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19/07/22

In un'epoca senza maestri, un grande tributo a Philip Glass da Woody Allen, Scorsese e tanti altri


Credo sia un'epoca così sbandata perché viviamo in un'era - come dice Zagrebelsky - senza maestri.

I maestri buoni sono spariti (morti, uccisi, ripudiati) e così anche quelli cattivi.
Perché nell'epoca imperante del selfness (che a quanto pare, tra l'altro, sta portando il pianeta all'autodistruzione) ciascuno - secondo la profezia di Nietzsche, ma in modo ahimé assai più radicalmente basso - vuole essere ed è maestro di se stesso.
Così, i pochi maestri che restano vivi e in giro, per chi ancora li apprezza e sa quanto siano essi fari nella notte ormai divorante, sono quanto mai importanti. Ed importante conoscerli, ascoltarli.
Una occasione è data dal magnifico documentario (purtroppo in-tradotto e in-distribuito ancora in Italia, dove Amazon preferisce fare documentari su gianluca vacchi e su wanna marchi) dedicato al maestro, "Glass: A Portrait of Philip in Twelve Parts", diretto da Scott Hicks nel 2007 e nominato agli Emmy Awards e all'AFI Award
Chi ha l'occasione di vederlo, oltre che conoscere la vita, la personalità e la spiritualità di Glass, forse il più celebre compositore vivente, cioè contemporaneo, ha la possibilità di ascoltare l'opinione (su Glass, e sulla sua opera) di Joanne Akalaitis, Woody Allen, Holly Critchlow, Errol Morris, Nico Muhly, Godfrey Reggio, Dennis Russell Davies, Martin Scorsese e Ravi Shankar.
Un meraviglioso viaggio nella musica e nell'intelligenza. Glass, una delle ultime "grandi anime".

Fabrizio Falconi - 2022

21/06/22

Libro del Giorno: "Spettri della mia vita" di Mark Fisher

 


Mark Fisher è uno dei pensatori più importanti e originali degli ultimi anni. E la sua lucidità analitica, la sua penna virtuosistica, ha influenzato notevolmente le generazioni fuoriuscite dal vecchio secolo in cerca di modernità e soprattutto di senso. 

L'opera di Fisher si lega indissolubilmente alla sua vicenda esistenziale: noto anche con lo pseudonimo di k-punk Fisher è nato a Leicester l'11 luglio 1968 ed è morto suicida a Felixstowe, 13 gennaio 2017.

Oltre ad essere filosofo, Fisher, divorato da una fame di curiosità e conoscenza, è stato anche sociologo, critico musicale, blogger, saggista e accademico britannico. 

Ha cominciato ad acquisire notorietà in patria nei primi anni 2000 come blogger, per poi diventare famoso per i suoi scritti riguardanti politica, musica e cultura popolare. 

Ha pubblicato diversi libri, diventati oggetto di studio e di culto tra cui Realismo capitalista (2009), opera che ha ottenuto un inaspettato successo, e ha scritto per diverse riviste, tra cui The Wire, Fact, New Statesman e Sight & Sound. 

Dopo ultimi anni difficili, in bilico sulla depressione, è morto suicida nel gennaio 2017, poco dopo la pubblicazione del suo ultimo libro, The Weird and the Eerie (2017). 

Fisher si è formato soprattutto sulla stampa musicale sul post-punk di fine anni 70, in particolare da riviste come NME, le quali trattavano non solo di musica, ma anche degli aspetti interdisciplinari che collegano musica a politica, cinema e fiction. Ha ottenuto un Bachelor of Arts in Letteratura inglese e Filosofia alla Università di Hull nel 1989, per poi finire il dottorato di ricerca alla Università di Warwick nel 1999, con una tesi dal titolo Flatline Constructs: Gothic Materialism and Cybernetic Theory-Fiction. 

Dopo un periodo in cui ha insegnato filosofia nelle scuole superiori, ha fondato nel 2003 il blog k-punk, che è stato considerato uno dei blog più di successo riguardanti gli studi culturali, un luogo nel quale  cultura popolare, musica, cinema, politica e teoria critica venivano discusse parallelamente da giornalisti, filosofi, amici e colleghi. 

Dopo altri anni molto febbrili, Fisher si è tolto la vita il 13 gennaio 2017 a 48 anni. 

