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01/08/14

Cioran: "La vita non è possibile che grazie alla dimenticanza" (Luoghi ritrovati).




In un prezioso (e introvabile) libretto, pubblicato da I Quaderni del Battello Ebbro nel 1995, Luoghi ritrovati a cura di Fulvio Del Fabbro, era riportato il contenuto di una intervista, tratta da un filmato realizzato nel 1991 tra Parigi e Bucarest a due grandi personalità della cultura rumena: Emil Cioran e Petre Tutea. 

Il primo, notissimo in Occidente, e residente in Francia dal 1937, rievoca l'infanzia in Romania e gli anni trascorsi a Parigi da eterno studente, con il rinnegamento delle sue radici fino al rifiuto di usare la lingua madre. 

Il libro è pieno di meravigliose illuminazioni che Cioran dispensa nel suo tipico stile apparentemente trasandato

Eppure ogni parola, ogni virgola di Cioran, riletta anche dopo molti anni, ha il dono della essenzialità e della esattezza, come capita molto raramente, sempre più raramente di incontrare oggi. 

Riporto un paio di brani. 

Prima di conoscere l'insonnia, dice Cioran, ero una persona quasi normale.  Per me è stata una rivelazione... quando ho perduto il sonno mi sono reso conto di come esso sia una cosa straordinaria. 

Perché la vita è sopportabile solo grazie al sonno.  Ogni mattina inizi una nuova avventura o la stessa avventura, ma con una interruzione.  L'insonnia è una rivelazione straordinaria perché sopprime l'incoscienza. Passi ventiquattro ore al giorno in uno stato di lucidità, cosa che eccede la capacità di sopportazione dell'essere umano.

E' una sorta di atto eroico, perché ogni giorno è una lotta perduta in partenza.  La vita non è possibile che grazie alla dimenticanza.

Non puoi prepararti a una veglia senza fine. E' una sensazione di flatterie, come se non facessi più parte dell'umanità.

**

In tutte le persone disturbate che ho conosciuto nella mia vita, e ne ho conosciute molte, ho osservato senza eccezioni una coscienza molto più viva di tutte le altre. 

E' un individuo uscito in qualche modo dal suo quadro naturale. Questo non è vero per i folli, ma per gli uomini con un pizzico di demenza  lo è. Così ho sempre creduto e credo ancora che ci sia una grande differenza tra chi è derangé e chi non lo è. Cioè uno che funziona a metà, per dirla così, può darsi faccia una esperienza metafisica molto più profonda di un normale filosofo.

Perché nella vita quello che è importante è quello che ha compreso direttamente, con la tua propria esperienza. Non dai libri.


Fabrizio Falconi