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13/12/20

Martin Nowak, matematico ad Harvard: "Senza Dio non ci sarebbe l'evoluzione"


"Dio e' la causa ultima di tutto cio' che esiste, Colui in assenza del quale non ci sarebbe affatto l'evoluzione. Dio e' sia il Creatore che il Sostenitore dell'Universo"
.

Ne e' certo il prof. Martin Nowak, docente di matematica all'Universita' di Harvard, per il quale "l'evoluzione non rappresenta un problema per la teologia cristiana". Intervenendo alla sessione finale del Convegno "Dio oggi" promosso dalla Cei, Nowak ha affermato che "Dio si serve dell'evoluzione per dispiegare il mondo vivente intorno a noi".

Allo stesso modo, ha continuato, "Dio si serve della gravita' per dispiegare l'Universo su un'ampia scala. Ne' la gravita' ne' l'evoluzione pongono sfide alla fede cristiana".

"Dio - ha scandito - non solo fissa le condizioni iniziali del processo evolutivo ma traccia anche l'intera traiettoria dell'esistenza". "L'intera traiettoria - ha aggiunto il grande matematico - e' nota a Dio, che esiste al di fuori del tempo, eterno e a-temporale, onnisciente e infinitamente amorevole".

Nella sua relazione, il prof. Nowak ha ribadito che "l'evoluzione non inventa la vita intelligente ma la scopre". "L'evoluzione non puo' operare senza requisiti che la guidino', ha osservato riocrdando che "come accade per ogni altra disciplina scientifica, la nostra attuale comprensione dell'evoluzione e' incompleta".

16/03/20

Cosa sono i virus? Quel poco che ne sappiamo



Quando sentite parlare di relativismo, ricordatevi che - ce lo insegna la pandemia attuale - il relativismo riguarda da vicino anche la scienza, che non è portatrice di verità assolute, ma solo di risultati parziali, validi fino a prima della prossima scoperta scientifica. 

Il fatto è che l'uomo - e dunque la scienza -  sa ancora pochissimo dei virus, che sono l'entità biologica in assoluto di gran lunga più abbondante sulla Terra.

Ma anche il concetto di "entità biologica" applicato ai virus è fonte di parecchi problemi: 

I virus infatti sono acellulari. Nel senso che non sono fatti di cellule, ma si replicano solo all'interno di altre cellule.

Il primo virus è stato scoperto nel 1892.

Attualmente si conoscono SOLO 5.000 specie di virus, descritte in dettaglio. Si ritiene però che ne esistano MILIONI di diversi tipi e che esistano in tutti gli ecosistemi della terra, anche i più estremi.

Nella storia dell'evoluzione, le origini del virus sono sconosciute.

I virus sono considerati da alcuni biologi come forme di vita, anche se in effetti, non essendo dotati  né di cellule proprie, né di metabolismo, sono spesso indicati come organismi "ai margini della vita", qualunque cosa questo significhi. 

I virus possono infettare tutti i tipi di forme di vita, dagli animali, alle piante, ai microrganismi (compresi batteri e archeobatteri).

La gran parte dei virus sono talmente piccoli da essere invisibili anche al microscopio, essendo dell'ordine di  grandezza di un centesimo di un normale batterio.

I virus, come è noto, pur aggregandosi a forme biologiche - cellule - sono immuni dagli antibiotici. E un piccolissimo, quasi insignificante organismo "ai margini della vita" è ancora oggi in condizione di mettere in ginocchio una intera comunità - mondiale - di esseri umani.

In conclusione, la scienza sa ancora pochissimo di cosa sono e come funzionano i virus. Dovremmo tenerlo a mente quando sovraccarichiamo la scienza di aspettative quasi fosse la nuova divinità.

Fabrizio Falconi
marzo - 2020 

08/01/15

Tempo di semina - quando tutto muore, tutto segretamente rinasce.







Il tempo della semina del grano è l'autunno

Nella stagione dove tutto muore, qualcosa segretamente nasce.  

Il contadino ha già arato il campo, l'erpice lo ha spianato, tutto sembra ormai brullo e finito, come in ogni anno.  Ma tutto quello che verrà poi, che rinascerà, viene piantato in questo tempo cupo, durante il quale il cielo si annerisce, il vento spazza via ogni foglia, i rami restano impietriti, la pioggia copre come pietra tombale la vita, prima della benedizione silenziosa della neve. 

