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08/04/21

Spunta a Madrid un possibile Caravaggio perduto - stava per andare all'asta per 1500 euro

 

L'Ecce Homo che doveva andare in asta a Madrid, bloccato perché forse di Caravaggio

Il ministro della Cultura spagnolo, Jose' Manuel Rodríguez Uribes, ha confermato su Twitter che un quadro su quale sono state avanzate ipotesi di una possibile attribuzione a Caravaggio è stato dichiarato non esportabile. 

"Il quadro e' di valore", ha detto Uribe ai media iberici, "siamo stati rapidi". Si tratta del dipinto "La Coronación de espinas", attribuito al circolo di Jose' de Ribera (secolo XVII), ritirato dall'asta della Casa Ansorena. 

La presenza dell'opera era prevista in una vendita in programma per oggi alle 18 a Madrid, con una base d'asta di 1.500 euro

Fonti ministeriali spiegano che serve "uno studio tecnico e scientifico approfondito" per valutare se il dipinto messo all'asta a Madrid e poi ritirato e' davvero un'opera originale di Caravaggio

Le stesse fonti hanno spiegato che il ministero della cultura e' stato avvertito martedi' dal Museo del Prado dell'esistenza del quadro, messo all'asta dalla Casa Ansorena a un prezzo base di 1.500 euro. 

A questo punto, e' stata convocata una riunione d'urgenza della Giunta di qualificazione, valutazione ed esportazione dei beni del patrimonio storico spagnolo, tenutasi mercoledi'. 

Da qui, la decisione di dichiarare il dipinto non esportabile come "misura cautelare". 

Il ministero ha chiesto alla Comunita' Autonoma di Madrid di dichiarare il quadro come Bene d'Interesse Culturale, una misura che permetterebbe di proteggere l'opera mentre viene analizzata. L'amministrazione regionale non ha ancora risposto a una richiesta di informazioni a riguardo. 

Fonte ANSA 

21/12/19

Sabato d'Arte: "Autoritratto" di Tiziano Vecellio




Autoritratto Intorno al 1562. Olio su tela, 86 x 65 cm. Museo del Prado di Madrid, Stanza 041 

Tiziano dipinse il suo primo autoritratto prima di partire per Roma nel 1545. Fu, tuttavia, dopo il soggiorno romano quando mostrò un maggiore interesse a diffondere la sua immagine per stabilire la sua posizione in un contesto di forte rivalità con Michelangelo

Di tutti quelli che ha realizzato, solo due si sono conservati. Il primo (Berlino, Gemäldegalerie) sarebbe datato intorno al 1546-1547, mentre quello conservato al Prado si identificherebbe con quello che Vasari vide nel 1566 nella casa del pittore, dove Tiziano si raffigura con un aspetto secondo la sua età, che nel 1562 sarebbe intorno tra settantatré e settantacinque anni.

L'aspetto più sorprendente dell'autoritratto di Prado è la sua tipologia

A metà del XVI secolo, il ritratto del profilo era insolito (Tiziano lo usava solo per le persone decedute: Francisco I e Sisto IV ), quindi l'autoritratto di profilo era eccezionale, in parte a causa della difficoltà che comportava, che richiedeva diversi specchi o un modello per la sua realizzazione. 

La scelta non fu quindi casuale e risponderebbe all'associazione con la fama di questa tipologia, derivata dalla numismatica romana e che Tiziano conosceva bene.

Sembra plausibile che Tiziano, già nella sua vecchiaia, volesse definire la sua immagine da tramandare ai posteri, ignorando il particolare spettatore a beneficio di uno universale. 

Ciò non è incompatibile con il destino di un autoritratto di famiglia, poiché sembra che, quattro anni dopo la pittura, fosse ancora di proprietà del suo autore. 

Come nell'autoritratto di Berlino, Tiziano ha anche messo in evidenza la sua nobiltà attraverso la catena d'oro che lo accredita come cavaliere dello Sperone d'oro e il suo vestito nero - colore raccomandato per i signori da Baldassare Castiglione in Il cortigiano, libro II, 27 (1527-), ma tenendo nella mano il pennello, voleva affermare che doveva la sua ascesa alla sua esperienza di pittore. 

