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18/10/16

La "Dea Roma" di Igor Mitoraj, un meraviglioso esempio di arredo urbano.




Ogni volta che ci passo davanti, penso che l'installazione - permanente - del volto colossale della Dea Roma di Igor Mitoraj alla fine del Viale Mazzini, di fronte  a Ponte Risorgimento, sia uno dei più bei esempi - anche perché negli ultimi anni ce ne sono stati ben pochi - di decoro, abbellimento urbano. 

Questo enigmatico volto di pietra accoglie  tutti i giorni gli automobilisti e i passanti che attraversano il Ponte. emergendo da uno spazio metafisico, dalle siepi e dai cipressi che segnano l'inizio del quartiere Prati. 

La grande scultura - in realtà una fontana - fu posata il 16 settembre 2003, sotto la prima giunta Veltroni - regalo di Finmeccanica alla città di Roma. 

Felice fu la scelta dell'opera, felice fu la sua collocazione. 

Meno - come per quasi tutti i monumenti e i luoghi antichi e moderni della città - la sua manutenzione.

In una intervista a Rai Radio 3 del 23 gennaio 2005 e pubblicata dal sito Medea , Mitoraj spiegava la genesi dell'opera: 

"Questa dell’estrazione della Dea Roma era un mio saluto, un sentimento,una specie d’atto d’amore per la città di Roma che volevo che emergesse dal sottosuolo con gli stessi materiali di vecchi palazzi, vecchi ponti, Bernini, eccetera eccetera …e il travertino di Tivoli. 

E che sia un punto di…un po’ quello che sta diventando, un punto di riferimento un pochino…che si scende da Valle Giulia e da tutti i Musei…si passa là e vedi questa scultura che piano piano si alza davanti a te e poi giri. È uno scenario perfetto…estremamente romantico, perché ci sono i pini romani, ci sono dei cipressi, ci sono dei lecci, ho fatto aggiungere altre piante, tipo melograni, olivi, altre cose dietro, per fare una specie di giardinetto all’antica

Ma è una cosa molto simbolica perché questa fontana dovrebbe…non so se funziona adesso o no, così è…L’acqua scorre come i nostri ricordi…come i nostri giorni che scorrono su questo viso… Io vorrei lasciare queste felci…queste incrostazioni…perché si amalgamasse di più ancora al tessuto romano… poi di questo giardino qua… Poi vediamo… È un po’ nuova ancora…vediamo come vivrà la sua vita… " 

(Igor Mitoraj, intervista Radio Rai 3, 23 gennaio 2005) 


In un'altra conversazione, sempre riportata dallo stesso Sito, Mitoraj spiega ancora "Jorge Luis Borges soleva dire che a Roma non si va, si torna soltanto. Anche se non ci si è mai stati prima. Perché Roma è un mito che vive nell’immaginazione universale….Anche per me Roma è un mito, vive nella mia immaginazione da quando sono diventato adulto. Mi sedevo lì e contemplavo il panorama di Roma, d’una bellezza struggente. Il travertino è la pietra più vicina alla terra, alla natura,. Io lo avevo già usato per altre sculture , come Tindaro travertino, ma mi è diventato familiare quando ho fatto la Dea Roma. 

E’ stata per me un’operazione affascinante lavorare questo marmo. Ho impiegato due anni e mezzo. Avevo la sensazione che fosse come una sorgente di pietra dalla quale fluiva l’acqua, alla stregua delle celebri fontane di Tivoli. Ma spero che non fluisca via come l’acqua, che sopravviva come sopravvivono i monumenti e le statue di travertino che fanno la gloria di Roma."