La sua lotta contro la depressione è stata trattata da Fisher stesso in vari articoli e in Realismo capitalista, nel quale ha affermato che "la pandemia di angoscia mentale che affligge il nostro tempo non può essere capita adeguatamente, né curata, finché viene vista come un problema personale di cui soffrono singoli individui malati"

L'intuizione - e la battaglia - di Fisher era quella di far capire come alla base della depressione vi siano spesso o quasi sempre, il peggioramento delle condizioni sociali, l'abbattimento degli strumenti sociali da parte dei regimi neoliberali in Inghilterra come nelle altre parti del mondo. 

Dopo l’exploit di Realismo capitalista, Mark Fisher si confermò con Spettri della mia vita, che raccoglie molti articoli sparsi e che riuniti insieme descrivono il filosofo inglese come un grande e fidato navigatore in questi tempi fuor di sesto, "attraverso tutti i loro brividi e squarci, in mezzo a tutte le loro apparizioni e spettri, passati, presenti e futuri". 

Così scriveva perfettamente David Peace, all’uscita dell’edizione originale di questo libro. 

Spettri della mia vita è l’opera ardita di un uomo nato sotto Saturno che affrontava ogni giorno i suoi fantasmi, è il racconto struggente di uno scrittore e critico geniale che sentiva la nostalgia del futuro.  Per un futuro ormai cancellato dalle dinamiche perverse del mondo economico. 

Intrecciando indissolubilmente pubblico e privato, il libro coglie Mark Fisher nei suoi momenti più intimi e scoperti. 

La critica culturale sconfina in analisi esistenziale e cultura pop, «di massa», si incarna nel singolo, che vive nella sua concreta esperienza i fenomeni di cui scrive. Tra letture di Sebald e Peace, ascolti di Joy Division e Burial, visioni di Stalker di Tarkovskij e Inception di Cristopher Nolan, Fisher compone una mappa del sentimento individuale e collettivo.

Fabrizio Falconi

Mark Fisher

02/11/21

"Meddle" compie 50 anni. I segreti del mitologico album dei Pink Floyd



Compie 50 anni Meddle, il sesto album in studio del gruppo rock inglese Pink Floyd, che fu inciso per la Harvest Records. 

Un album che ebbe un successo mondiale incredibile, pur avendo avuto una produzione molto singolare, e assai poco pianificata. E oggi è considerato un album di transizione tra il gruppo ancora influenzato da Syd Barrett della fine degli anni '60 e gli emergenti Pink Floyd. 

Un disco ormai quasi mitologico, a partire dall'iconica copertina che fu spiegata dal suo creatore Storm Thorgerson come la fotografia rielaborata di un orecchio sott'acqua. 

Ma come nacque Meddle?

Di ritorno da una serie di tournée in America e Inghilterra a sostegno dell'album Atom Heart Mother , all'inizio del 1971 i Pink Floyd iniziarono a lavorare su nuovo materiale agli Abbey Road Studios di Londra. 

A quel tempo, Abbey Road era dotata solo di impianti di registrazione multitraccia a otto tracce , che la band trovò insufficienti per le crescenti esigenze tecniche del loro progetto. 

Così impiegarono i loro migliori sforzi, inclusa l'apertura di quello che divenne " Echoes ", su un nastro a 16 tracce in studi più piccoli a Londra (vale a dire lo studio AIR e Morgan a West Hampstead). 

Mancando un tema centrale per il progetto, la band utilizzò diversi metodi sperimentali nel tentativo di stimolare il processo creativo. Un esercizio prevedeva che ogni membro suonasse su una traccia separata, senza alcun riferimento a ciò che stavano facendo gli altri membri. 

Il tempo era del tutto casuale mentre la band suonava attorno a una struttura di accordi concordata e stati d'animo come "primi due minuti romantici, successivi due su tempo". Ogni sezione registrata è stata nominata, ma il processo è stato in gran parte improduttivo; dopo diverse settimane, non erano state create canzoni complete. 

Leckie, uno dei tecnici del suono, dichiarò più tardi che le sessioni dei Pink Floyd spesso iniziavano nel pomeriggio e finivano presto la mattina dopo, "durante il quale non si sarebbe fatto nulla. Non c'era alcun contatto con la casa discografica, tranne quando il loro manager dell'etichetta si presentava di tanto in tanto con un paio di bottiglie di vino e un paio di spinelli." 

Apparentemente la band trascorreva lunghi periodi di tempo lavorando su suoni semplici o su un particolare riff di chitarra. Hanno anche trascorso diversi giorni all'AIR cercando di creare musica utilizzando una varietà di oggetti domestici, esperimento che venne ripetuto anche per gli album seguenti, The Dark Side of the Moon e Wish You Were Here . 