Come tale, l' Autoritratto visualizza sia la leggenda che accompagnava la medaglia Leoni : PICTOR ET EQUES, sia le parole di Vasari quando lo visitò nel 1566: e lo trovò, anchorè vecchissimo fusse; con i penelli in mano per dipingere

L'immagine che Tiziano proiettava di se stesso nei suoi autoritratti non era casuale. Come ha sottolineato Jaffe (2003), presentandosi con una lunga barba, il berretto e una fronte chiara, Tiziano si assimilava alle immagini contemporanee di intellettuali derivati ​​da una certa iconografia di Aristotele molto popolare in Italia dalla fine del XV secolo . 


Tiziano Vecellio
Autoritratto
olio su tela, 1562
Museo del Prado, Madrid


06/10/16

I misteriosi sposi di Lorenzo Lotto, all'Ermitage di San Pietroburgo. Un quadro meraviglioso.



Ci sono quadri che non smettono mai di interrogare, di affascinare, come questo Ritratto di sposi, conservato all'Ermitage di San Pietroburgo, dipinto da Lorenzo Lotto nel 1523.

E' un dipinto pieno di allegorie piuttosto misteriose, che nel corso dei secoli hanno dato adito alle più varie interpretazioni. 

Innanzitutto, nonostante le molte ricerche, non si è riuscito a dare una identità alla coppia degli sposi ritratti, anche se per l'analogia del tema con il quadro gemello  - Il Ritratto di Marsilio Cassotti e della sua sposa Faustina conservato nel Museo del Prado di Madrid - si ritiene si tratti anche in questo caso di una coppia di coniugi bergamaschi. 

Subito però colpisce l'atmosfera del ritratto, che è ben diversa dall'altro quadro: se quello infatti si presenta come una celebrazione festosa del matrimonio, questo ha un aspetto assai cupo, quasi lugubre. 

Si adegua al tono scurissimo dello sfondo, il paesaggio che si intravvede attraverso la finestra aperta: un paesaggio serale e autunnale, il cielo corrusco con un sole smorto e il vento che piega le cime degli alberi. 

Ma altri particolari sono straordinari: primo fra tutte lo scoiattolo che si vede disteso sulla tavola (ricoperta da una tovaglia incredibilmente dipinta)  vicino alla mano del marito, che fa da pendant al cagnolino in grembo alla donna. 

Secondo alcune interpretazioni lo scoiattolo, che è raffigurato dormiente, potrebbe avere una valenza moralistica, in quanto simboleggiava la lussuria. Un'altra tradizione medievale sosteneva che lo scoiattolo, d'inverno quando scarseggia il cibo, scaccia dalla tana la femmina. 

Il marito mostra con la mano sinistra un foglio su cui è scritta la frase: "homo numquam".

Dalla scritta si deduce che l'uomo non farà mai ciò che sta facendo lo scoiattolo, cioè dormire, dimenticando nel sonno i drammi della vita. 

Il fatto che la donna sia su un piano più alto rispetto al consorte - fatto del tutto inconsueto per le abitudini dei ritratti dell'epoca - e che abbia un'incarnato cereo e quasi spettrale, hanno fatto ipotizzare che il ritratto sia stato realizzato post-mortem della donna e che quindi sia un elogio alla virtù del vedovo che non dimentica la sposa. 

Fabrizio Falconi 




11/03/15

Studiosi spagnoli: "Ritrovati i resti di Cervantes".



Gli studiosi che da mesi conducono le ricerche dei resti del padre di don Chisciotte, Miguel deCervantes, nella chiesa delle Trinitarie scalze di Madrid, sono convinti di aver ritrovato le ossa dello scrittore e di sua moglie, Catalina de Salazar. 

Caute le fonti del Comune madrileno, che finanzia i lavori: i frammenti recuperati "sono in pessimo stato".

Per il Comune al momento "non si puo' garantire si tratti dei resti di Cervantes e della moglie". 

I residui di ossa, secondo le fonti, sono stati ritrovati assieme a materiale osseo di vari adulti e bambini in una delle cripte, che non e' nel punto in cui l'autore del Don Chisciotte fu sepolto nel 1616, ma dove la salma fu successivamente trasferita nel 1673, quando cominciarono i lavori di riforma della chiesa, ubicata nel quartiere de las Letras di Madrid. 

"Non troveremo Cervantes con il suo nome iscritto sul feretro", ha ironizzato il medico forense, Francisco Etxebarria, che guida la squadra di ricercatori, in dichiarazioni ai media. 

I particolari del ritrovamento saranno resi noti in una conferenza stampa al Comune di Madrid, ancora senza data. 

