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05/09/17

Cominciate a segnare sull'agenda: Una mostra strepitosa su Van Gogh a Vicenza, ad Ottobre.



La nascita e la formazione del genio di Van Gogh attraverso 43 meravigliosi dipinti e 86 straordinari disegni: e' la grande mostra allestita dal 7 ottobre all'8 aprile negli spazi della Basilica Palladiana di Vicenza

In primo piano, un focus mai fatto prima d'ora dei cinque anni di permanenza in Olanda, quando il dolore e la disperazione del vivere diventano per l'artista le uniche modalita' dell'esistenza, da cui pero' scaturiranno le sue immagini, le sue visioni, il suo colore. 

Con il titolo 'Van Gogh. Tra il grano e il cielo',l'importante esposizione segna il ritorno di Marco Goldin aVicenza con una selezione strepitosi capolavori, resa possibile grazie all'apporto decisivo di quello scrigno vangoghiano che e' il Kroller-Muller Museum in Olanda e ai prestiti concessi da una decina di musei internazionali.

La mostra, "con un taglio del tutto diverso rispetto ad altre che ho curato su o attorno a Van Gogh negli ultimi quindici anni - sottolinea lo storico dell'arte - studia dapprincipio, e in modo approfondito, i cinque anni della permanenza olandese dell'artista, nel Brabante, da Etten nella primavera del 1881 fino all'autunno del 1885 a Nuenen. Ma anche i mesi meravigliosi trascorsi nell'autunno del 1883 nella regione del Drenthe, quella piu' amata dai paesaggisti olandesi e nella quale Van Gogh realizza alcuni fogli di squisita eleganza". 

 Il percorso espositivo ideato dal curatore punta proprio a "fare entrare nel laboratorio dell'anima di Van Gogh, in quel luogo segreto, solo a lui noto, nel quale si sono formate le sue immagini. Spesso nella condivisione dei temi in primo luogo con Jean-Francois Millet e poi con gli artisti della cosiddetta Scuola dell'Aia, una sorta di versione olandese della Scuola di Barbizon". 

Dando grande spazio al disegno, da cui Van Gogh parti' quando decise di votarsi interamente all'arte, al modo dei celebrati maestri dell'antico. 

 Ma la mostra, dopo l'inedito approfondimento sugli esordi olandesi, proseguira' con i dipinti piu' famosi del maestro, per far comprendere quanto quella lunga formazione da autodidatta sia stata in realta' l'"indispensabile grammatica, della mano e dello spirito, per accendere quel colore nuovo che Van Gogh ha fatto vibrare come luogo di un cuore turbato e di un'anima lacerata". 

Una profondita' di indagine e ricerca che si riversera' in qualunque tipo di immagine prenda corpo sulla tela, dagli interni dei ristoranti parigini ai ritratti, dalle nature morte al ponte levatoio appena fuori Arles, fino agli ulivi di Provenza o ai campi di grano ad Auvers. 

 Ecco dunque sfilare nella Basilica Palladiana i quadri piu' conosciuti del periodo parigino e di quello provenzale, tra Arles e Saint-Remy, e dei 70 giorni conclusivi della sua vita a Auvers-sur-Oise, dove morira' alla fine di luglio del 1890

Protagonista e' sempre piu' la natura, diventa il luogo della sua tormentata interiorita', uno "spazio - conclude Goldin - riempito di colori, di visioni, di sogni, di urla e di strepiti. Di sospiri e respiri singhiozzanti, di improvvise e cosi' brevi accensioni di felicita'. Quello spazio che solo Van Gogh, prima e poi, ha saputo dipingere in questo modo". 

21/09/15

"L'Assenzio" di Edgar Degas. Il quadro della condizione umana.



L'absinthe o Dans un café fu dipinto da Edgar Degas tra il 1875 e 1876.

Anche il  Café de la Nouvelle Athènes, dove la scena è ambientata, ha una lunga storia: si trovava a Place Pigalle ed era un famoso ritrovo degli impressionisti. Il Café prendeva il nome da un quartiere di Parigi di fine Ottocento.  Nel corso degli anni il caffè cambio nome più volte: negli anni quaranta, divenuto un locale di spogliarelliste, venne chiamato Sphynx divenne il luogo di incontro dei militari nazisti prima e statunitensi poi. Più recentemente, tra gli anni ottanta e gli anni novanta, fu chiamato New Moon. Il caffè fu poi chiuso definitivamente nel 2004 ed il palazzo che lo ospitava, completamente ristrutturato. 

La terrazza del Café offriva ai pittori impressionisti un luogo ideale da cui ritrarre i loro modelli. 

Degas ne sceglie due particolari: l'attrice Ellen Andrée e il pittore Marcellin Desboutin, un aristocratico caduto in disgrazia divenuto un vagabondo pieno di orgoglio e dignità e pittore senza troppa fortuna.  

L'uomo ha il gomito sul tavolo, la pipa in bocca e guarda fuori dal locale.   La donna, come ipnotizzata davanti ad un bicchiere di assenzio - bevanda poi definitivamente abolita, definita la droga dei poveri - con lo sguardo perso nel vuoto. 

