Visualizzazione post con etichetta giuseppe mazzini. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta giuseppe mazzini. Mostra tutti i post

31/01/18

La "Piccola Londra" - un angolo di Roma straniante.




I Romani la chiamano da sempre, affettuosamente, La Piccola Londra,  anche se si tratta di una semplice via (dedicata a Bernardo Celentano, pittore verista napoletano dell'800) - chiusa al traffico - che nel quartiere Flaminio fa però in effetti pensare di essere in una città completamente diversa da quella che vanta 3.000 anni di storia. 

La Piccola Londra è opera di un architetto marchigiano, Quadrio Pirani (nato a Jesi nel 1878), al quale si debbono altri importanti quartieri residenziali dello storico Istituto delle Case Popolari, come quelli all'Ostiense, a San Saba e Testaccio, oltre alle case per gli impiegati statali realizzate in quel periodo tra via Chiana e via Tagliamento. 

Era il periodo in cui l'urbanistica romana si sviluppava attraverso piccoli o grandi quartieri omogenei: la Piccola Londra è del 1910, il Coppedè del 1919, la città-giardino Aniene nel 1920. 

Sulla architettura della Piccola Londra sicuramente influì il fatto che all'epoca il sindaco di Roma fosse Ernesto Nathan, ebreo di origini inglesi, un vero cosmopolita, di convinta fede repubblicana, la cui madre (Sara Levi Nathan) fu amica e finanziatrice di Giuseppe Mazzini. Alla morte della madre, di Mazzini Ernesto Nathan divenne a tutti gli effetti l'erede.  E ottenuta la cittadinanza italiana, fu prima consigliere, poi assessore e infine sindaco della neo-Capitale d'Italia.

Nel quadro del progetto urbanistico di Roma, una città che si andava espandendo con l'arrivo di impiegati e burocrati statali, sicuramente si tenne conto anche della nuova veste cosmopolita della città, che dopo decenni e secoli di emarginazione, tornava ad aprirsi al mondo e al turismo internazionale. 

Nacque così anche la Piccola Londra. poco più di duecento metri di strada, che a Roma non hanno eguali: palazzine liberty, ingressi indipendenti preceduti dai classici sei scalini inglesi, cancelli in ferro battuto, portoncini in legno e lampioni vittoriani. L'ingresso, per chi vuole affacciarsi a visitare questo angolo londinese di Roma, immerso in una invidiabile quiete molto rara nella città, è doppio: o da viale del Vignola, oppure da Via Flaminia al civico 287. 


Fabrizio Falconi