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05/04/19

La Scala Santa a Roma torna nello stato originario, visibile per due mesi.



La Scala Santa sara' visibile al pubblico, per un periodo nel suo stato originario. 

L'apertura straordinaria della Scala Santa, priva della protezione lignea voluta da Papa Innocenzo XIII nel 1723, avverra' giovedi' 11 aprile e sara' visibile per la durata di sessanta giorni fino a Pentecoste (9 giugno 2019).

Il restauro del complesso degli affreschi della Scala Santa e' eseguito dai Musei Vaticani con il sostegno dei Patrons of theArts in the Vatican Museums

La Scala Santa e' composta da 28 gradini di marmo portati a Roma, secondo una tradizione medievale, nel 326 da Sant'Elena, madre di Costantino, la quale l'avrebbe prelevata dal palazzo di Pilato, a Gerusalemme. La scala sarebbe stata discesa da Gesù nel giorno in cui fu condannato a morte.

Fonte ANSA

10/10/18

Spunta una Colonna dei tempi di Erode con la scritta: "Gerusalemme" !




Una rara scritta in caratteri ebraici del nome esteso di Gerusalemme (Yerushalaim) incisa su una pietra cilindrica e' stata scoperta l'anno scorso da archeologi israeliani all'ingresso occidentale della citta' e presentata oggi alla stampa.

"E' estremamente raro trovare in reperti di quell'epoca la scrittura completa del nome di Gerusalemme" ha osservato l'archeologo Ilan Baruch. "Inoltre e' molto emozionante imbattersi in caratteri chiaramente decifrabili oggi da qualsiasi bambino israeliano", ha aggiunto il direttore del Museo Israele, prof Ido Bruno. 

Alta quasi un metro e lavorata in apparenza all'epoca del re Erode, la pietra era stata asportata dall'edificio originale e riutilizzata poi per la costruzione di un edificio romano

Il testo e' in aramaico e contiene la dicitura: "Hanania figlio di Dodlos di Gerusalemme"

Secondo gli archeologi e' presumibile che Hanania fosse un artigiano del posto e che 'Dodlos' fosse un riferimento di ossequio alla figura di Dedalo. 

23/06/18

Il Tempio della Pace ai Fori e il Tesoro Scomparso di Re Salomone.

I grandiosi resti del Tempio della Pace al Foro Romano

Il Tempio della Pace e il tesoro di Re Salomone. Nuovi scavi nella zona del Foro Romano hanno da qualche anno permesso di far tornare alla luce alcuni preziosissimi resti dell’età antica, che si credevano perduti per sempre. 

Sono le rovine del cosiddetto Teatro della Pace, fatto costruire dai Flavi, che consacrarono questo luogo nel 75 d.C. dopo la guerra giudaica e i bagni di sangue per la conquista di Gerusalemme. Finalmente regnava nell’impero la Pax Augusta e l’imperatore Vespasiano decise di far costruire il nuovo Foro (il terzo in ordine cronologico e il più esteso per superficie), a fianco di quello di Augusto, lungo la strada dell’Argileto che collegava la suburra alla zona centrale nevralgica del potere cittadino. 

Danneggiato molto gravemente alla fine del III secolo d.C. il Tempio perse progressivamente la sua importanza, fino a cadere nell’oblio. Ma la memoria di questa colossale struttura rimase nei documenti e nelle cronache dell’epoca e anche se oggi l’area su cui afferiva il Tempio è quasi interamente ricoperta da Via dei Fori Imperiali, è stato possibile recuperare i frammenti di cinque delle colossali colonne originali in granito rosa provenienti dalle cave di Assuan in Egitto, che adornavano il Tempio dedicato alla dea Pax. 

Le gigantesche colonne forniscono l’idea della grandezza di questa struttura che occupava due ettari di terreno, con corti, porticati, giochi d’acqua e ardite architetture. Ma il motivo principale dell’interesse degli archeologi negli anni e dell’interessa intorno al Foro della Pace è proprio relativo ai tesori che esso custodiva.

