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31/08/19

Ancora due mesi per vedere all'Ermitage a San Pietroburgo la grande mostra dedicata alla Collezione Campana, con il Dito e la Mano Colossale di Costantino finalmente riunite!


Erano gli anni del Risorgimento quando il marchese Giampietro Campana si affaccendava tra scavi archeologici, antiquari e mercanti d’arte per mettere insieme una delle più ambiziose raccolte private del XIX secolo.

Poi la smania del collezionismo lo travolse e il direttore del Monte di Pietà di Roma giunse a contrarre debiti per tre milioni: fu condannato per appropriazione indebita di denaro pubblico e le sue 112 mila opere d’arte messe in vendita, attraendo compratori del calibro dello zar Alessandro II e di Napoleone III. 

Lo smembramento della collezione suscitò emozione in tutta Europa: la maggior parte dei pezzi fu trasferita all’Ermitage e al Louvre, porzioni minori finirono in seguito al Victoria and Albert Museum e al British Museum di Londra, al Metropolitan Museum di New York e ai nostri Musei Capitolini. 

Oggi una grande mostra ricompone il sogno di Campana: dopo la tappa invernale al Louvre, per la prima volta il pubblico russo può ammirare una selezione che restituisce la varietà e la ricchezza del patrimonio del marchese

In mostra circa 700 opere d’arte e reperti archeologici di altissima qualità, tra cui il celebre Sarcofago degli Sposi, di fattura etrusca, e la Battaglia di San Romano di Paolo Uccello

Gli appetiti di Campana erano decisamente onnivori: se per amore della scultura antica il marchese giunse a finanziare scavi di grande successo e perfino a dirigerli, come nel caso di Ostia, con altrettanta bramosia si dedicò alla raccolta di dipinti dei primitivi italiani e del Rinascimento (più di 400), dal prezioso Crocifisso di Giotto alla Madonna con Bambino di Sandro Botticelli. 

A tutto questo aggiunse vasi, terrecotte, gioielli di immenso valore, armi e armature, fino alle sculture di ceramica invetriata dei Della Robbia e, naturalmente, a preziosi marmi di età romana come il Busto di Antinoo o il gruppo di Venere e Cupido. 

La dispersione della collezione portò anche allo smembramento di singole opere, le cui parti sono ora separate da molti chilometri: è recente la scoperta di una giovane francese, Aurélia Azéma, che ha collegato il dito bronzeo di età romana conservato al Louvre all’enorme statua dell’imperatore Costantino i cui pezzi troneggiano nell’esedra del Palazzo dei Conservatori ai Musei Capitolini

Per la prima volta in 160 anni la mostra coprodotta da Louvre ed Ermitage ha ricomposto l’anatomia della mano colossale



Nel percorso espositivo di San Pietroburgo rivivono ascesa e declino di Campana, evidenziando i suoi interessi variegati, le tappe nella costruzione di una raccolta “universale”, ma anche l’influenza che esercitò sul gusto del tempo, tra cui figura l’impulso dato alla produzione di falsi e pastiches. Da non perdere la ricostruzione di ambienti del palazzo del marchese, una sorta di museo personale che i curatori della mostra hanno potuto osservare attraverso rare foto d’epoca. 

 Dream of Italy – The Marquis Campana Collection sarà visitabile all’Ermitage fino al prossimo 20 ottobre.

06/10/16

I misteriosi sposi di Lorenzo Lotto, all'Ermitage di San Pietroburgo. Un quadro meraviglioso.



Ci sono quadri che non smettono mai di interrogare, di affascinare, come questo Ritratto di sposi, conservato all'Ermitage di San Pietroburgo, dipinto da Lorenzo Lotto nel 1523.

E' un dipinto pieno di allegorie piuttosto misteriose, che nel corso dei secoli hanno dato adito alle più varie interpretazioni. 

Innanzitutto, nonostante le molte ricerche, non si è riuscito a dare una identità alla coppia degli sposi ritratti, anche se per l'analogia del tema con il quadro gemello  - Il Ritratto di Marsilio Cassotti e della sua sposa Faustina conservato nel Museo del Prado di Madrid - si ritiene si tratti anche in questo caso di una coppia di coniugi bergamaschi. 

Subito però colpisce l'atmosfera del ritratto, che è ben diversa dall'altro quadro: se quello infatti si presenta come una celebrazione festosa del matrimonio, questo ha un aspetto assai cupo, quasi lugubre. 

Si adegua al tono scurissimo dello sfondo, il paesaggio che si intravvede attraverso la finestra aperta: un paesaggio serale e autunnale, il cielo corrusco con un sole smorto e il vento che piega le cime degli alberi. 

Ma altri particolari sono straordinari: primo fra tutte lo scoiattolo che si vede disteso sulla tavola (ricoperta da una tovaglia incredibilmente dipinta)  vicino alla mano del marito, che fa da pendant al cagnolino in grembo alla donna. 

Secondo alcune interpretazioni lo scoiattolo, che è raffigurato dormiente, potrebbe avere una valenza moralistica, in quanto simboleggiava la lussuria. Un'altra tradizione medievale sosteneva che lo scoiattolo, d'inverno quando scarseggia il cibo, scaccia dalla tana la femmina. 

Il marito mostra con la mano sinistra un foglio su cui è scritta la frase: "homo numquam".

Dalla scritta si deduce che l'uomo non farà mai ciò che sta facendo lo scoiattolo, cioè dormire, dimenticando nel sonno i drammi della vita. 

Il fatto che la donna sia su un piano più alto rispetto al consorte - fatto del tutto inconsueto per le abitudini dei ritratti dell'epoca - e che abbia un'incarnato cereo e quasi spettrale, hanno fatto ipotizzare che il ritratto sia stato realizzato post-mortem della donna e che quindi sia un elogio alla virtù del vedovo che non dimentica la sposa. 

Fabrizio Falconi