Wright per la suite di Echoes, aveva alimentato una singola nota attraverso un altoparlante Leslie , producendo un rumore metallico simile a un sottomarino . La band ha provato ripetutamente a ricreare questo suono in studio ma senza successo, e così la versione demo è stata utilizzata su quello che sarebbe poi diventato "Echoes", mixato quasi esclusivamente agli AIR Studios. 

In combinazione con David Gilmour's chitarra, la band è stata in grado di sviluppare ulteriormente la traccia, sperimentando effetti sonori accidentali (come la chitarra di Gilmour che viene collegata a un pedale wah-wah al contrario) 

L'ultimo pezzo di 23 minuti, Echoes, alla fine avrebbe occupato l'intero secondo lato dell'album. 

" One of These Days " è stato sviluppato attorno ad una bassline ostinata creata da Roger Waters , alimentando l'output attraverso un Binson Echorec. La linea di basso è stata eseguita da Waters e Gilmour utilizzando due bassi, uno su vecchie corde. 

La band registrò nella prima metà di aprile 1971, ma nella seconda metà suonò a Doncaster e Norwich prima di tornare a registrare alla fine del mese. 

Agosto è stato trascorso nell'estremo oriente e in Australia, settembre in Europa e da ottobre a novembre negli Stati Uniti. 

Sebbene le tracce possiedano una varietà di stati d'animo, Meddle è generalmente considerato più coeso rispetto al suo predecessore del 1970, Atom Heart Mother . 

"One of These Days" in gran parte strumentale è seguita da " A Pillow of Winds ", che si distingue per essere una delle poche canzoni d'amore acustiche e silenziose nel catalogo dei Pink Floyd. 

Queste due canzoni si susseguono l'una nell'altra attraverso effetti sonori ventosi, anticipando la tecnica che sarebbe stata successivamente utilizzata su Wish You Were Here . Il titolo di "A Pillow of Winds" è stato ispirato dai giochi di Mahjong che Waters, Mason e le loro mogli giocavano nel sud della Francia. 

La canzone " Fearless " comprende registrazioni sul campo di tifosi del Liverpool FC nella Kop canto dell'inno del club anthem, " We never walk alone ", che porta la canzone ad un fine in un pesantemente riverberato fade-out . 

" San Tropez ", al contrario, è una canzone pop dalle influenze jazz con un tempo shuffle , composta da Waters nel suo stile sempre più intriso di songwriting sbarazzino. 

La canzone è stata ispirata dal viaggio della band nel sud della Francia nel 1970. 

I Pink Floyd hanno mostrato in modo insolito il loro senso dell'umorismo con " Seamus ", traccia assai originale con il cane di Steve Marriott (cui Gilmour faceva da dog sitter) che ulula a tempo di musica.

L'ultima canzone dell'album è "Echoes" di 23 minuti. 

Il titolo dell'album Meddle è un gioco di parole: una via di mezzo tra "medaglia" , e il verbo "interferire". 

L'immagine di copertina è stata fotografata da Bob Dowling. L'immagine rappresenta un orecchio, sott'acqua, che raccoglie onde sonore (rappresentate da increspature nell'acqua). 

La copertina contiene una foto di gruppo della band (l'ultima dei Floyd fino al 1987, A Momentary Lapse of Reason ). 

Meddle è stato rilasciato il 31 ottobre 1971 negli Stati Uniti e il 13 novembre nel Regno Unito. Sebbene nel Regno Unito abbia raggiunto il numero tre in classifica, la scarsa pubblicità da parte della Capitol Records ha portato a vendite deboli negli Stati Uniti e una posizione in classifica al numero 70. 

Meddle però è stato successivamente certificato disco d'oro dalla RIAA il 29 ottobre 1973 e poi doppio disco di platino l'11 marzo 1994, in seguito all'attenzione aggiunta dagli album successivi successi della band negli Stati Uniti. 

Fatto sta che oggi Meddle è considerato una pietra miliare del rock e della musica contemporanea. 50 anni, e non li dimostra. 




17/03/20

The Koln Concert: Come nacque il capolavoro (immortale) di Keith Jarrett




The Köln Concert è la celebre registrazione del pianista Keith Jarrett pubblicata dall'etichetta ECM, frutto di una improvvisazione solista eseguita all'Opera di Colonia nel 1975

È considerato il più famoso album di jazz solo, con 3 milioni e mezzo di copie vendute.

Diventato un must per un pubblico internazionale, di ogni confine, censo e età, The Köln Concert è stato definito da un critico, un capolavoro "che scorre con calore umano".

Con il passare degli anni si sono diffuse molte leggende intorno a questa esecuzione improvvisata, che non ebbe alcuna registrazione video, e nemmeno immagini fotografiche. 

