20/03/23
Epicuro per la disperazione dei nostri giorni - Uno scritto di Robert P. Harrison da Los Angeles Review of Books
21/12/22
Krishnamurti: L'amore non è un contratto
Volete forse una prova dell'amore?
Quando amate qualcuno, cercate una prova? Se chiedete una prova d'amore, è amore quello ? Se amate vostra moglie, vostro figlio, e volete una prova, allora l'amore è senz'altro un contratto.
Così, la vostra preghiera a Dio è un mero contrattare. Chi pone la domanda si accosta a ciò che egli chiama Dio mediante l'implorazione e la supplica. Non potete trovare la realtà mediante il sacrificio, mediante il dovere, mediante la responsabilità, perché questi sono mezzi per raggiungere un fine, e il fine non è diverso dai mezzi. I mezzi sono il fine.
....
Per comprendere la sofferenza occorre la cessazione di ogni fuga, perché solo allora sarete in grado di riconoscere voi stessi in atto; e nel comprendervi in atto - vale a dire in rapporto - troverete un modo per liberare del tutto il pensiero da ogni conflitto e per vivere in una condizione di felicità, di realtà.
Tratto da: Krishnamurti - Verso la Liberazione Interiore, Guanda Editore, Milano, 1998
07/12/22
Krishnamurti: "Come agire rettamente, senza conflitto?"
Quando capite che, per sua natura, la relazione può esistere solo quando non c'è attaccamento e non ci si creano immagini degli altri, allora esiste una comunione completa.
Agire rettamente implica una precisione e una cura che non si basano su alcun motivo; e significa agire senza imporre né una direzione né uno scopo. Capire che cosa significa agire rettamente e in che cosa consiste una vera relazione, porta con sé l'intelligenza. Non l'intelligenza che viene dall'intelletto, ma quella intelligenza che viene da profondità che non sono quelle vostre né mie.
Quella intelligenza stabilirà che cosa dovete fare per guadagnarvi da vivere; quando c'è quella intelligenza potrete fare il giardiniere, o il cuoco, non importa. Senza quell'intelligenza saranno le circostanze a disporre della vostra vita.
C'è un modo di vivere nel quale non esiste conflitto; proprio perché non ci sono conflitti, c'è l'intelligenza che mostra qual è il modo giusto di vivere.
J. Krishnamurti, Domande e risposte, Astrolabio-Ubaldini Editore, Roma, 1983, p.73
27/06/22
La paura della Morte? Come vincerla secondo Elisabeth Kübler Ross
Elisabeth Kübler-Ross, nata a Zurigo, 8 luglio 1926 e morta a Scottsdale, il 24 agosto 2004 è una psichiatra svizzera, considerata la fondatrice della psicotanatologia e uno dei più noti esponenti dei death studies, cioè degli studi sui meccanismi psicologici che caratterizzano il lutto.
- Lei nega che la paura di morire sia un fattore naturale?
25/04/22
"L'uomo dimentica l'unica cosa che lo distingue dall'animale". Una pagina meravigliosa e terribile di Cechov
La casa col mezzanino, che ha il sottotitolo Racconto di un artista, scritto nel 1896, è uno dei racconti più famosi di Anton Cechov.
L'importante non è che Anna sia morta di parto, ma che tutte queste Anne, Mavre, Pelageje, debbano curvare la schiena dalla mattina alla sera, ammazzarsi di fatica, tremare per i loro bambini affamati e ammalati, vivere nel terrore delle malattie e della morte, che imbruttiscano e invecchino presto, che muoiano nella sporcizia e nel fetore; e i loro figli, crescendo, ricominciano la stessa musica, e così per centinaia di anni: miliardi di uomini vivono nel terrore, peggio delle bestie, solo per conquistarsi un pezzo di pane.
La cosa più spaventosa della loro situazione è che non hanno un minuto per ricordarsi che hanno un'anima, che sono esseri umani fatti a immagine e somiglianza di Dio; la fame, il freddo, il terrore animale, la fatica, come valanghe di neve, hanno chiuso loro tutte le strade verso qualsiasi forma di vita spirituale, ossia verso l'unica cosa che distingue l'uomo dall'animale e per cui vale la pena vivere.
Voi credete di aiutarli con scuole e ambulatori, ma non li liberate dalle catene, anzi, peggiorate la loro condizione di schiavitù, introducendo nuovi pregiudizi e di conseguenza nuovi bisogni, senza parlare poi del fatto che per medicine e libri devono pagare e quindi curvare la schiena ancora di più.
Tratto da Anton Cechov, Racconti, 2004 Gruppo Editoriale L'Espresso, p.243
22/12/21
Quali sono le cose per cui vale la pena vivere? Risponde Woody Allen
E' una scena cult, di un film cult.