L'istituzione ha promosso e finanziato le ricerche dei resti di Cervantes, del quale si celebreranno i 400 anni dalla morte nell'aprile 2016, devoto dell'ordine delle Trinitarie scalze, che lo salvarono da cinque anni di prigionia ad Algeri. 

07/11/14

Le anime di Bernini al Museo del Prado di Madrid.



Le anime del Bernini. Arte a Roma per la corte spagnola e' la mostra che il Museo del Prado di Madrid dedica da oggi all'8 febbraio allo scultore, pittore e architetto Gian Lorenzo Bernini e, in particolare, ai rapporti del maestro del barocco con la monarchia spagnola. 

Organizzata in collaborazione con l'ambasciata d'Italia in Spagna, in occasione del semestre di presidenza italiana della Ue, l'esposizione - curata dal cattedratico di Storia dell'arte dell'universita' Complutense di Madrid, Delfin Rodriguez - include una quarantina di opere, fra sculture, dipinti a olio e disegni dello scultore, nato a Napoli nel 1598 e morto a Roma nel 1680. 

Organizzata intorno alle complesse relazioni artistiche, culturali, diplomatiche e politiche mantenute dall'artista con Filippo VI, Carlo II e i loro ambasciatori nel XVII secolo, la mostra propone per la prima volta in Spagna le 'Anime' suggerite dal titolo: due sculture abitualmente esposte nell'ambasciata spagnola davanti alla Santa Sede. 

L'allestimento dell'esposizione non e' stato esente da polemiche, riferite oggi da El Pais, fra la pinacoteca del Prado e il Patrimonio Nazionale spagnolo, che aveva reclamato l'estate scorsa la restituzione di quattro opere, depositate per legge nel museo madrileno dal 1943: 'Il giardino delle delizie' e 'I sette peccati capitali' di Bosch; 'La deposizione dalla croce' di Van der Weyden e 'Il lavatoio' di Tintoretto. 

A causa del contenzioso, i prestiti sollecitati dal Prado al Patrimonio Nacional per l'esposizione di Bernini - il 'Cristo crocifisso', del Monastero dell'Escorial, e il 'Modello della Fontana dei Quattro Fiumi', conservato nel Palazzo Reale - sono stati negati.

26/01/12

Caccia alla tomba perduta di Cervantes.


Al via le ricerche per la tomba perduta di Miguel de Cervantes (1547-1616), uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, autore del mitico ''DonChisciotte della Mancia''. 

Un'equipe di ricercatori guidati dallo storico spagnolo Fernando Prado ha ottenuto un permesso straordinario, da parte delle suore del Convento de las Trinitarias Descalzas di Madrid, dell'arcivescovo e dell'Accademia Reale, per scandagliare con tecnologie geo-radar le mura, i pavimenti e i sotterranei del convento stesso in cerca delle ossa del grande scrittore, che secondo le cronache vi fu sepolto subito dopo la morte. 

A trasformare la vicenda in un'impresa degna di Don Chisciotte, tuttavia, sono le innumerevoli incertezze che la circondano, riferisce un articolo del sito on line Tropico del Libro: il corpo di Cervantes potrebbe ancora trovarsi entro i tremila metri quadri di estensione dell'edificio, oppure essere stato spostato in un convento vicino durante dei lavori di ristrutturazione, o ancora essersi mescolato con altri resti umani conservati nella struttura. 

Se anche poi la spedizione scientifica dovesse riuscire a trovare le ossa, identificarle come realmente appartenenti a Cervantes costituirebbe di per se' un altro problema, dato che probabilmente non conterrebbero abbastanza Dna da poter essere confrontato con quello dei discendenti dello scrittore. 

Per poterle attribuire con certezza a Cervantes, gli scienziati pensano invece di cercare tracce di una ferita d'archibugio che l'autore ricevette durante la battaglia di Lepanto nel 1570. Nel caso in cui il ritrovamento e l'identificazione si rivelino un successo, il progetto del professore Prado punta ancora piu' in alto, deciso a determinare una volta per tutte quale fu la causa della morte di Cervantes (cirrosi epatica, diabete, o magari alcolismo) e addirittura a prendere un calco del suo teschio e utilizzarlo per ricostruirne il volto. 

Il tutto entro il 2016, giusto in tempo per la celebrazione mondiale del quarto centenario della morte di Cervantes che, circostanza curiosa, coincide esattamente con quella di William Shakespeare.