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24/03/15

Meravigliosi quadri dell'Impressionismo italiano a Milano, dal 27 marzo.

Federico Zandomeneghi, La lettera

DA BOLDINI A SEGANTINI 
RIFLESSI DELL'IMPRESSIONISMO IN ITALIA 
 Milano, GAMManzoni (via Manzoni 45) 
27 marzo 2015 - 28 giugno 2015 
Inaugurazione: giovedì 26 marzo ore 18.00 

La mostra presenta 35 opere, molte mai esposte a Milano, di alcuni tra gli indiscussi protagonisti dell’arte italiana dell’Ottocento.

Tra i capolavori, Alpe di maggio di Giovanni Segantini, La lettera di Federico Zandomeneghi, appartenuta alla celebre raccolta di Giacomo Jucker, Via di Ravenna di Telemaco Signorini, mai visto a Milano. 

Dal 27 marzo 2015 al 28 giugno 2015, GAMManzoni. Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea di Milano (via Manzoni 45) ospita la mostra Da Boldini a Segantini. Riflessi dell’impressionismo in Italia, che presenta 35 opere, alcune mai esposte a Milano, di alcuni tra gli indiscussi protagonisti dell’arte italiana dell’Ottocento, provenienti da prestigiose collezioni private europee

 La rassegna, curata da Enzo Savoia e da Francesco Luigi Maspes, con il patrocinio di: Commissione Europea – Rappresentanza Milano; Comune di Milano, Città Metropolitana, Regione Lombardia, permette di ammirare alcuni dei lavori più celebri dei maestri che hanno segnato l’arte italiana dell’800, quali Giovanni Segantini, Giovanni Fattori, Angelo Morbelli, Gerolamo e Domenico Induno, Mosé Bianchi, Giacomo Favretto, Guglielmo Ciardi, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Telemaco Signorini, Federico Zandomeneghi, Antonio Fontanesi, Antonio Mancini. 

In occasione di EXPO 2015, GAMManzoni propone un evento dedicato alle eccellenze della pittura italiana del XIX secolo, attraverso quegli esponenti che hanno partecipato, con le loro creazioni, alle più importanti Esposizioni Universali a cavallo dei due secoli, come Vienna 1873, Philadelphia 1876, Parigi 1878 e 1900, Anversa 1885, St. Louis 1904 e Milano 1906

Il percorso espositivo presenta capolavori come La lettera di Federico Zandomeneghi, appartenuta alla celebre raccolta di Giacomo Jucker e Dall’alto di Filippo Carcano, non più esposto in Italia da circa un secolo e di proprietà di un’importante raccolta statunitense. 

Tra i macchiaioli spiccano Via di Ravenna di Telemaco Signorini, anch’esso mai visto a Milano, proveniente da una nobile famiglia fiorentina, pendant dell’altrettanto celebre dipinto di analogo soggetto custodito alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ed Esercizi di cavalleria di Giovanni Fattori che, dopo diversi decenni esce dalla collezione che lo ospita.

Tra le varie opere, si segnalano, inoltre, Scavi di Pompei di Filippo Palizzi, dalla Quadreria Edison di Milano, L’uscita dal Duomo di Mosé Bianchi, rimasta in Francia per quasi un secolo e riportata in patria da Enrico Piceni che ne curò l’acquisto da parte di uno dei più celebri collezionisti del dopoguerra e la seconda versione del Ritratto dell’attrice Emma Ivon di Tranquillo Cremona del Museo Malinverni. 

Chiuderà idealmente la mostra, la straordinaria Alpe di maggio di Giovanni Segantini. 


