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10/05/22

Che dolore (e delusione) le frasi di Nikita Mikhalkov su Putin


Il grande regista russo Nikita Mikhalkov in una vecchia foto

Fa male al cuore leggere le dichiarazioni recenti di Nikita Sergeevič Michalkov, uno dei più grandi registi del novecento, a proposito del presidente/dittatore Vladimir Putin. 

Viene da chiedersi come possa l'autore di film come "Schiava d'amore"(1975), "Oblomov"(1980) o "Il sole ingannatore" (1994), la stessa persona che si spende in un incondizionato peana per Putin, all'indomani della sanguinosa e terribile invasione dell'Ucraina.

Mikhalkov, che oggi ha 77 anni proviene da una famiglia di inconfondibili tradizioni artistiche: suo padre Sergej Vladimirovič Michalkov è uno scrittore e poeta, celebre in Russia per aver scritto il testo dell'inno nazionale del suo Paese in due diverse occasioni, mentre la madre, la poetessa Natal'ja Petrovna Končalovskaja, era la figlia del pittore Pëtr Petrovič Končalovskij e la nipote del pittore Vasilij Ivanovič Surikov; suo fratello maggiore è invece il regista Andrej Končalovskij, il quale in passato ha operato scelte molto diverse dal fratello, ai tempi dell'Unione Sovietica, andando a vivere e lavorare negli Stati Uniti. 

Del resto l'amicizia tra Mikhalkov e Putin non è nuova. Si ricorda l'aneddoto della presentazione di un libro firmato dal presidente. Al momento di regalare una copia al regista, Putin, sotto una foto che lo ritraeva nell’atto di saldare un conto al ristorante scrisse questa dedica: «Bisogna pagare per tutto nella vita, Nikita». 

Come hanno riportato le agenzie Keystone-SDA, Nikita Mikhalkov è stato intervistato recentemente e richiesto di un parere sulla guerra in Ucraina. Mikhalkov ha spiazzato un po' tutti, schierandosi completamente con il presidente russo Putin e  accusando l'Occidente di essersi coalizzato per distruggere la civiltà russa e i suoi valori. 

Citato dalla Tanjug, Mikhalkov ha attaccato - anche qui sposando completamente i toni e la propaganda russa - il presidente ucraino Volodymyr Zelensky da lui accusato di esprimersi alla stregua dei nazisti. "Accusano la Russia di mettere in pericolo la sicurezza, mentre è la Nato ad avvicinarsi ai confini russi", ha detto il noto regista russo. "Personalmente sono convinto che questa non sia una guerra fra Russia e Ucraina, ma una guerra di Russia, Europa e America. Non è una guerra per la democrazia nella quale i nostri partner vogliono convincerci di qualcosa. Questo è il tentativo globale e forse l'ultimo della civiltà occidentale di attaccare il mondo russo, l'etica ortodossa, i valori tradizionali", ha affermato Mikhalkov. 

A suo avviso, a partire dall'indipendenza dell'Ucraina nel 1991, a generazioni di ragazzi è stato inculcato "l'odio per la Russia", e il mondo ha chiuso gli occhi sul neofascismo in Europa. 

Insomma, gli stessi identici argomenti (piuttosto paranoici) che si sentono tutti i giorni amplificati dalla propaganda della televisione, della stampa russa, e dagli interventi dell'uomo forte del Cremlino.

Davvero, dal grande regista russo era lecito aspettarsi altro. 

01/06/19

100 film da salvare alla fine del mondo: 25. "Schiava d'amore" (Раба любви), di Nikita Mikhalkov, Unione Sovietica (1976)



Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì e ogni venerdì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo".  Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti. 

100 film da salvare alla fine del mondo: 25. "Schiava d'amore" (Раба любви), di Nikita Mikhalkov, Unione Sovietica, (1976)

Scritto insieme a Friedrich Gorenstein e a Andrej Končalovskij (fratello di Mikhalkov), Schiava d'amore è il capolavoro giovanile di Nikita Mikhalkov (figlio del grande scrittore e poeta Sergej che è anche tra l'altro l'autore dell'inno nazionale russo), che all'epoca aveva 31 anni. 

