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29/10/19

"Contro i voti nella scuola di base" - un bellissimo articolo di Franco Lorenzoni



Pubblico questo bellissimo articolo di Franco Lorenzoni sulla valutazione nelle scuola primarie, contro i voti nella scuola di base. 

CONTRO I VOTI NELLA SCUOLA DI BASE 
Intorno alla valutazione si gioca una battaglia culturale su quale società vogliamo costruire 
di Franco Lorenzoni 

Ogni volta che a livello parlamentare o governativo si discute dei voti c’è sempre qualcuno che si oppone con forza alla loro abolizione e, soprattutto, all’abolizione delle bocciature nella scuola di base. 

Diversi opinionisti di peso ci ammorbano con regolarità, sostenendo che voti e bocciature costituiscono simboli necessari per rendere la scuola seria e rigorosa. Ho insegnato nella scuola elementare per 40 anni e continuo a domandarmi come sia concepibile affibbiare a un bambino un voto in geografia, italiano o matematica nei primi anni di scuola. 

A chi stiamo dando quel voto? Al grado di istruzione della sua famiglia? Al grado di ascolto che hanno avuto le sue prime parole a casa? Alle esperienze che ha avuto la fortuna di fare? Al destino che ha fatto giungere proprio qui la sua famiglia da campagne analfabete o dalle periferie di qualche megalopoli africana o asiatica? 

Sono convinto che quei voti non abbiano alcuna giustificazione e non contengano alcun valore pedagogico. 

Eppure un peso ce l’hanno, eccome! E’ a partire da quei primi voti, attesi da casa con sempre maggiore trepidazione, che la bambina o bambino comincerà a scivolare e collocarsi, come la pallina di una roulette, dentro alla casella data da una classifica arbitraria di presunti meriti, che aumenteranno o avviliranno grandemente la sua fiducia in se stesso. 

Due anni fa abbiamo celebrato i 50 anni della “Lettera a una professoressa”, scritta nel corso di un lavoro durato mesi da un gruppo di ragazzi contadini delle montagne del Mugello, guidati da don Lorenzo Milani nel suo ultimo anno di vita. 

“Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”, è scritto in quelle pagine. E ancora: “La scuola ha un problema solo. I ragazzi che perde. La vostra “scuola dell’obbligo” ne perde per strada 462.000 l’anno. A questo punto gli unici incompetenti di scuola siete voi (insegnanti) che li perdete e non tornate a cercarli”. 

A 50 anni di distanza da quell’accorata denuncia la nostra scuola perde ancora il 15% di ragazzi e, se si considerano separatamente i maschi, la cifra supera il 20%, anche se è leggermente calata negli ultimi anni. 

“Una scuola che seleziona distrugge la cultura - prosegue la Lettera -. Ai poveri toglie il mezzo d’espressione. Ai ricchi toglie la conoscenza delle cose. (…) Voi dite d’aver bocciato i cretini e gli svogliati. Allora sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri. E’ più facile che i dispettosi siate voi.” 

Gran parte di questo articolo (con piccole variazioni) era stato pubblicato su Internazionale on line il 4 febbraio 2017 http://www.internazionale.it/…/2017/02/04/voti-bocciature-s…

26/10/13

Il declino culturale in Italia. L'eloquenza dei numeri.





Parliamo spesso di declino, in Italia.

Credo che, senza nessuna nota apocalittica, ma con semplice realismo, molto si può dedurre da questi semplici numeri che riporto. 

Copie di libri stampate in Italia per abitante ogni anno: 3.5 
Percentuale di italiani che in un anno ha letto almeno un libro: 46%. 

Dal raffronto di questi due numeri è piuttosto semplice concludere che quasi DUE copie di libri per ogni abitante che vengono stampate in Italia (ovvero 120.000 MILIONI DI COPIE DI LIBRI = 2 libri per abitante x 60 milioni di abitanti), NON vengono lette da nessuno.

Il secondo dato riguarda la percentuale dei laureati sul totale della popolazione (compresa tra 25 e 64 anni nell'anno 2O11): 

Regno Unito 37%. 
Belgio 34.6%. 
Spagna 31.6%. 
Francia 29.8%. 
Germania 27.6%. 
Grecia 25.4%. 
Slovenia 25.1%. 
Italia: 14.9%.  

Credo che non ci sia bisogno di aggiungere altro, se non ricordarsi del famoso adagio che recita: più un popolo è privo di conoscenza, più è facile controllarlo.

Fabrizio Falconi