Riflessi dell'impressionismo in Italia Milano, GAMManzoni (via A. Manzoni, 45 - 20121 Milano) 27 marzo - 28 giugno 2015 Inaugurazione: giovedì 26 marzo ore 18.00 (su invito) Orari: da martedì alla domenica 10-13 e 15-19 (ultimo accesso 18.30) Ingresso: 6 Euro Catalogo: GAMManzoni edizioni Info: Tel. e Fax 02.62695107; info@gammanzoni.com; www.gammanzoni.com 

giovedì 26 marzo alle ore 18.00 inaugurano anche:

PITTURA LOMBARDA DELL'800. Da Faruffini a Morbelli Milano, Gallerie Maspes (via A. Manzoni, 45 - 20121 Milano) Curata da Francesco Luigi Maspes 27 Marzo – 16 maggio 2015 Orari: da martedì a sabato 10-13 e 15-19 Ingresso gratuito Catalogo: Gallerie Maspes Edizioni Info: Tel. e Fax 02.863885; info@galleriemaspes.com; www.galleriemaspes.com 

DALLA SCAPIGLIATURA AL DIVISIONISMO. Le origini della Modernità Milano, Galleria Bottegantica (via A. Manzoni, 45) Curata da Enzo Savoia e Stefano Bosi 27 marzo – 30 maggio 2015 Orari: da martedì a sabato 10-13 e 15-19 Ingresso libero Info: Tel. +39 02 62695489, Fax +39 02 62027120; milano@bottegantica.net; www.bottegantica.com 


16/02/15

Per la prima volta riuniti gli arazzi di Bronzino, Pontormo e Salviati: Una imperdibile mostra al Quirinale.


Gli splendidi venti arazzi raffiguranti le storie di Giuseppe Ebreo, esposti per più di un secolo nel Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio, nel 1882 furono divisi, per volere dei Savoia, tra Firenze e il Palazzo del Quirinale.

Ed ecco che ora tornano eccezionalmente ad essere esposti insieme in una esposizione unica a Roma, nella prestigiosa sede del Salone dei Corazzieri del Palazzo del Quirinale.

Prossime tappe: Milano, Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale e Firenze, Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio. 

Questa serie di tele monumentali rappresenta una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale. 

Tessuti per incarico di Cosimo I de’ Medici nella manifattura granducale alla metà del XVI secolo su cartoni forniti da Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati, i venti arazzi tornano ad essere esposti insieme per la prima volta dall’Unità d’Italia. 

La straordinaria raffinatezza della loro manifattura, l’unicità della composizione dei soggetti raffigurati, la singolare vicenda storica che li ha interessati, profondamente intrecciata alla storia d’Italia, fa di questo progetto espositivo un evento di portata internazionale e di eccezionale rilevanza simbolica, culturale e storico artistica. 

Gli arazzi con le storie di Giuseppe vennero commissionati da Cosimo I de’ Medici tra il 1545 e il 1553 per la Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio a Firenze. 

I disegni preparatori furono affidati ai maggiori artisti del tempo, primo fra tutti Pontormo. Ma le prove realizzate da quest’ultimo non piacquero a Cosimo I, che decise di rivolgersi ad Agnolo Bronzino, allievo di Pontormo e già pittore di corte, e a cui si deve parte dell’impianto narrativo della serie. 

Gli arazzi vennero realizzati nella manifattura granducale dagli arazzieri fiamminghi Nicholas Karcher e Jan Rost. 

 Le venti tele raccontano la storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, odiato dai fratelli perché prediletto dal padre. Cosimo de’ Medici nutriva una particolare predilezione per la figura di Giuseppe, nelle cui fortune vedeva rispecchiate le alterne vicende dinastiche medicee: Giuseppe, tradito e venduto come schiavo dai fratelli, fatto prigioniero in Egitto, riesce comunque, grazie alle sue rare doti intellettuali, a sfuggire alle avversità, a perseguire una brillante carriera politica e a raggiungere posizioni di potere. 

Abile parlatore, consigliere e interprete dei sogni del Faraone, mette in salvo un’intera popolazione dalla carestia e, infine, dà prova di clemenza e magnanimità, perdonando i fratelli che lo avevano tradito. 

La mostra è patrocinata dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali, dal Turismo Comune di Firenze e dal Comune di MilanoEXPO Milano 2015