Considerato uno dei capolavori di Woody Allen, Manhattan uscì nel 1979 e presentato fuori concorso al 32º Festival di Cannes, ottenne un enorme successo in tutto il mondo.
Oggi è considerato un classico, al punto che nel 2001 il film è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Come si ricorderà, il film racconta le vicende di Isaac Davis (lo stesso Allen), autore televisivo di 42 anni che abita a Manhattan e che ha appena divorziato dalla sua seconda moglie, Jill, che l'ha lasciato per un'altra donna, Connie, e che sta scrivendo un libro su quel matrimonio fallimentare.
A sua volta, Isaac frequenta una ragazza di 17 anni, Tracy, in una relazione che egli immagina breve, a causa della differenza di età e a causa dell'attrazione che prova per Mary, una giornalista divorziata e sofisticata.
Nella scena in questione, Allen è alle prese, da solo in casa sua, con le sue questioni esistenziali, nuove idee da scrivere e soprattutto un bilancio sulla sua vita.
Ed è così che, utilizzando un registratore, ad un certo punto prende a elencare i motivi, o meglio le cose per cui vale la pena vivere.
Un gioco che forse ciascuno di noi ha fatto almeno una volta nella vita.
Ed è interessante riflettere sulle cose scelte da Allen.
Riportiamo per intero il brano del suo monologo sul divano:
Idea per un racconto sulla gente a Manhattan, che si crea costantemente dei problemi veramente inutili e nevrotici perché questo le impedisce di occuparsi dei più insolubili e terrificanti problemi universali. Ah, ehm… Deve essere ottimistico. Perché vale la pena di vivere? È un’ottima domanda. Be’, ci sono certe cose per cui valga la pena di vivere. Ehm… Per esempio… Ehm… Per me… boh, io direi… il vecchio Groucho Marx per dirne una e… Joe DiMaggio e… secondo movimento della sinfonia Jupiter e… Louis Armstrong, l’incisione di Potato Head Blues e… i film svedesi naturalmente… L’educazione sentimentale di Flaubert… Marlon Brando, Frank Sinatra… quelle incredibili… mele e pere dipinte da Cézanne… i granchi da Sam Wo… il viso di Tracy…
Dunque ricapitolando. Ecco i must alleniani:
1. Groucho Marx, uno dei più grandi attori e autori comici di sempre e vero feticcio per Allen.
2. Joe Di Maggio (ma qui potrebbe essere un qualsiasi campione sportivo a cui si è legati)
3. Il secondo movimento della Sinfonia Jupiter di Mozart. (lo puoi ascoltare qui).
4. Louis Armstrong (e la sua Potato Head Blues, che puoi ascoltare qui).
5. I film svedesi (si intende ovviamente soprattutto Ingmar Bergman, vero mito per Allen).
6. L'educazione sentimentale, un grandioso, bellissimo romanzo di Flaubert (che puoi acquistare qui).
7. Marlon Brando.
8. Frank Sinatra.
9. Le mele e pere dipinte da Cézanne (che puoi vedere qui).
10. I granchi di Sam Wo (immaginiamo sia il suo piatto preferito, e qui ciascuno potrebbe scegliere il suo piatto e il suo ristorante).
11. Il viso di Tracy, che nel film ha le fattezze di Mariel Hemingway (e che puoi vedere qui).
Questa dunque la Lista di Woody.
Naturalmente, ciascuno di voi può fare la sua.
Qua sotto la sequenza del film.
Fabrizio Falconi - 2021
01/11/21
L'uomo è una creatura assurda - Dostoevskij
12/04/21
Libro del Giorno: "La società senza dolore" di Byung-Chul Han
01/02/21
Imparare a gestire le frustrazioni, non a evitarle
Fabrizio Falconi - 2021
29/01/21
"Quando ho cominciato ad amarmi" di Charles Chaplin
Quando ho cominciato ad amarmi - Charles Chaplin
Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
mi sono reso conto che il dolore e la sofferenza emotiva
servivano a ricordarmi che stavo vivendo in contrasto con i miei valori.
Oggi so che questa si chiama autenticità.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
ho capito quanto fosse offensivo voler imporre a qualcun altro i miei desideri,
pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta,
anche se quella persona ero io.
Oggi so che questo si chiama rispetto.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
ho smesso di desiderare una vita diversa
e ho compreso che le sfide che stavo affrontando erano un invito a migliorarmi.
Oggi so che questa si chiama maturità.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
ho capito che in ogni circostanza ero al posto giusto e al momento giusto
e che tutto ciò che mi accadeva aveva un preciso significato.
Da allora ho imparato ad essere sereno.
