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09/04/21

Egitto straordinaria scoperta: ritrovata la "Città d'oro perduta" risalente a 3.000 anni fa




Un team di egittologi ha riportato alla luce quella che si ritiene essere la piu' grande citta' antica mai rinvenuta in Egitto, rimasta sepolta sotto la sabbia per millenni, una delle scoperte piu' importanti dal dissotterramento della tomba di Tutankhamon, secondo gli esperti

Il famoso egittologo Zahi Hawass ha annunciato la sensazionale scoperta della "citta' d'oro perduta", conosciuta come Aton, vicino a Luxor, sede della Valle dei Re. 

"La missione egiziana guidata da Zahi Hawass ha trovato la citta' che era perduta sotto la sabbia", ha spiegato il team di archeologi

"La citta' ha 3.000 anni, risale al regno di Amenhotep III e continuo' ad essere utilizzata da Tutankhamon e Ay". 

Secondo Betsy Bryan, professore di arte e archeologia egizia presso la Johns Hopkins University, si tratta "della seconda scoperta archeologica piu' importante dalla tomba di Tutankhamon". 

Sono stati riportati alla luce anche oggetti di gioielleria come anelli, vasi di ceramica colorata, amuleti e mattoni di fango recanti i sigilli di Amenhotep III. 

"Molte missioni straniere hanno cercato questa citta' e non l'hanno mai trovata", ha spiegato Hawass, ex ministro delle Antichita' egiziane.

Dopo sette mesi di scavi, sono stati scoperti diversi quartieri della citta', un panificio completo di forni e vasellame, oltre a distretti amministrativi e residenziali.

Amenhotep III eredito' un impero che si estendeva dall'Eufrate al Sudan, sostengono gli archeologi, e mori' intorno al 1354 a.C. Governo' per quasi quattro decenni, un regno noto per la sua opulenza e la grandiosita' dei suoi monumenti, tra cui i Colossi di Memnon, due enormi statue di pietra vicino a Luxor che rappresentano lui e la moglie. 

"Gli strati archeologici sono rimasti intatti per migliaia di anni, lasciati dagli antichi residenti come se fosse ieri", ha affermato ancora il team. La citta' "ci fornira' uno sguardo raro sulla vita degli antichi egizi nel momento in cui l'impero era al suo massimo splendore", ha affermato ancora Bryan. Il team si e' infine ha detto ottimista sul fatto che ulteriori importanti reperti sarebbero emersi, notando di aver scoperto gruppi di tombe raggiunte attraverso scale scavate nella roccia", una costruzione simile a quelle trovate nella Valle dei Re. 

"La missione prevede di scoprire tombe incontaminate piene di tesori", ha concluso il team di archeologi.

29/12/17

"Egizi - Etruschi" in una nuova mostra alla Centrale Montemartini anche lo splendido Scarabeo Turchese !



Tutto e' nato durante uno scavo alla Necropoli dell'Osteria di Vulci nel 2013. Tra le mani degli archeologi, dalla terra spunta uno Scarabeo. Non una novita' nei corredi etruschi. Ma questo, turchese, "era di produzione egizia. Non era cioe' una 'patacca', una di quelle imitazioni che si trovavano nei mercati. Questo era egizio"

In quello Scarabeo, racconta nelle sue ultime ore da Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Lazio Alfonsina Russo (a giorni direttore del Parco Archeologico del Colosseo), decorato "con il cartiglio del Faraone Bocchoris, sovrano che resto' al potere solo sei anni, ma che evidentemente affascinava molto la committenza", c'era la testimonianza tangibile di quel filo che ha legato nei secoli due tra le piu' grandi civilta' del Mediterraneo. Da li' l'idea di raccontarlo con "Egizi Etruschi - Da Eugene Berman allo Scarabeo Dorato", mostra che dopo Vulci arriva a Roma, fino al 30 giugno, inaugurando anche il nuovo "look" che la Centrale Montemartini si 'regala' per i suoi primi 20 anni di apertura al pubblico: nuovo allestimento permanente "che permette di esporre anche alcuni sarcofagi finora nei depositi - dice il Sovrintendente capitolino, Claudio Parisi Presicce - la facciata restaurata e il nuovo spazio di 250 metri quadrati per le esposizioni temporanee". 

Dove oggi si celebra nuovamente quell'incontro tra Egizi ed Etruschi, con 250 preziosi oggetti in gran parte in arrivo dalla collezione dello scenografo e pittore russo Berman (donata nel 1952 alla Soprintendenza dell'Etruria meridionale e "che rivede la luce dopo quasi mezzo secolo") accanto a prestiti dal Museo Nazionale Archeologico di Firenze e ai reperti frutto invece delle nuove campagne di scavo effettuate tra il 2013 e 2017. 