Il concerto a Colonia faceva parte del suo tour europeo solista iniziato nel 1973.

Precedentemente, Jarrett aveva suonato in formazioni di tre o quattro elementi, poi si era aggregato al gruppo di Miles Davis. Per richiesta di quest'ultimo aveva abbandonato il piano acustico per passare al piano e l'organo elettrici, cosa che non gli piaceva.

Il tour da solista fu quindi un ritorno alla sua vena artistica più naturale. 

Giunto al teatro poche ore prima del concerto per provare il piano, Jarrett constatò che non vi era lo strumento pattuito, un Bösendorfer 290 Imperial, bensì un altro pianoforte, della stessa fabbrica, ma molto più piccolo

Peraltro lo strumento, usato dal coro del teatro, aveva un pedale rotto e non era accordato correttamente. 

Jarrett, pertanto, andò a cena e disse all'organizzatrice dell'evento che, se non fosse riuscita a rimediare sostituendo il pianoforte con quello pattuito, non avrebbe suonato. 

L'organizzatrice riuscì a sistemare l'accordatura dello strumento, ma il pianista non fu soddisfatto. Solo a causa dell'insistenza della stessa, decise di effettuare lo stesso il concerto.

La registrazione del concerto è divisa in tre parti, che durano rispettivamente 26, 33 e 7 minuti. 

Originariamente il disco fu distribuito come LP, perciò la seconda parte fu divisa in ulteriori due parti, chiamate "II a" e "II b". La terza parte, chiamata "II c", è l'encore eseguito alla fine del concerto. 

Un importante aspetto di questo album è la capacità di Jarrett di eseguire un gran numero di improvvisazioni su una vamp (equivalente jazzistico dell'ostinato) di uno o due accordi per periodi piuttosto prolungati di tempo. 

Ad esempio, nella parte I, Jarrett esegue ben 12 minuti di improvvisazione utilizzando praticamente due soli accordi, il la minore settima e il sol maggiore. 

A volte lo stile è calmo, a volte affine al blues, a volte vicino al gospel e alla musica classica

Per gli ultimi sei minuti della parte I inoltre rimane su un tema sull'accordo di la maggiore. 

Nella parte IIA, gli ultimi otto minuti si sviluppano sul re maggiore, mentre nella parte IIB i primi sei minuti sono un'improvvisazione sull'accordo di fa diesis minore. 

Fin dall'uscita dell'album, furono pressanti le richieste su Jarrett di pubblicare una trascrizione della musica.

Inizialmente Jarrett si rifiutò di soddisfare la richiesta, perché disse che: il concerto era completamente improvvisato e secondo lui "doveva andarsene così come era venuto"; alcune parti del concerto non sono possibili da trascrivere, in quanto completamente fuori dal tempo metronomico. 

Alla fine Jarrett cambiò idea, ma pose la condizione di poter controllare tutte le fasi del processo di trascrizione.

Successivamente è stata pubblicata anche una trascrizione per chitarra classica, dovuta a Manuel Barrueco. 

All'inizio della Parte 1 è possibile udire una risata di uno spettatore dovuta al fatto che Jarrett iniziò l'esecuzione citando una melodia dell'opera di Colonia, che avvisava gli spettatori dell'inizio dello spettacolo.

19/11/18

Thom Yorke (Radiohead) intervistato da Repubblica: "Internet e social network stanno generando un nuovo fascismo".




"La gente ha cambiato modo di pensare per colpa di internet e dei social network. È fascismo: ma non nel vecchio senso. Non è nemmeno reale ma non per questo è meno pericoloso: il nuovo fascismo è questo, è la gente non si sente più responsabile per il proprio comportamento".

In un'intervista rilasciata a Repubblica, Thom Yorke parla di social network e dei riflessi negativi che il loro utilizzo ha avuto sulla volontà delle persone.

Si legge su Repubblica:

"Sono sceso in piazza l'altro sabato nella grande manifestazione contro la Brexit. Temo di essere letteralmente terrorizzato. E del resto: non siete terrorizzati anche voi in Italia? O siete ancora tutti paralizzati? (...) Jaron Lanier (uno dei pionieri della realtà virtuale, oggi molto critico, ndr) dice che la rabbia della gente cresce perché attraverso un algoritmo finisce in un gioco di specchi dove le opinioni diventano sempre più estreme".

Quello che lo spaventa non è l'onda conservatrice che ha investito i governi di molti paesi in quest'ultimo periodo. Ma ciò che ha spinto verso la salita al potere di questi governi.

