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13/06/14

La leggerezza. Una qualità sempre più rara. (Calvino)




Oggi ogni ramo della scienza sembra ci voglia dimostrare che il mondo si regge su entità sottilissime: come i messaggi del DNA, gli impulsi dei neuroni, i quarks, i neutrini vaganti nello spazio dall'inizio dei tempi... 

Poi, l'informatica. E' vero che il software non potrebbe esercitare i poteri della sua leggerezza se non mediante la pesantezza del hardware; ma è il software che comanda, che agisce sul mondo esterno e sulle macchine, le quali esistono solo in funzione del software, si evolvono in modo d'elaborare programmi sempre più complessi. 

La seconda rivoluzione industriale non si presenta come la prima con immagini schiaccianti quali presse di laminatoi o colate d'acciaio, ma come i bits d'un flusso d'informazione che corre sui circuiti sotto forma d'impulsi elettronici. Le macchine di ferro ci sono sempre, ma obbediscono ai bits senza peso.

E' quanto scriveva Italo Calvino nelle sue celebri Lezioni americane, a proposito della Leggerezza, la prima delle sei proposte per il prossimo millennio che il grande scrittore indicò poco tempo prima di lasciarci. 

Di tutte queste proposte - Leggerezza, Velocità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità, Consistenza (che Calvino non fece in tempo a scrivere) - è proprio la prima, quella di cui oggi a mio avviso si avverte maggiormente la latitanza. 

Essere leggeri è quella qualità capace (e Calvino ne illustra molti esempi, in letteratura) di rovesciare il peso della gravità terrestre di cui la nostra vita è fatta e da cui è condizionata.  E', anzi, quella gravità senza peso che rende possibile la trasformazione del grave e del greve in quella sospensione lunare (Calvino scrive di aver pensato in un primo momento di dedicare tutta la sua conferenza sulla leggerezza alla Luna e alle apparizioni della luna nelle letterature di ogni tempo) che rende ogni cosa luminosa e vera, pur non essendo pesante

E' così anche nelle nostre vite: preziose sono quelle anime che sanno attraversare la vita senza restare inchiodati alla pesantezza (corporea, materiale, effettuale ed effettiva) e sanno trasformare in gioco e leggerezza le vicissitudini e i caratteri dell'umano.  

Preziosi sono quegli uomini e quelle donne che sanno mantenersi leggeri senza mai essere superficiali, che sanno come nulla di più serio vi sia - lo sa bene un bambino - del suo gioco. Di come si possa sorridere nella osservazione e osservare nel sorriso. 

Che è l'opposto della noncuranza, il vero cancro, questo, che - insieme alla pesantezza incagliata - inquina le nostre vite, rendendo spesso impossibile ogni elevazione o sviluppo della persona e dello spirito.


Fabrizio Falconi - © - proprietà riservata/riproduzione vietata.