Visualizzazione post con etichetta essere. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta essere. Mostra tutti i post

27/02/14

L'armonia della dissonanza.






L'essere è dissonanza. 

Ogni volta che ricerco l'unità, la dissonanza mi sospinge lontano, ai margini. Mi riporta indietro.  

Eppure appartengo ad un nucleo originario. E quella parola fastidiosa che pronunci, destino, anche se non mi appartiene in fondo, la vedo scritta ovunque, sul trionfo dei melangoli bagnati dalla pioggia, sull'inciampo del marciapiede sollevato, sulla miserabile compagnia di sogni che mi son scelto. 

Ma è una illusione. 

Tanti suoni mi abitano, e tutti insieme vogliono suonare. Tutti insieme vogliono esistere.  Lo pretendono, mi inchiodano alla sofferenza, al vuoto delle ore senza, al bisogno, alla cura, all'impazienza e al suo contrario. 

L'ordine non viene dalle cose, l'ordine non è nelle cose. Tutto danza, e la danza non si tiene.  Sono io che osservo, che la tengo. 

Io fragile, io codardo, io forte come un tronco, io dissonante come le canne del ghiaccio suonate dal vento nella caverna.  Nessuno capisce quel suono. Nemmeno io, anche se non posso fare a meno di vibrare e di essere fino in fondo quel ghiaccio, quella vera vibrazione, quel vento.  



Fabrizio Falconi © - proprietà riservata/riproduzione vietata.


in testa: Jennifer Connelly in A Beatiful Mind. 

29/09/11

RI-COMINCIARE. Da dove ? (12 cose da cui ripartire): 11. DIGNITA'



Dovrò ricordarmi della dignità dei poveri e della dignità degli oppressi, cioè della vera dignità.  Poveri e oppressi, perseguitati e derelitti dimenticano spesso la dignità per causa di forza maggiore. Perché spesso è più importante sopravvivere. 

Ma qualche volta anche per i poveri, anche per gli oppressi e anche per i perseguitati e i derelitti, la dignità E'  PIU' IMPORTANTE del sopravvivere. 

Dovrò ricordarmi che nella stessa etimologia della parola dignità vi è la parola degno. Degno significa essere meritevole di rispetto nell'opinione comune.
Ma è fin troppo ovvio che nessuno avrà rispetto di me, nessuno avrà vero rispetto di me, se io per primo non avrò rispetto di me.   Se io non riuscirò a sentirmi intimamente degno.

Sentirsi intimamente degno NON dipende dal riconoscimento altrui. Gli altri, questo dovrò ricordarlo sempre, mi conoscono SOLO in parte. SOLO in parte sanno chi io sono. E chi io sono per loro, dipende da troppi fattori: principalmente da ciò che io decido di mostrare, più o meno inconsapevolmente.

E gli altri, per i motivi anche più leciti o giusti, o illeciti od opportunisti, sono sempre pronti a riconoscere un merito che non c'è, anche quando non c'è.

Non dovrò basarmi su questo, dunque, per riconoscere la mia dignità.

Dovrò sentirmi degno SOLO di quel che io sono.   

E per farlo dovrò necessariamente: 1. conoscere me stesso (conoscere ed essere consapevole di me) e 2. possedere capacità di giudizio su me stesso, in base a quel che io so che è giusto, in base a quel che so essere giusto. 

Se io non sarò capace di essere una persona degna, e quindi se non sarò capace di possedere dignità consapevole, nessun onore e nessun rispetto degli altri saprà rendermi davvero felice. E ogni volta che calpesteranno la mia dignità, non potrò davvero reagire con i diritti e l'interezza che derivano dalla mia persona umana.

Come scrisse Aristotele, La dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli. 
 E invece sembra proprio che - come scrisse due millenni più tardi R.Chandler - la maggior parte della gente consumi metà delle proprie energie cercando di proteggere una dignità che non ha mai posseduto. 


Fabrizio Falconi