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22/03/17

"Pompei e i Greci", dal 12 aprile, una grande imperdibile mostra.





La mostra, curata dal Direttore generale Soprintendenza Pompei Massimo Osanna e da Carlo Rescigno (Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli), è promossa dalla Soprintendenza Pompei con l’organizzazione di Electa. 

Pompei e i Greci racconta le storie di un incontro: partendo da una città italica, Pompei, se ne esaminano i frequenti contatti con il Mediterraneo greco.

Seguendo artigiani, architetti, stili decorativi, soffermandosi su preziosi oggetti importati ma anche su iscrizioni in greco graffite sui muri della città, si mettono a fuoco le tante anime diverse di una città antica, le sue identità temporanee e instabili.

Sono oltre 600 i reperti esposti tra ceramiche, ornamenti, armi, elementi architettonici, sculture provenienti da Pompei, Stabiae, Ercolano, Sorrento, Cuma, Capua, Poseidonia, Metaponto, Torre di Satriano e ancora iscrizioni nelle diverse lingue parlate -greco, etrusco, paleoitalico-, argenti e sculture greche riprodotte in età romana.

La mostra nasce da un progetto scientifico e da ricerche in corso che per la prima volta mettono in luce tratti sconosciuti di Pompei; gli oggetti, provenienti dai principali musei nazionali e europei, divisi in 13 sezioni tematiche, rileggono con le loro ‘biografie’ luoghi e monumenti della città vesuviana da sempre sotto gli occhi di tutti.

L’allestimento espositivo, che occupa gli spazi della Palestra Grande di Pompei, è progettato dell’architetto svizzero Bernard Tschumi e include tre installazioni audiovisive immersive curate dallo studio canadese GeM (Graphic eMotion).

La grafica di mostra e la comunicazione sono disegnate dallo studio Tassinari/Vetta. Pompei e i Greci illustra al grande pubblico il fascino di un racconto storico non lineare, multicentrico, composto da identità multiple e contraddittorie, da linguaggi stratificati, coscientemente riutilizzati: il racconto del Mediterraneo.

Una narrazione che suggerisce non da ultimo, un confronto e una riflessione con il nostro contemporaneo con il suo dinamismo fatto di migrazioni e conflitti, incontri e scontri di culture.

La mostra di Pompei è la prima tappa di un programma espositivo realizzato congiuntamente con il Museo Archeologico di Napoli: qui, a giugno, si inaugurerà una mostra dedicata ai miti greci, a Pompei e nel mondo romano, e al tema delle metamorfosi.


Pompei e i Greci
sede Pompei, Palestra Grande 
orari aperto tutti i giorni dal 14 aprile al 31 ottobre dalle 9.00 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 18) 
1-27 novembre dalle 9 alle 17 (ultimo ingresso alle 15.30) 
chiuso 1 maggio

26/01/17

Riemerge dall'acqua, ritrovata da un Sub, una statua del IV secolo a.C.




E' stato un tennista professionista di Martina Franca, Luca Dinoi, a trovare ieri pomeriggio nei fondali al largo di capo San Vito, a Taranto, una statuetta di circa 80 centimetri, di probabile eta' ellenistica, raffigurante una donna che si deterge il piede e che rappresenta probabilmente Afrodite, ottimamente conservata.

E' quanto, nel corso di una conferenza stampa, ha rivelato il sindaco di Taranto Ippazio Stefano, che ha preso in custodia temporanea il reperto e che, contrariamente a quanto egli stesso aveva riferito in un primo momento ai giornalisti, ha precisato che la statuetta non e' stata trovata tra i resti di un relitto navale greco. 

 Il sub ha precisato di aver intravisto anche un vaso e quindi andranno fatte ulteriori ricerche nella zona

Dinoi, secondo da quanto lui stesso riferito ai giornalisti, era in immersione a circa 15 metri di profondita' quando ha poggiato il gomito sul fondale e ha sentito una superficie ruvida. 

Scavando ha poi recuperato la statuetta, l'ha ripulita e portata a casa. In un primo momento aveva pensato di "tenerla in salotto", ma poi suo padre gli ha detto che probabilmente si trattava di un reperto da museo e a quel punto, tramite uno zio avvocato, hanno deciso di contattare un consigliere comunale, loro conoscente, Aldo Renna, che a sua volta ha informato il sindaco.

 La statuetta e' stata consegnata al primo cittadino, che ha subito chiamato la Soprintendenza e il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bari, a cui sara' affidato il reperto per i successivi accertamenti.

 Secondo un'archeologa a cui il sindaco si e' rivolto, la statuetta potrebbe risalire al IV secolo avanti Cristo. Reperti simili si troverebbero al parco archeologico di Saturo. 



23/07/15

La remora è un pesce (ma nessuno lo sa). Jung e l'Echeneis.






Echeneis è il nome latino di un pesce molto particolare.

Di esso racconta Plinio nella sua Historia Naturalis, in un passo ripreso da Jung, in Aion

“La remora “ scrive Jung, “piccola per statura e grande per la potenza costringe le superbe fregate del mare a fermarsi: avventura che come ci racconta Plinio in modo interessante e ameno tocco ‘ ai nostri tempi’ alla quinquereme dell’imperatore Caligola

Mentre questi ritornava dall’Astura ad Anzio, il pesciolino, lungo mezzo piede, si attaccò succhiando al timone della nave, provocandone l'arresto

Tornato a Roma, dopo questo viaggio, Caligola venne assassinato dai suoi soldati. 

L’ Echeneis“ continua Jung, “agì dunque come praesagium, come piscis auspicalis, rileva Plinio. Un tiro analogo esso lo giocò a Marc’Antonio, prima della battaglia navale contro Augusto, in cui dovette soccombere

Plinio non finisce mai di stupirsi del potere dell’ Echeneis. La sua meraviglia impressionò evidentemente gli alchimisti al punto di indurli a identificare il ‘pesce rotondo del nostro mare’ con la Remora. 

La Remora divenne così il simbolo dell’estremamente piccolo nella vastità dell’inconscio. Che ha un significato tanto fatale: esso è infatti il Sé, l’Atman, quello di cui si dice che è IL PIU’ PICCOLO DEL PICCOLO, PIU’ GRANDE DEL GRANDE."