Una ricostruzione del Tempio (o Foro) della Pace

Tra di essi, alcune fonti assicurano si trovava anche il leggendario Tempio del Re Salomone. Durante la guerra giudaica, infatti, e a seguito della conquista di Gerusalemme, i Romani infatti ebbero finalmente accesso anche al mitico Tempio, del quale riferiscono abbondantemente le Scritture, fatto costruire dal Re biblico otto secoli prima di Cristo, raso al suolo dai Babilonesi di Nabucodonosor II, che lo spogliarono dei suoi tesori (fatti restituire poi da Ciro il Grande), ricostruito dai Giudei in forme grandiose e ultimato nel 515 a.C.

E nessuno sa con esattezza che cosa facesse parte del bottino dei Romani, una volta espugnato il Tempio. Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che nel tesoro trafugato dai soldati di Vespasiano vi fosse anche la mitica Arca dell'Alleanza, descritta dalla Bibbia, la cassa (in legno d’acacia) rivestita d'oro e sontuosamente decorata, costruita da Mosè per ordine stesso di Dio. 

L’Arca dell’Alleanza, la vera Arca, è il tesoro più ambito da ogni archeologo del mondo, e su di essa si è favoleggiato a lungo, anche perché la Bibbia stessa dice che al suo interno erano custodite nientemeno che le Tavole della Legge ricevute da Mosè sul Monte Sinai, la verga di Aronne e la manna che cadde dal cielo per miracolo e nutrì gli ebrei nel deserto. Sull’Arca, che comunque già all’epoca del Re Salomone sembra contenesse soltanto le Tavole della Legge, gravava anche la maledizione secondo cui essa non poteva essere toccata che da un levita. E chiunque, non appartenente alla razza prediletta, ne venisse a contatto, moriva istantaneamente. 

Anche per questo, il prezioso reperto non veniva mai mostrato in pubblico, ed era sempre ricoperto di uno spesso strato di pelle di tasso e da un telo di stoffa azzurro. All’Arca erano attribuiti ogni sorta di prodigi. Attraverso di essa, Mosè era in grado di parlare con Dio, e di farlo comparire presente tra gli uomini, levitante al di sopra dell’Arca. Resta dunque molto suggestiva l’idea che sia stata trasportata, al termine delle sue vicende in Terra Santa, a Roma, e che magari, resti di essa giacciano ancora oggi sepolti sotto l’odierna Via dei Fori Imperiali, che spacca oggi in due il Foro della Pace, sotto spessi strati di terra.

Una ricostruzione ipotetica dell'Arca dell'Alleanza



11/02/17

Scoperta una nuova Grotta vicino a Qumran che custodì i Rotoli del Mar Morto!




L'Università ebraica di Gerusalemme ha annunciato la scoperta di una nuova grotta che avrebbe custodito i celebri Manoscritti o Rotoli del mar Morto, rinvenuti una sessantina di anni fa. 

Risalenti fra il 150 a.C., e il 70 d.C., constano di un migliaio di pergamene, principalmente in ebraico, ma anche in aramaico e in greco fra cui figurano numerosi libri dell'Antico testamento

Costituiscono i più antichi manoscritti conosciuti della Bibbia ebraica. 

 Fino ad oggi gli archeologi avevano stabilito che i manoscritti, ritrovati da un pastore beduino a Nord Ovest del mar Morto fra 1947 e 1956, in prossimità del sito archeologico di Qumran, erano stati depositati in 11 grotte

"La scoperta di una dodicesima grotta potrebbe rivoluzionare le informazioni di cui disponiamo sui Rotoli del mar Morto", ha dichiarato all'Afp Oren Gutfeld, archeologo dell'Istituto di archeologia dell'Università ebraica di Gerusalemme. 

 Situata ad Ovest di Qumran, la grotta non contiene manoscritti ma numerose prove della loro presenza, in particolare frammenti delle giare nei quali erano contenuti e dei lacci di cuoio che li avvolgevano, ha precisato l'archeologo. 

fonte askanews - Afp

27/11/16

"La comparsa" di Abraham Yehoshua (Recensione).



Noga è una musicista particolare. Interprete di uno strumento raro, l'arpa. Pur essendo nata in Israele, dopo il divorzio è andata a vivere in Olanda, dove suona nella locale orchestra di Arnhem. 

Dopo molti anni di distacco, deve tornare al suo paese, richiamatavi da una decisione che deve prendere l'anziana madre: lasciare o meno il vecchio appartamento di Gerusalemme, ormai circondato da invadenti ortodossi e trasferirsi a Tel Aviv, la città dove vive il suo figlio maggiore, Honi, con la sua famiglia. 