"Il pericolo non è uno stupido governo conservatore che finirà per divorare sé stesso. Per ritornare a Suspiria e alla metafora della danza: noi siamo come la danzatrice che sotto un incantesimo che non capisce si butta di qua e di là - fino a uccidere sé stessa. Quella danzatrice siamo noi che non abbiamo più fede nella nostra capacità di cambiare le cose: perché stiamo vivendo in una specie di vuoto"

Social che impoveriscono il linguaggio, le discussioni, i pensieri e i ragionamenti. Dando l'illusione di esser parte attiva. "Scrivere due frasi su Twitter non significa che stai facendo una discussione. E scrivere la tua opinione con la bava alla bocca su Facebook non significa che stai partecipando a un dibattito politico. Non c'è differenza tra quello e il tracciare tremebondi graffiti nella toilette".

Fonte: Huffington Post/ La Repubblica

18/09/17

Kamasi Washington - "Truth" (VIDEO) - La forza vitale.




Il grande jazzista d’avanguardia Kamasi Washington ha inserito questo brano “Truth” come sesto movimento da Harmony of Difference, un nuovo EP pubblicato da pochissimi giorni. . 

Ad accompagnare il nuovo brano di tredici minuti intitolato “Truth”, un film del celebre regista A.G. Rojas che potete vedere qui in testa.

Il brano di Kamasi Washington è una esperienza totale, come il video è un'esperienza totale. 

E' confortante che ancora l'espressività umana sia capace di questo, e tutti dovremmo rallegrarcene. 

Truth - elaborazione geniale di un motivo di Duke Ellington - è la sintesi della forza vitale, della forza interiore.  L'armonia della differenza alla quale si riferisce Kamasi è la ricchezza stessa della vita che si fa non solo e non tanto esperienza, sperimentazione, ma iniziazione. 

Collezioniamo vite fatte di ricordi ed esperienze sensoriali, ma non sappiamo organizzarle, né valorizzarle. Tutto resta ad un livello epidermico e svanisce in fretta nel nulla. 

Invece, soltanto quello che va e resta nel profondo ha senso e fa crescere. 

La nostra vita vale la pena di essere vissuta soltanto per questo: perché è scoperta che resta: tutto quello che resta fa evolvere verso strati di maggiore consapevolezza, e la consapevolezza porta vera gioia interiore. La gioia - non soltanto di essere al mondo, ché tutti ne sono capaci dai girasoli ai maiali nel cortile - ma di sentire (non di pensare) su se stessi il cambiamento evolutivo, la ricchezza raggiunta, il cambiamento profondo del proprio essere. 

Fabrizio Falconi

31/10/16

"The book of love", una canzone definitiva di Magnetic Fields, portata al successo da Peter Gabriel sull'amore.





E' una splendida canzone, definitiva sul senso dell'amore, quella scritta da Stephin Merrit e dai Magnetic Fields e poi portata al grande successo da Peter Gabriel qualche anno fa e contenuta nell'album Scratch my back (2010).

E' innanzitutto una canzone molto semplice e dal testo molto semplice.

Ma molto sottile.  Innanzitutto, dice, l'amore è un libro

Ciò vuole dire che l'amore preesiste agli stessi innamorati o amanti. E' qualcosa di già scritto, di già esistente, di già formato. Perché è stato scritto tanto tempo fa. (non si sa da chi).

E' dunque molto antico e tutto sommato lungo e noioso, probabilmente perché come tutti i libri antichi contiene una sua saggezza arcana, ma è pesante (non si riesce nemmeno a sollevare per il suo peso) ed è pieno di grafici e fatti e figure e istruzioni, quindi non proprio facile da leggere.

E però è anche un libro pieno di sorprese, perché ha della musica all'interno (la musica, anzi, viene proprio da lì). Anche se questa musica è in parte astrusa  (priva cioè di apparente significato e apparentemente riferita solo a se stessa) e in parte davvero stupida (come sa essere l'amore, specie quando questa musica è interpretata dagli innamorati (infatti è pieno di cose banali come i fiori e le scatole a forma di cuore). 

E ciò nonostante, dice l'innamorato, Io amo quando me lo leggi e tu puoi leggermi qualsiasi cosa, di questo libro.

L'incantamento dunque non è nemmeno nel contenuto del libro, in quello che c'è scritto, ma nel fatto che tu me lo legga.

E che, in qualche modo, me lo regali.

E', anzi, il regalo il vero senso di questo libro.
Il fatto che tu canti per me ogni cosa.

E' questa la vera fede nuziale, che fonda il legame d'amore. 