I due sono vicini, ma non hanno nulla in comune. Sembrano ciascuno dei due prigionieri del proprio mondo, delle proprie fantasie, della propria visione del mondo

L'isolamento popola questa tela, la abita.

Lo sguardo di Ellen è la diagonale che attraversa il quadro, e fuoriesce da esso verso un altrove sconosciuto.  Il bicchiere sembra non ancora sfiorato.  Il liquido verdognolo lo riempie fin quasi all'orlo. Ma la caraffa è vuota. E forse, anzi, certamente, quello non è il primo bicchiere. 

Desboutin ha gli occhi rossi e il suo aspetto arruffato - il cappello inclinato - testimonia il dissidio aperto con il mondo. 

I giornali sono avvolti nelle stecche, in primo piano.  Nessuno li vuol leggere, non servono. La scena si svolge ben oltre l'attualità, l'ordinarietà della vita.   Soltanto la firma di Degas si può leggere sopra. 

Ellen e Marcellin sono incompleti. 

Aspettano qualcosa che forse - o quasi certamente -  non arriverà mai. Aspettano. 

Edgar Degas, L'absinthe, olio su tela, 92 x 68 cm, lascito del conte Isaac de Comondo, 1911, Musée d'Orsay, Parigi. 

Fabrizio Falconi









24/03/15

Meravigliosi quadri dell'Impressionismo italiano a Milano, dal 27 marzo.

Federico Zandomeneghi, La lettera

DA BOLDINI A SEGANTINI 
RIFLESSI DELL'IMPRESSIONISMO IN ITALIA 
 Milano, GAMManzoni (via Manzoni 45) 
27 marzo 2015 - 28 giugno 2015 
Inaugurazione: giovedì 26 marzo ore 18.00 

La mostra presenta 35 opere, molte mai esposte a Milano, di alcuni tra gli indiscussi protagonisti dell’arte italiana dell’Ottocento.

Tra i capolavori, Alpe di maggio di Giovanni Segantini, La lettera di Federico Zandomeneghi, appartenuta alla celebre raccolta di Giacomo Jucker, Via di Ravenna di Telemaco Signorini, mai visto a Milano. 

Dal 27 marzo 2015 al 28 giugno 2015, GAMManzoni. Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea di Milano (via Manzoni 45) ospita la mostra Da Boldini a Segantini. Riflessi dell’impressionismo in Italia, che presenta 35 opere, alcune mai esposte a Milano, di alcuni tra gli indiscussi protagonisti dell’arte italiana dell’Ottocento, provenienti da prestigiose collezioni private europee

 La rassegna, curata da Enzo Savoia e da Francesco Luigi Maspes, con il patrocinio di: Commissione Europea – Rappresentanza Milano; Comune di Milano, Città Metropolitana, Regione Lombardia, permette di ammirare alcuni dei lavori più celebri dei maestri che hanno segnato l’arte italiana dell’800, quali Giovanni Segantini, Giovanni Fattori, Angelo Morbelli, Gerolamo e Domenico Induno, Mosé Bianchi, Giacomo Favretto, Guglielmo Ciardi, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Telemaco Signorini, Federico Zandomeneghi, Antonio Fontanesi, Antonio Mancini. 

In occasione di EXPO 2015, GAMManzoni propone un evento dedicato alle eccellenze della pittura italiana del XIX secolo, attraverso quegli esponenti che hanno partecipato, con le loro creazioni, alle più importanti Esposizioni Universali a cavallo dei due secoli, come Vienna 1873, Philadelphia 1876, Parigi 1878 e 1900, Anversa 1885, St. Louis 1904 e Milano 1906

Il percorso espositivo presenta capolavori come La lettera di Federico Zandomeneghi, appartenuta alla celebre raccolta di Giacomo Jucker e Dall’alto di Filippo Carcano, non più esposto in Italia da circa un secolo e di proprietà di un’importante raccolta statunitense. 

Tra i macchiaioli spiccano Via di Ravenna di Telemaco Signorini, anch’esso mai visto a Milano, proveniente da una nobile famiglia fiorentina, pendant dell’altrettanto celebre dipinto di analogo soggetto custodito alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ed Esercizi di cavalleria di Giovanni Fattori che, dopo diversi decenni esce dalla collezione che lo ospita.

Tra le varie opere, si segnalano, inoltre, Scavi di Pompei di Filippo Palizzi, dalla Quadreria Edison di Milano, L’uscita dal Duomo di Mosé Bianchi, rimasta in Francia per quasi un secolo e riportata in patria da Enrico Piceni che ne curò l’acquisto da parte di uno dei più celebri collezionisti del dopoguerra e la seconda versione del Ritratto dell’attrice Emma Ivon di Tranquillo Cremona del Museo Malinverni. 

Chiuderà idealmente la mostra, la straordinaria Alpe di maggio di Giovanni Segantini. 