Le clausole contrattuali del vecchio appartamento prevedono però che esso non possa essere lasciato disabitato nemmeno per brevi periodi, nemmeno per i tre mesi del periodo di prova in una casa di riposo a Tel Aviv, che Honi ha chiesto alla madre di sperimentare. 

Noga dovrà dunque impegnarsi a stare nell'appartamento materno nell'attesa che maturi la decisione. 

Durante queste lunghe settimane Noga ritrova il suo passato, accetta un piccolo lavoro di comparsa - procuratole dal fratello - per sostenersi nelle spese, finisce per rincontrare il marito Uriah, che non ha mai smesso di amarla e che non ha mai accettato la vera causa per cui Noga l'ha lasciato: quella di non volere un figlio, e anzi di aver abortito il loro figlio senza dir nulla al compagno. 

L'inquietudine di Noga si snoda attraverso lunghe passeggiate nella vecchia Gerusalemme, negli incontri con i personaggi che si trovano come lei a sopravvivere accettando il lavoro di comparsa, nella trasferta nel deserto dove finisce per ricoprire il ruolo di figurante in un allestimento della Carmen.

Passate le tre settimane, e maturata la decisione della madre, Noga fa ritorno, con una dose supplementare di amarezza, in Olanda, dove si trova a fare i conti con la preparazione del nuovo concerto e di un tour organizzato nel lontano Giappone. In questa trasferta si aprirà forse una luce inaspettata, che rimetterà tutto in gioco. 

Yehoshua, in questo ultimo romanzo del 2015, si conferma un maestro della narrazione, qui tutta giocata nella terza persona al tempo presente; e maestro della descrizione dell'animo femminile, del suo territorio umbratile e inaccessibile. 

Un romanzo moderno, perfettamente leggibile.  Dalla scrittura piana e avvolgente, dal quale ci si separa a malincuore. 

Fabrizio Falconi







03/05/13

Nasce a Gerusalemme il Terra Sancta Museum .






Nel 2015, nel cuore della Città Vecchia di Gerusalemme, nascerà il TERRA SANCTA MUSEUM, l’unico museo al mondo sulle radici del Cristianesimo e la conservazione dei Luoghi Santi. 

Un’esposizione permanente, voluta dalla Custodia di Terra Santa, per scoprire la storia di questa terra straordinaria in cui da millenni s’intrecciano, in modo misterioso, i destini di molti popoli che convivono nei luoghi sacri delle tre grandi religioni monoteiste. 

In questo particolare e delicato momento storico è di fondamentale importanza far conoscere al mondo intero la storia della presenza cristiana in Terra Santa, per favorire una maggiore consapevolezza delle nostre radici, contribuire all’unità della “famiglia umana” e diffondere un messaggio di pace nel mondo. 

Con l’apertura al pubblico di un moderno complesso museale, i francescani della Custodia di Terra Santa intendono valorizzare il patrimonio artistico, archeologico, culturale, conservato durante gli otto secoli trascorsi in queste terre, per custodire i luoghi dove Gesù ha vissuto. 

Agli innumerevoli pellegrini e visitatori, provenienti dal mondo intero, sarà proposto un percorso culturale flessibile, metodologicamente rigoroso e suddiviso in tre distinti momenti, distribuito nella Città Vecchia di Gerusalemme e, in futuro, esteso ad altre sedi della Terra Santa. Un unico complesso espositivo, composto da tre musei (Archeologico, Multimediale e Storico) distribuiti in due sedi esistenti (Convento della Flagellazione e Convento di San Salvatore) poco distanti, ubicate vicino alle principali mete di pellegrinaggio e turistiche di Gerusalemme (il Santo Sepolcro, il Muro del Pianto, la Spianata delle Moschee). 

Ente Fondatore è la Custodia di Terra Santa, fraternità di religiosi (Frati Minori) che custodisce i luoghi della Redenzione, in concerto con lo Studium Biblicum Franciscanum, Istituzione scientifica per la ricerca e l’insegnamento accademico della Sacra Scrittura e dell’archeologia dei paesi biblici, con sede sempre a Gerusalemme. 

Il Comitato scientifico è guidato da Eugenio Alliata, Direttore del Museo Archeologico dello Studium Biblicum Franciscanum. Capo Progetto e Promotore: ATS Pro Terra Sancta. Direzione museologica: Gabriele Allevi. Progettazione architettonica e museografica: Studio GTRF Tortelli e Frassoni Architetti Associati. 