Un semplice testo dal quale si evincono due cose fondamentali che la saggezza ha imparato a riconoscere nell'amore: la prima, che l'amore pre-esiste agli innamorati. Come scriveva Nietzsche a Lou Salomé, l'amore è infatti più grande di chi ama.  E quindi pre-esiste, resiste e se ne frega delle bassezze, delle sciatterie e delle inadeguatezze di chi ama (o dice di amare).

La seconda è che l'amore passa attraverso un regalo.  Il regalo è di per sè qualcosa di gratuito. Che si fa per il piacere di farlo. E' l'amore che, come scriveva Paul Ricoeur, ad obbligare. Ad obbligare a regalare, a donare spontaneamente. Il regalo è anche una cura. E' avere cura, attenzione per chi si ama.  Ed è anche il discrimine, la mancanza di cura e di attenzione, per tutti quei rapporti che si camuffano da amore, ma amore non sono.

Fabrizio Falconi
il testo originale qui sotto:

Il libro dell'amore è lungo e noioso
Nessuno riesce a sollevare quella dannata cosa
E' pieno di grafici e fatti e figure e istruzioni per danzare
Ma io
Io amo quando me lo leggi
E tu
Tu puoi leggermi qualsiasi cosa
Il libro dell'amore ha della musica all'interno
Infatti la musica viene proprio da lì
Un po' di questa è astrusa
Un po' di questa è davvero stupida
Ma io
Io amo quando canti qualcosa per me
E tu
Tu canti per me ogni cosa
Il libro dell'amore è lungo e noioso
Ed è stato scritto molto tempo fa
E' pieno di fiori e scatole a forma di cuore
E di cose per le quali siamo troppo giovani per sapere
Ma io
Io amo quando mi regali qualcosa
E tu
Tu dovresi regalarmi fedi nuziali
E io
Io amo quando mi regali fedi nuziali
E io
Io amo quando mi regali qualcosa
E tu
Tu dovresti regalarmi fedi nuziali
E io
Io amo quando mi regali qualcosa
E tu
Tu dovresti regalarmi fedi nuziali
Tu dovresti regalarmi fedi nuziali

§

The book of love is long and boring
No one can lift the damn thing
It's full of charts and facts and figures and instructions for dancing
But I
I love it when you read to me
And you
You can read me anything
The book of love has music in it
In fact that's where music comes from
Some of it is just transcendental
Some of it is just really dumb
But I
I love it when you sing to me
And you
You can sing me anything
The book of love is long and boring
And written very long ago
It's full of flowers and heart-shaped boxes
And things we're all too young to know
But I
I love it when you give me things
And you
You ought to give me wedding rings
And I
I love it when you give me things
And you
You ought to give me wedding rings
And I
I love it when you give me things
And you
You ought to give me wedding rings
You ought to give me wedding rings

Stephin Merritt e Magnetic Fields 

05/02/16

Stasera su Rai5 "I'm your man", docufilm dedicato a Leonard Cohen.




Musicista, scrittore, poeta e autore di colonne sonore, Leonard Cohen e' il protagonista del documentario di Lian Lunson "Leonard Cohen: I'm your Man", che Rai Cultura propone stasera alle 21.15 su Rai5.

Il regista alterna i ricordi e i racconti dell'artista con le sue piu' famose canzoni reinterpretate da altri musicisti tra i quali Bono, Nick Cave, Adam Clayton, Jarvis Cocker. 

Un documentario tra poesia e canzone alternativa che indaga sulla vita e l'arte di Cohen alla costante ricerca della spiritualita' e dell'essenza dell'individuo senza nascondere le sue debolezze di uomo e i problemi che l'artista canadese, nato a Montreal nel 1934, ha avuto con l'alcol. 

28/05/14

Magnum Mysterium - Ognuno è parte della verità.






La verità è scostante, scriveva Goethe nelle sue Lettere. 

Al contrario di tanti che verranno dopo di lui, Goethe insomma sostiene non che la verità non esiste. Ma che è scostante.  Cioè, non afferrabile. Mutevole, nascosta. 

Il mondo si presenta complesso mano a mano che si cresce. E ogni complessità in più - anche nel mondo delle conoscenze - rappresenta un potenziale allontanamento dalla verità. 

Un gioco di specchi è la nostra vita.  Nel grande e nel piccolo siamo (s)perduti. 

Ma nello stesso tempo ci rendiamo sempre più conto di non essere ir-rilevanti. Come intuirono i sapienti d'Oriente migliaia di anni fa, l'osservatore non è distinto dall'osservato. E l'osservato dipende strettamente dall'osservatore.  Nessun trionfo del relativismo: significa semplicemente che ognuno di noi è parte della verità.  Misteriosa. 


