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10/10/18

Spunta una Colonna dei tempi di Erode con la scritta: "Gerusalemme" !




Una rara scritta in caratteri ebraici del nome esteso di Gerusalemme (Yerushalaim) incisa su una pietra cilindrica e' stata scoperta l'anno scorso da archeologi israeliani all'ingresso occidentale della citta' e presentata oggi alla stampa.

"E' estremamente raro trovare in reperti di quell'epoca la scrittura completa del nome di Gerusalemme" ha osservato l'archeologo Ilan Baruch. "Inoltre e' molto emozionante imbattersi in caratteri chiaramente decifrabili oggi da qualsiasi bambino israeliano", ha aggiunto il direttore del Museo Israele, prof Ido Bruno. 

Alta quasi un metro e lavorata in apparenza all'epoca del re Erode, la pietra era stata asportata dall'edificio originale e riutilizzata poi per la costruzione di un edificio romano

Il testo e' in aramaico e contiene la dicitura: "Hanania figlio di Dodlos di Gerusalemme"

Secondo gli archeologi e' presumibile che Hanania fosse un artigiano del posto e che 'Dodlos' fosse un riferimento di ossequio alla figura di Dedalo. 

16/06/18

Una Testa di Re di 3000 anni fa emersa dagli scavi stupisce gli studiosi .


Un frammento di ottima fattura di una scultura che in apparenza risale a tremila anni fa, recuperato l'anno scorso durante scavi archeologici condotti presso Metulla, al confine Israele e Libano, lascia interdetti gli studiosi che ancora non riescono a determinare quale popolo possa averlo prodotto.

Si tratta della testa alta circa 5 centimetri di una persona in apparenza di alto rango, possibilmente un monarca

Ha una folta capigliatura, una barba squadrata e pare indossare una corona. 

Ma nemmeno questi elementi - scrive Haaretz - sono bastati per indirizzare i ricercatori verso la soluzione del mistero

Il reperto proviene da uno strato di terreno risalente al nono secolo a.C. nel sito di Abil al-Qamh, che in tempi biblici era noto come Abel Beit Maacah. La ricecartrice Naama Yahalom-Mack ipotizza che esso raffiguri il re Ben Hadad o Hazael di Damasco (Aram), oppure Ahab o Yehu del regno di Israele, o forse Ithobaal di Tiro, o magari nessuno di essi"

"Abbiamo ricevuto un saluto dal passato remoto - ha detto - ma non sappiamo da chi".

Il frammento e' esposto al Museo Israel di Gerusalemme. 

Fonte: ANSAmed

30/06/17

Scoperti tessuti colorati 3.000 anni fa nella Timna Valley in Israele.



Archeologi israeliani hanno scoperto frammenti di tessuto di lana, tinti di rosso e blu, risalenti a circa 3mila anni fa. 

La scoperta e' avvenuta nella Valle di Timna, nel deserto dell'Arava nel sud del paese, durante scavi cominciati nel 2013

Nella zona - una delle piu' belle di Israele - erano attive 1100 anni prima della nascita di Cristo le Miniere di rame di Re Salomone (suo il Regno dell'epoca) e i frammenti di tessuto si sono preservati cosi' a lungo grazie al clima arido del luogo. 


La scoperta - hanno sostenuto gli studiosi Naama Sukenik delle Antichita' israeliane e Erez Ben-Yosef dell'Universita' di Tel Aviv che hanno lavorato con un team di ricercatori di quella di Bar-Ilan - e' una delle prime testimonianze dell'uso in Israele e nel Mediterraneo dell' est di colori tratti dalle piante

Secondo i ricercatori i minatori erano autorizzati a usare abiti colorati come emblema del loro alto status. 

L'analisi dei tessuti ha indicato per il rosso l'uso delle radici della Robbia (Rubia Tinctorum), mentre per il blu il Guado (Isatis Tinctoria). Entrambe le piante sono ben conosciute fin dall'antichita' e sono state adoperate fino all'avvento dei tessuti sintetici. 

30/04/15

Londra, 17 anni dopo.




Mancavo da Londra dal 1997

Erano altri tempi, si viaggiava liberi, si viaggiava soli. Ma, diciassette anni dopo ho trovato una città molto cambiata. 

Londra è ormai il Regno dell'Opulenza. 

La ricchezza è esibita senza discrezione. Londra è ormai accessibile - per vivere, ma fra poco anche per viaggiare - solo per i redditi alti o altissimi. 

Il centro della città è stato colonizzato da arabi e russi.  Mai vista una tale concentrazione di auto di lusso. 

Londra, intendiamoci è sempre meravigliosa.  Ma è come se stesse subendo un processo simile a quello di Venezia: una città-museo, un tributo perpetuo alla immutabile tradizione britannica (che si vende così bene nel mondo), però piuttosto svuotato di anima, cioè di vita vera, quotidiana (anche a Venezia la vita vera, quotidiana, esiste ancora, ma è ormai una sparuta minoranza di esseri umani che per necessità e convenienza, oppure per semplice resistenza, vive ancora lì). 

Visitando Londra si capisce anche meglio il fenomeno dei figli di seconda o terza generazione, musulmani, che negli ultimi tempi, hanno lasciato l'Inghilterra - parlando la lingua perfettamente, vestendosi come i ragazzi di Londra, ascoltando la loro musica - per arruolarsi nelle file dell'Isis e andarsi a fare ammazzare o ammazzare in Medio Oriente. 

La frustrazione di appartenere ad una città-nazione (Londra) dove i beni sono accessibili a pochissimi, dove tutto è esibito, ma non disponibile (per questione di redditi, potere economico), dove con poche fermate di Tube si può, provenendo dai più lontani e umili sobborghi, girovagare per Harrod's, una specie di regno di Bengodi, dove però si può vedere e non toccare, dove si è sostanzialmente esclusi, questa frustrazione funziona evidentemente da detonatore (lungi dall'essere un alibi) di rabbie personali, che trovano rifugio al cospetto di ideali di rivendicazione religiosa ed etico-religiosa. 

Insomma, una visita a Londra spiega molto dell'oggi. 

E negli occhi, il colore del magnifico cielo di Londra, azzurro smagliante o grigio-piombo getta diversi semi di inquietudine. 


Fabrizio Falconi