieno di grafici e fatti e figure e istruzioni per danzare
Ma io
Io amo quando me lo leggi
E tu
Tu puoi leggermi qualsiasi cosa
Il libro dell'amore ha della musica all'interno
Infatti la musica viene proprio da lì
Un po' di questa è astrusa
Un po' di questa è davvero stupida
Ma io
Io amo quando canti qualcosa per me
E tu
Tu canti per me ogni cosa
Il libro dell'amore è lungo e noioso
Ed è stato scritto molto tempo fa
E' pieno di fiori e scatole a forma di cuore
E di cose per le quali siamo troppo giovani per sapere
Ma io
Io amo quando mi regali qualcosa
E tu
Tu dovresi regalarmi fedi nuziali
E io
Io amo quando mi regali fedi nuziali
E io
Io amo quando mi regali qualcosa
E tu
Tu dovresti regalarmi fedi nuziali
E io
Io amo quando mi regali qualcosa
E tu
Tu dovresti regalarmi fedi nuziali
Tu dovresti regalarmi fedi nuziali

§

The book of love is long and boring
No one can lift the damn thing
It's full of charts and facts and figures and instructions for dancing
But I
I love it when you read to me
And you
You can read me anything
The book of love has music in it
In fact that's where music comes from
Some of it is just transcendental
Some of it is just really dumb
But I
I love it when you sing to me
And you
You can sing me anything
The book of love is long and boring
And written very long ago
It's full of flowers and heart-shaped boxes
And things we're all too young to know
But I
I love it when you give me things
And you
You ought to give me wedding rings
And I
I love it when you give me things
And you
You ought to give me wedding rings
And I
I love it when you give me things
And you
You ought to give me wedding rings
You ought to give me wedding rings

Stephin Merritt e Magnetic Fields 

27/11/14

E' l'amore che obbliga (Ricoeur).



Nel 1996 intervistai per la radio italiana Paul Ricoeur, uno dei più grandi filosofi del Novecento, nella sua casa a Parigi.

Il pensiero di Ricoeur mi aveva molto colpito per la sua limpidezza. Non è facile trovare infatti un pensiero filosofico che non sia almeno in parte oscuro, poco chiaro. 

Ricoeur confermò questa semplicità del pensiero, con i gesti della sua persona.

Parlammo per quasi un'ora, soprattutto dell'amore, dell'amore nella filosofia del cristianesimo e nella complessità delle dinamiche studiate da Freud.

A un certo punto gli chiesi ragione di quella sua celebre frase, che Ricoeur aveva ripetuto spesso nei libri e nelle conferenze.  C'est l'amour qui oblige.  E' l'amore che obbliga.

Gli chiesi di spiegarlo, se poteva, nuovamente.

Mi rispose sorridendo che quel che aveva scritto era una cosa semplice, semplicemente sperimentabile, anche se piena di conseguenze.

Viviamo, disse, sempre più in un mondo che rifugge dalle responsabilità, dal coraggio vero, da un senso e una direzione. Ed è solo il legame con l'altro che genera un senso. Il quale non può mai arrivare dall'alto.

L'amore, mi spiegò, è l'unica condizione umana in cui si sperimenta l'obbligo spontaneo, non coercitivo, non imposto dall'altro.

Chi ama è legato per sempre.

E questo legame è precisamente ciò che obbliga. Senza condizioni e senza condizionamenti.  L'unica via che in fondo porta veramente dentro se stessi. Perché solo chi si conosce, sa amare.  E solo chi riesce ad amare, attraverso l'obbligo verso l'altro, ritrova se stesso.

Fabrizio Falconi