O magnum mysterium è un testo in latino che narra il mistero della nascita di Cristo. È stato usato in composizioni corali da vari autori, tra cui Victoria, Gabrieli e Palestrina. Nella esecuzione dell'University of Utah Singers,  questa è la versione di Morten Lauridsen.

Il testo latino è il seguente: O magnum mysterium et admirabile sacramentum ut animalia viderent Dominum natum iacentem in praesepio. Beata virgo cuius viscera meruerunt portare Dominum Christum. Alleluia. 

11/03/14

La forza (sublime) del cambiamento. Kant & Glass.



Philip Glass ha scritto alcuni meravigliosi Quartetti per archi. 

Dal 1966 (il N.1), quando aveva 31 anni, al 1984 (il N.2, Company, un movimento del quale è proposto nel video qui sopra nella esecuzione del quartetto ReDo), al 1985 (il N.3, Mishima), al 1989 (il N.4, Buczack), al 1991 (il No.5, senza titolo). 

Sono pezzi apparentemente difficili (ciascuno oscillante, in quattro o cinque movimenti, intorno ai venti minuti di durata), diventati però già classici della esecuzione dal vivo da parte dei più affermati complessi da camera contemporanei.

Glass ha fondato la sua teoria artistica sulla variante e sul cambiamento

Mutuando, sulle basi forti della musica occidentale, i principi filosofici della conoscenza orientale: tutto è cambiamento, tutto si trasforma, tutto - l'universo intero, gli atomi e le particelle che ci compongono, il nostro corpo, tutto - fa parte di una danza cosmica

Vi è qualcosa di sublime in questo. La sensazione provata e descritta da Fritjof Capra e che lo spinse a scrivere il suo libro più famoso, Il Tao della fisica.   Capra raccontò che l'ispirazione gli era venuta un giorno, mentre era seduto sulla riva del mare, quando aveva avvertito con tutti i sensi e con la profondità della sua conoscenza interiore, la danza cosmica che si svolgeva intorno a lui e di cui anche lui faceva parte. 

Una sensazione di meraviglia, di fronte al misterioso e al sublime si impadronì di lui.

Il sublime ritorna anche nella apparente oscurità di questi Quartetti, che sembrano riproporre quella danza cosmica davanti ai nostri occhi e per le nostre orecchie. 

Il bello implica direttamente un sentimento di intensificazione della vita, scriveva Immanuel Kant nella Critica del Giudizio nel  1790, il sentimento del sublime è invece un piacere che scaturisce in modo indiretto, venendo prodotto dal senso di un momentaneo impedimento delle forze vitali, seguito da una tanto più forte effusione di queste...


Fabrizio Falconi © - proprietà riservata/riproduzione vietata   




22/01/14

Natalie Merchant - The Worst Thing (traduzione italiana).







Natalie Merchant (Jamestown, 26 ottobre 1963), è una delle più intense autrici -  cantante, musicista e produttrice discografica - della musica contemporanea.

Dopo la  partecipazione nel gruppo dei 10,000 Maniacs, dal 1981 al 1993, nella sua carriera solista ha inanellato album sperimentali bellissimi.  Questa track fa parte del suo album Motherland, del 2001, e questa è una traduzione inedita in italiano, del testo.

 "The Worst Thing"

So you're in love, that's so good for you
Live it up girl 'cause it never lasts too long
It's heaven for now, but not for long
It's gonna hurt you
It's gonna make you feel so bad

Once I could love, I could trust, I could not doubt
But that was just about the worst thing that I could do
It was just about the worst thing that I could do

Maybe not now, but it won't take long
Before it's gonna hurt you
And truly do you some harm

Once I was open, could hope, I had no doubt
But that was the worst thing that I could do
It was just about the worst thing that I could do

Once I came close to that most elusive fire
Burning with hopeless love and desire
But it was just about the worst thing that I could do
It was just about the worst thing I could do

En el pasado que estuve ciega como tu
Atrapada y perdida, como tu
Embelesada y suspendida en mi jaula de plata
Esos recuerdos me accompanaran toda la vida


"La cosa peggiore"


Allora sei innamorata, è una cosa buona per te. 
Goditelo ragazza perchè non dura mai troppo a lungo
È il paradiso per adesso, ma non per molto
Ti farà male
Ti farà sentire così male

Una volta potevo amare, potevo fidarmi, potevo non avere dubbi
Ma quella è stata praticamente la cosa peggiore che potessi fare
È stata praticamente la cosa peggiore che potessi fare

Forse non adesso, ma non ci vorrà molto
Prima che ti farà male
E che ti faccia veramente danno.