Il film racconta le vicende di una diva del cinema muto russo Olga Voznesenskaya (una straordinaria Elena Solovey), ispirato dalla vera vita della divina Vera Kholodnaya . 

Il film è ambientato nell'autunno del 1918, proprio durante la guerra civile russa e la rivoluzione d'Ottobre.

La star del cinema muto, Olga Voznesenskaya, in quei giorni ha appena festeggiato un trionfo, insieme al suo co-protagonista e amante, Vladimir Maksakov, nella commedia romantica "Slave of Love". 

Nel frattempo però i bolscevichi hanno conquistato Mosca e il set cinematografico si trasferisce a sud, a Odessa , per lavorare a una nuova produzione lontano dai combattimenti. 

Olga è una star difficile, a volte capricciosa e narcisista, profondamente avvolta nella sua stessa celebrità. 

Maksakov non accompagna gli altri a Odessa, e Olga rifiuta di apparire senza il suo partner, con le rimanenti scorte di pellicola inutilizzata ormai deteriorata. 

Sul set Olga conosce l'operatore Viktor Potozki, e presto si innamora di lui. Inoltre Fedotov, il capo spia locale della "Guardia Bianca" (un'importante forza antibolscevica nella vera e propria guerra civile del tempo), appare sul set del film con crescente frequenza, mentre i bolscevichi vengono arrestati in tutto il paese. 

Dopo un poco di tempo, attori e personale di supporto arrivano da Mosca, portando con loro nuove provviste affinché le riprese possano riprendere. Maksakov però non è con loro,  e soprattutto si percepisce nell'aria che il gusto del pubblico sta cambiando, per i film muti, e c'è bisogno di abbellimenti e cambiamenti estetici che Olga rifiuta con sdegno.  

Inizia da qui un specie di spy story in cui le vicende del set e del film che non si riesce a finire si mescolano alle vicende che ormai scuotono alle fondamenta la Russia. 

Olga è a pezzi psicologicamente e si rifiuta di continuare il suo lavoro sul set.

La situazione precipita: l'operatore del film, considerato un bolscevico, viene colpito a morte dagli uomini di Fedotov. 

Olga viene rapita a bordo di un tram e portata nel suo albergo, giungendo al sacrificio personale non prima comunque di essere passata dalla parte bolscevica, di aiutare i clandestini e di sparare a un ufficiale "bianco". 

E' forse vero, come fu fatto notare da qualche critico, che nel film Mikhalov offra una visione idealizzata della rivoluzione, non basata sulla realtà in quanto tratta la rivoluzione e l'amore come sinonimi. Scrive: "la seduzione sessuale nel vecchio mondo è rimpiazzata dalla seduzione politica compiuta da Viktor per portare Olga dalla parte della rivoluzione: il suicidio di Olga nel film del vecchio mondo è sostituito dalla resa della sua vita all'ideale di Bolscevismo : salva il film di Viktor e viaggia verso una nuova vita "

Un melodramma che solo la maestria assoluta di Mikhalkov e il suo puro genio cinematografico rende capace di attraversare l'epoca in cui fu girato e diventare un classico. 


Nel 1978 il film è stato votato come uno dei migliori film stranieri dal National Board of Review ed è stato votato come il terzo miglior film straniero dell'anno a sia ai Los Angeles Film Critics Association Awards che ai New York Film Critics Circle Awards . Il New York Times lo definì un "capolavoro inaspettato", mentre è noto l'incredibile entusiasmo manifestato da Jack Nicholson e idal regista Monte Hellman quando lo videro per la prima volta, pensando anche di trarne una versione americana. 

Fabrizio Falconi

Schiava d'Amore
Раба любви 
Nikita MikhalkovUnione Sovietica, 1975 
Durata 94 minuti 
con Elena Solovéj, Aleksandr Kalyagin, Rodion Nachapetov,  Oleg Basilašvili