Gioielli, sculture votive, utensili decorati, sarcofagi di sfingi e mummie, che testimoniano intensi scambi commerciali, ma soprattutto un dialogo culturale tra due civilta' che condivisero ideali di legalita', simboli di potere e pratiche religiose

"Furono soprattutto due - racconta la Russo - i momenti in cui Egizi ed Etruschi si incontrarono: tra l'VIII-VII secolo a.C. e poi il III-II a.C., quando il Mediterraneo era un mare che univa, a differenza di oggi. Gli scavi sistematici di questi anni ci hanno spinto anche a riscoprire quello che avevamo nei depositi". 

Ecco allora che la passione di Berman introduce la mostra in un preambolo sui grandi collezionisti ottocenteschi accanto ad Augusto Castellani e Giovanni Barracco, anche loro cultori d'antichita' che scelsero di donare al pubblico i propri tesori. 

Poi il percorso prosegue in cinque sezioni, tra l'ossessione per l'Oro "Il metallo degli dei", la gestione del potere di Faraoni e Principi, Il sogno di immortalita'' Dee e dei dall'Antico Egitto all'Etruria e L'oro di Nefertum: profumi d'Oriente. 

Tra gli altri, anche i reperti della Tomba dalle mani d'argento di Vulci con il restauro e la ricostruzione di un Currus, un piccolo carro leggero da guidare in piedi. Chiude un piccolo omaggio alla attivita' del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, con l'esposizione del prezioso corredo funerario della Tomba dello Scarabeo dorato, trovata a Vulci nel 2016 nell'ambito della attivita' di contrasto agli scavi clandestini.


Informazioni

Luogo
Centrale Montemartini
, Nuovo spazio per mostre temporanee
Orario
Dal 21 dicembre 2017 al 30 giugno 2018
Martedì-domenica 9.00-19.00
24 e 31 dicembre 9.00-14.00
La biglietteria chiude mezz'ora prima
Giorni di chiusura Lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio
Biglietto d'ingresso
Ingresso gratuito per i residenti a Roma e nell'area della Città Metropolitana nella prima domenica di ogni mese
Ingresso museo + mostra
Intero € 11,00
Ridotto € 10,00
Per i cittadini residenti nel territorio di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza):
Intero € 10,00
Ridotto € 9,00
Capitolini Card (Musei Capitolini + Centrale Montemartini) e mostre "Il Tesoro di Antichità. Winckelmann e il Museo Capitolino nella Roma del Settecento 07.12.2017-22.04.2018", "Freedom Manifesto, 28.9.-31.12.2017", "Egizi Etruschi. Da Eugene Berman allo Scarabeo dorato, 21.12.2017-30.06.2018" (valido 7 giorni)
Intero € 16,00
Ridotto € 14,00
Per i cittadini residenti nel territorio di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza):
Intero € 15,00
Ridotto € 13,00 

23/04/12

Gli Obelischi di Roma - 5. Obelisco Lateranense.



Eccoci arrivati al principe degli Obelischi romani. Per splendore e dimensioni l'Obelisco Lateranense è infatti il più giustamente famoso tra i 13 autentici egizi presenti a Roma, dei quali ci stiamo occupando (qui le precedenti puntate). 

Ma anche le vicende storiche ad esso collegate sono davvero importanti e ne fanno uno dei manufatti umani in assoluto più antichi presenti sul suolo di Roma.

Ecco la scheda. 

5. Obelisco Lateranense. 

rieretto nel 1588 

altezza:  m. 32,1 -  m.45,7 (con basamento ) 

Estesi Geroglifici. 

Cavato dalle montagne di Assuan dal faraone Tutmes III (1479–1426 a.C.). 

Rimasto a Tebe in attesa di innalzamento al quale provvide Tutmes IV che vi scolpì il nome proprio e quello del nonno.

Dopo più di un millennio, prima Augusto pensa di portarlo a Roma, poi trecento anni dopo, Costantino (306-337) vuole trasportarlo da Tebe a Costantinopoli, ma entrambi desistono per l’impegno ritenuto gravoso ai limiti dell'impossibile. 

Il figlio di Costantino, Costanzo II (317-361) realizza l’impresa, dopo aver visitato Roma, ed essere rimasto colpito dalle imprese di Augusto per gli obelischi, specie quello del Circo Massimo.

Eretto sulla spina del circo medesimo (Massimo) intorno al 360. 

Resiste in piedi soltanto meno di due secoli fino al probabile abbattimento da parte del re dei Goti Totila e delle sue truppe nel 547

La leggenda della sua originaria ubicazione resiste nei secoli, nonostante sia scomparso. 

Viene recuperato da Matteo Bartolani di Città di Castello nel 1587 a quattro metri e mezzo di profondità, rotto in tre pezzi. 

Trascinato fino al Colle Lateranense con immani lavori di trasporto, viene collocato in quella posizione per essere a vista con la Basilica di Santa Maria Maggiore, in linea con il suo gemello Esquilino.

E qui viene eretto da Domenico Fontana con lavori che si protraggono per più di un mese, dal 6 luglio al 10 agosto 1588.