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06/12/16

Dadi truccati romani e una trottola etrusca in mostra a Perugia.





C'e' anche una copia di dadi truccati di epoca romana, quando cioe' i giochi d'azzardo erano proibiti per ragioni di ordine pubblico, tra gli oggetti in mostra, a partire da mercoledi' prossimo 7 dicembre (alle 17 l'inaugurazione) al Museo archeologico nazionale dell'Umbria, a Perugia, nella rassegna dal titolo 'Giochi da museo'. 

Di particolare rilievo una piccola e rarissima trottola di epoca etrusca, in ceramica, dotata all'interno di piccoli sassi, tali da generare suoni durante la rotazione


Vi saranno esposti - annuncia un comunicato degli organizzatori - giocattoli antichi e moderni, insieme ad per adulti legati al gioco d'azzardo. 

Oltre quelli del Museo archeologico nazionale dell'Umbria, una serie di reperti riferibili al gioco in generale provengono dalla collezione Sambon di Milano, dal Museo del Vino di Torgiano e dai musei civici di Reggio Emilia, che hanno fornito uno straordinario corredo funerario composto da suppellettili in miniatura; una vera e propria casa di bambola, appartenuta ad una fanciulla, Iulia Graphis, morta in giovane eta'. 

Ci sono anche bambole snodabili in osso, pedine, animaletti e rappresentazioni di attivita' ludiche nei vasi dipinti. 

L'esposizione si avvale inoltre di inserimenti di epoca moderna, forniti dal Museo del giocattolo di Perugia, a suggerire nessi di continuita' con un'attivita' umana sostanzialmente immutata, almeno fino all'avvento delle realta' virtuali, tipiche dei giochi elettronici. Infine la rassegna ospita anche materiali provenienti dalle zone colpite dal sisma. 

 La mostra restera' aperta fino al 17 aprile prossimo.

03/04/15

La matematica è magica. Un gioco per voi.






Ci sono cose della matematica che stupiscono i profani come me. E fanno intendere come mai a questa sapienza è stata, per molti secoli nel passato, associata una proprietà quasi magica o esoterica.

Il gioco è questo. Seguite questi semplici steps.

1. Pensa a due numeri inferiori a 10.

2. Prendine uno dei due e aggiungi 1.

3. Moltiplica il risultato per 5.

4. Aggiungi ancora 1.

5. Raddoppia il risultato.

6. Sottrai 1.

7. Aggiungi ora il secondo numero pensato.

9. Aggiungi 2.

10. Raddoppia il risultato.

11. Sottrai 8.

12. Dividi per 2.

13. Dimmi il tuo risultato.

14. Sottrai 9.


Le cifre che compongono il numero ottenuto sono i due numeri che avevi pensato. 

Stupefacente, no ?

Fabrizio Falconi


11/04/14

Pozzo di San Patrizio a Orvieto. Un mistero .. di lettere.





Avvenne che la fuga del sacco di Roma fece ritirare il Papa nella sua partita in Orvieto, dove la corte infinitamente pativa disagio d'acqua. Talché venne pensiero al Papa di fare murare di pietra un pozzo in quella città, con larghezza di XXV braccia, e due scale intagliate nel tufo l'una sopra l'altra a chiocciola, secondo che 'l pozzo girava, e che si discendesse sino in sul fondo per due scale a lumaca doppie in questa maniera: che le bestie che andavano per l'acqua, entrando per una porta, calassino sino in fondo per la lumaca deputata solamente a lo scendere, et arrivate sul ponte dove si carica l'acqua, senza ritornare indietro, pas- sassino a l'altro ramo della lumaca che si aggira sopra quello della scesa, e se ne venissino suso, et per una altra porta diversa e contraria alla prima riuscissino fuori del pozzo. Cosa ingegnosa di capriccio e maravigliosa di bellezza

Così Giorgio Vasari descrive il Pozzo di San Patrizio ad Orvieto, opera di Antonio da Sangallo il Giovane, una delle perle architettoniche più preziose concepite dal genio italiano nel corso di duemila anni di storia. 

Si scende, si gira, si sale, si gira, tredici giri avvolgendosi su se stessi, metà a scendere, metà a salire.  Si dice che ogni mezzo giro nasconda una lettera, tredici giri, ventisei lettere, l'intero alfabeto.

Per ogni lettera una parola.  E' un grande DNA scavato nel tufo, il tempo di percorrerlo è il tempo di un desiderio in ventisei parole che scendono e salgono sull'alfabeto. 

Talvolta, di notte, il pozzo restituisce voci, parole impazzite, idiomi confusi, forse i desideri smarriti di visitatori distratti. Qualcuno ha raccolto queste strane sequenze, sette vaganti desideri alfabetici. 

Come ha fatto Maria Sebregondi in un numero della rivista Leggere (n.5/ottobre 1988).

Ne riporto soltanto uno, intitolato desiderio amoroso. 

Ardori baloccanti, cupide delizie, estesi fruscianti giacigli. Haremi, imbambolata jouissance, kamasutra liquoroso, metamorfosi nervose.  Oriente, profumi quintessenziali, risate scintillanti trascinano utopiche voluttà. Wow! Xanadu, Yemen, Zanzibar...