Oggi so che questa si chiama fiducia in sé stessi.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
non ho più rinunciato al mio tempo libero
e ho smesso di fantasticare troppo su grandiosi progetti futuri.
Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e felicità,
ciò che mi appassiona e mi rende allegro, e lo faccio a modo mio, rispettando i miei tempi.
Oggi so che questa si chiama semplicità.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
mi sono liberato di tutto ciò che metteva a rischio la mia salute: cibi, persone, oggetti, situazioni
e qualsiasi cosa che mi trascinasse verso il basso allontanandomi da me stesso.
All’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma
oggi so che questo si chiama amor proprio.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
ho smesso di voler avere sempre ragione.
E cosi facendo ho commesso meno errori.
Oggi so che questa si chiama umiltà.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
mi sono rifiutato di continuare a vivere nel passato
o di preoccuparmi del futuro.
Oggi ho imparato a vivere nel momento presente, l’unico istante che davvero conta.
Oggi so che questo si chiama benessere.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero e ad amare,
mi sono reso conto che il mio Pensiero può
rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho imparato a farlo dialogare con il mio cuore,
l’intelletto è diventato il mio migliore alleato.
Oggi so che questa si chiama saggezza.
Non dobbiamo temere i contrasti, i conflitti e
i problemi che abbiamo con noi stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi.
Oggi so che questa si chiama vita.
Charles Chaplin
18/02/20
La buona vita non è non avere rimpianti, non avere rimorsi
14/02/20
L'irripetibile: ciò che rende la vita degna di essere vissuta
15/09/19
"Ragazzi senza scopo e Genitori non più autori delle loro azioni", La decadenza moderna (finale?) secondo Umberto Galimberti intervistato oggi dal Corriere della Sera
16/03/19
E' amore questo ? - Krishnamurti.
12/03/19
Non mi interessa cosa fai per vivere. Una intensa poesia di Oriah Mountain Dreamer.
Non mi interessa che cosa fai per vivere; voglio
sapere che cosa ti fa spasimare e se osi sognare
di andare incontro all'anelito del tuo cuore.
Non mi interessa quanti anni hai; voglio sapere
se rischieresti di passare per stupida per amore,
per un sogno, per l'avventura di essere viva.
Non mi interessa quali pianeti siano in
quadratura con la tua luna. Voglio sapere se hai
toccato il centro del tuo dispiacere, se i
tradimenti di una vita ti hanno aperta oppure ti
hanno raggrinzita e chiusa per paura di altro
dolore.
Voglio sapere se riesci a sederti con la
sofferenza, la mia o la tua, senza muoverti per
nasconderla, né per sedarla, né per mandarla via.
Voglio sapere se riesci a stare con la gioia, la
mia o la tua, se riesci a ballare selvaggiamente
lasciando che l'estasi ti riempia fino alle
estremità delle dita delle mani e dei piedi senza
ricordarci di stare attenti, o di essere
realistici, né per rammentarci i limiti
dell'essere umano.
Non mi interessa se la storia che mi stai
raccontando è vera. Voglio sapere se riesci a
deludere un altro pur di essere sincera con te
stessa. Se riesci a sopportare l'accusa di
tradimento senza tradire la tua anima. Se riesci
a essere senza fede e perciò degna di fede.
Voglio sapere se riesci a vedere ogni giorno la
bellezza anche quando non è pittorica; e se
riesci a far scaturire la tua vita dalla sua
presenza.
Voglio sapere se riesci a vivere col fallimento,
il tuo e e il mio, e tuttavia, sul bordo del
lago, a gridare al plenilunio d'argento il tuo
«Sì!».
Non mi interessa sapere dove vivi o quanti soldi
hai. Voglio sapere se riesci ad alzarti dopo una
notte di dolore e di disperazione stanca e con le
ossa a pezzi e a fare ciò che va fatto per dar da
mangiare ai bambini.
Non mi interessa ciò che sai né come sei giunta
qui. Voglio sapere se starai nel centro del fuoco
con me senza tirarti indietro.
Non mi interessa dove o che cosa o con chi hai
studiato. Voglio sapere che cosa ti sostiene da
dentro quando tutto il resto crolla.
Voglio sapere se riesci a stare sola con te
stessa e se ti piace davvero la compagnia che ti
fai nei momenti vuoti.
Oriah Mountain Dreamer
http://www.oriahmountaindreamer.com/
illustrazione in testa:
Artwork by Denis Sarazhin - Soundlessly, 2015, | Painting | Artstack - art online
26/02/19
Trovo estasi nell'atto di vivere. Tra Emily Dickinson e Wim Wenders.
L’anima è un luogo così nuovo che la notte di ieri sembra già antiquata.