Riflessi dell'impressionismo in Italia Milano, GAMManzoni (via A. Manzoni, 45 - 20121 Milano) 27 marzo - 28 giugno 2015 Inaugurazione: giovedì 26 marzo ore 18.00 (su invito) Orari: da martedì alla domenica 10-13 e 15-19 (ultimo accesso 18.30) Ingresso: 6 Euro Catalogo: GAMManzoni edizioni Info: Tel. e Fax 02.62695107; info@gammanzoni.com; www.gammanzoni.com 

giovedì 26 marzo alle ore 18.00 inaugurano anche:

PITTURA LOMBARDA DELL'800. Da Faruffini a Morbelli Milano, Gallerie Maspes (via A. Manzoni, 45 - 20121 Milano) Curata da Francesco Luigi Maspes 27 Marzo – 16 maggio 2015 Orari: da martedì a sabato 10-13 e 15-19 Ingresso gratuito Catalogo: Gallerie Maspes Edizioni Info: Tel. e Fax 02.863885; info@galleriemaspes.com; www.galleriemaspes.com 

DALLA SCAPIGLIATURA AL DIVISIONISMO. Le origini della Modernità Milano, Galleria Bottegantica (via A. Manzoni, 45) Curata da Enzo Savoia e Stefano Bosi 27 marzo – 30 maggio 2015 Orari: da martedì a sabato 10-13 e 15-19 Ingresso libero Info: Tel. +39 02 62695489, Fax +39 02 62027120; milano@bottegantica.net; www.bottegantica.com 


10/04/13

Edouard Manet: Grandi Eventi a Londra e a Venezia.





Padre dell'arte moderna, ispiratore di tanti a cominciare da Cezanne, Matisse, Picasso, Edouard Manet e' protagonista di grandi mostre da Londra a Venezia e al cinema, con l'evento di domani Manet: ritratti di vita che inaugura Exhibition, la serie di tre film dedicati a maestri dell'arte che in contemporanea mondiale permetteranno agli spettatori di visitare idealmente importanti esposizioni.

Alla Royal Academy di Londra, la mostra Manet: Portraying life, acclamata dai critici, chiudera' il 14 aprile ma una visita guidata, commentata, ricca di suggestioni, sulle note di Chopin e di Schumann viene proposta dal film che domani alle 20 in Italia (elenco delle sale su www.nexodigital.it) e in tante altre nazioni dall'Inghilterra all'Argentina fara' entrare nel cuore della mostra londinese attraverso il grande schermo, con la guida dello storico dell'arte Tim Marlow e dei curatori della mostra, MaryAnne Stevens e Larry Nichols. 

 Per una mostra che si chiude, pochi giorni dopo un'altra che si apre ancora su Manet. Manet Ritorno a Venezia e' il titolo dell'esposizione che aprira' il 24 aprile (fino al 18 agosto) nelle monumentali sale di Palazzo Ducale, progettata con la collaborazione speciale del Musee D'Orsay di Parigi, l'istituzione che conserva il maggior numero di capolavori di questo straordinario pittore, alcuni dei quali usciranno per la prima volta dal museo francese. Le due esposizioni fanno percorsi diversi. 

Quella di Londra, tra gli eventi d'arte piu' importanti del 2013, e' un viaggio tra le tele ma anche nella vita di Manet e del suo tempo: dalle esposizioni ufficiali al Salon dei Refuses, dalla passione per il Giappone a quella per i boulevard parigini di Haussmann, dalla pittura di Couture ai temi innovativi di Courbet attraverso la fascinazione per la cultura spagnola, dall'attenzione per gli elementi naturali a quella per la vita cittadina, rivoluzionata dalle novita' tecnologiche e dall'avvento della fotografia, dalla poesia di Baudelaire e di Mallarme' alla prosa di Zola, dall'amicizia con Antonin Proust a quella con Monet. 

Quella dei Musei civici a Palazzo Ducale riserva sorprese: approfondisce i modelli culturali che ispirarono il giovane Manet negli anni del suo precoce avvio alla pittura, evidenziando che, diversamente dagli studi fino ad oggi quasi esclusivamente riferiti all'influenza della pittura spagnola sulla sua arte, questi modelli furono invece assai vicini alla pittura italiana del Rinascimento. 

Cosi' nell'esposizione veneziana accanto ai suoi capolavori si vedranno alcune eccezionali opere ispirate ai grandi tableaux della pittura veneziana cinquecentesca, da Tiziano a Tintoretto a Lotto in particolare. 

Curata da Stephane Guegan, con la direzione scientifica di Guy Cogeval e Gabriella Belli, la mostra si propone come un autentico evento. In sala dopo il film su Manet alla Royal Academy, il ciclo Exhibition, distribuito in Italia da Nexodigital, proseguira' con Munch 150 dal Museo Nazionale e dal Museo Munch di Oslo, giovedi' 27 giugno alle 20.00 e Vermeer e la musica: l'arte dell'amore e del piacere, dalla National Gallery di Londra, giovedi' 10 ottobre alle 20.00.