Una volta ero aperta, potevo sperare, non avevo dubbi
Ma quella è stata la cosa peggiore che potessi fare
È stata praticamente la cosa peggiore che potessi fare

Una volta sono arrivata vicina a quel fuoco così sfuggente
Bruciando con amore, senza speranza e desiderio
Ma è stata praticamente la cosa peggiore che potessi fare
È stata praticamente la cosa peggiore che potessi fare

Nel passato sono stata cieca, come te
Intrappolata e persa, come te
Rapita e sospesa nella mia gabbia d'argento,
Quei ricordi mi accompagneranno tutta la vita.

(traduzione di Francesco Rosa). 

Natalie Merchant. 

29/10/13

The Circle Game - il Gioco della vita.


E' secondo me una delle più belle canzone che siano mai state scritte. Anche da un punto strettamente letterario.  Joni Mitchell la scrisse nel 1968 per Tom Rush, e solo successivamente la inserì nel suo album Ladies of the Canion (1970). Questa versione, invece, arrangiata per l'orchestra (e con il tenor sax del grandioso Wayne Shorter è tratta da Travelogue, album del 2002.

E' una canzone misteriosa. Dall'incedere sinuoso, che cattura  ipnoticamente.  C'è dentro l'intero senso della vita. Sul passaggio del tempo, delle stagioni, sul nostro essere qui, incantati e soggiogati da un enigma molto più grande della nostra biologia.   E' un viaggio che non stanca e non riposa.  E' la nostra  avventura, il nostro gioco del cerchio.  

Yesterday a child came out to wonder,
Caught a dragonfly inside a jar.
Fearful when the sky is full of thunder,
And tearful at the falling of a star.

26/05/13

50 anni da 'Blowin' In the Wind' di Bob Dylan. Anche un libro la celebra.





Il 27 maggio 1963 usciva negli Stati Uniti The Freewheelin Bob Dylan, secondo Lp di un ragazzo che si avviava a diventare il più' famoso cantautore della sua epoca. Dylan aveva compiuto 22 anni tre giorni prima. 

Il disco si apriva con una canzone destinata a diventare ancora piu' famosa del suo autore, Blowin' In The Wind. 

Al menestrello diDuluth e al mezzo secolo di questa canzone - che divenne simbolo del movimento per i diritti civili dopo che Dylan la esegui' davanti a Martin Luther King durante un'epocale manifestazione di protesta a Washington - e' dedicato 'Quante Strade', inuscita per Arcana. Come sottolinea l'autore del libro, Alberto Crespi - critico dell'Unita' e uno degli autori-conduttori di Hollywood Party, programma quotidiano sul cinema di Radio3 - Blowin' In The Wind in realta' "non era una vera canzone di protesta: era una poesia lirica dai toni biblici, che poneva domande sul destino dell'uomo e sulle vie che deve percorrere nel suo passaggio su questa terra. 

Ma - sottolinea Crespi - proprio perche' le domande erano al tempo stesso cosi' generiche e cosi' epocali, il pezzo divenne subito l'inno del movimento, al pari di classici come We Shall Overcome". 'Quante strade' analizza il significato e l'eredita' di Blowin' In The Wind per raccontare i 50 anni di storia che ha attraversato. 

Un percorso nell'America degli anni '60 anche attraverso interviste inedite a Francesco De Gregori, Francesco Guccini, Furio Colombo, Mariano De Simone, Walter Veltroni, Ernesto Bassignano e Alessandro Portelli. 

Ma si torna anche all'Ottocento americano, da dove la canzone proviene, perche' come scrive Crespi, la melodia e' la stessa di No More Auction Block, una ballata popolare sullo schiavismo che risale ai tempi della Guerra di Secessione, e che Dylan (72 primavere festeggiate il 24 maggio) ben conosceva. 

Quella di Blowin' In the Wind, una canzone semplicissima composta di tre strofe, e' stata una vera avventura: Dylan l'ha eseguita centinaia di volte e le versioni di altri artisti si sono moltiplicate, da Stevie Wonder a Neil Young, da Marlene Dietrich a Duke Ellington, rendendola una delle canzoni piu' 'reinterpretate' nella storia della musica pop. 

Ma nello stesso tempo, la fama di questa canzone si e' intrecciata varie volte alla storia del ventesimo e ventunesimo secolo. Cantata al Live Aid, durante la Guerra del Golfo, comparsa in decine di film, ha fatto innamorare Steve Jobs, ha fatto litigare due Papi. E ha spinto per ben due volte Barack Obama alla Casa Bianca.