Il grano seminato dorme, al buio. Si prepara nell'infimo del terreno, tra i vermi. 
Nell'umile non visto e non udito. 

Anche l'energia vitale, il rinnovamento, la rinascita personale, l'amore, funzionano così. Come il lussureggiante campo che esploderà al sole di luglio. 
Nessuna di queste cose può arrivare se essa viene condizionata o ordinata a crescere. 

La crescita è un fenomeno spontaneo, che sgorga dalla pazienza dell'era nascosta, non controllabile, non artificiosa, non voluta. 
La speranza è nel seme.  La crescita è nella sapienza della terra. Di ciò che già la terra, contiene. 

Scriveva Rainer Maria Rilke nel Testamento:

come sono stanco di predisporre tutte queste contromosse per difendermi dalle prevaricazioni dell'amore - ; dove sarà il cuore che non mi 'commissioni' una precisa, egoistica felicità, ma mi conceda di predisporgli ciò che da me sgorga inesauribilmente ? 

Fabrizio Falconi


25/07/12

J.M. Coetzee e il disegno intelligente.




Mi ha colpito leggere, nel penultimo romanzo scritto da J.M. Coetzee (un romanzo veramente sui generis, strutturato su di un doppio versante tra saggio e fiction), Diario di un anno difficile (pubblicato da Einaudi in Italia, nel 2006), un capitolo intitolato Del disegno intelligente, sorprendente per chiarezza, da parte di uno scrittore che di certo non si sente vicino ad alcun credo religioso. 

Coetzee commenta la sentenza di un tribunale statunitense, il quale ha decretato che nelle scuole pubbliche di una certa cittadina della Pennsylvania, durante le ore di scienze, è vietato insegnare la storia dell'universo come prodotto del disegno intelligente come alternativa al darwinismo. 

Ecco cosa scrive Coetzee:

Non desidero associarmi a chi sottoscrive il movimento del Disegno Intelligente. E nondimeno continuo a trovare la teoria dell'evoluzione basata sulla mutazione casuale e sulla selezione naturale non solo poco convincente ma anche insensata come spiegazione della comparsa degli organismi complessi. Fintanto che nessuno di noi non avrà la minima idea di costruire una mosca domestica dal nulla, come possiamo scartare in quanto intellettualmente ingenua la conclusione che la mosca sia stata creata da una intelligenza di ordine superiore alla nostra?

Se qualcuno è ingenuo, in questa storia, è chi eleva le regole operative della scienza occidentale ad assiomi epistemologici, sostenendo che ciò che non può essere scientificamente dimostrato vero (o valido per usare la parola più cauta preferita dalla scienza), non può essere vero (valido), non solo per gli standard della verità (validità) adottati dagli scienziati, ma per qualsiasi altro standard.  

Non mi sembra filosoficamente retrogrado attribuire un'intelligenza all'universo nel suo complesso, piuttosto che a una sola sottospecie di mammiferi sulla Terra.  Un universo intelligente si evolve intenzionalmente nel tempo, anche se quell'intenzione può essere sempre inafferrabile per l'intelletto umano e magari esulare dalla nostra stessa idea di finalità.

Argomentazioni molto difficilmente controvertibili.  E più avanti, Coetzee ancora più concretamente scrive: 

Coloro che sostengono che dietro ogni carattere di ogni organismo c'è una storia di selezione avvenuta per mutazione casuale dovrebbero cercare di rispondere alla domanda: come mai l'apparato intellettuale che si è evoluto per gli esseri umani sembra incapace di comprendere con una qualche accuratezza la sua stessa complessità ?   

Perché noi esseri umani reagiamo con una sorta di timore reverenziale - come un ritrarsi della mente di fronte all'abisso - quando cerchiamo di comprendere, afferrare, certe cose come l'origine dello spazio e del tempo, come l'esistenza del nulla, o la natura stessa del comprendere ? Non vedo quali vantaggi evolutivi rappresenti la combinazione che ci è data - la combinazione di un'insufficiente comprensione intellettuale con la consapevolezza di quella inefficienza.

Un apparato intellettuale contrassegnato da una conoscenza consapevole della propria insufficienza è un'aberrazione dell'evoluzione. 

Bisognerebbe meditare a lungo su queste considerazioni.

(Citazioni tratte da J.M.Coetzee, 'Diario di un anno difficile', Einaudi 2006, pag.85)