L’evoluzione dei lavori potrà essere seguita sul sito www.terrasanctamuseum.org

01/10/12

Scoperti in Israele 15 disegni di Hermann Hesse.





Una quindicina di disegni dello scrittore tedesco Hermann Hesse (autore, fra l'altro di 'Il Lupo nella Steppa' e 'Siddharta') saranno esposti fra due settimane dalla Biblioteca nazionale israeliana di Gerusalemme dove sono stati scoperti dopo un oblio di decine di anni. 

Lo riferisce il quotidiano Haaretz, secondo cui le illustrazioni accompagnano una delle numerose stesure di Hesse della favola d'amore 'Metamorfosi di Pictor': quindici pagine in tutto, che pure saranno presentate al pubblico. 

Secondo il giornale, nel 1932 Hesse dedico' il volumetto a un ebreo tedesco di nome Menachem Weitz. Di lui sono rimasti scarni elementi biografici: a quanto pare si era trasferito a Gerusalemme dove viveva di agricoltura.

Nel 1943 la favola di Hesse raggiunse la Biblioteca di Gerusalemme: la' fu registrata a matita, ma non catalogata. 

Solo di recente e' stata recuperata da un ricercatore specializzato in letteratura tedesca e sara' esposta nel 50.mo anniversario della morte del celebre scrittore. 

Haaretz aggiunge che altri disegni sconosciuti di Hesse (datati 1927) sono stati intanto ritrovati in Israele nell' archivio del filosofo ebreo-tedesco Martin Buber. 

05/04/09

Un cristianesimo senza Cristo ? - Domenica delle Palme.



Che cosa sarebbe il Cristianesimo senza Cristo ? Difficile da immaginare. Eppure, in questi tempi, ho l'impressione - più che una impressione in realtà - che molto disinvoltamente si tenda spesso a 'fare' Cristianesimo senza Cristo, ovvero mettendo in secondo piano - quasi senza mai pronunciarne nemmeno il nome - la figura di Cristo.

E questa tendenza noto specialmente in una certa teologia che viene molto corteggiata dai giornali e dai media - penso anche a Vito Mancuso, il cui lavoro è sicuramente degno di attenzione, di studio e di considerazione, tra i più brillanti degli ultimi anni in assoluto - la quale propone e disputa infiniti discorsi su un 'Dio', un Dio Cristiano, la cui figura quasi mai però assume i caratteri specifici della persona del Nazareno.

Eppure, se una caratteristica peculiare il cristianesimo ha, tra le molte, è proprio quella di essere la religione che ha una persona al suo centro: la persona di Gesù Cristo, di Nazareth. Senza Gesù Cristo, il Cristianesimo cosa diventa, cosa diventerebbe ? Sicuramente un'altra cosa.

Non la religione nella cui fede abbiamo professato nel Battesimo, e nei Sacramenti. Assisto insomma al diffondersi di un cristianesimo a-personificato, e anche un po' pagano, mi sembra, che mescola piani diversi, e che cerca probabilmente di adattarsi allo spirito dei tempi. Il che, non sarebbe neanche un male assoluto, perchè il cristianesimo deve anche incarnare i tempi che vive.

Ma elidere Gesù Cristo non è mai un buon segno, non può esserlo. Ogni nostra considerazione cristiana non può che partire da Gesù Cristo.

Dovremmo ricordarcene in particolar modo oggi, quando si ricorda l'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme. Gesù sembrava 'aver conquistato tutti'. Tutti sembravano essere ai suoi piedi, pronti a fare tutto per lui, a portarlo per sempre nei loro cuori, a tenerlo per sempre al centro dei loro pensieri. Eppure, come sappiamo bene, quegli stessi osannatori, appena quattro giorni dopo, si trasformeranno in un baleno nei condannatori e persecutori. Cercheranno di eliminare quel problema per sempre. Di cancellarlo. Non ci riuscirono. Riuscirono soltanto a rendere glorioso il suo nome, nei secoli. Oggi, forse, la musica è cambiata nuovamente. E' in corso una nuova cancellazione, più silenziosa, meno eclatante. Vedremo, sapremo, se da questo nuovo tentativo, inizierà una nuova, seconda, rinascita.

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